Erano quelli i momenti in cui si sentiva libero, libero da quella gabbia dorata che lo imprigionava, libero da quell’ombra che, anche dopo la morte di suo fratello, continuava inesorabilmente a incombere sulla sua esistenza. Quando Milo era insieme a lui, Kanon non era più il rimpiazzo di Saga, la sua stupida copia, era sé stesso, in tutto e per tutto, e ciò gli dava una piacevole sensazione d’appagamento, forse ancor più grande del piacere carnale.
[Kanon/Milo, post!Hades, alternate!timeline]