E la mente grida di nuovo un forte desiderio di fuga, lo
sguardo puntato alle stelle mentre la
rinfrescante brezza estiva le accarezza il viso, facendo fluttuare i
suoi capelli nel cielo.
Sul tetto di quel grattacielo osserva la strada, le luci, le
macchine in coda o quelle che
sfrecciano tra i lampioni.
Lo sguardo malinconico perso in pensieri che non ci
è più dato sapere, le braccia poggiate al
corrimano, i piedi scalzi accarezzano il terreno ad ogni suo lento
passo e la leggera vestaglia
dona un senso di leggerezza a quella piccola e delicata ragazza; il
rossore sul suo viso
dimostra che altri pensieri attraversano la sua mente mentre il pallore
della sua pelle
accompagna alla perfezione la grigia atmosfera che la circonda.
Un leggero sospiro si disperde nel vento mentre i suoi occhi
cristallini si socchiudono; la sua
mente è annebbiata mentre un forte dolore allo sterno le
toglie il respiroper qualche
attimo, nei suoi timpani risuona lo scalpitare del suo cuore ed il suo
petto brucia.
Il suo atteggiamento, freddo come il ghiaccio, non muta e
subito si riprende continuando a
fissare il panorama metropolitano su cui si affaccia il palazzo.
Nonostante il dolore non si sia placato lei pare tranquilla e
serena ma la sua mente si fa
cupa, buia, i pensieri ed i ricordi via via divengono più
tristi, malinconici, tutti i peggiori
momenti, passati o presenti della sua vita le tornano alla luce ed il
suo sguardo diviene
vuoto.
In lontananza un'ombra, leggera foschia scura come
l'inchiostro; da questa nebbia fuoriesce
una figura, una delicata e leggiadra fanciulla spoglia di ogni abito,
il viso coperto dai fini e
folti capelli corvini, le mani ossute dalle dita affusolate, la pelle
bianca come il chiaro di luna,
magra al punto da rendere le sue fragili costole visibili, i suoi seni
coperti dalla sua mano
destra, mentre con la sinistra pare richiamare la nostra protagonista a
se.
Lo spirito resta fisso ad attirare la ragazza che, come
incantata, la guarda con occhi irradiati
di luce, mentre a poco a poco sale sul corrimano di fronte a se.
La figura avvolta nella bruma allunga una mano verso la
ragazza che non esita a protendere
la sua, in risposta alla creatura. Lo spettro si avvicina, con le sue
bracia cinge i fianchi della
ragazza, la giovane chiude gli occhi ed inizia a danzare con la
leggiadra presenza e con
estrema grazia si getta dal palazzo; un vasto sorriso in volto mentre
le lacrime le rigano le
gote ed i suoi scuri capelli si perdono nel vento, nel totale silenzio
dell'osurità.
Di colpo tutto diviene luce, di fronte alla ragazza lo spettro
si avvolge in un candido e
delicato velo di oscurità; mentre copre le sue
nudità la pelle svanisce, lasciando posto a
minute ossa di splendente avorio, i capelli cadono rapidamente
lasciando posto a due orbite
vuote ed un caldo sorriso.
La cupa mietritrice dal bruno manto afferra delicatamente la
mano della ragazza, ed
accompagnandola verso l'ignoto copre il suo viso di uno scuro velame,
seguita dai leggiadri
passi del brillante spirito.