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Autore: Danya    15/12/2017    3 recensioni
Ryou, senza che in realtà se ne rendesse conto, allungò le braccia, cingendole la vita e affondando il volto nella gonna marrone dell’uniforme scolastica.
-R…Ryou! Che f…?
-Ti prego. – le sussurrò -Solo… un po’.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ryo Shirogane/Ryan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Solo un po'

Paring: RyouxIchigo


Era così triste che avrebbe volentieri affogato il proprio dispiacere sotto la doccia.
Strinse i pugni con tanta forza da sbiancare le nocche scure e colpì il muro della doccia, facendosi male. Si concentrò sul dolore della mano ma nulla: lo squarcio nel petto doleva di più, il dolore della perdita era così forte da fargli venire la nausea.
Odiava quel giorno. Lo odiava con tutto se stesso. Solo il Signore, presenza della quale dubitava nonostante Keiichiro lo rimproverasse sempre, sapeva quanto avrebbe preferito, almeno una parte di sé, finire ingoiato da quelle fiamme alte che avevano strappato via prima il padre e poi la mamma che, con malinconico sorriso, lo aveva abbandonato a Keiichiro.
Pensava che con la fine della guerra avrebbe smesso di odiarsi, di odiare gli alieni, di odiare qualsiasi cosa e invece no.
Le ragazze erano tornate alla loro vita, nonostante i loro poteri instabili, il Caffè era tornato aperto… Ichigo era con Masaya, felice come una Pasqua insieme al suo vero Amore.
Un amore come quello delle favole, dove la principessa viene salvata dal principe e dopo un bacio risveglia la bella dal suo sonno di morte.
Quando aveva visto Masaya reggere il corpo esamine di Ichigo si era sentito morire, di nuovo.
Perché le donne che più amava lo abbandonavano?
Per un attimo pensò a Retasu, così dolce e si diede dello stupido perché aveva una ragazza perfetta che lo adorava e, se solo glielo avesse chiesto, si sarebbe sciolta tra le sue dita.
E invece no, lui voleva sempre qualcosa che non poteva avere, come Ichigo.
Uscì dalla doccia e respirò a fondo.
Quella mattina si era alzato con tanta rabbia in corpo appena aveva focalizzato fosse il giorno della tragedia, dove molti anni prima avevano perso la vita i suoi genitori.
“Stupido me”.
Senza asciugarsi bene indossò una tuta vecchia e larga, confortevole e si strofinò sul capo dorato un asciugamano.
Voleva che il tempo scorresse velocemente e che passasse la giornata. Keiichiro gli aveva portato il suo caffè nero in camera ed era rimasto a raffreddarsi senza che lo toccasse e, quando sentì bussare alla porta pensò fosse lui.
-Kei, va via.
-Sono io…
La vocina timida e melodiosa di Ichigo la precedette: - Sto entrando. - lo avvertì.
Ryou rimase a fissare un attimo la porta che si apriva e la ragazza sull’uscio con un vassoio con qualcosa da mangiare sopra.
-Te lo manda Keiichiro-san. – disse a ragazza, entrando con un sorriso caldo come gli occhi color cioccolato.
Riconobbe l’emozione in fondo agli occhi della ragazza e provò un moto di disgusto. Aveva cominciato a blaterale sul fatto che dovesse mangiare,c he anche se erano in pace doveva tenersi in forze, che Keiichiro fosse preoccupato, come Retasu, che al Caffè serviva una mano che…
Ryou, senza che in realtà se ne rendesse conto, allungò le braccia, cingendole la vita e affondando il volto nella gonna marrone dell’uniforme scolastica.
-R…Ryou! Che f…?
-Ti prego. – le sussurrò -Solo… un po’.
Ichigo era l’unica delle ragazze a sapere dei suoi genitori e probabilmente era l’unica che in quel momento capisse il suo umore nero. Ormai era un uomo eppure si sentiva un orfanello sperduto e abbandonato.
-Scaccia via i fantasmi.- la supplicò.
La ragazza, dapprima rigida, rilassò i muscoli e si sedette sul letto accanto a lui. Ryou capì e poggiò la testa bagnata sulle gambe e Ichigo cominciò ad accarezzargli i capelli biondi e bagnati.
-Ti prenderai un malanno…- disse la rossa, non ottenendo risposta.
Ryou stette con gli occhi chiusi, godendo delle carezze delicate di Ichigo sul capo e respirò il suo buon profumo.
Il tocco era dolce, la voce di Ichigo appena un sussurro udibile. Si sentì felice e dimenticò per un attimo il buco al petto. Ichigo entrò in quella fenditura come un timido raggio di sole, riscaldandolo . Pian piano si sentì cadere nel buio tranquillo e pacifico e Ichigo prese a cullarlo come fosse un ragazzino.
-Grazie…- mormorò, prima di addormentarsi.
-…di nulla.
 
Keiichiro si preoccupò nel non veder tornare Ichigo: l’aveva mandata a portare da mangiare a ragazzo, sperando lo facesse attivare e, in cuor suo, sperava anche di sentirli bisticciare, ma nulla.
Con la fronte corrucciata andò nella camera al piano superiore e aprì piano la porta.
Trattene un sorriso e coprì i due ragazzi con un plaid piegato nell’armadio: i due si erano addormentati, Ryou appoggiato alle gambe di Ichigo e lei contro il muro.
Il viso del figlioccio era rilassato e respirava pesantemente e ne fu lieto.
In silenzio li lasciò riposare, nella speranza che Ichigo, in qualche modo, potesse tappare quel buco che Ryou aveva in petto.
 
**
 
Oggi è una giornata  un po’ triste e avevo voglia di esorcizzare un po’ a malinconia, torturando il povero Ryuccio ( >.> ndRyou).
Forza, che sto tornando alla carica!
Spero di non averlo snaturato troppo ma mi piace pensare ad Ichigo che culla Ryou e non credo che lui si farebbe toccare da altri, forse da Kei solo!
Ci si vede presto con altre cosine, sperando siano più allegre XD


 
Danya
   
 
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