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Autore: Zamia    11/01/2018    4 recensioni
"Poi le sentí sussurrare "ti amo". Non glielo aveva ancora sentito dire e neanche lui gliel'aveva mai detto sebbene fosse certo che ciò che provava fosse senza dubbio amore..."
Genere: Fluff, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa dell'autrice:

Una breve song- fic per un immaginario seguito dell' “Amore non è un gioco” pubblicato da me qualche settimana fa. Chiaramente il racconto è leggibile anche senza aver letto l'altro ma occorre considerare che si parte dal presupposto che i due protagonisti si siano rivelati reciproche identità e reciproco amore. Per il resto è un po' melenso ma ogni tanto ci vuole, no?

La canzone che fa da sfondo è la splendida “E' fuori è buio” di Tiziano Ferro. Se non la conoscete, ascoltatela perché è davvero bella e spero di averne colto l'essenza profonda.

*****

Si erano da qualche giorno confidati il loro reciproco amore e ad Adrien ancora non sembrava vero. Non gli sembravano reali gli istanti passati poco tempo prima con la sua amata. Non riusciva a distogliere i pensieri dalle confessioni che si erano fatti e dal modo cosi naturale con cui tutto era successo. Tutti i suoi dubbi e le sue paure si erano disciolti con un leggero bacio sulle labbra che lei gli aveva lasciato. Ora aveva la certezza che Marinette e Ladybug fossero la stessa persona e che questa splendida persona ricambiasse i suoi sentimenti.

Certo lí per lí era stato difficile accettare la diversità di carattere tra la coccinella e la sua compagna di classe...Non che non amasse le sfumature della sua indole...semplicemente gli sembrava strano che la estrema timidezza e la grande determinazione potessero appartenere alla stessa persona. Eppure l'amava. Amava tutti i difetti della sua amica dai capelli scuri..anche il suo tenero modo di balbettare in sua presenza. E il tempo passato con lei, in questi ultimi giorni, gli era sembrato brevissimo...non si saziava mai di chiacchierare... ma anche di stare zitto...accanto a lei...


 

Ti ricorderò in ogni gesto più imperfetto
Ogni sogno perso e ritrovato in un cassetto
In quelle giornate che passavano in un'ora
E la tenerezza, i tuoi capelli e le lenzuola


 

Eppure la sera in cui si erano rivelati il più grande segreto della loro vita, lui l'aveva fatta piangere. Nei panni di Chat Noir non riusciva a convincerla che non era uno spaccone per il quale ogni ragazza valeva l'altra e nei panni di Adrien non riusciva a persuaderla che amava proprio lei con tutte le sue imperfezioni, con la maschera e senza.

Lei, andandosene, quella sera, sembrava convinta ma il giorno dopo l'aveva ritrovata piena di dubbi come se quello che si erano detti il giorno prima non fosse valso a nulla.

Ma perché era cosi dannatamente ostinata nella sua insicurezza? Che doveva fare un povero ragazzo per convincerla della bontà dei suoi sentimenti?

Ed era stato lì a rassicurarla giorni interi, carezzandola dolcemente come, nel giorno della confessione, lei nei panni di Ladybug aveva fatto con lui.

Lei si fidava di lui, lo ripeteva continuamente e lui ne era convinto, ma proprio non riusciva a gestire questa novità senza continui incoraggiamenti.

Alla fine, tuttavia, gli rivolgeva sorrisi così dolci e sereni che la fatica di affrontare i suoi timori era pienamente ripagata. Aveva trovato un tesoro veramente prezioso in lei: il suo sguardo lo riempiva di pace e con i suoi piccoli e apparentemente insignificanti gesti lei era in grado di dirgli mille parole.

 

No, non piangere che non sopporto le tue lacrime
Non ci riuscirò mai
Perché se sei felice
Ogni sorriso è oro
E nella lontananza perdonandoti ti imploro
E parlerà di te


 

Da quando sapevano l'uno dell'altro, Papillon non si era fatto ancora vivo e quindi si erano incontrati solo come Adrien e Marinette. E non avevano pensato per niente al loro ruolo di supereroi cosi presi com'erano dalla forza dell'amore nascente e dalla quotidianità della loro vita di fidanzatini.

Quella sera, però lui le aveva chiesto di vedersi nei panni dei supereroi, giusto per curiosità... Per capire l'effetto che gli avrebbe fatto rivederla con la tutina rossa a pois neri. Lei all'inizio non era molto d'accordo. Poi aveva pensato che se doveva accontentarlo sarebbe stato meglio incontrarsi così, senza pericoli imminenti.

Erano, perciò, convenuti nel darsi appuntamento vicino casa di Adrien.

Lui, su un tetto lì accanto la aspettava trasformato già da un po', mentre il cielo imbruniva e la sua ansia cresceva a dismisura. Ne sentiva il profumo nell'aria ma non la vedeva arrivare e temeva che non sarebbe venuta.


 

È solo che
Che quando non ritorni ed è già tardi e fuori è buio
Non c'è una soluzione, questa casa sa di te


 

Ad un tratto finalmente la sentì arrivare. Concentrato sui suoi sensi di gatto, occhi chiusi, era deciso a godersi in silenzio i suoi passi scricchiolare sulle tegole del tetto, sentirne nella aria l'odore, avvertire lo spostamento dell'aria dovuto al gradevolissimo dondolio del suo corpo che si muoveva. E la sentí avvicinarsi sempre più a lui...con un incedere sempre più dubbioso man mano che procedeva. La maschera, questa volta non la aveva resa meno timida.

Lei si rendeva conto che non poteva più nascondersi...

Lui non si sentiva meno in imbarazzo..

Appena fu vicina si voltò verso di lei e la guardò...incredibilmente le sembrava, ora, meno bella di come se la ricordava. La maschera che le copriva i meravigliosi tratti del viso, quel piglio serio..si accorse che doveva amare davvero Marinette per trovare la stessa Marinette meno bella nei panni del suo alter ego.. Ladybug quasi gli risultava un'estranea. E gli stessi sguardi affettuosi che lei gli stava rivolgendo gli sembravano un offesa alla sua amata.

Come quando si nascondeva alle occhiate di Chloè o di altre ragazze della scuola: quegli sguardi non erano più fonte di orgoglio ma di imbarazzo. Come se subire le attenzioni di altre persone fosse esso stesso un modo di offendere l'amore che provava per la sua Marinette.

All'inizio questo sentimento di affetto cosí esclusivo lo aveva impaurito...in fondo, soprattutto come Chat, provava grande piacere a vedere le sue fan che impazzivano per lui.

Ma ora aveva fatto la sua scelta, l'aveva voluta fortemente e non se ne pentiva.


 

E ascolterò i tuoi passi e ad ogni passo starò meglio
E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse
E questo fa paura
Tanta paura
Paura di star bene
Di scegliere e sbagliare
Ma ciò che mi fa stare bene sei tu amore


 

Si ritrovava davvero stupido ad indugiare in questi pensieri. Quella di fronte a se era la sua Marinette, che ora gli rivolgeva un saluto gentile ma timido. Anche lei forse avvertiva la stessa difficoltà a ritrovare in quei suoi occhi felini lo stesso sguardo del suo compagno di classe.

E la vide, tremolante, avvicinarsi...era stretta nelle spalle, ciondolante, un passo avanti e due indietro. Che le prendeva? Titubava?

E per la prima volta non voleva sentirsi inferiore a lei. L'avrebbe rassicurata lui questa volta.

In ogni occasione che c'era stata finora lui era sempre quello che soccombeva. Il più immaturo, quello con meno esperienze del mondo, quello con meno coraggio e determinazione o talvolta, banalmente, quello più sfortunato!

Ma in realtà, negli ultimi anni aveva fatto tantissime nuove esperienze e soprattutto si era reso conto che anche tutte le esperienze che aveva fatto prima non erano state inutili, semplicemente lui le aveva sottovalutate. Non le aveva vissute appieno così preso dal lagnarsi per la perdita della madre e indignato per la sua vita da recluso. Eppure aveva avuto modo di crescere piu degli altri giovani della sua etá, concentrandosi tanto sullo studio, imparando lingue straniere, eccellendo nello sport, trovando consolazione nella musica classica.

E ora guardandola così impacciata anche nei panni dell'eroina di Parigi, si sentì di poterla rassicurare, certo di poterla proteggere sempre, di potersi porre nei suoi confronti alla pari. Finalmente libero di essere chi voleva con chi voleva...


 

Ho collezionato esperienze da giganti
Ho collezionato figuracce e figuranti
Ho passato tanti anni in una gabbia d'oro
Sì, forse bellissimo, ma sempre in gabbia ero


 

Ma non sapeva che dire...Questo incontro notturno sul tetto forse non era stato una grande idea..che imbranati che erano!

L'amore fa anche questo, fa fare tante cose stupide. Bisognava mettere una pezza.. ma senza troppe parole.

Si sollevò, le si avvicinò e le strinse la vita. La portò dolcemente verso di se e la baciò con trasporto, muovendosi con le mani lungo i fianchi e toccandone le morbide curve...

Come Adrien continuava ad essere timido da questo punto di vista e si aspettava una reazione di rifiuto da Marinette che era stata finora anche lei molto riservata su certi aspetti. Ma lei non si scostava, e anzi assecondava il suo comportamento.

Adrien trovò che fosse bellissimo che ciascuno di loro trovasse coraggio negli atteggiamentii dell'altro. A scuola si era accorto che era fiero dei successi di Marinette, li sentiva anche suoi, e anche le delusioni e le prese in giro che talvolta lei subiva lo addoloravano come se fosse lui stesso a subirli. Ed era felice a vedere come la cosa valesse anche per lei; in questa circostanza il suo ardire si tramutava nell'ardire di lei che ora, continuando a baciarlo, ne accarezzava i capelli alla altezza della nuca e gli si faceva più vicino.

Ora dipenderò sempre dalla tua allegria
Che dipenderà sempre solo dalla mia
Che parlerà di te

E parlerà di te
È solo che


 

Queste sensazioni erano meravigliose..come avrebbe trovato il coraggio di staccarsi da lei e lasciarla andare via, questa sera? Come faceva tutti i giorni a trovare il coraggio di lasciarla fuori la panetteria e rimettersi in macchina? Ne sentiva la mancanza continuamente...


 

Che quando non ritorni ed è già tardi e fuori è buio
Non c'é una soluzione, questa casa sa di te
E ascolterò i tuoi passi e ad ogni passo starò meglio
E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse



Poi le sentí sussurrare "ti amo". Non glielo aveva ancora sentito dire e neanche lui gliel'aveva mai detto sebbene fosse certo che ciò che provava fosse senza dubbio amore...
Si scostò un pò col viso per osservarne lo sguardo e vide che la coccinella attendeva dubbiosa una risposta che tardava ad arrivare...e vide le labbra di lei prima inarcate in un sorriso, farsi serie e timorose di aver detto troppo.

Lui non riusciva a parlare...deluso di se...Anche questa volta era stata lei la più coraggiosa.

E tanto ti amo
Che per quegli occhi dolci posso solo stare male
E quelle labbra prenderle e poi baciarle al sole
Perché so quanto fa male la mancanza di un sorriso
Quando allontanandoci sparisce dal tuo viso

E fa paura, tanta paura
Paura di star bene
Di scegliere e sbagliare


Ma doveva rendersi conto una volta per tutte che l'amore non è una gara...a chi fa prima, a chi è più bravo a capire l'altro, a chi ama di più, a chi ama meglio. Il vero amore non è guardarsi l'un l'altro ma guardare insieme nella stessa direzione.

E cosi, cacciati via, rapidamente, i suoi dubbi, le rispose

Ma ciò che mi fa stare bene ora sei tu amore
E fuori è buio
Ma ci sei tu amore
E fuori è buio

"Ti amo".

   
 
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