Ringrazio anche solo chi legge.
"Questa storia partecipa al
Calendario dell’Avvento
(Ripopoliamo i Fandom!) indetta dal gruppo facebook Il Giardino di
Efp.”
23 Dicembre. VENTITREESIMA CASELLA.
- Obbligo: Scrivi una flash-fic.
Angst. “Avrei voluto
festeggiare con te ogni Natale della mia vita”.
L’ultimo Natale insieme
“Non puoi lasciarmi, ti
prego. Non posso vivere
senza di te” gemette, cadendo in ginocchio accanto al
letto. Afferrò la mano della donna stesa nel letto con
entrambe le mani, anche
se la teneva delicatamente, la sua stretta era ugualmente forte e
angosciata.
“Non abbandonarmi! Io non
ho la dannata forza di andare avanti senza
di te” disse l’uomo con voce rauca. Le sue iridi
color ossidiana erano liquide.
La donna piegò le labbra
in un sorriso, ispessendo i segni
sul suo viso, respirando a fatica. I lunghi capelli biondi le
ricadevano sul
cuscino ai lati del viso.
Le luce delle candele illuminavano i
loro visi di riflessi
vermigli, creavano giochi di luce sulle decorazioni di tessuto candido
e le
palle di Natale d’oro appese al grande abete al centro
dell’immensa camera da
letto.
Le fiamme nel camino crepitavano, il
rumore era coperto dai
gemiti e i singhiozzi del nobile, ma anche dal respiro affannoso della
giovane.
“Mi duole così
tanto amore mio, ma hai sentito cos’ha detto
il medico. La mia ferita è troppo grave, non
c’è più niente da fare.
Danzerò
con gli angeli subito dopo la nascita di nostro signore.
Ora ti prego, permettimi di godermi
questo Natale con te.
Rendi gioiosi questi ultimi momenti” sussurrò. Si
piegò in avanti facendo
ondeggiare le lenzuola di lino del letto a baldacchino.
Daemon Spade si rialzò con
le gambe tremanti, con una mano
si asciugò le lacrime, mentre con l’altra prese
quelle delicate della giovane.
“Mia signora,
farò qualsiasi cosa voi desideriate. Condurrò
qui i migliori musicisti, i commedianti più bravi con le
loro maschere
irrisorie e grottesche, attiverò ogni vostro adorato
carillon nella casa e
mille e più festoni invaderanno questa casa” disse.
Elena socchiuse gli occhi, le iridi
azzurre liquide.
“Tutto ciò mi
riempie il cuore di gioia. Mi piacerebbe un
ultimo ballo in mio onore…”. Le sue parole furono
interrotte da un accesso di
tosse. Una lacrima le rigò il viso e le labbra sottili e
pallide le tremarono. “V-voglio
solo che tu mi prometta che… non ce l’avrai con
tuo cugino Giotto per il mio
fato. Questa folle guerra tra i Vongola e i Simon deve finire, spero
che il mio
sacrificio possa farli ragionare” mormorò.
< Li farò
distruggere a vicenda. Maledetti, me la
pagheranno per avermi privato del più bello dei fiori
> pensò Daemon.
“Ovviamente mia
signora” mentì.
Utilizzò la sua nebbia per
far apparire una serie di dame e
cavalieri danzanti, attivò il carillon
dell’orologio della camera da letto. Le
illusioni si muovevano a tempo di musica, gli uomini indossava maschere
bianche
a becco, le donne delle mascherine nere.
“Avrei voluto festeggiare
con te ogni Natale della mia vita”
bisbigliò Daemon, sentendola ridere piano.