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Autore: Essemcgregor    25/12/2017    0 recensioni
Oneshot ispirata ad un gdr di cui facevo parte. Si tratta di una AU. La vorrei dedicare al mio Dave e alla mia Sugar. Siete persone speciali e anche se non è molto, questo è uno dei miei regali di Natale. Grazie per tutto quello che avete fatto per me.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Sugar Motta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno della vigilia di Natale, è sempre stato un giorno che per me non ha mai significato nulla. Dovunque mi girassi, notavo solo persone stressate e preoccupate per non aver ancora comprato i regali di Natale per i loro cari, non c’era nulla di nobile, nulla di ciò che veniva descritto in film e canzoni.
Insomma il Natale per me era solo una trovata commerciale, in pochi vivevano con il vero spirito Natalizio.
Passai una mano tra i capelli mentre foto e descrizioni continuavano a scorrere sullo schermo del pc, sotto il mio comando.
Cliccai su un paio di foto dove una coppia di modelli, in tenuta Natalizia con tanto di cappello di Babbo Natale, indossavano gli ultimi modelli di intimo che Kurt Hummel aveva disegnato.
Non avrei mai immaginato che avrei finito per lavorare proprio per lui.
Da modello a responsabile e capo editing della sua rivista.
L’ufficio era ormai vuoto, Kurt aveva deciso di far lavorare i propri dipendenti mezza giornata, per l’ora di cena si sarebbero tutti incontrati in uno dei locali vicino gli uffici per festeggiare il Natale e l’inizio delle ferie.
Mentre tutti già pregustavano la festa dell’ufficio e le imminenti ferie, io ero rimasto indietro a finire di ultimare i lavori per la rivista, il cui numero sarebbe stato pubblicato ad anno nuovo.
Non potevo andare via, non prima di aver controllato ogni singolo articolo e ci sarebbe voluto del tempo. Gli ultimi articoli erano stati consegnati in ritardo, le foto erano state ultimate poco prima della chiusura degli uffici a causa del caos generale dovuto alle imminenti feste.
- Dave, non so a che ora torno questa sera. Tu e la piccola, mangiate pure.-
Erano le 6, dalle vetrate dell’ufficio potevo godere della vista migliore che si poteva avere di Manhattan.
Le luci, le strade affollate, riuscivo quasi a sentire le risate, i clacson suonare e l’odore inconfondibile di dolci natalizi.
- Tanto lavoro?-
La voce di Dave sembrava sconsolata, sebbene cercasse di suonare il meno triste possibile.
Tutti gli anni c’era sempre stato qualche problema che ci ha impedito di festeggiare la vigilia di Natale, insieme.
- Hanno consegnato tardi foto e articoli e non me la sento di lasciare l’ufficio senza almeno aver terminato il lavoro di revisione.-
Continuai ad osservare fuori le vetrate, immaginando Dave in cucina nel bel mezzo dei preparativi, con Sugar che cercava di essere d’aiuto e che finiva inevitabilmente sommersa di farina.
La mia famiglia.
- Mangiate senza di me, non voglio che Sugar rimanga digiuna fino al mio ritorno.-
Dave non alzò obiezioni, sapeva che il mio lavoro non mi avrebbe mai permesso di avere una vita normale, spesso le festività erano sacrificate, cercavo di essere un buon marito e un buon padre, ultimamente però cominciavo a dubitare di esserlo.
Avevo perso la recita natalizia di Sugar, sebbene la bambina non me l’abbia fatto pesare, avevo letto nel suo sguardo il dispiacere.
Chiusi la telefonata riportando la mia concentrazione sul lavoro che stavo terminando.
Non mi accorsi della figura che si stagliava contro la porta, aveva le braccia conserte, sopracciglia aggrottate e sguardo di disapprovazione.
Quando me ne accorsi quasi saltai sulla sedia, ero convinto di essere solo e invece eravamo a quanto pare in due ancora a lavoro, anche se non avrei dovuto esserne stupito.
- Kurt…-
Sospirai chiudendo gli occhi, li riaprii poco dopo tornando a guardare la sua espressione accigliata.
- Non pensavo fossi ancora qui.-
L’uomo si avvicinò alla mia scrivania, sedendosi sulla sedia di fronte.
- Mi sono alzato per andare a prendermi un caffè e sono rimasto leggermente stupito di trovarti ancora qui, oltre che essere davvero irritato dalla cosa.-
Alzai un sopracciglio in risposta, stavo lavorando per lui e sapeva che ero solito fare orari insoliti per portare a termini il lavoro del giorno.
Rimanemmo a fissarci per qualche secondo senza dire niente, fino a che Kurt non spostò il suo sguardo verso la vetrata alle mie spalle.
Rimase come me rapito dalla vista, Manhattan di notte era suggestiva.
- In realtà immaginavo saresti rimasto qui, ma speravo davvero di sbagliarmi.-
Mi aprii in un piccolo sorriso, finii di esaminare le foto allegate agli articoli, segnando su un foglio che erano state visionate.
- Sai benissimo che non sopporto di lasciare il lavoro a metà.-
I suoi occhi chiari tornarono su di me, inclinò la testa in modo buffo mentre le bocca si tese in una piccola smorfia.
- Ho assunto un collaboratore proprio per queste evenienze.-
Vero. Nei giorni scorsi tenne diversi colloqui per cercare il perfetto segretario o la perfetta segretaria, qualcuno in grado di svolgere parte dei miei compiti di modo da alleggerire i miei.
Dai tempi dell’università, ebbi modo di conoscere meglio sia Kurt che Blaine e nonostante i nostri trascorsi passati e le nostre diatribe, riuscimmo a dimenticare tutto e diventare ottimi amici.
Incontrai Dave e loro furono i primi a spingermi a frequentarlo, nonostante la mia reticenza nel farlo e mai smetterò di ringraziarli.
- Desiderava partecipare alla festa dell’ufficio, visto che è qui da poco anche per conoscere gli altri colleghi.-
In realtà non mi fidavo molto del suo lavoro, era un bravissimo ragazzo, aveva ottimo gusto e aveva capito perfettamente come volevo venissero fuori foto e articoli, non potevo chiedere di meglio, ma non potevo fare a meno di ricontrollare i suoi lavori per assicurarmi che fossero davvero perfetti.
- Seb, sei troppo fissato.-
Sbuffò Kurt. Solo in quel momento notai che indossava un bellissimo abito rosso scuro, sicuramente di seta, con degli inserti bianchi che ricordavano quasi babbo Natale.
Girò di scatto lo schermo del computer facendo scorrere lo sguardo sulla fila di foto che dovevo ancora visionare.
- Adesso torni a casa.-
Sbattei gli occhi più volte.
- Non posso Kurt, devo almeno finire di visionare le foto.-
L’altro scosse la testa con decisione.
- Finirò io di correggere le bozze e guardare le foto. Blaine non sarà a casa prima di mezzanotte, almeno non mi annoio nel frattempo.-
Kurt era talmente impegnato che a malapena aveva tempo per pranzare. Tra appuntamenti con fornitori, con distributori dei suoi abiti, mi stupiva che riusciva a reggere perfettamente la sua relazione con Blaine.
Non che Blaine fosse meno impegnato, cantava a Broadway, era uno degli attori cantanti più richiesti e spesso e volentieri durante le festività era quasi impossibile per loro passare del tempo insieme.
Dovetti arrendermi a Kurt, non potevo di certo discutere le sue scelte, nonostante fosse mio amico era anche il mio capo.
Mi alzai lentamente sotto il suo sguardo soddisfatto, indossai il cappotto e la sciarpa, raccogliendo le mie cose dalla scrivania e infilando il cellulare in tasca.
- Posso farti una domanda?-
Kurt annuì rimanendo sempre seduto.
- Come fate tu e Blaine? Nel senso… siete tanto impegnati avete a malapena tempo per voi due. Mi chiedo come facciate a mandare avanti la vostra relazione.-
Infilai le mani in tasca, era una domanda che da tempo volevo fargli. Dave è sempre stato comprensivo nei miei confronti, il suo lavoro da dipendente in ufficio gli lasciava più tempo rispetto a me, riusciva a passare più tempo con la bambina al contrario di me.
Sebbene un paio di giorni la settimana riuscivamo a vivere come una famiglia normale, a volte sembrava non bastare.
Cominciavo a pensare che forse lui poteva anche desiderare un uomo che fosse più presente così come la bambina, meritava anche lei un padre più presente nella sua vita.
- Seb, capisco cosa provi, mi feci le stesse domande anche io.-
Continuai a guardarlo mentre lui si apriva ad un altro sorriso.
- Mi chiedevo se per Blaine fossi abbastanza, il mio lavoro mi costringe a stare via per troppo tempo, mentre lui a volte ha qualche giorno da poter dedicare alla famiglia, o meglio a noi due. Eppure anche in quei giorni, non riesco ad essere presente.-
Annuii. Ma fino a che punto l’amore poteva coprire queste mancanze?
- Mi ama. Lo amo. Amore è anche sacrificarsi per l’altra persona. Amore è venirsi incontro. A volte deve sacrificarsi lui, a volte io. Però quando riusciamo a incontrarci di nuovo, riusciamo a ricordare a noi stessi e all’altro, cosa ci unisce da così tanti anni, cosa lui significa per me e cosa io significo per lui.-
Non avevo mai pensato a questo. Dave aveva sempre sopportato di buon grado qualsiasi mia assenza, sia nella sua vita che nella vita della bambina e potevo dire lo stesso di nostra figlia. Nonostante fosse così piccola aveva capito che uno dei suoi genitori non poteva essere presente quanto voleva.
- Hai solo bisogno di un po’ di giorni per ricordare a te stesso cosa è Dave per te e cosa tu sei per lui. Devi anche recuperare il tuo rapporto con tua figlia.-
Ammiccò, si alzò dalla sedia per poi avvicinarsi a me.
- Seb, sei un ottimo amico, un bravissimo marito e sono sicuro sei un padre eccezionale. Confesso che sei migliorato con il tempo. Sei sempre uno stronzo, ma almeno hai aperto il tuo cuore a qualcuno.-
Non potei fare a meno di aprirmi ad una risata.
- Grazie Kurt, prendo tutto come un complimento.-
Lo oltrepassai dirigendomi verso la porta dell’ufficio, voltandomi un’ultima volta prima di uscire del tutto.
- Grazie e buon Natale. Salutami anche Blaine.-
L’altro annuì.
- Non voglio rivederti prima dell’8 Gennaio. Prenditi le ferie. E salutami Dave e Sugar. Quando volete organizziamo una cena.-
Abbassai lo sguardo sorridendo, annuii per poi voltarmi e incamminarmi verso l’ascensore. Sentii lo sguardo di Kurt seguirmi fino a quando non ebbe più modo di vedermi.
Entrato in ascensore, mi voltai giusto il tempo di vedere le luci del mio ufficio, ancora accese.
Kurt aveva ragione, era giunto il momento di prendermi del tempo per me e per la mia famiglia. Glielo dovevo.


 
Manhattan il giorno della vigilia di Natale è un delirio. Traffico assurdo, negozi strapieni. A malapena ero riuscito ad entrare in un’enoteca per prendere una bottiglia di buon vino.
Riuscii a infilarmi nel Manhattan Mall dopo una interminabile corsa in taxi.
Un incubo.
Presi qualcosa per la bambina e tornai subito in strada per rinfilarmi nuovamente in un taxi.
Era tardi, troppo tardi.
Nonostante Kurt fosse stato così gentile da lasciarmi andare prima di quanto mi aspettassi, non sarei arrivato a casa prima delle nove e non ero sicuro avrei fatto in tempo ad unirmi a Dave e Sugar per la cena.  
Durante il percorso in taxi, pensai a cosa dire a Dave a come cercare di recuperare il tempo perso, ma ogni discorso elaborato nella mia testa, sembrava stupido e infantile.
Sospirai lasciandomi andare sul sedile posteriore della macchina, che nel frattempo era riuscito a districarsi dal traffico del centro.
- Programmi per festeggiare la Vigilia di Natale?-
Sbattei gli occhi un paio di volte, incrociando lo sguardo del tassista dallo specchietto retrovisore. Aveva ovviamente notato il paio di buste sul sedile accanto a me.
- Vorrei festeggiare con mio marito e la nostra bambina, sempre se non sono già andati a dormire.-
Lanciai uno sguardo al tassista, le reazioni a questo tipo di dichiarazioni non erano sempre positive, su alcuni si poteva leggere uno sguardo di sdegno e schifo, ma non fu quello che mi lanciò l’uomo alla guida.
Riuscii a vederlo sorridere, segnalò con la freccia la sua intenzione di svoltare ed eseguì la manovra guardando a destra e sinistra.
Ero ormai vicino a casa, potevo vedere il vialetto d’ingresso e le luci che illuminavano il salotto che dava in parte sulla strada.
- Spero per lei allora che siano tutti svegli, non è una bella Vigilia se non la si passa con le persone che si ama.-
Accostò lungo il vialetto.
- Le auguro un Buon Natale, signore.-
Un altro sorriso, pagai la corsa in taxi lasciandogli una generosa mancia e mi avviai verso casa.
Giunto alla porta sentii l’abbaiare festoso di Darcy, il labrador che avevo regalato a Dave l’anno passato.
Infilai le chiavi nella toppa ed entrai in casa, cercando di non cadere a causa di Darcy, che ovviamente eccitato di vedermi, cercava in tutti i modi di saltarmi addosso.
Lasciai le buste a terra accarezzando il cane un paio di volte sulla testa, i suoi occhi scuri esprimevano soddisfazione e gioia. Riuscii a mandarlo via solo dopo una decisa grattata sulla pancia, dopo aver lasciato le chiavi nel contenitore sul mobiletto all’ingresso, mi avviai verso il salotto, dove speravo di trovare Dave con la bambina.
Darcy zampettò scodinzolante fino in sala, dove Dave era accovacciato accanto a Sugar, accanto al grande albero di Natale che i due avevano addobbato un paio di settimane prima.
Li sentivo bisbigliare, nononstante il rumore, nessuno dei due si era accorto della mia presenza.
- Allora Sugar, questa notte Babbo Natale passerà a portarti i regali, ma c’è qualcosa in particolare che vorresti ricevere?-
Sugar era avvolta nel suo morbido pigiama di pile, i suoi capelli castano chiaro erano raccolti in una morbida coda. Non potevo vedere il suo viso visto che entrambi mi davano le spalle.
- Vorrei… vorrei che papà tornasse prima. Voglio passare il Natale con lui, senza che debba andare via per il lavoro.-
Osservai le braccia di Dave avvolgere il suo piccolo corpo.
- Lo vorrei anche io amore mio. Ma vedrai che papà domani sarà qui con noi a scartare i regali. Ne sono sicuro.-
Mi avvicinai di soppiatto, cercando di fare meno rumore possibile con le buste che ancora reggevo nelle mani. Darcy sembrava aver capito cosa avessi intenzione di fare, rimase fermo immobile, gli occhi puntati su di me.
- Penso che Babbo Natale vi abbia ascoltato.-
I due si voltarono di scatto, la bambina non riusciva a credere ai suoi occhi. La vidi gridare di gioia e saltare da terra per corrermi incontro.
- Papà!-
La presi in braccio stringendola forte a me, abbandonando a terra le buste, incurante della bottiglia di vino che poteva rompersi all’impatto.
Guardai Dave, le mani infilate in tasca e il volto rosso pomodoro. Non capivo se era felice o imbarazzato.
Baciai la piccola sulla guancia, posandola a terra poco dopo.
- Adesso lasciami salutare papà orsetto, poi torno da te.-
Sugar annuì, saltellando intorno a me.
Mi avvicinai a Dave stringendolo tra le mie braccia, mi scostai qualche secondo dopo per baciarlo sulle labbra.
- Sono ancora in tempo per festeggiare la vigilia con voi?-
Si aprì ad una piccola risata, i suoi occhi brillavano per la felicità, le sue braccia ancora strette intorno al mio collo.
- Pensavo non ti avrei visto prima di domani mattina.-
Si strinse di nuovo a me fino a quando Sugar non richiamò la nostra attenzione con uno dei suoi urletti.
Darcy cominciò a girarci intorno correndo, uggiolando in cerca di coccole.
Tutto era perfetto, il caminetto acceso in salotto, Dave e Sugar accanto l’albero di Natale e Darcy insieme a loro.
Kurt mi aveva fatto il regalo più bello che potessi ricevere: la mia famiglia, la vigilia di Natale insieme e giorni di festa che avrei potuto finalmente godere in loro compagnia, senza pensieri e preoccupazioni.
- Tesoro, vai a lavarti i denti, tra poco è ora di andare a dormire.-
La piccola incrociò le braccia al petto, non proprio felice della cosa.
Mi accovacciai di fronte a lei, toccandole il naso con un dito.
- Se non vai a dormire, Babbo Natale non passerà mai a portarti il regalo.-
Bastò questo a convincerla, con la promessa di permetterle di lasciare biscotti e latte accanto al caminetto, sempre per Babbo Natale.
Dave guardò la scena con un grosso sorriso sul volto, mi avvicinai a lui circondandolo con le braccia.
- Ho tante cose da dirti… e tanto per cui dovrei scusarmi.-
Scosse la testa zittendomi con un gesto.
- Non devi scusarti, sei il miglior padre che potessi desiderare per Sugar e il miglior marito del mondo.-
Cercai di nuovo di parlare, ma fummo interrotti da Sugar, pronta per la nanna. Sfilai velocemente la giacca e poggiai le borse sul divano, per poi accompagnarla in camera da letto insieme a Dave.
Aveva gli occhi rossi, era chiaramente stanca, ma non voleva andare a dormire, non ora che ero tornato a casa prima da lavoro.
- Sugar, adesso è ora di andare a dormire. Papà ha dei giorni di vacanza, fino a quando non tornerai a scuola, passerò tutto il tempo a casa con te e papà orsetto. Sei contenta?-
La bambina batté le mani, cominciando a stilare una lista di cose che avrebbe voluto fare nei prossimi giorni, incrociai lo sguardo preoccupato di Dave.
Lo tranquillizzai con un sorriso, voltandomi poi verso Sugar.
- Avremo tutto il tempo per fare ciò che vuoi, ma per poter fare tutte queste cose è meglio che riposi, sarà una giornata molto lunga domani.-
Uscimmo dalla stanza della bambina, dopo esserci assicurati che avesse preso sonno, lasciammo la porta accostata e la luce da notte, accesa.
Dave mi prese per mano, conducendomi di nuovo in salotto e trascinandomi sul divano.
- Seb, va tutto bene? Come mai hai così tanti giorni di vacanza?-
Mi accomodai meglio sul divano, poggiando una mano sulla gamba di Dave.
- Un regalo di Kurt, ha … diciamo notato che a causa del lavoro cominciavo a trascurare la mia vita famigliare e ha deciso di farmi recuperare un po’ di giorni di ferie non godute.-
Dopo aver sentito il mio stomaco brontolare, ci spostammo al tavolo da pranzo, dove recuperai anche il cenone della vigilia.
Stappai la bottiglia di vino che avevo comprato per Dave, sorseggiandolo durante la cena ormai fredda.
Kurt aveva ragione, a causa del lavoro stavo rischiando di perdere ciò che di più prezioso avevo al mondo: la mia bellissima bambina, il compagno di vita migliore che potessi desiderare.
Dave strinse la mia mano, senza dire nulla.
Ricambiai la sua stretta guardandolo negli occhi, era riuscito a trasformare la mia esistenza in qualcosa di bellissimo.
E fu quello il pensiero che continuò a seguirmi mentre sparecchiavamo, mentre in silenzio portammo sotto l’albero i regali di Sugar e mentre sorseggiammo latte e mangiammo biscotti, lasciando una letterina di ringraziamento, firmandola con il nome di Babbo Natale.
Guardai infine mio marito, mentre tirava le tende e si accoccolava in poltrona sotto il plaid, lo raggiunsi sedendomi accanto a lui, il fuoco del caminetto che continuava scoppiettare, la televisione accesa che nessuno dei due realmente guardava.
Finimmo per addormentarci, svegliandoci un paio d’ore dopo, il corpo indolenzito e il fuoco ormai morto nel caminetto.
Lanciai uno sguardo a Dave, i suoi occhi a malapena aperti che con voce strascicata mi diceva che sarebbe andato a letto.
Mi accorsi che era passata la mezzanotte, solo dopo essermi alzato insieme a lui, lo afferrai per il braccio tirandolo verso di me, gli lasciai un bacio delicato sulle labbra, sorridendo di fronte alla sua espressione confusa e soddisfatta al tempo stesso.
- Buon Natale, Dave. Non posso desiderare regalo migliore di te e Sugar. Sono contento che siate parte della mia vita.-
Dopo un sonoro sbadiglio, mi rivolse un piccolo sorriso.
- Ti amo Seb. Buon Natale.-
 
 
   
 
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