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Autore: CalculatedArtificiality    15/01/2018    1 recensioni
Ricordate Diana Fowley? Ricordate la frase "la stai mettendo sul personale"? Cosa è successo dopo che Scully se n'è andata dichiarando conclusa la collaborazione tra lei e Mulder?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dana Katherine Scully, Fox William Mulder
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trust, half baked and the loss of feminist values

By Calculated Artificiality

Traduzione di Lella Duke

 

Ecco a voi la traduzione di una storia che amo immensamente. Scully si ritrova a fare i conti con la frase “la stai mettendo sul personale” che Mulder le ha rivolto nell’episodio One Son - 6x12.

Direi che Scully potrebbe essere considerata leggermente OOC, usa un linguaggio abbastanza colorito e naturalmente non è da lei. Però in questo contesto reagisce come una qualunque donna ferita e secondo me ci sta tutto. Spero la storia vi piaccia e mi auguro la mia traduzione vi risulti gradita. Questo il link alla storia originale: https://www.fanfiction.net/s/3728781/1/Trust-Half-Baked-and-the-Loss-of-Feminist-Values

 

CAPITOLO 1

Pensavo fosse tutta una questione di fiducia. Stupidamente credevo lui si fidasse di me più di chiunque altro. Beh magari non stupidamente, ma ingenuamente si.

La verità è che avrei dovuto saperlo. Non avrei dovuto credere che non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere, che non mi avrebbe mai ferita così.

“Scully, la stai mettendo sul personale.”

Avrei potuto tirargli uno schiaffo quando me l’ha detto. Avrei potuto urlare, prenderlo per i capelli, graffiargli gli occhi. Avrei potuto piangere. Dopo tutto questo tempo. A me. Avrei voluto inveirgli contro usando i peggiori epiteti, è stato un bastardo egoista. Abbandonare la mia vita, è questo ciò che ho fatto per seguirlo in capo al mondo. E non è personale. Dio, se non è personale questo mi chiedo cosa lo sia per lui.

Sono uscita da quella stanza con le labbra serrate, a testa alta come sempre, ma mi sentivo uno schifo. Quando sono entrata in macchina ero a terra e quando sono arrivata nel mio appartamento mi sentivo anche peggio. Non sono riuscita a raggiungere neanche il divano, ho semplicemente chiuso la porta, sono scivolata sul pavimento raggomitolandomi con la schiena contro la porta e ho iniziato a piangere.

Non mi vergognavo delle lacrime che versavo, a volte non puoi fare altro se non piangere. Mi imbarazzava la mia ingenuità, la mia errata convinzione che sarei sempre stata all’altezza di Diana Fowley. Ancora di più mi imbarazzava ammettere che volevo essere alla sua altezza.

Dovete sapere che sono sempre stata autonoma, ho sempre ragionato con la mia testa, ho sempre fatto le mie scelte, sono sempre stata forte, indipendente.  Ad un certo punto però, in un momento imprecisato durante i miei anni spesi dietro gli X-Files, mi sono persa. Una parte di me pensa che la colpa sia di Mulder, la stessa parte è convinta che con tutto quello che mi è capitato – il rapimento, il cancro, essere stata ad un passo dalla morte, la perdita di mia sorella - sia stato naturale attaccarmi tanto a lui.

E’ proprio così, per quanto mi secchi ammetterlo, dipendo da Mulder. Non lo avevo ancora elaborato, ma questo è. Pensavo che Mulder se ne fosse accorto. Il suo comportamento di questo pomeriggio nella tana dei Pistoleri Solitari, mi ha fatto ricredere. O non se ne è accorto, oppure semplicemente non se ne cura.

Sono sul divano ora, mangiando gelato direttamente dalla vaschetta. Ad essere sincera è già la seconda e non ne escludo una terza. La televisione è accesa, ma ho tolto l’audio e non vi presto attenzione. Sono profondamente persa nei miei patetici pensieri per prestare attenzione.

Scuoto la testa. Odio Mulder.

Ok, non è vero, ma stasera vorrei veramente odiarlo. Voglio convincermi che lui mi abbia fatto diventare quella che sono ora, che lui sia responsabile per la perdita della mia individualità. Vorrei prenderlo a pugni.

Sarebbe inutile lo so, ma mi darebbe un po’ di sollievo, sono una donna patetica e sconvolta stasera e formulo solo pensieri pessimistici e violenti.

Quello che vorrei realmente fare è colpire lei. E’ tornata nella sua vita, ai miei occhi non è che una doppiogiochista. Adorabile alleata di Mulder e lui che glielo permette.

Dio con chi me la dovrei prendere? Con lei o con lui che non va oltre l’apparenza?

“Fox.”

Mi sono fatta il nodo alla lingua quando l’ho sentita chiamarlo così. Mi ha disgustato almeno quanto mi disgusta la sua presenza. Il suo tono volutamente zuccheroso a mascherare d’amore la sua ambiguità. E lui che se ne compiaceva. Probabilmente sono l’unica ad accorgersene perché gli ormoni impazziti e l’ambizione non mi hanno accecato.

E anche se non fosse così, lei è totalmente sbagliata per lui. Grazie ai Pistoleri Solitari so che hanno avuto una storia. La sua ex fiamma. Accidenti. Avrei potuto tranquillamente finire al Creatore ignorando che si erano conosciuti in senso biblico. Penso a loro due insieme e mi viene la nausea, il voltastomaco. Braccia e gambe avvinghiate, aggrovigliate. Come un pretzel.

Scommetto che anche in quei momenti lei lo chiama Fox. E scommetto che a lui fa piacere.

Lui la ama ancora, non è forse così? Altrimenti perché ha ignorato tutto quello che gli ho detto.

“Io la conosco.” Cazzata. Il fatto è che lui è innamorato di lei e l’amore lo rende cieco. Naturalmente non lo ammetterebbe mai. Dio che fastidio.

Io la sto mettendo sul personale. Tempo fa una cosa così mi avrebbe infastidito. Mi sarei ritirata, defilata per dimostrare a chiunque il mio distacco. Oggi sono ferita, incolpo Mulder anche per questo, per la mia incapacità ora di distaccarmi. Lo incolpo di essere così legato a Diana. Lo sono anche io. Legata a lui.

Il gelato è buono. Potreste pensare che finirò per sentirmi male a forza di mangiarne, ma in serate come questa posso riempirmi lo stomaco con una quantità infinita di cibo. E vado avanti fino a sentirmi meglio. E quando l’effetto inizia a sparire, ricomincio a mangiare.

Grazie a Dio non mi sento così molto spesso. In questo momento riesco a ringraziare Dio solo per i piccoli favori che mi concede. Non lo ringrazio di certo per avermi aiutato a mettere Mulder di fronte all’evidenza che Diana Fowley è una puttana, ma lo ringrazio per farmi sentire così solo occasionalmente. Peserei 270 kg se dovessi affrontare situazioni così ogni giorno.

Diana ne sarebbe felice. Bassa, capelli rossi, inguardabile e grassa. Riderebbe di gusto e probabilmente convincerebbe “Fox” a ridere con lei.

Di certo non potrei più essere la sua partner. Se pesassi 270 Kg non penso sarei più indicata per correre appresso a mutanti divoratori di fegati. Già ora non mi vuole al suo fianco con il mio peso attuale, se pesassi il quadruplo mi farebbe fuori dagli X-Files.

Ovviamente dopo quello che è successo, sono pienamente convinta che accadrà in ogni caso.

C’è qualcosa di profondamente sbagliato in me. Mi sono appena figurata di pesare tre quintali e l’unica cosa di cui mi preoccupo è non essere più la sua partner.

Capito? E’ questo che intendo quando dico che dipendo da lui.

Anni fa se avessi pensato di ingrassare tanto, la mia mente si sarebbe focalizzata su reali problemi di salute, mi sarei preoccupata del diabete, di un possibile arresto cardiaco, morte precoce… ma adesso no. Adesso tutto ciò a cui riesco a pensare è che effetto avrebbe su di lui e di conseguenza su di me. Visto? Non mi preoccuperei affatto per la mia salute.

Comunque, in ogni caso Diana è una puttana.

Mi ha tolto ogni briciolo di femminismo. Com’è successo?

Per essere stata a mia volta chiamata puttana in passato, avevo fatto voto solenne di non appellare mai così un'altra donna. Era diventato un codice morale per me.

E’ andato tutto a rotoli. Penso che Diana sia una puttana.

E Mulder è uno stronzo. Adorabile, ma stronzo.

Ed è questa la ragione per cui sto ingurgitando tutto questo gelato. Voglio dire, fosse stato solo stronzo non ci avrei neanche perso tempo. Ma lui deve essere anche adorabile. Ovviamente.

Ho voglia di piangere ancora. Se penso che per lui non è personale. Da qualche parte nel profondo pensavo di essere personale per lui. Mi rendo conto solo ora di quanto mi sbagliavo. E che errore è stato lasciar andare tutta la mia vita, tutta me stessa per lui. Perché per quanto mi sforzi di negarlo è questo ciò che ho fatto. Gli ho dato tutta me stessa.

Voglio piangere, ma mi sento come se avessi già pianto tutte le mie lacrime stasera avendo trascorso un’ora raggomitolata contro la porta del mio appartamento.

Decido di aprire un’altra vaschetta di gelato e di affogarci dentro.

Sono a metà strada di ritorno dal frigorifero quando sento bussare. Indosso i pantaloni di una tuta e una maglietta bianca a mezze maniche. Vado verso la porta e guardo dallo spioncino.

Vedo Mulder di fronte a me, è adorabilmente sexy e io sono scioccata. Non pensavo che stasera lo avrei visto. Non ho voglia di parlare con lui.

“Vattene Mulder.”

Anche lui sbircia nello spioncino.

“Spiacente Scully, non me ne vado.” Dice con un non so che di affascinante. Detesto che sia così affascinante.

Sospiro rendendomi conto che ha ragione. Apro cautamente la porta e mi dirigo sul divano senza guardarlo. Lo ignoro. Riprendo a mangiare il gelato, mi sforzo di guardare la tv mentre lo sento chiudere la porta.

Con la coda dell’occhio mi accorgo che non si sta muovendo, mi osserva. Resisto alla tentazione di parlargli, vorrei urlargli contro ma non gli darò la soddisfazione di umiliarmi ancora.

“Allora…” dice iniziando a muoversi verso di me.

Non lo guardo, non dico una parola. Continuo solo a ingurgitare gelato.

“Scully, dobbiamo parlare.”

Rimango in silenzio.

Esita un istante o due, c’è un silenzio mortale tra di noi considerando anche che ho tolto l’audio alla TV e nonostante tutto la guardo come se ci fossero racchiuse tutte le risposte dell’Universo.

“Scully…” riprova ancora.

“Cazzo Mulder, parla.” Dico con gli occhi ancora incollati sulla TV. “Parla, ma io non ti ascolterò.”

Lo vedo sussultare nel sentire il mio linguaggio. Non ricorro mai al turpiloquio, ma stasera non me ne importa.

“Ok…” dice avvicinandosi e piazzandosi di fronte alla TV. Ce l’ho davanti, ma fingo indifferenza continuando a fissare di fronte a me, come se lui non ci fosse. Non gli renderò le cose facili. Lo vedo guardarsi intorno e prendere nota delle vaschette vuote di gelato sparse in giro. “Cosa sta succedendo?” Lo dice con fare amichevole, ma io non lo intendo così.

“Benvenuto alla mia pietosa festa, Mulder.” Dico finalmente distogliendo lo sguardo dalla TV, ma evitando ancora di guardarlo in faccia.

“Sei ubriaca?” Mi chiede con sguardo preoccupato. Per un momento lo odio ancora di più. Come se avesse il diritto di preoccuparsi per me dopo oggi.

Sorrido amaramente. In un certo senso è come se fossi ubriaca. “No, ho solo mangiato molto gelato.”

“Quanto?”

Scuoto la testa. Come se fossero affari suoi. Rispondo comunque “tre vaschette e mezzo.”

Sospira “Oddio, Scully.”

“Sta zitto, Mulder.”

Continua…

   
 
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