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Autore: PePiPa    28/12/2017    4 recensioni
Liam è tornato dal college da poco e ora che è di nuovo in città non vede l'ora che arrivi una nuova avventura.
Ma si sa, a Beacon Hills devi fare molta attenzione a cosa desideri perché potrebbe effettivamente realizzarsi.
“Liam, sei sotto un potente incantesimo, ascoltami. Tutti coloro che si avvicinano a te nell'arco di nove o dieci metri si innamorano di te. Mi segui? Non puoi avvicinarti a nessuno”
Liam sgranò gli occhi, non poteva crederci.
“... Cosa? Tutti coloro che si avvicinano? TUTTI?”

Non si è mai pronti ad affrontare una potente maledizione, Liam lo sa bene, soprattutto se questa coinvolge disgraziatamente Theo Raeken.
[Panda]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TUTTI PAZZI PER LIAM

Bentornato a Beacon Hills

 

 

 

 

 

 

 

"Mi sembri più basso."

Liam si fermò nel bel mezzo della sua azione, le braccia alzate a mezz'aria.

Stava per abbracciare sua madre dopo sei mesi senza vederla, ma probabilmente in quella casa ricevere affetto era chiedere la luna; era pretendere che a Scott si raddrizzasse il mento.

"È la prima cosa ti viene in mente dopo mesi che sono stato via al college?" Disse acidamente Liam, incrociando le braccia al petto. "Potevi almeno notare che ho i capelli un po' più lunghi o la barbetta da uomo."

Sua madre lo guardò divertita, dandogli un buffetto sulla guancia. "Questa è a stento una barbetta da uomo," disse, prima di prenderlo tra le braccia "Vieni qui, mi sei mancato piccolo mucchio di broncio."

Si abbracciarono per qualche minuto e poi Liam passò ad abbracciare il suo patrigno per interromperlo sulla sua tirata su come una vera barba fosse lunga e cespugliosa, non rada come quella di Liam.

"Mason è di sopra che ti aspetta, non piangete troppo nel ritrovarvi."

Ignorando la madre, Liam si sbrigò a salire le scale, saltando anche i scalini due a due: non vedeva l'ora di riabbracciare il suo migliore amico dopo tutti quei mesi passati lontani. Se c'era una persona che gli era mancata, quella era Mason.

Neanche il tempo di aprire la porta che Mason lo stava già stringendo, rischiando anche di rompergli il naso. L'odore di Mason era consolante, era davvero come essere tornato a casa.

Si staccarono dopo poco e Mason gli lanciò un'occhiata divertita. "Ma sei diventato più basso?"

Mason e sua madre erano stranamente simili su alcune cose, Liam lo trovava quasi inquietante.

"Sono sempre uguale, Mase, semmai più alto," disse, lanciandogli uno sguardo infastidito, per poi sorridere di nuovo. "Quanto resterai per le vacanze estive?"

"Un mese, quasi, tu?" Gli rispose Mason, mettendogli una mano sulla spalla. "Corey torna qui la settimana prossima."

"Sì, ha quel colloquio, ricordo i vostri duemila messaggi nella nostra chat a riguardo."

"Come se tu non ne mandassi mille su quanto Negan sia il miglior cattivo di sempre," replicò Mason, alzando gli occhi al cielo. "O su quanto hai voglia di caramelle."

"Ce l'ho anche adesso, ma non mi hai sentito parlarne, o no? Comunque anche io resto un mesetto."

"Hai molto da studiare?"

Liam si buttò di peso sul suo letto, pensando a quel manuale di storia di 1000 pagine che lo aspettava.

Chissà quanto tempo avrebbe passato a far finta di studiare, per poi ridursi all'ultimo secondo come sempre.

"Sì, ma non parliamone, sono appena arrivato," disse, lagnandosi. "Invece tu che sei qui da un giorno... Ci sono novità di qualche tipo?"

Non che Liam stesse sperando in qualche essere sovrannaturale; cioè, un po' sì, ma non pericoloso almeno. Il punto era che un po' di avventura gli era davvero, davvero mancata.

Aveva fatto amicizia, più o meno, con parecchie persone al college. Era pieno di ragazzi e ragazze della sua età, aveva dei compagni di Lacrosse, di classe e di stanza e forse sì, erano amicizie un po' blande, di quelle con cui ti trovi bene ma niente di più, ma almeno aveva compagnia durante quei mesi di studio e sport.

Solo che... erano umani. E Liam aveva davvero necessità di rapportarsi di nuovo con licantropi come lui o con qualsiasi altra creatura, purché sapesse dell'esistenza del sovrannaturale. Ogni tanto Scott veniva a trovarlo, inoltre videochattava con gli altri del branco, quanto meno non doveva tenere tutto dentro per un sacco di tempo. Però l'adrenalina, la caccia, il senso di potenza che ti dava Beacon Hills nel pieno delle sue facoltà da cittadina pronta a buttarti qualche essere super forte e super pericoloso, beh... quelle sensazioni erano indimenticabili.

Bello avere la stabilità, ma l'avventura e l'ignoto erano una parte della sua vita che non pensava gli sarebbero mancate. Eppure eccolo lì a sperare in qualche piccolo pericolo. Piccolo, nulla come Anukite o altre cose potenzialmente apocalittiche, solo una piccola avventura.

"Beh, vediamo... Dickens si è lasciato con Phil," disse Mason, sedendosi sul letto. "Ah, e c'è un nuovo parrucchiere vicino casa mia."

"Mason," lo sgridò Liam, dandogli un pizzicotto giocoso. "Sai di cosa sto parlando."

"Sì, lo so e posso dirti che c'è una creatura strana, nel bosco, con delle ali," disse Mason, lo sguardo intenso di quando c'è qualcosa di sovrannaturale in arrivo e lui aveva tutta l'aria di non essere solo pronto, ma anche super eccitato all'idea. "Per ora non ha ucciso, né rapito qualcuno, è innocuo forse, ma ho sentito di molte persone che hanno provato ad avvicinarsi al bosco e che sono state minacciate da quest'essere mentre gridava qualcosa sul maledirli."

"Maledirli? Cos'è tipo una strega o qualcosa di simile?"

"Non ne ho idea, ne ho solo sentito parlare."

Liam non riuscì a frenare il sorrisetto.

"Sai, penso che qualcuno dovrebbe davvero indagare di più su questa faccenda."

 

 

 

 

 

 

 

Mason guidava, canticchiando una canzoncina stupida mentre le mani battevano sul volante a ritmo.

"Sssh," lo sgridò Liam, coprendo la parte del telefono in cui c'era il microfono con la mano. "Sto cercando di sentire. Sì, Deaton, tutto bene grazie, sono con Mason."

Dal telefono, la voce di Deaton era tranquilla e pacata.

"Lo so, ho visto lo snapchat."

Deaton usava Snapchat?

"Oh, bene," rispose Liam, dubbioso. "Comunque, volevo chiederti se sapevi qualcosa della creatura che si aggira per il bosco. Sembra abbia le ali e che minacci delle persone.”

Sì, Liam, ne ho sentito parlare e me ne sto occupando proprio in questi giorni,” gli rispose Deaton, il tono sembrava sbrigativo. “Lascia pure fare a me, non preoccupartene, okay? Goditi le tue vacanze.”

“Ma-”

Evita i guai, Liam.

“Okay,” rispose Liam, mentendo spudoratamente. “Me ne starò buono buono.”

Un po' di avventura non aveva mai fatto male a nessuno, no?

Inoltre quell'essere minacciava le persone, andava fermato prima che potesse fare del male a qualcuno; erano a Beacon Hills, perdere tempo poteva significare una catastrofe e Liam non avrebbe mai lasciato che accadesse.

Arrivarono a destinazione qualche minuto più tardi. Mason parcheggiò poco più dietro del bosco, un sorriso sulle labbra che a Liam diede un profondo senso di malinconia: sembrava un ritorno ai vecchi tempi, loro due a indagare su qualcosa su cui non dovevano indagare, il bosco e qualche creatura misteriosa.

Avviarsi per il sentiero anche fu strano, i ricordi di Scott, di Stiles e del suo branco gli tornarono in mente insieme a tutti i vari momenti con loro in quello stesso posto.

E mentre lui e Mason camminavano in silenzio, Liam si distrasse pensando al suo Alpha e la sua laurea imminente. Sarebbe tornato? Avrebbe scelto di cercare lavoro lontano? E Stiles?

Un distinto suono di passi lo fece tornare alla realtà. Si bloccò, posando un braccio davanti Mason per impedirgli di proseguire.

“È qui,” disse solamente, annusando l'aria.

Un odore strano ma molto buono lo colpì, per Liam era difficile associarlo a qualcosa, ma sentiva che era molto vicino – la creatura aveva avuto tempo di avvicinarsi mentre era distratto.

Maledizione.

Liam si avvicinò d'istinto a Mason, pronto a fargli da scudo in caso di un eventuale pericolo, mentre sentiva distintamente il suo migliore amico farsi preoccupato dai suoi chemosegnali.

Teso, Liam, si guardò intorno controllando se qualcosa si muoveva.

“Ehi, mi piacciono i tuoi capelli.”

Tutti e due sobbalzarono visivamente, voltandosi di scatto verso la fonte della voce.

La creatura aveva una forma umana, a un primo sguardo, una testa, un busto, gambe, piedi, braccia e mani; al secondo già si potevano notare le ali, una coda e i suoi occhi erano nero pece, troppo vuoti e con una pupilla troppo piccola, quasi da felino.

Non emanava una sensazione di pericolo, però, o almeno Liam non si sentì spaventato del tutto.

Si schiarì la gola, ponendosi tra Mason e l'essere. Se erano riusciti a parlare con un Ghost Rider alto tre metri, parlare con questo qui non doveva essere difficile.

“Ciao, dicevi a me? Grazie. Ci metto uno shampoo molto special-”

“Veramente dicevo al tuo amico.”

Liam lo ignorò. “Siamo venuti a parlarti, hai un minuto?”

“Ho l'eternità davanti a me, quindi sì ti concedo un minuto, sentiamo cosa hai da dire.”

“Molto gentile,” disse Liam, non riuscendo a trattenere l'ironia. “Perché stai infestando il bosco e impedendo a tutti di entrare? Non hai intenzione di uccidere nessuno vero? Ah e ora che ci penso, perché a noi ci hai lasciato entrare?”

La creatura si affacciò oltre le spalle di Liam, riferendosi a Mason direttamente. “Ma è sempre così? Fa sempre domande sceme?”

“No, di solito è arrabbiato o acido,” rispose Mason, serio.

“Guarda che ora mi controllo molto meglio, Mason, e lo sai,” disse Liam, infastidito. “E tu vuoi rispondermi o no?”

“Eccolo che si surriscalda,” sorrise la creatura, “le cose così sono più divertenti, non trovi? Comunque ti ho fatto entrare solo perché ho sentito che non sei un umano e la cosa mi piace. E se minaccio gli umani è solo perché mi annoio e cerco un divertimento che loro non possono darmi.”

A Liam non piaceva quella risposta. Che tipo di divertimento stava cercando?

“Perché non hai risposto alla mia più importante domanda? Ucciderai qualcuno?”

“Perché è una domanda stupida, come dicevo prima,” rispose l'altro, avvicinandosi di un passo. “Se pure avessi intenzione di uccidere qualcuno pensi te lo direi qui sul momento così da farmi attaccare da te? Inoltre per me la vita umana è talmente insulsa che nemmeno mi spreco a finirne una – se succede, è colpa loro, non mia. Senza offesa a te, umano.”

“Figurati,” rispose Mason, alzando le braccio come a dire io non c'entro nulla.

“E perché il fatto che io non sia umano ti ha fatto pensare io possa essere un divertimento?”

Ora Liam era davvero infastidito: la vita umana valeva e molto, essere sovrumano non giustificava nessuno nel fregarsene degli altri o di fare del male.

Nessuno.

Il suo migliore amico era umano ma non per questo valeva di meno di quel cretino.

Chi era così poco empatico era anche pericoloso.

“Perché, mio caro licantropo, tu sembri proprio il tipo di persona che si butta in scemenze come questa. E perché la mia magia solo un'altra creatura sovrannaturale può sopportarla, quindi tu sei perfetto per il mio gioco.”

“Di che gioco parli?” Gli chiese Liam, innervosito e sul piede di battaglia. “Di che cazzo di gioco stai parlando?”

La creatura non rispose, fece solo vari gesti con la mano che Liam guardò preoccupato. Un odore strano si diffuse intorno a loro, un odore che Liam riconobbe subito: magia.

“Chissà come ci si sente quando tutti sono pazzi di te,” sorrise la creatura, guardandolo con un sorrisetto. E detto questo gli lasciò un graffio sul braccio, non molto profondo ma abbastanza da farlo sanguinare.

“Che cazzo,” Liam ringhiò, “Vuoi passiamo alle cattiv-”

“Liam.”

Liam si voltò subito verso Mason, il tono dell'amico era stato troppo strano per non attirare subito la sua attenzione.

“Cosa?”

“Dai lascialo stare, Liam.”

“Ma che diavolo stai dicendo? Questo qui mi ha tagliato e-” voltandosi, Liam notò che la creatura era sparita. “Maledizione!”

“Lascialo stare, Liam,” ripetè Mason, camminando pian piano verso di lui. “Pensiamo a me e te.”

“A me e te?” Chiese Liam stupito, guardandolo come se avesse sette teste. “Ma cosa c'entra ora?”

Mason si fermò davanti a lui e gli mise una mano sul petto, uno sguardo adorante che non gli aveva mai visto, nemmeno mentre guardava Corey.

“C'entra sempre,” e si sporse come per baciarlo.

Liam lo spinse di botto, forse mettendo troppa forza visto che Mason cadde all'indietro pericolosamente lontano.

“Oh, scusa amico, non l'ho fatto apposta,” Liam fu subito al suo fianco, allungando una mano per aiutarlo ad alzarsi. “MI hai spaventato con quello sguardo da stalker e quella frase da film scadente.”

“Non lasciare che il nostro amore ti spaventi.”

“Mason non fa più ridere, basta,” Liam lo guardò male, mentre Mason si rialzava in piedi, ma non lasciava andare la sua mano. “Smettila di guardarmi così, ho il ribrezzo.”

L'altro non rispose, limitandosi a passare le braccia intorno al collo di Liam, il viso di nuovo sporto in avanti in cerca delle sue labbra.

Liam non poté fare a meno di spingerlo di nuovo.

Ma cosa cazzo stava accadendo?

 

 

 

 

Liam alla fine dovette legarlo al sedile della macchina per impedirgli di fare qualche cavolata come cercare di baciarlo di nuovo.

Era troppo assurdo anche solo pensare che Mason si fosse comportato così volontariamente, era al limite dell'inquietante, ci doveva essere qualcosa sotto. Qualcosa di magico.

Dopo aver parcheggiato a casa del migliore amico, e averlo lasciato lì liberandolo e scappando immediatamente, Liam si trovò a qualche chilometro lontano da casa sua, a piedi e senza la minima idea di cosa era appena accaduto.

Bentornato a Beacon Hills, giusto?

Compose il numero di Deaton, cercando di allontanare l'imbarazzo di avergli mentito spudoratamente, essersi cacciato nei guai e di dover ammettere che Mason aveva cercato di portarselo al letto.

“Pronto?” Gli rispose il veterinario dall'altra parte del telefono.

“Ehi, sono di nuovo Liam,” disse, sentendosi patetico. “È tipo... Ehm, sorto un piccolo problema.”

“Non dirmelo, siete andati lo stesso nel bosco e avete incontrato la cosa da cui vi avevo detto di tenervi lontani.”

“Così la fai sembrare più brutta, cercavamo solo di aiutare.”

Deaton sospirò solamente, decidendo che tanto discutere con Liam era come cercare di giocare a scacchi con una bambina che se decideva di aver fatto Scacco Matto tu potevi solo accontentarla.

“Cosa è successo?”

“Beh, lo abbiamo incontrato. Aveva le ali, come dicevano tutti, e la coda e gli occhi strani, come da gatto. E insomma... ha detto che la sua magia solo un essere sovrannaturale può sostenerla e che io sono perfetto per il suo gioco. Mi ha fatto un incantesimo o qualche altra cazzata simile, so solo che a fine di tutto mi ha graffiato e che subito dopo Mason, beh...”

“Mason cosa?”

“Mason continuava a ripetere il mio nome in maniera che doveva essere seducente e a cercare di baciarmi. È stata l'esperienza più brutta della mia vita, ti prego Deaton aiutami,” disse Liam, disperato.

Deaton sospirò di nuovo.

“Farò le mie ricerche e appena scopro qualcosa ti chiamo, okay?”

“Okay, grazie, a dopo.”

Liam rimise il telefono in tasca, sospirando a sua volta. Quel coso l'avrebbe pagata. Pagata cara.

Sentì un urlo e si voltò alla sua destra per vedere chi era che lo aveva emesso, trovandosi davanti una scena che non credeva avrebbe mai visto in tutta la sua miserabile vita: una ragazza bionda, alta almeno quindici centimetri più di lui, ma soprattutto bellissima, lo guardava adorante come se fosse un trofeo.

“Sei bellissimo,” le disse lei, mettendosi a correre verso di lui per raggiungerlo.

Oh no. Oh no.

Liam girò i tacchi maledicendo quell'essere, il suo incantesimo, Mason, la ragazza se stesso e tutta Beacon Hill mentre scappava con la coda tra le gambe per non farsi prendere da una sconosciuta.

Neanche prendersela con il mondo e imprecare riuscirono a calmarlo, e quando si fermò per prendere aria – prima si assicurò che fosse lontano da qualsiasi persona, non si sa mai che venisse attaccato nel bel mezzo della strada – sentì il telefono squillare.

Era Deaton.

“Sì, hai scoperto cos'era?” disse, senza neanche salutare. Era già al punto della maleducazione, che bello.

“Liam, sei sotto un potente incantesimo, ascoltami. Tutti coloro che si avvicinano a te nell'arco di nove o dieci metri si innamorano di te. Mi segui? Non puoi avvicinarti a nessuno”

Liam sgranò gli occhi, non poteva crederci.

“... Cosa? Tutti coloro che si avvicinano? TUTTI?”

Il picco isterico non ci voleva, ma la sua voce raggiunse ottave che non credeva esistevano.

“Sì, Liam, vedi la creatura che hai incontrato non è in grado di fare molto, se non qualche piccolo trucchetto. Trucco che però porta a molto caos, che alla fine è la cosa che ama di più,” continuò Deaton, spiegando al meglio cosa stava accadendo. “La creatura non è altri che Cupido, Liam.”

Cupido?

Cupido.

Non che Liam non sapesse tutto della mitologia greca, ma quell'essere non assomigliava per nulla a Cupido: okay le ali, ma l'arco? E l'estrema bellezza?

Era un cupido diverso, una specie di mago, ma perché non-

Un rumore fortissimo di una macchina che frenava di botto lo costrinse a mettere le mani sulle orecchie per proteggerle.

“Ehi, tu che diavolo stai facendo in mezzo alla strada?”

Sovrappensiero non si era accorto di essere finito sulla carreggiata.

L'uomo della macchina uscì, sbattendo forte la porta dietro di lui e si preparò a fronteggiarlo, prima di arrestarsi improvvisamente quando vide in faccia Liam, lo stupore che gli fece sgranare gli occhi.

Liam li sgranò a sua volta, shockato. Avrebbe riconosciuto quella faccia ovunque.

Theo.

Theo lo aveva appena quasi investito, certe cose non cambiavano mai.

Vedendo che l'altro non accennava a dare segno di voler parlare, Liam continuò a fissarlo negli occhi cercando di pensare in fretta a cosa dire o fare.

Poi un pensiero lo colpì: ecco perché Theo non aveva distorto lo sguardo, perché adesso era innamorato di lui.

Chiunque si avvicinava a lui voleva portarselo al letto e quindi anche Theo visto che stava a stento a sei metri da lui.

Sentì l'ansia circolare per le sue vene, quando Theo continuò a tenere gli occhi fissi su di lui. Ancora e ancora.

Davvero quello era uno sguardo d'amore?

E chissà se un Theo innamorato era come la ragazza o come Mason oppure era un'altra cosa ancora.

Theo fece un passo avanti e Liam sentì il respiro mozzarsi in gola.

Oddio, Theo voleva baciarlo.

Theo voleva baciarlo così tanto, e ora lo amava e-

“Si può sapere che cazzo ti fissi, Dunbar?”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Che dire? Ciao a voi coraggiosi che avete letto tutto e siete arrivati fin qui, vi stimo.

Una delle mie storie precedenti, quella si chiamava “I'm impressed” (quella che iniziava con Liam che tornava anni e anni dopo a BH, faceva l'insegnante ecc) ha fatto alla fin fine una brutta fine: l'ho cancellata.

Man mano che andavo avanti a plottare mi sono accorta che molte cose di quel prologo dovevo cambiarle o correggerle e piuttosto che modificarla così nettamente, ho deciso di cancellarla e postarne una nuova – è comunque sulla scia di quella, ma finalmente ha un'identità ahah

Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo e che vi abbia messo curiosità :D

 

Panda

 

   
 
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