Unfaithful
“Sai,
penso proprio che tu abbia sbagliato Cullen” mi disse,
appropriandosi della mia bocca.
“Infatti
ho scelto uno Hale” gli dissi io sorridendo, per poi
riprendere
possesso della sua lingua.
“Anche io.
Che stupidi che siamo stati nello scegliere gli Hale” mi
disse
sghignazzando.
Andammo
avanti così per più di dieci minuti, dandoci a
vicenda degli
stupidi, per aver sbagliato il partner per il futuro.
“Eppure
non ho mai avuto una visione di tutto ciò” gli
dissi, ansimando.
“Alice, è
ora che smetti di vivere secondo le tue visioni. Ti condizionano e
basta, prendi in mano la tua vita e fai ciò che ti
senti” mi disse
prendendomi dai fianchi e appoggiandomi al bancone della cucina.
Gli levai la
maglia e mi fermai ad osservarlo.
Quanti anni
erano che vivevamo insieme? Da quanto tempo questa passione
irrefrenabile mi spingeva sempre verso di lui? Perché lo
trovavo
così maledettamente bello?
Eppure nella
mia visione non c'era Emmett, c'era Jasper, senza dubbio.
Perché? Me
lo chiedevo ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.
Me lo
chiedevo quando sorridevo e scherzavo con mia sorella Rose,
me lo chiedevo quando Jasper mi baciava, me lo chiedevo quando Edward
mi mandava quegli sguardi indagatori e taglienti.
Eppure
una risposta non la trovavo, era semplicemente così da un
po', ma
quel giorno smisi di pensarci perché il mio cervello si
spense
quando i suoi pantaloni toccarono terra.
La
nostra passione si consumò, come sempre,
nel letto mio e di
Jasper.
Quella
sera Edward non mi rivolse la parola e punzecchiò
freddamente
Emmett, cercando di farlo sentire in colpa.
“Edward,
verresti con me?” gli chiesi, seria.
“Scusami,
sorellina, ma stavo giusto per andare a suonare, possiamo fare
un'altra volta?” mi disse lui, fintamente gentile.
“No”
gli dissi io, arrabbiata.
“Ragazzi,
che succede?” chiese Esme, preoccupata.
No,
lei non doveva preoccuparsi di nulla, solo io ed Emmett avremmo
dovuto pagare per quella situazione, ma così non stava
andando.
“Niente,
Esme. Stai tranquilla, è solo che la nostra Alice si sente
una
ribelle” disse Edward guardandomi negli occhi.
Lo
odiavo. Con tutta me stessa.
In
un attimo, nella mia mente, mi passarono varie immagini di tutte le
possibilità di infliggere una morte ad Edward, ma non lo
facevo per
sfidarlo, bensì perché mi veniva naturale.
Vidi
con la coda dell'occhio che Emmett ci teneva sotto controllo, infatti
i suoi muscoli erano contratti, pronti a scattare in caso di bisogno.
Amore
mio.
Un
pensiero, una paura, uno sguardo cattivo.
Il
pensiero era il mio e la paura anche. Paura di amare Emmett, paura di
mettere a repentaglio le relazioni della nostra cosiddetta famiglia,
paura di esporre Jasper ad un pericolo.
Lo
sguardo cattivo, invece, non mi apparteneva, però era
rivolto
unicamente a me.
Era
di Edward, quello sguardo. Gli facevo schifo, lo sentivo, come gli
faceva schifo Emmett, e non provava nemmeno a nasconderlo.
Sei un
maledetto stronzo, Edward Anthony Masen.
Pensai imbestialita.
Lui
mi sorrise e mi si avvicinò. Tutta la famiglia, ormai, ci
stava
guardando.
“Andiamo
sorellina” mi prese sottobraccio e mi accompagnò
fuori dalla
porta.
Corremmo
lontano, finché non fummo sicuri che loro non ci avrebbero
sentito.
“Edward!
Smettila, cazzo, smettila! Mi stai uccidendo, con i tuoi sguardi, con
le tue frecciatine, con il tuo silenzio! Penso di star pagando
abbastanza per quello che faccio, non puoi lasciarmi, anzi lasciarci,
stare? Alla fine, che centri tu?” chiesi io, quasi isterica.
“No,
secondo me non stai pagando abbastanza. Se così fosse,
smetteresti
di spogliare quello che tutti consideriamo come tuo fratello ogni
qualvolta ti è possibile farlo. Alice è
sbagliato! Te ne rendi
conto? Perché Emmett non lo capisce, anche se ci pensa
continuamente! Ma tu, cazzo Alice, tu lo puoi capire! Era Jasper
l'uomo della tua visione! Jasper, non Emmett! Emmett è di
Rosalie,
molto semplicemente” cercò di spiegarmi lui.
Avrei
voluto piangere, ma non mi era possibile. Edward se ne accorse e mi
abbracciò, proprio come un fratello.
“Vi
siete cacciati proprio in un bel guaio” mi disse stringendomi
forte.
“Edward,
io...Io non ci capisco più nulla! Non so che mi prende, ero
convinta
di amare Jasper, ma Emmett mi da delle emozioni veramente
intense”
gli dissi io, appoggiata alla sua spalla.
“Alice,
tra amore e passione c'è una bella differenza. Gli istinti,
non
hanno niente a che fare con l'amore” mi disse lui,
coccolandomi.
“Penso
tu abbia ragione. Edward, pensaci, siamo più umani di quanto
non
crediamo. Forse non è tutto perduto” gli dissi io,
sognante.
“Alice,
lasciamo stare questo discorso, sai come la penso” mi disse,
sciogliendo il nostro abbraccio.
Io
annuii, e ci avviammo verso la nostra casa.
Quella
serata finì così, con un Edward più
gentile e un Emmett pieno di
dubbi. E una Alice un po' più preoccupata.
Nei
giorni a venire, io ed Emmett ci scambiammo solo qualche bacio ed
ogni volta che assaporavo le sue labbra, mi tornavano in mente le
parole di Edward e trovavo un modo per eclissarmi.
“Alice,
che ti prende?” mi chiese un giorno, lontano dagli altri.
“Emm,
non lo so! No-non riesco più ad essere come prima! I sensi
di colpa
mi stanno divorando!” gli dissi, disperata.
“Alice...Ti
amo” mi disse guardandomi negli occhi.
Mi
sentii sprofondare.
Lui
si voltò e tornò dalla nostra famiglia, facendo
finta di niente,
senza poter mentire ad Edward.
Io
mi rannicchiai contro un albero, tenendomi la testa tra le braccia.
Mi
sentivo un essere spregevole, non riuscivo più a guardarmi
allo
specchio, non ero più andata in città, non avevo
più coltivato
nessuno dei miei hobby.
“Alice...”
mi disse una voce.
Alice.
Solo Alice. Jasper mi aveva chiamata solo Alice. Niente amore. Niente
tesoro. Solo Alice.
Alzai
lo sguardo e il disgusto per me stessa divenne insopportabile.
“Che
succede, Alice?” mi disse, con lo sguardo triste.
Mi
alzai e gli saltai in braccio.
Strinsi
le gambe contro il suo bacino e le braccia intorno al suo collo, lui,
di rimando, mi strinse forte a se.
“Ti
ho tradito Jasper. Ti ho tradito con Emmett” gli confessai
io, in
preda ad una disperazione assoluta.
“Lo
so, amore mio” mi disse inspirando.
Crollai
definitivamente.
Non
aveva fatto scenate, non aveva minacciato niente e nessuno, non mi
aveva lasciata.
Volevo
piangere, disperarmi per aver tradito mio marito.
Volevo
piangere, disperarmi perché lui lo sapeva e non aveva fatto
nulla.
Volevo
piangere, disperarmi perché la mia vita mi era sfuggita di
mano.
Non
so per quanto tempo rimasi avvinghiata a lui, so solo che per tutto
il tempo lui mi tenne stretta, diffondendomi quella sicurezza che
solo il tuo compagno sa darti.
E
lui era il mio.
Lo
avevo scelto quando era necessario.
Gli
avevo giurato amore eterno più di una volta.
Lo
avevo tradito.
Ma
lui rimaneva il mio compagno per la vita.
E
mio fratello aveva ragione, come sempre.
Dannato
Edward Cullen.
La
sera stessa feci l'amore con mio marito e scoprii che non c'era nulla
di più bello.
Anche
i miei istinti approvavano.
Presi
tempo, non sapevo come avrei potuto affrontare Emmett. Dovevo
dirglielo, dovevo fargli sapere che avevo scelto bene scegliendo
Jasper Hale, che io stessa ero una Cullen, perciò un altro
Cullen
non avrebbe fatto al caso mio.
I
miei desideri cambiarono in una notte. Tutto ad un tratto mi resi
conto di quanto contasse Jasper nella mia vita e di quanto io lo
avessi trascurato. Dopo quella notte, Jasper divenne un bisogno
costante, proprio come nei primi tempi, ed Emmett se ne accorse.
Un
giorno, infatti, mi prese da parte: aveva la faccia di un cane
bastonato.
“Alice,
mi puoi spiegare per favore? No, perché io non riesco a
capire.
Proprio per niente!” mi urlò. Ora era arrabbiato.
“Emmett,
io amo Jasper. L'ho sposato e lui è ufficialmente mio. Non
chiedo
più altro. Non ti sto dicendo che sei stato una distrazione,
bensì
mi hai chiarito le idee” gli dissi con il cuore in mano.
“Ah,
e come mai non dicevi questo quando mi levavi i vestiti?” mi
chiese
lui, furioso.
Rose,
da lontano ascoltava ogni parola.
“Io...Io
avevo bisogno di capire, Emmett!” gli dissi disperata.
“Brava,
brava! Così ti sei presa gioco di me! Ma brava, Alice! Sei
stata
un'attrice perfetta!” mi urlò ancora lui.
“No,
no, non ti volevo prendere in giro! Emmett te lo giuro!”
cercai di
spiegargli.
“Emmett,
lasciala stare” disse una voce profonda, di donna.
Emmett
si voltò e abbassò lo sguardo.
“Rose...”
provò a dire.
Lei
scosse la testa. Non voleva sapere nulla.
“Non
mi interessa niente, Emmett. Voglio solo che la lasci stare”
disse
lei, con voce ferma.
Emmett
si allontanò da me e io provai ad avvicinarmi a Rosalie.
“Rose...”
cercai di dirle, ma mi zittì.
“No,
Alice. L'ho detto, non mi interessa” mi disse guardandomi
negli
occhi.
“Si,
ho capito. Volevo dirti che mi dispiace aver tradito la tua fiducia,
soprattutto perché sei mia sorella”
le dissi, per poi
tornare da mio marito.
Emmett
sparì, non seppi mai dove finì, per tornare dopo
decenni.
Aveva
capito che una vita senza Rosalie era inutile.
Mi
fece pena, al suo ritorno.
Alla
fine lui aveva pagato a caro prezzo il suo amore per me e si era
accorto troppo tardi per cosa valeva la pena vivere.
“Ti
amo, Jazz” gli dissi, per caso.
“Anche
io, follettina mia” e mi baciò.
Allora???
Non so che mi prende! Eppure sentivo il bisogno di scrivere un'altra
fic di questo tipo. Voglio cimentarmi con le coppie impossibili, mi
era venuto il pallino di una Jasper/Bella, ma vedremo^^
Beh,
ad ogni modo, mi dite che ne pensate? Alla fine, nelle mie storie,
vincono sempre le coppie “normali”, ma non
è detto che sia la
regola.
Un
bacioneeee!
Erika
<3