Ogni
riferimento a persone esistenti in questa storia è puramente casuale. E'
vietata ogni riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'autrice,
compreso il copia-incolla.
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case automobilistiche e sono utilizzati ai soli fini narrativi.
Ore
10.30 -Los Angeles
<< Unità 12 e unità
13 a rapporto. Rapina sulla 5° strada. Ripeto: rapina sulla 5° strada.
Portavalori in fuga >>.
La radio della polizia
gracchiò, trasmettendo la comunicazione sulla linea dedicata, e Alexander Went
si distrasse un momento dal lungomare scintillante alla sua sinistra, il rombo
sordo del motore della Maserati Granturismo che cullava la sua uscita. Attese
prima di prendere la ricetrasmittente in mano.
<< Unità 12 a
rapporto >> rispose una voce maschile, << Convergiamo sulla zona.
L'agente Dwight è stata allertata? >>.
<< L'agente Dwight è
fuori servizio, oggi >> rispose la centrale, << Dovete cavarvela da
soli >>.
Xander scosse il capo,
sbuffando.
"E'
in ferie".
Premette leggermente il
piede sull'acceleratore, mentre la Maserati sfilava fluida lungo la strada, il
sole tiepido della giornata appena primaverile che scaldava la carrozzeria nera.
La città era diventata fin troppo tranquilla, ultimamente, e la polizia aveva
bisogno di Irina proprio quando lei non c'era... E lui, anche se aveva molto di
meglio da fare, quella mattina, non poteva fare finta di non aver sentito. Il
suo lavoro era pur sempre quello di rappresentare la legge.
Prese la radio e aprì la
comunicazione verso la centrale.
<< Centrale, qui
Went, F.B.I.. Se avete bisogno per un inseguimento, sono disponibile >>
disse.
Attese qualche secondo,
prima di ricevere una risposta, mentre il lungomare di Los Angeles continuava a
sfilare al suo fianco, le onde che si infrangevano calme sulla battigia.
<< Agente Went, non
mobilitiamo l'F.B.I. per una rapina >>.
La voce era cambiata, e
Xander fece una smorfia, nel sentirla. Era Eric Sanderson, il nuovo capo della
polizia di Los Angeles. Se non fosse stato anche il capo di Irina, gli sarebbe
stato un po' meno insofferente, ma ormai era arrivato al punto che anche solo
la sua voce era in grado di irritarlo. Svoltò a destra, avvicinandosi sempre di
più alla 5° strada, solo perché per raggiungere il luogo in cui era diretto
doveva comunque passare di lì.
<< Avete bisogno
della mia ragazza persino l'unico giorno di ferie che prende dopo mesi di
lavoro? >> ribatté, fermandosi a un semaforo rosso e lasciando
attraversare una scolaresca in fila indiana.
<< Non c'è niente di
meglio che una criminale, per prendere un altro criminale >> rispose
Sanderson.
"Idiota" pensò
Xander.
<< Comunque, se
dovessimo avere bisogno di lei, la chiamiamo, agente Went >> aggiunse il
poliziotto, ironicamente.
<< Ok, ma
sinceramente spero di non sentirvi >> rispose, con una punta di
irritazione, << Buona giornata >>.
La comunicazione venne
interrotta, e Xander continuò in direzione Nord, verso il centro della città.
Sanderson non gli piaceva, ma era pur sempre il capo di Irina, e preferiva non
infastidirlo troppo. Poteva sempre vendicarsi facendole fare una marea di
straordinari notturni che a lui non piacevano per niente.
Sanderson era stato messo
in carica dieci mesi prima, qualche settimana dopo che Irina era entrata nel
corpo di polizia come agente in prova, ed era lo stesso che l'aveva
trasformata, con qualche fondo governativo e il benestare di Howard McDonall e
quindi dell'F.B.I., nell'agente speciale in servizio perenne contro i piloti
clandestini. Non era bastata la caduta dello Scorpione e della sua Black List,
per cancellare la criminalità e le gare nelle notti di Los Angeles: le auto
continuavano a sfrecciare per le strade della città, forse in cerca di un nuovo
numero uno, e con loro continuavano i traffici di droga e le estorsioni. La
situazione non era sicuramente come ai tempi di Challagher, ma Los Angeles non
era davvero ancora sicura. Il Sindaco era stato chiaro: la città doveva tornare
finalmente a essere un posto vivibile, e aveva messo sul piatto un bel po' di
fondi, con la richiesta di creare una task force dedicata.
Così era nata l'unità
speciale dell'agente Dwight.
In effetti, Irina e
Sanderson avevano fatto un ottimo lavoro insieme: d'altronde, avere la ex
numero tre della Black List nelle proprie file aveva reso la vita della polizia
di Los Angeles molto più facile. Con la sua auto e le sue capacità, Irina aveva
messo dietro le sbarre più piloti clandestini che l'intero dipartimento in due
anni. Non le serviva infiltrarsi, o girare per locali in cerca di gare: le
bastava attendere una chiamata fatta alla centrale, o una soffiata su qualche
gara beccata su internet, e piombare in mezzo ai piloti con la sua Fiat Grande
Punto modificata, una volta derisa e ora temuta molto più di qualsiasi altra
volante della polizia. Nessuno era in grado di prevedere le mosse dei piloti,
battere le stesse strade e inseguirli alla loro stessa velocità come lei.
Le era bastato un po' di
tempo, e Irina era diventata famosa. La città si era fatta più sicura grazie a
lei. E un po' ovunque ormai conoscevano la ragazza arrivata dai bassifondi e
diventata la sbirra più pericolosa di Los Angeles.
Se la vita di Irina era
cambiata in modo molto positivo e inaspettato, anche quella di Xander non era
stata più la stessa, dal loro ritorno dalla Russia.
I mesi successivi
all'arrivo di Sanderson erano stati tremendi: Irina aveva passato praticamente
tutte le sere sulla strada, a inseguire piloti clandestini, senza un attimo di
pausa. Non erano esistiti né domeniche né vacanze, con Sanderson al comando, e
Irina non si era mai tirata indietro, come se dovesse scontare in qualche modo
i suoi trascorsi da criminale. Mentre Xander veniva mandato in giro per il
mondo a svolgere qualche missione, Irina trascorreva le sue serate a
pattugliare le vie di Los Angeles, e lui attendeva con ansia ogni volta il suo
messaggio che gli comunicava che aveva finito il turno ed era ancora sana e
salva. Quando invece era stato a casa in congedo, si era ritrovato un po'
troppo spesso a condividere la propria solitudine inaspettata con la tv, mentre
aspettava il ritorno di Irina. Lei aveva trovato molto divertente il fatto che fosse
diventato un esperto di serie televisive.
Doveva ammettere, però, che
gli era sembrato un periodo difficile solo per lui; Irina non aveva né dato
segni di cedimento, né di insofferenza, per la sua nuova condizione, e qualche
volto aveva pensato che preferisse fare inseguimenti, che stare con lui. Poi,
mentre si imbottiva di caffè spaparanzato sul divano, si era ricordato che
stava pur sempre con una ragazza che aveva fatto la pilota clandestina per due
anni.
Ultimamente, comunque, le
cose stavano lentamente migliorando: i piloti clandestini erano in netta
diminuzione, e Sanderson si era dato una calmata. Riuscivano di nuovo a
incontrarsi la sera a cena, e il sabato erano tornati a uscire con gli amici.
Xander percorse lentamente
la decima strada di Los Angeles, interrotto dai semafori rossi e dagli incroci
troppo trafficati. Quella lentezza lo innervosiva, e quasi per un attimo si
pentì di non aver insistito a voler intervenire nella rapina; un po' di
adrenalina lo avrebbe sicuramente aiutato a gestire quella strana sensazione
che aveva addosso. Forse perché era la prima volta che andava a ritirare il suo
abito da cerimonia da solo, o forse perché fare il testimone di nozze di Jess
era una novità per lui.
<< Tutta questa
storia è iniziata con un matrimonio, ricordi? Non mi sembra poi tanto male
l'idea di valutare qualcosa di simile... >>.
In quel momento gli
sembrava incredibile, ma era stato proprio lui a pronunciare quelle parole, più
di un anno prima. Le ricordava alla perfezione, perché le aveva dette quando si
trovavano in Russia, subito dopo aver catturato la Lince. Si era ripetuto
quella frase ogni giorno, durante ogni ora di lavoro passata lontano da casa e
durante ogni settimana trascorsa a Los Angeles, eppure gli sembrava assurdo che
ancora non fosse accaduto nulla.
Quella missione aveva
cambiato tutti, lui per primo. Aveva smesso di trattare Irina come una bambina,
aveva smesso di tenerla in una campana di vetro, nonostante temesse ogni giorno
di poterla perdere. Le aveva permesso di diventare un'agente di polizia,
nonostante il suo istinto gli gridasse di non farlo, e l'aveva lasciata fare le
sue scelte.
Irina era cambiata più di
lui. Aveva guadagnato una sicurezza che non le aveva mai visto, ma soprattutto
sembrava davvero felice di aver coniugato le sue anime in una cosa sola, in un
lavoro che le permettesse di sfogare il suo istinto da pilota clandestina e il
suo animo da poliziotta.
Sorrise tra se, immaginando
dove si trovava in quel momento Irina: molto probabilmente nel più costoso
negozio di abiti da sposa di Los Angeles, e stava aiutando Jenny a scegliere il
suo. Magari per gioco ne stava provando uno anche lei.
No, qualcosa gli disse che
non lo stava facendo.
Jess era stato molto meno
indeciso. Lui e Jenny si sarebbero sposati molto presto, anche se in realtà gli
sembrava molto tardi. L'amica di Irina e l'informatico erano stati vittime di
un colpo di fulmine più di quattro anni prima, e da allora non si erano mai
lasciati. Secondo i loro standard, si sarebbero dovuti sposare diversi anni prima,
ma evidentemente il matrimonio non era mai stata la loro priorità. In realtà,
Xander aveva cominciato a pensare che il loro fosse un matrimonio
"riparatore", nel senso simpatico del termine, visto che bè... Jenny
si era arrotondata un po' troppo, nelle ultime settimane, e anche se Irina
sembrava voler mantenere segreta la questione, iniziava a sospettare che
l'amica fosse decisamente incita.
Mentre si dirigeva verso
Dalton Beach, Xander si ritrovò nuovamente a pensare ai mesi passati, ma
soprattutto a quelli che dovevano ancora arrivare.
Erano settimane che un
pensiero si era fatto strada nella sua testa, e sapeva che era solo questione
di tempo: il lavoro di Irina a Los Angeles stava per terminare, era ovvio. La
situazione era più tranquilla, e presto le sue capacità sarebbero state
richieste dove ce ne era più bisogno. Prima o poi, l'F.B.I. si sarebbe fatta
viva con lei per arruolarla tra le file dei suoi agenti e l'avrebbe mandata a
fare il suo stesso lavoro in giro per il mondo. Era giù successo con la Lince,
ed era assurdo pensare che ora che era più preparata e più esperta venisse
relegata a fare la poliziotta di strada.
Quella cosa lo preoccupava,
e non riguardava solo il problema della sua sicurezza. Certamente sarebbe stata
molto più in pericolo che quando si trovava a Los Angeles, ma quello era
qualcosa a cui, con fatica, si stava abituando. Il problema era la lontananza e
i ritmi che quella vita avrebbero preteso non solo più da lui, ma anche da lei.
Fermò la Granturismo
davanti al negozio di abiti da cerimonia Dante's, e fissò la vetrina piena di
manichini in vestiti eleganti, completi in giacca e cravatta e abiti lunghi con
la coda a sirena. C'era un abito da sposa, nella vetrina principale, di un
bianco purissimo, con la gonna ampia e il corpetto aderente, le maniche in
pizzo e il velo leggero e impalpabile. A lui era piaciuto molto, quando con
Irina era venuto a provare il suo abito per il matrimonio di Jess, eppure lei
non sembrava averlo nemmeno notato.
Entrò rapidamente nel
negozio, e ritirò il suo vestito avvolto in nylon trasparente, accuratamente
appeso a una gruccia di legno. Fece tutto piuttosto frettolosamente, perché si
rese conto di sentirsi un po' strano, dentro il Dante's, come se persino i
commessi si chiedessero cosa ci facesse lì in veste di testimone di nozze, e
non di sposo.
Appese l'abito nel posto
posteriore, e gettò nuovamente un'occhiata alla vetrina con l'abito da sposa.
Lentamente, aprì il
cassettino portaoggetti sul lato del passeggero, scoprendo una scatolina
avvolta in velluto rosso con un nastro dorato, accuratamente nascosta tra il
libretto e il navigatore satellitare. Era esattamente dove l'aveva lasciata
quattro settimane prima, perché Irina non andava mai a frugare nella sua auto.
C'era un anello, dentro
quella scatolina. Un anello di oro bianco, semplice, ricoperto da minuscoli
cristalli scintillanti. Un anello che avrebbe dovuto legare Irina a lui per
sempre.
Eppure, non lo aveva ancora
fatto.
Perché era così
dannatamente insicuro?
Perché continuava a
esitare, nonostante tutto il suo essere gli dicesse che era ora? Che doveva
legare la sua esistenza con quella di Irina prima che gli sfuggisse dalle mani?
Perché gli sembrava che
mancasse ancora qualcosa, tra loro due?
In realtà, non sembrava
essere l'unico ad avere dei dubbi, riguardo alla questione matrimonio. Irina
non ne aveva mai più parlato, da quella famosa notte a Mosca, e lui ne era
stranamente colpito. Da quando era diventata una poliziotta, Irina sembrava
amare molto di più la sua libertà. Improvvisamente, i loro ruoli sembravano
essersi invertiti. Era sempre stato lui ad amare l'indipendenza e ad odiare le
costrizioni; lei era sempre stata quella più tradizionalista.
Poi, si diede dello
stupido. Amava Irina, e l'unica cosa che temeva era semplicemente un rifiuto.
Era la stessa cosa che gli aveva detto di aver provato Jess prima di chiedere a
Jenny di sposarlo: finché dalla bocca della ragazza non era uscito un "sì"
entusiasta, aveva temuto di scoprire che aveva cambiato idea.
Lo stesso valeva per lui,
non era immune a quella paura. Lui ora era pronto, doveva esserlo, ma Irina? Un
anno prima, quando si erano scambiati quelle frasi a Mosca, sembrava esserlo,
ma ora non lo sapeva più. Qualcosa in lei era cambiato, qualcosa che ogni tanto
lo lasciava perplesso.
Si rigirò la scatoletta tra
le mani, sospirando. Affrontare nuovamente la Black List gli sembrava
un'impresa più facile, in quel momento.
Non poteva più aspettare.
Doveva prendere il coraggio a due mani e fare ciò che non aveva fatto un anno
prima.
Accese il motore della
Maserati, poi nascose nuovamente la scatolina nel cassetto portaoggetti. Si
rimise in carreggiata, il traffico cittadino che si faceva più intenso.
<< Qui Unità 13.
Blindato in fuga direzione Dalton Beach. Chiediamo rinforzi immediati >>.
La radio gracchiò
nuovamente, e questa volta Xander afferrò immediatamente la ricetrasmittente.
Non fece in tempo a parlare, che alle sue spalle sentì il rumore di un motore
che si avvicinava a forte velocità e il suono delle sirene della polizia
dispiegate.
La sua mattinata tranquilla
era finita.
<< Centrale, agente
Went. Chiedo autorizzazione all'intervento >>.
Prima ancora di ricevere
risposta, Xander vide comparire nello specchietto retrovisore un furgone
blindato grigio, le ammaccature di colpi di pistola sulla carrozzeria che non
erano riusciti a fermarlo. Due Mustang della polizia lo inseguivano a forte
velocità, mentre le auto dei civili si buttavano di lato per farli passare,
terrorizzate.
<< Autorizzazione
accordata, agente Went >>.
Xander affondò il piede
sull'acceleratore, buttandosi a sinistra. Tentò di tagliare la strada al
blindato, mentre un tizio con un paio di occhiali da sole scuri e i capelli
ricci si sporgeva dal finestrino, puntando un fucile contro una delle volanti.
Il traffico impazzì improvvisamente, mentre le gente sul marciapiede si gettava
a terra, tra le grida.
Le gomme del blindato
stridettero sull'asfalto, quando la Maserati inchiodò proprio davanti al suo
muso. I vetri oscurati del mezzo gli impedirono di vedere chi c'era alla guida,
ma qualcosa gli disse che dovevano essere due spiantati che tentavano il colpo
grosso, forse esasperati dalla stretta sulla criminalità degli ultimi mesi.
Il furgone scartò di lato,
evitandolo. Xander si lasciò superare, si allineò sulla frequenza delle due
volanti e afferrò la trasmittente.
<< Tenetevi a
distanza, lo faccio uscire fuori strada! >> gridò, mentre il furgone
guadagnava un paio di metri, facendosi largo lungo la via che costeggiava la
spiaggia. Il marciapiede in quel punto era sgombro, poteva provare...
Un autobus di linea
inchiodò, quando il blindato gli passò a pochi centimetri di distanza, diretto
verso il centro della città. Un proiettile sfiorò la carrozzeria della
Maserati, quando uno dei poliziotti cercò di bucare le gomme al blindato. Il
riccio rispose al fuoco, e Xander fu costretto a sterzare, per togliersi dalla
linea di fuoco.
Non poteva lasciarli
entrare nelle viuzze del centro, o rischiava di essere una strage. Non poteva
nemmeno pensare di speronarli davvero, una volta nel traffico.
<< Stategli attaccati
al posteriore >> ordinò agli agenti.
Sterzò bruscamente a
destra, infilandosi in una via laterale, rischiando di mettere sotto una signora
in bicicletta. Le gomme della Maserati fischiarono, mentre sbandava e superava
a sinistra un'utilitaria bianca.
Affondò il piede
sull'acceleratore, schizzando in avanti, il rombo del motore che invadeva
l'abitacolo.
La luce rossa del semaforo
si stampò nei suoi occhi prima ancora che il suo cervello registrasse il
significato, ma il suo istinto non lo fece fermare. Svoltò a sinistra,
schivando un suv nero, e piombò nella via parallela, proprio davanti al
blindato.
Con uno stridio assordante,
il furgone inchiodò, ma il peso lo fece sbandare. Zigzagando impazzito lungo la
carreggiata, il ladro cercò disperatamente di riprendere il controllo, ma
Xander gli si affiancò.
Le scintille volarono per
aria, quando la fiancata della Maserati si appoggiò a quella del blindato.
Xander spinse il furgone lungo il muro del palazzo di fianco a loro, facendo
saltare gli specchietti. Lo guidò fino all'incrocio, mentre una raffica di
proiettili si disegnava sul posteriore del grosso mezzo, e lo costrinse a
svoltare a destra.
Si ritrovarono sul
lungomare, una linea si asfalto dritta e poco trafficata, i bagni ancora chiusi
per la stagione invernale, le palme che svettavano vicino ai bar.
Il blindato sbandò,
cercando di riprendere il controllo, ma Xander affondò il piede sull'acceleratore
e usò il muso della Granturismo per speronarlo nuovamente. Vide la sagoma del
riccio scaraventata nell'abitacolo, facendogli perdere l'arma di mano.
Il motore della Maserati
ringhiò, quando colpì l'angolo del furgone. Con uno stridore assordante, il
blindato salì sul marciapiede, lasciando strisce nere sull'asfalto, e si
ribaltò proprio all'ingresso del bagno 53.
In un attimo, le volanti
gli furono addosso.
Accerchiati da quattro
poliziotti armati, i due rapinatori uscirono dal mezzo, le mani alzate e il
sangue sulla fronte per via dell'incidente. Xander li osservò, il blindato che
fumava alle loro spalle, qualche passante che si teneva a debita distanza e qualche
automobilista che gettava occhiare incuriosite, prima di passare oltre sperando
di non beccarsi un proiettile vagante. La tensione durò un attimo, giusto il
tempo per rendersi conto che i due criminali si erano arresi e non sembravano
assolutamente in grado di rispondere al fuoco.
Scese dall'auto, la pistola
senza la sicura in mano, puntata verso i due.
<< Tutto bene,
ragazzi? >> domandò, gli occhi che saettavano dai rapinatori agli agenti.
I poliziotti erano tutti giovani, e gli diedero l'idea di non essere molto
esperti.
<< Sdraiatevi a
terra! >> intimò uno dei poliziotti, mulinando la pistola in aria, mentre
un altro agente strattonava il ragazzo con i capelli ricci e gli occhiali da
sole, per farlo inginocchiare sul marciapiede, << Siete in arresto!
>>.
Mentre Xander si avvicinava
al sergente, e i due criminali venivano ammanettati sotto lo sguardo
incuriosito di qualche passante, li osservò un po' meglio. Notò che non
sembravano avere più di vent'anni, e non dovevano nemmeno essere di quelle
parti: avevano l'aria di essere due sudamericani, dal colore ambrato della
pelle.
<< Tutto ok, agente
Went, grazie per l'intervento >> rispose il sergente, stringendogli la
mano, << Credevamo non fosse più in zona... E non sapevamo dell'assenza
dell'agente Dwight >>. Sulla sua giacca c'era scritto "P.
Thorn".
Xander gettò un'occhiata al
furgone sfasciato, e alla fiancata rigata della Maserati. Gli venne quasi da
sorridere, notando che il poliziotto era grato per il suo intervento, ma anche
un po' perplesso. Sapeva benissimo il perché. L'ingresso del bagno 53 era
completamente distrutto, il porticato di legno crollato e un paio di palme
quasi abbattute. La sabbia svolazzava ancora in aria, nonostante i due
rapinatori fossero sdraiati a terra già da diversi minuti... Per fortuna in
quella strada non circolavano molte persone, in quel momento.
<< Lo so, l'agente
Dwight è decisamente più fine di me, in questo genere di lavori, ma non potevo
rovinarle il suo giorno di ferie >> rispose, e il sergente sorrise. Irina
ormai aveva una certa fama, negli inseguimenti: riusciva a bloccare i criminali
minimizzando i danni anche nelle situazioni più critiche. Era diventata
proverbiale la cattura di un pilota clandestino quattro mesi prima, quando
Irina era riuscita a bloccarlo proprio sopra il ponte di una nave cargo nel
porto di Los Angeles.
<< Avete scelto la
città sbagliata, per iniziare la vostra vita da criminali... >> borbottò
uno dei poliziotti, trascinando il ragazzo dalla carnagione scura, quello che
era stato alla guida del blindato. Lo vide soffermare lo sguardo su di lui,
mentre l'agente di polizia lo spingeva verso la Mustang della polizia.
<< Come hanno fatto a
rubare un blindato? >> domandò Xander, perplesso. Quei due gli sembravano
due spiantati, visto che si erano fatti prendere con facilità.
<< In realtà il
furgone era vuoto >> rispose il sergente Thorn, quasi divertito, <<
Lo hanno rubato da una bisarca che li avrebbe consegnati alla ditta che si
occupa delle consegne di fishes a Las Vegas... Non so esattamente cosa
volessero farci >>.
Xander inarcò un
sopracciglio, perplesso. Forse avevano sperato di riuscire a fingersi addetti
ai casinò per ritirare i contanti delle giocate che venivano trasportati poi
verso le banche, o qualcosa di simile. Non sapeva esattamente come funzionavano
i casinò di Las Vegas, ma sicuramente le banconote fresche non mancavano mai.
<< Se gestite voi la
situazione qui, me ne vado >> aggiunse, lanciando un'ultima occhiata alle
due Mustang ferme a bordo strada, i poliziotti che chiudevano le porte
posteriori nascondendo i due rapinatori alla vista, << Fatemi chiamare se
avete bisogno di una deposizione in proposito >>.
<< Ci pensiamo noi
>> rispose il sergente Thorn, stringendogli nuovamente la mano, <<
Saluti Irina, se la vede >>.
Osservò Thorn tirare fuori
dal baule di una delle volanti un rotolo di nastro a strisce e iniziare a
delimitare l'area dell'incidente, la brezza fresca del mare che faceva muovere
dolcemente le palme.
Tutta quella adrenalina gli
aveva fatto bene: si sentiva decisamente più rilassato. Forse poteva fermarsi a
prendere un caffè al bar, prima di andare a prendere Irina.
Il telefono gli squillò
nella tasca, e lui rispose senza guardare il display, i lampeggianti delle
volanti che gli riverberavano negli occhi.
<< Pronto? >>.
<< Xander, che cosa
stai facendo? >>.
La voce cristallina e
divertita di Irina gli arrivò alle orecchie inaspettata, e quasi sobbalzò. Si
voltò, dando le spalle al blindato ribaltato e agli agenti indaffarati a
mettere in sicurezza l'area, e si diresse verso la Maserati.
<< Non dirmi che
Sanderson ti ha chiamata? >> domandò.
Irina rise, dall'altra
parte della linea.
<< No, ma mi ha
mandato un messaggio >> rispose, << Diceva: "Il tuo ragazzo è
un'idiota. Dovrai fare una settimana di straordinari, per rimettere a posto il
casino che ha combinato". >>
Xander si sedette al posto
di guida della Granturismo, inarcando un sopracciglio.
<< Ma il tuo capo
deve proprio mandarti anche degli sms? Non state già abbastanza insieme,
durante la giornata? >> domandò, sarcastico.
<< Xander... >>
lo riprese Irina, ridendo.
<< Lo so, potrebbe
essere tuo padre... >> concluse Xander, << Ma sai, forse preferivo
il padre che avevi cinque anni fa, a Senderson >>. L'occhio gli cadde sul
cassettino davanti al sedile del passeggero; si sporse e tirò fuori il
pacchettino della gioielleria. << Senti un po', dove sei adesso? Avete
finito di spendere soldi, tu e Jenny? >>.
<< Per l'abito è
fatta >> rispose Irina, << E devo dire anche che Jenny si è
contenuta, rispetto a quanto mi ero aspettata... Stiamo per tornare a casa
>>.
<< E se ti passassi a
prendere e mangiassimo qualcosa a pranzo io e te? >> domandò Xander,
<< Che ne dici? >>.
Forse era per via
dell'inseguimento, ma improvvisamente voleva andare di fretta. Non serviva una
cena ufficiale, o chissà quale organizzazione. Era sicuro che mai come in quel
momento Irina si aspettava la sua proposta, e proprio per quello era il momento
giusto. In fondo, aveva aspettato anche troppo.
<< Ok >>
rispose lei, << Tanto Jenny deve andare con sua madre a scegliere le
bomboniere... Sono nei pressi del King's Center >>.
<< Ti passo a
prendere, allora >> disse Xander, poi si ricordò della fiancata della
Maserati, << Ah, non ti spaventare per la macchina, quando mi vedrai
arrivare >>.
Irina assunse un tono tra
il divertito e l'esasperato.
<< Xander, ormai sono
abituata a vedere auto distrutte. Finché mi vieni a prendere sano e salvo, a me
va sempre benissimo >>.
<< A dopo, piccola
>>.
<< A dopo >>.
Xander infilò la chiave nel
cruscotto, gettando un'occhiata al pacchetto sul sedile. Scoprì che
l'adrenalina che gli dava il pensiero di vedere quell'anello al dito di Irina
era maggiore di qualsiasi gara o inseguimento che avesse fatto in tutta la sua
vita. Questa volta non avrebbe esitato, ne era sicuro.
Sorrise, mentre avviava il
motore della Granturismo.
"La
prossima volta l'abito...".
Uno sparo ruppe il filo dei
suoi pensieri, lo stesso sparo che mandò in mille pezzi il lunotto posteriore
della Maserati, gettando schegge di vetro nell'abitacolo. Il rumore della
sparatoria alle sue spalle lo costrinse ad abbassare la testa, mentre il sibilo
di una pallottola e il grido degli agenti di polizia gli arrivava alle
orecchie.
Strinse la pistola e aprì
la portiera, facendosi scudo con la lamiera della Granturismo, e uscì
dall'auto, mentre sentiva il tonfo di un corpo che cadeva a terra...
Fece in tempo a vedere il
sergente Thorn stramazzare al suolo, che un'ombra gli si parò alla sua destra,
quella di un Audi Q7 nero, uguale identico a quello che a pochi metri da loro
stava facendo fuggire i due rapinatori sudamericani e che stava sparando ai
poliziotti di Los Angeles.
<< Ehi, agente Went
>> chiamò una voce maschile, << Era da molto tempo che volevo
conoscerti >>.
Xander cercò di rientrare
in auto, senza vedere chi era il proprietario di quella voce.
Quattro spari riverberarono
nell'aria, facendo andare in frantumi il vetro della Granturismo. La scatolina
di velluto rosso cadde sotto il sedile dell'auto, mentre il motore si spegneva
di colpo, coperto dal fischio degli pneumatici del Q7 che ripartiva sgommando.
Non rimase altro che il silenzio, un silenzio strano, pesante; un silenzio
vuoto, un silenzio di sconfitta.
Alexander Went però non
sentì altro che la risata delicata e cristallina di Irina, e non vide altro che
il suo volto, mentre si accasciava sul sedile. Per un attimo, fu come se lei
fosse lì con lui, con il suo profumo, la sua pelle morbida e il suo respiro
leggero.
"Ho
aspettato troppo" fu il suo unico pensiero.
Nessuno dei quattro
proiettili lo aveva mancato.