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Autore: Sarck    17/12/2017    3 recensioni
Scintille calme sui suoi palmi quando è con Kirishima.
[Slice of life][KiriBaku][Established Relationship]
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Diciassette dicembre - Quiet explosions
Rating: verde
Parole: 463
Tipo di coppia: Shonen-ai
Pairing: Kirishima x Bakugou
Note: per tutta la raccolta Kiri e Baku sono al terzo anno della U.A. e fanno già zozzerie (stanno ufficiosamente insieme, potremmo dire). Dato che questi due si prestano particolarmente allo Slice of Life, ho ceduto. Il tema natalizio si respirerà maggiormente dalla prossima flash. Spero apprezziate ♥

 

 

 

 

Diciassette dicembre

 

 

Bakugou decide di interrompere lo sproloquio del ragazzo davanti a lui, steso su un lettino asettico dell’ospedale, dopo appena una manciata di frasi.

“Giuro che ti concio peggio di come sei messo se continui ad incolparti” è il ringhio sputato tra i denti, con gli occhi al cielo. Kirishima per la prima volta nella giornata, con il petto avvolto da bende e il bracio ingessato, gli sorride.

“Hai ragione, i veri uomini non si piangono addosso. Poi tra non molto verrò dimesso, per Natale sarò come nuovo”.

Bakugou ha le gambe divaricate, gli scarponi pesanti ben piantati sulle mattonelle lucide del pavimento e le braccia incrociate. Trova scomoda ed instabile la sedia affiancata a quel letto, ma è lo stesso seduto lì da almeno un’ora.

“E chi sarebbe il vero uomo qui? Tu?” chiede ironico, ruotando gli occhi al cielo.

Quella che doveva essere una risata esce fuori in un rantolo di tosse, che lo fa balzare in piedi preoccupato e appoggiare le mani sul bordo del letto. Sta per chiedere se vada tutto bene, ma opta per un “hai finito di soffocarti idiota?”.

Il sorriso che Kirishima gli rivolge quando smette di tossire gli agita qualcosa dentro, che reprime guardando la parete alla sua destra, lontano dai suoi denti appunti, e buttandosi rumorosamente sulla sedia. Fuori dalla finestra i tetti dei palazzi sono tutti dello stesso pallido colore, brillanti per la brina. Il cielo si sta scurendo, mentre anche le ultime tinte di arancione si disperdono. Il sole è calato da poco e le palpebre cadono pesanti sugli occhi rossi.

“Quindi stai dicendo che ti fai piegare sul letto da uno che non è neanche un vero uomo?”

L’attenzione che sale subito, la testa che si volta di nuovo verso il lettino e gli occhi assottigliati, davanti al ghigno affilato di Eijirou e le sue sopracciglia alzate. Sente il sangue ribollire e fluire fino ai capelli, mentre “io non mi faccio piegare” ruggisce, facendo quasi tremare le pareti.

Quando poco dopo l'infermiera si affaccia oltre la porta, chiedendo se vada tutto bene e portando l'indice alle labbra - intimando loro di non alzare troppo la voce - Bakugou urla addosso anche a lei. Giusto per far capire quanto gli importi della buona educazione.
Ha ancora il volto in fiamme, ma almeno può fingere che sia la rabbia.


In quella stanza sempre più buia gli occhi di Kirishima sono l’unico bagliore stabile. Luce riflessa dentro ad occhi pieni, traboccanti. Di cosa, Bakugou non lo saprebbe dire.

Rimane seduto su quella sedia di plastica dura, le braccia conserte e la tempia appoggiata contro la parete, finché quell’ultima luce non si spegne sotto a palpebre assonnate. A quel punto può stendere le gambe intorpidite, alzarsi, fingere di non avergli sfiorato la mano e uscire piano.


  
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