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Autore: Stella Dark Star    13/12/2017    0 recensioni
Da quando la sua gemella si è fidanzata con Henry Green, Jacob si sente come un guscio vuoto. Il fatto di vivere assieme alla coppia nella casa sopra la bottega di curiosità a Whitechapel, più che un conforto è una condanna, per questo Jacob passa i giorni a bere nei pub, a giocare a carte e a mettersi nei guai. Almeno fino a quando non incontra Arthur, ragazzo dal viso angelico che fa lo sguattero in un pub. La conoscenza tra loro diventa subito amicizia, per poi evolversi in un sentimento che la società non approverebbe mai. Ma ecco che l’entrata in scena di Amanda, vicina di casa di Henry tornata in città dopo due anni di assenza per studiare arte a Parigi, mette in subbuglio la sua vita! Nonostante sia sicuro del proprio sentimento per Arthur, desidera Amanda profondamente, quasi in modo maniacale, complici le piccanti attenzioni che lei gli rivolge. Una serie di scoperte agghiaccianti lo aiuteranno a prendere una decisione e una tragedia farà finalmente di lui un uomo migliore, oltre a spingerlo ad essere un buon Maestro per il piccolo Jack...
L'anello di collegamento (in versione romanzata!) tra Syndicate e Jack lo squartatore.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Evie Frye, Jacob Frye, Nuovo personaggio
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Il tempo fugge via
 
Con gran sollievo di tutti, quell’anno burrascoso terminò, portando via con sé sofferenza, rimpianti e una buona dose di problemi. L’arrivo del 1869 fu testimone del matrimonio tra Jacob e Amanda, una cerimonia semplice svoltasi un mattino nebbioso nella cattedrale di Saint Paul. Anche se i famigliari della sposa spiccavano per la loro assenza, la partecipazione di Henry, Evie, George, Alec, Fred, i coniugi Disraeli, e un buon numero di Rooks, rese la giornata speciale. Forse sposarsi a gennaio non era l’ideale, però Amanda non aveva voluto sentire ragioni, per lei sarebbe stato impensabile salire all’altare con la pancia della gravidanza! Ad ogni modo, già prima del matrimonio, Jacob si trasferì definitivamente nella sua casa, promettendo di impegnarsi a diventare un buon marito e quindi a non trascorrere più le notti fuori a bere e smaltire la sbornia su Bertha. Il fatto che Evie gli avesse riso in faccia nel sentire tali promesse, era un dettaglio cui cercò di non dare troppo peso. Seguì poi la primavera, che vide Jacob rivestire il ruolo di Maestro Assassino di Londra con tanto di base segreta dove, oltre ad accogliere Assassini da tutta l’Inghilterra, venivano anche addestrati i piccoli Adepti che lui stesso trovava negli orfanotrofi o per la strada. Insomma, in poco tempo aveva raggiunto un livello di maturità incredibile, il che lo aiutò molto anche con la paternità giunta i primi giorni di agosto. Per quanto riguardava Evie e Henry, invece, da quando lei aveva ricominciato a partecipare alle attività del Credo, il suo ruolo di fidanzata era pressoché svanito, cosicché i progetti del loro matrimonio vennero messi da parte.
*
Con i capelli raccolti e la fedele tunica addosso, Evie bussò dei colpetti alla porta ed entrò senza aver ricevuto risposta. Non appena mise piede nella stanza, il suo sorriso si accese: “Vedo che abbiamo ancora gli occhietti aperti!”
Sul letto, con le gambe stese e coperte da un leggero lenzuolo e un cuscino ricolmo di piume su cui poggiare la schiena, Amanda rispose al sorriso e subito posò lo sguardo sul fagottino che aveva tra le braccia, un pupo biondo dai grandi occhi verdi. Con voce giocosa, rispose per lui: “Eh sì. Abbiamo fatto la nostra poppata, poi abbiamo fatto il ruttino e adesso che dovremmo fare la nanna non ne abbiamo voglia!”
Evie si avvicinò, ridacchiando, quindi prese posto sul bordo del letto ed allungò le braccia per farsi porgere il nipotino. “Danny, il mio piccolo amore!” Gli stampò un bacio sulla fronte ampia, ricevendo in risposta un colpetto di singhiozzo. Il bimbo era simpatia pura con quelle guanciotte rosee e gonfie e l’espressione stralunata di chi ancora non è in grado di intendere. Evie prese a cullarlo dolcemente, come faceva ogni giorno. “Tu come ti senti Amanda?” Chiese di punto in bianco, sollevando lo sguardo.
Lei alzò le spalle, come se la risposta fosse ovvia: “Sto bene!”
Evie inclinò il capo e la guardò di traverso: “Lo dici sempre! Lo hai detto perfino il giorno del parto, quando hai ripreso i sensi dopo essere svenuta.”
Sapendo di meritare il rimprovero, Amanda distolse lo sguardo e, con gesto nervoso, prese a lisciarsi i capelli che le ricadevano sulla spalla: “Sì, be'…” Si mordicchiò il labbro e disse con più convinzione: “Questa volta però è vero! Il Dottore è passato questa mattina presto a visitarmi e ha detto che domani potrò alzarmi dal letto tranquillamente.” Alzò gli occhi al cielo: “Non immagini che gioia dopo tre settimane bloccata qui!”
“Hai avuto un lungo travaglio ed un parto difficile. Hai perso tanto sangue da svenire, Amy. Ci hai fatto prendere uno spavento enorme.” Disse seriamente Evie.
“Lo so. Ma ora è passato. E…” Sospirò: “Potete star certi che non accadrà più, visto che probabilmente non potrò più avere figli.” Era così, purtroppo. Le paure di Evie, per uno strano scherzo del destino, si erano avverate su di lei dandole un parto estremamente doloroso che le era quasi costato la vita e, ciliegina sulla torta, la sopravvivenza le era costata la possibilità di procreare nuovamente. Ma almeno era viva e si stava riprendendo, grazie al cielo. Solo lei sembrava non capirlo.
“Non ha importanza, Amy. E poi ora c’è anche il piccolo Jack ad accrescere la famiglia, no? Jacob è felice così. Lo hai reso padre e tanto gli basta, credimi. Me lo ha detto lui stesso.” Parlò con tanto sentimento che lo sguardo di Amanda si fece subito più sereno. E la serenità era ciò di cui aveva bisogno per rimettersi in salute. Prima che le due cognate potessero dire altro, ecco che la porta si aprì, annunciando la presenza dell’appena nominato Jacob. Sulla sua spalla una pupa bionda vestita di rosa, che lui teneva con la mano a coppa sul sederino per non rischiare che lei scivolasse giù. “Sono riuscito a far addormentare Missy.” Sulle sue labbra si dipinse un sorriso di trionfo che fece ridere Evie. Camminò fino a giungere alla culla posta accanto al letto matrimoniale e lì vi ripose la neonata con estrema cura, tenendola bene con entrambe le mani. Non appena toccò il piccolo materasso, la bimba lasciò un sospiro contrariato, quasi volesse far sapere che preferiva dormire sulla calda spalla del padre, ma per fortuna non si svegliò. Gli occhi di Jacob brillavano, tanto era innamorato della sua figlioletta.
“Amore, stai uscendo?” La domanda gli fece sollevare lo sguardo su Amanda: “Sì, ho indetto una riunione con gli Assassini inglesi e dopo ho promesso a Jack di fargli fare un addestramento speciale assieme agli altri Adepti.”
“Oh, è vero, me lo avevi detto ieri.” Amanda si batté la mano sulla fronte, auto-rimproverandosi.
“Ma non temere, torneremo prima di cena.” Aggiunse lui, per poi sporgersi oltre la culla per arrivare a lei e baciarla. Un gesto d’amore che ripeteva continuamente, dopo la terribile paura provata a causa delle complicazioni del parto. Ad interromperli ci pensò Evie, schiarendosi la voce. I coniugi si separarono accennando una risatina ma, quando volsero lo sguardo  a lei, si resero conto dell’occhiata che stava lanciando verso l’ingresso della stanza. Amanda si voltò a guardare e, scorgendo una manina sullo stipite, pensò bene di farsi sentire: “Tesoro, puoi entrare se vuoi!”
Ancora un istante ed ecco che fece capolino una testa dai capelli scuri e gli occhi nocciola sgranati. Jack guardò uno ad uno i presenti nella stanza e poi, combattuta la timidezza, sfoggiò un gran sorriso e  balzò sul letto: “Mamma Amy, oggi papà Jacob mi insegnerà a correre sui tetti!” Disse tutto contento, anche se le sue parole fecero drizzare i capelli ad Amanda, la quale rivolse subito un’occhiata perplessa al marito.
“Non è come sembra! Ho preparato l’attrezzatura nella stanza dell’addestramento per simulare una corsa sui tetti. E poi farò indossare ai bambini l’imbragatura, ovviamente.” Spiegò velocemente Jacob, con le mani alzate, neanche fosse stato fermato dalla polizia ingiustamente! Amanda fece un cenno di assenso col capo, quindi tornò a rivolgersi al bambino che le stava accanto carponi e che quasi scodinzolava dalla contentezza: “Allora impara e divertiti, tesoro. E tieni d’occhio tuo padre.” Gli fece l’occhiolino. Lui rispose ridendo: “D’accordo, mamma Amy!”
“Va bene, ora però andiamo piccoletto, altrimenti Danny non si addormenterà mai se continuiamo a fare baccano.” Terminò Jacob, facendo il giro del letto per raggiungerlo, quindi gli porse la mano per farlo scendere. Prima di lasciare la stanza, si rivolse scherzosamente alle due ragazze: “E voi, se potete, cercate di non sparlare di me mentre non ci sono.”
“Certo che no! Ci piace farlo solo se sei presente, altrimenti dov’è il divertimento?” La battuta di Evie segnò la fine della conversazione, anche se, stranamente, suo fratello le sorrise invece di lanciarle un’occhiataccia. Una volta che la porta venne chiusa, calò una dolce quiete. Evie tornò a dedicarsi al piccolino che aveva in braccio, con sorrisi e parole affettuose sussurrate.
“Tu e Jay state per partire, vero?”
Il sorriso di Evie svanì, il suo sguardo incontrò gli occhi tristi di Amanda: “Te l’ha detto Jacob?”
Lei scosse il capo: “No. L’ho capito da sola. Quando siete vicini, ti guarda come se volesse memorizzare ogni cosa di te.”
“Perdonami se non te l’ho detto prima.”
“Ma perché volete andarvene?” Nella voce di Amanda vibrò una nota malinconica che spinse Evie a spiegarsi con quanta più premura le fu possibile: “Non vogliamo abbandonarvi, Amy, è solo che abbiamo entrambi bisogno di ritrovare noi stessi. Henry -o Jay se preferisci- ha grande nostalgia del suo Paese e desidera tornare con tutto il cuore, mentre io vorrei apprendere gli insegnamenti dei fratelli Indiani per perfezionare il mio stile di Assassina. E poi, chissà, forse finalmente mi lascerò portare all’altare!” Quell’ultima frase contribuì a far svanire la tensione, quindi concluse: “Ma non temere, partiremo solo dopo il battesimo di Daniel e Melissa. Non me lo perderei per nulla al mondo.”
Amanda rilassò la schiena contro il cuscino, lo sguardo rivolto alla finestra lasciata socchiusa per far passare un po’ di aria. Agosto era quasi giunto al termine, presto le temperature si sarebbero abbassate. “Mi preoccupo troppo, in effetti. Se conosco Jacob, scommetto che ci porterà tutti in India per rivederti ancora prima che i bambini imparino a camminare. E se userà la scusa dell’addestramento, porterà anche i piccoli Adepti!”
Evie non riuscì a trattenere una risata, con la conseguenza che Danny, prossimo ad addormentarsi, spalancò gli occhi per guardarla. “Amy, ti prego! Mio fratello non è più l’imbecille di prima! Sarebbe assurdo che facesse tutto questo solo per rivedermi!”
*
 12 settembre 1870
Cara Evie,
parlo a nome di tutti nel dire che il soggiorno in India è stato favoloso. Quei sei mesi sono stati importanti per ciascuno di noi e ci hanno donato ricordi che non dimenticheremo mai. Amanda è tornata a risplendere ed è entusiasta che i gemelli abbiano festeggiato il loro primo compleanno in un luogo così meraviglioso, inoltre Jack e gli altri Adepti hanno appreso volentieri le tecniche di combattimento dei fratelli Indiani. E io sono felice di averti rivisto, sorellina. Detto tra noi, il che significa che non dovrai dirlo a Greenie, mi fa piacere che tu abbia scelto di mantenere il nostro cognome anche dopo il matrimonio. Sei una Frye orgogliosa e io sono fiero di te. […]
*
…1873
[…] Ti annuncio che abbiamo una nuova vicina di casa. Prima che tu lo pensi, ti dico che non è nostra affittuaria, contrariamente a quanto avevamo deciso. Forse avrei dovuto chiedere prima il vostro permesso, o almeno quello di Henry visto che la casa era la sua, però credimi non ho avuto il cuore di chiedere denaro a quella povera donna. Mrs Smith è vedova e a stento riesce a guadagnare il pane vendendo centrini da tavola che lavora con le proprie mani. Sarei un uomo orribile se le chiedessi di pagare l’affitto sapendo quanto fatica a mantenere se stessa e sua figlia. Oh giusto, ha una figlia di nome Nellie. Una bambina adorabile dal viso dolce. Lei e Missy sono già diventate amiche inseparabili. E’ molto premurosa con la mia bambina e ha cura di lei come farebbe una brava sorella maggiore. […]
*
 5 agosto 1875
[…] Ti scrivo questa lettera sotto grande insistenza di Danny e Missy che chiedono a gran voce di ringraziarti per i bellissimi regali che hai mandato dall’India per festeggiare i loro sei anni. Visti i doni, ne deduco che dalle mie lettere anche tu abbia capito le loro preferenze. Mi riferisco al fatto che Danny ha le capacità e lo spirito per ricevere un addestramento, mentre Missy no.  Non so, forse per lei è ancora presto e non è pronta per questo. O forse, e pensarlo un po’ mi ferisce, non ha alcun interesse per il Credo. Non che sia grave, non pretendo che lei segua un cammino che non è il suo, però sono ugualmente dispiaciuto. Amanda mi ha già rimproverato severamente, dicendo che se nostra figlia è una bambina normale che ama i vestitini orlati di pizzo e le bambole, non devo in alcun modo forzarla a cambiare. E mi rendo conto che ha ragione. […]
*
…1878
[…] Non dovrei scriverlo in una lettera, ma sento il bisogno di confidarti una cosa che mi ha lasciato a bocca aperta. Jack frequenta un bordello qui a Whitechapel. Dico davvero. Mi ero accorto delle sue frequenti assenze immotivate e così oggi l’ho seguito. So che non è un gesto encomiabile, però capirai che dovevo sapere. E così ho scoperto la verità. Il problema è che adesso non so come comportarmi con lui. Trovo che non sia uno scandalo ricercare la compagnia di signorine esperte, però… Jack ha solo quindici anni. […]
*
…1881
[…] Termino questa lettera con un forte dubbio che mi rode come un tarlo. Ultimamente Amanda si comporta in modo strano. Anzi, dovrei dire che io ho una strana sensazione che non so spiegarmi. Lei è un angelo e non manca mai di dimostrarmi il suo amore, però da un po’ di tempo esce di casa senza dire dove va o dove è stata, oppure minimizza dicendo di aver fatto una semplice passeggiata. Non dubito della sua fedeltà, sia ben chiaro, però vorrei sapere cosa mi nasconde. […]
*
…1882
[…] Di certo ti avrà scritto lui personalmente, ma sono così emozionato che voglio scriverlo anch’io di mio pugno. Jack ora è un Assassino. Gli ho affidato una piccola missione affinché potesse dimostrare il proprio valore e fare così il battesimo di sangue. Sono orgoglioso di lui. L’ho sempre detto che era destinato a  fare grandi cose e adesso il momento è arrivato. Fuori tema, ma doveroso di essere detto, ti comunico che Mrs Smith è venuta a mancare. Siamo tutti vicini a Nellie, ma lei non vuole essere confortata. E’ una ragazza forte e indipendente e sono certo che si riprenderà presto dalla perdita subita. […]
*
…1884
[…]Dove ho sbagliato con Jack? Ero fiero di lui e invece adesso… Forse dovrei spiegarti che cosa è accaduto prima di esporti le mie conclusioni. Ti avevo già scritto in altre occasioni riguardo a certi episodi indisciplinati. Ebbene, ora non si tratta più solo del suo modo errato di servire il Credo, ma anche del suo modo di fare nella vita quotidiana. Ha mancato di rispetto a Missy dicendo che lei lo avrebbe sedotto per poi tirarsi indietro. Questo ha causato un litigio con Danny che, ovviamente, ha preso le difese di sua sorella. E’ stato terribile sentirli litigare con tanta ferocia. Ho perfino creduto che lui e Danny avrebbero lottato. Invece Jack se n’è andato sbattendo la porta e dicendo che non voleva più saperne di noi. Avrei dovuto fermarlo, ma ero troppo turbato, come anche Amanda. Missy era in lacrime e Danny era fuori di sé dalla rabbia. Appena ho potuto ho chiesto spiegazioni, ma lei dice di non aver fatto nulla di male. Ora, non voglio mettere in dubbio le parole di mia figlia, tanto più perché ha appena compiuto quindici anni e non è certo una seduttrice, però non posso negare che abbia la bellezza di sua madre, come anche un carattere espansivo e talvolta civettuolo. Potrebbe averlo illuso, seppur non intenzionalmente. Questo non giustifica la reazione di Jack, comunque, anzi posso dire che le sue particolari frequentazioni di certe signorine di cui ti avevo parlato hanno danneggiato il suo carattere. Non so dove sia ora, l’ho cercato per tutta la città senza riuscire a trovarlo. Non hai idea di quanto mi addolori vedere i miei figli in lite. Mi ritrovo a chiedermi se io sia stato un buon padre per Jack o se in qualche modo lo abbia ferito, magari senza rendermene conto potrei averlo trattato in un modo differente dai miei figli naturali. […]
*
…1885
[…] E’ una notizia terribile quella che sto per scriverti. Come ho potuto essere così cieco? Sono un pessimo marito, ora posso dirlo. Ero così preso dalla scomparsa di Jack e dall’addestramento di Danny da non rendermi conto di quanto stesse soffrendo mia moglie. Alcuni anni fa ti scrissi riguardo i miei sospetti sulle sue uscite. Ebbene, si trattava di incontri coi migliori Dottori di Londra. Perdona la mia calligrafia tremolante, è la disperazione ad impossessarsi della mia mano. Amanda è malata. Cancro. Ogni anno che passa il male di diffonde sempre più in lei e i Dottori dicono che non c’è cura. No, non posso accettarlo. Non voglio nemmeno provare ad immaginare la mia vita senza la donna che amo. Amanda è forte, sta lottando duramente contro la malattia e io le darò tutto il supporto possibile, le infonderò la mia forza. I ragazzi ancora non lo sanno, Amanda non vuole dar loro questo dolore, lo stesso motivo per cui per lungo tempo lo ha taciuto anche a me. Siamo entrambi speranzosi che riesca a sconfiggere il male che l’affligge e che possa così tornare alla vita di sempre. Come speriamo che Jack capisca quanto lo amiamo e torni a casa. […]
*
3 marzo 1887
Evie,
Amanda è 
*
3 marzo 1888
Cara Evie,
da troppo tempo non ti do mie notizie personalmente. Non è un caso che io ti stia scrivendo oggi, il terzo giorno di marzo. Un anno esatto dalla morte della mia amata Amanda. Un anno in cui non ho vissuto, un anno in cui sono stato come morto io stesso. Non guarirò mai da questo dolore. Mai. Niente e nessuno potrà ridarmi mia moglie e la gioia di vivere. Ma non è per esporti i miei tormenti che ti ho scritto. Anzi, mi ero promesso di guardare solo ai bei ricordi che ho di lei, innumerevoli bei ricordi della donna che mi ha dato tutto dal momento in cui l’ho conosciuta fino al nostro diciottesimo anno di matrimonio prima che lei si spegnesse. Ed io continuo ad amarla profondamente. Cambiando argomento, ora che mi viene in mente, dovrei rimproverarti, sorella. Mi hai taciuto una cosa importante. Non potevo credere alle mie orecchie quanto Melissa mi ha confessato di avere un innamorato e men che meno che lo avesse detto a te prima che a me. Ma ora voglio essere io a sorprenderti nel dire che lei e Jeremiah si sono fidanzati. Per il matrimonio vorrei che aspettassero, poiché Missy è ancora troppo piccola per rivestire il ruolo di moglie. Diciotto anni non sono tanti, contrariamente a quello che starai pensando, e vorrei che maturasse ancora un po’ prima di darla in moglie ad un impiegato bancario che per qualche ragione lei adora. Giuro che se la farà soffrire o le farà mancare qualcosa, non esiterò a fare uso del mio tirapugni. Quanto vorrei che questa rabbia che mi si accende dentro, servisse a coprire almeno un po’ le mie sofferenze. Ormai sono quattro anni che Jack se n’è andato. In lui vedo il mio fallimento come Maestro e come padre. Mi manca e sono preoccupato per lui. Non sapere dove sia e se stia bene, mi crea un ulteriore vuoto dentro. Come anche sapere che Nellie ha lasciato la sua dimora senza salutarmi. Non le porto rancore, in fondo mi sono barricato qui senza rivolgere la parola a nessuno ad eccezione dei miei figli. Mi rattrista sapere che non ha lasciato detto nemmeno a Missy dove sarebbe andata a vivere. Ovunque sia, le auguro ogni bene.
 
Ho lasciato aperta la lettera perché qualcosa mi diceva che avrei fatto un’aggiunta. E il mio istinto aveva ragione. Di ritorno dal cimitero, poco dopo il tramonto, ho incontrato Nellie. Non vi sono stati abbracci o parole gentili, poiché il nostro incontro è stato alquanto bizzarro. L’ho vista prendere le difese di una prostituta aggredita da un uomo ubriaco. Avresti dovuto vederla, Evie, la grinta con cui ha agito e i colpi che gli ha assestato mi hanno lasciato piacevolmente sorpreso. Devo assolutamente convincerla a divenire una mia allieva e fare di lei un’Assassina. Sento il bisogno e il dovere di fare qualcosa per lei, soprattutto ora che ho appreso della sua drastica decisione di mantenersi lavorando nel peggior bordello del quartiere. Povera ragazza, era così orgogliosa che non ha voluto chiedere il nostro aiuto ed ha preferito cavarsela da sola. Non è giusto che una ragazza dotata e dal cuore puro si rassegni ad un’esistenza così misera.
 
Ed eccoci alla terza aggiunta, prima di chiudere definitivamente questa lettera. Non sono riuscito a convincere Nellie a lasciare quel posto. E’ testarda, la ragazza.  Ma almeno ha accettato la mia protezione ed ora è ufficialmente un’Adepta. Se saprò far bene il mio lavoro, diverrà un’Assassina entro un anno e allora non avrà più scuse per non andarsene da lì. Inoltre ho preso una decisione. Chiamami pazzo, ma vorrei occuparmi anche delle altre ragazze di quel bordello. Potrei insegnare loro come difendersi e, conquistata la loro fiducia, metterle al servizio della Confraternita come spie. Pensa, Evie, ragazze che hanno numerosi contatti con uomini dei più diversi ceti sociali. Sono perfette per raccogliere informazioni nel caso in città vi fossero ancora minacce Templari. Lo sai che il nemico non è sconfitto del tutto e l’aiuto di quelle signorine potrebbe rivelarsi prezioso. Ti terrò informata, nella speranza che i miei progetti prendano vita. E se sarà così, ho intenzione di trasferirmi in un appartamento nei pressi del bordello. In questo modo Missy e il suo promesso avranno una casa tutta per loro, visto che Danny, quando non è alla base ad allenarsi, è fuori città per delle missioni.
Tuo fratello,
Jacob

 
  
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