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Autore: Arsax    27/01/2018    0 recensioni
Sequel di "The Bloody and Dark Princess"
Non potevo credere di averlo fatto. Non ci riuscivo. Non volevo. Sapevo di essere un mostro e le mie mani erano sporche del sangue di diverse persone già a venticinque anni, ma mai avrei pensato che la mia prossima vittima sarebbe stata lei.
Mi guardava con quegli occhi azzurri, sbarrati dalla sorpresa tanto quanto i miei. Volevo poter tornare indietro nel tempo e non compiere quel gesto, per impedire che si arrivasse a quel punto.
Avevo già perso la donna più importante della mia vita a soli sei anni e non volevo perdere anche lei.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 19


Il giorno dopo fui svegliato all'alba da Dimitri, che mi tirò letteralmente giù dal letto. La sua espressione era tutt'altro che rassicurante.
-Wilhelm si è presentato al castello e ordina di restituirgli la principessa o attaccherà senza tregua.
Sbarrai gli occhi a quella notizia, ma lo guardai incredulo. Noi non avevamo preso in ostaggio Serena!
-Cosa?- domandai, iniziando a vestirmi in fretta e furia.
-Afferma che Serena non è tornata al castello ieri sera. Sono in procinto di attaccarci.- spiegò velocemente, lanciandomi gli abiti e le armi.
-Io ho visto Serena uscire con le proprie gambe dalla sala delle udienze.
-E dal castello? L'hai vista uscire dal castello, Stefan?
Entrambi capimmo. Qualcuno dei miei parenti l'aveva fatta sparire e un'idea su chi fosse il colpevole ce l'avevamo già.
-Corri a coordinare le truppe. Io ti raggiungo il prima possibile.- dissi velocemente, per poi uscire dalla camera.
Corsi come una furia per i corridoi del castello, fino a quando non trovai Lucian in uno dei salotti del castello, seduto comodamente sul divano con Octavian.
-Che cos'hai fatto a Serena?!- ringhiai furente, avanzando verso di lui a passo di carica.
Lucian indietreggiò ringhiando a sua volta. Se non ci fosse stato Octavian, gli avrei staccato la testa a morsi.
-Non le ho fatto niente!
-Sporco bugiardo! Perché Wilhelm ci sta attaccando e reclama a gran voce di riavere Serena?!- urlai prendendolo per la camicia e strattonandolo.
-Lasciami! Se Wilhelm si perde la principessa, non è colpa mia!
-Se scopro che le hai torto anche un solo capello, ti ammazzo con le mie mani. Per colpa tua molti dei nostri uomini periranno oggi.- ringhiai rabbioso.
-Cosa intendi dire?- domandò sprezzante.
-Serena ci aveva concesso una tregua di una settimana!
Octavian sbiancò, ma Lucian continuò a ringhiare rabbioso. Lo lasciai malamente e corsi immediatamente alle celle del castello, per constatare con i miei occhi che non fosse lì. Le celle erano vuote e addirittura non c'era nessuna guardia all'entrata.
Provai a cercare qualche indizio nella camera di Lucian. Se aveva fatto del male a Serena, avrei trovato qualche indizio lì, ma la sua camera era immacolata. Emisi un verso di rabbia e interrogai furente ogni domestico o guardia che mi si parasse davanti e questi, bianchi come cenci per la paura, rispondevano che non avevano visto Serena dalla sera prima, quando era entrata nel castello per unirsi alla riunione del Consiglio.
Qualcuno sapeva, ma non quei domestici o quelle guardie. Ero convinto che fosse difficile non aver visto Serena lasciare il castello. Che nessuno fosse passato di lì in quel periodo di tempo? Perché?
Rabbioso raggiunsi Dimitri fuori dal castello, che guardava la scena davanti a sé con impassibilità, ma vidi che nei suoi occhi c'era una punta di nervosismo.
-Wilhelm vorrebbe conferire con te in privato. Solo tu e lui, niente guardie.
Annuii deciso e avanzai in mezzo all'esercito, addentrandomi nella foresta. Vidi Wilhelm fare altrettanto e la sua espressione mi lasciò sorpreso. Non l'avevo mai visto così rabbioso e determinato. Me lo ricordavo come un vampiro amichevole e docile, ma in quel momento sembrava poter veramente uccidere qualcuno a mani nude.
-Ho bisogno di parlarti. Puoi portare una sola persona con te.- disse duramente.
Feci un cenno a Dimitri che mi raggiunse e pochi attimi dopo anche Erica si unì. Era in tenuta da battaglia esattamente come gli altri e aveva uno sguardo di fuoco. Dimitri la guardò con rimpianto, ma non disse o fece nulla.
Ci allontanammo dagli eserciti, immergendoci nel folto della foresta e quando fummo abbastanza distanti, Wilhelm si decise a parlare.
-Dov'è Serena?- sussurrò duramente.
-Non lo so. La stiamo cercando anche noi. Temo che Lucian l'abbia... presa in ostaggio.- risposi dopo un istante di esitazione.
Non potevo neanche solo pensare di dire che forse era morta, quindi non riuscivo nemmeno a dirlo ad alta voce.
-Basta menzogne. Dov'è Serena? Se ci consegnerete la principessa, non vi attaccheremo.
-Ti ho detto che non lo so. Ieri l'ho vista uscire dalla sala delle udienze con le proprie gambe e oggi sono andato a controllare di persona le celle, ma sono vuote.- risposi deciso.
-Piantala di mentire! Non hai fatto altro che mentire a Serena, a Erica, a me! Dimmi dov'è Serena e facciamola finita!- urlò prendendomi per la camicia e ringhiando come una furia.
Dimitri provò a intervenire, ma Erica l'aveva già bloccato, frapponendosi fra noi e lui.
-Io non ho mai mentito! Basta darmi del bugiardo! Non so dove diavolo sia finita Serena, ma per quanto ne so potrebbe essere...- la voce mi mancò e spinsi Wilhelm lontano da me.
-Morta? È questo che stavi per dire?
-Sì. Io non ho saputo...
-Basta. Preparatevi alla battaglia.- mi interruppe lapidario, ritornando dal suo esercito.
-Wilhelm!
Non si girò, continuando ad avanzare a passo di carica verso il fronte. Io e Dimitri facemmo altrettanto e quando entrambi gli eserciti furono pronti, iniziò una furiosa battaglia.

Al tramonto la battaglia cessò e subimmo numerose perdite. I feriti erano altrettanto numerosi e Dimitri e io davano ordini a destra a e manca. Se fossimo andati avanti in quel modo, ci avrebbero sconfitti in due settimane, tre se eravamo fortunati.
Eravamo riuniti nel mio studio, entrambi esausti per quella giornata così intensa. Adrian ci aveva portato un paio di vassoi colmi di cibo, ma nessuno dei due aveva fame.
-Non so più dove sbattere la testa. Siamo troppo pochi e male organizzati per riuscire a vincere. Serena ha fatto un ottimo lavoro col generale Sadoveanu, non c'è che dire.- disse Dimitri pensieroso.
-Adrian, hai notizie di Serena?- domandai.
-No. Ho chiesto in giro, ma nessuno sa dove si trovi.- rispose buttando un ciocco di legno nel camino.
Sospirai massaggiandomi le tempie. Ero esausto, ma non sarei riuscito a dormire fino a quando non avessi ritrovato Serena.
-Stefan, ho bisogno che tu mi dica esattamente cos'è successo ieri sera.- esordì Dimitri.
Gli raccontai tutto per filo e per segno, senza tralasciare alcun dettaglio. Quando terminai, Dimitri si alzò e ci condusse nella sala delle udienze per fare il percorso che avrebbe dovuto fare Serena. In un angolo di uno dei numerosi corridoi, scorse la piega di un tappeto e sotto ci trovò una piccola boccetta con del liquido verdognolo dentro. L'annusò e poi mi guardò pensieroso.
-E' un intruglio medicamentoso. Serena ce l'aveva ieri e non penso che sia così sbadata da perderlo, soprattutto in un momento simile.
-Qualcuno l'ha presa che era ancora viva, ma non ci aiuta. Non sappiamo ancora dove si trovi.- risposi leggermente stizzito.
-Adrian, te la senti di perdere qualche ora di sonno stanotte?- domandò Dimitri.
-Questo e altro per il principe.
-Andiamo a indagare un po'. Tu cerca di riposare in vista di domani e anche per non intralciarci. Se scopriamo qualcosa, te lo faccio sapere subito.- spiegò, prima di andarsene assieme ad Adrian.
Sbuffai stizzito e tornai in camera mia, osservando quella boccetta. Era un comunissimo intruglio che avevo bevuto numerose volte anche io e sapevo che Serena era sbadata, ma non fino a quel punto. Era stata presa con la forza e portata chissà dove a subire chissà cosa e la mia ansia non fece che crescere.

Passarono tre giorni, nei quali notai parecchie cose. I miei parenti erano un po' troppo in fermento e qualcuna delle guardie mi osservava colpevole. A quegli sguardi, avrei voluto urlare loro in faccia di dirmi cosa ne avevano fatto di Serena, ma Dimitri mi aveva ripetuto più e più volte di non muovere un dito. Se avessero pensato che avevo anche solo il minimo sospetto, non avrebbero parlato con Dimitri o Adrian e non avremmo scoperto dove si trovava Serena.
Si era appena conclusa l'ennesima battaglia ed eravamo riuniti nel mio studio per studiare una strategia per il giorno seguente, quando una giovane guardia di quindici o sedici anni entrò. Aveva lo sguardo basso e colpevole e aveva la faccia rossa dalla vergogna.
-Cosa c'è? Sono molto occupato al momento.- dissi bruscamente e quel ragazzo divenne ancora più rosso.
-C-chiedo scusa p-per l'interruzione, m-ma è im-importante.- balbettò a voce talmente bassa che faticai a capirlo.
-Di che cosa si tratta?
-D-della p-principessa.
A quelle parole lo guardammo a occhi sbarrati. Sapeva qualcosa? Certo che sì.
Mi alzai di scatto e vidi la giovane guardia trasalire, ma non m'importava nulla. Mi avvicinai velocemente, ma Dimitri mi trattenne per un braccio.
-Che vuoi, Dimitri?!- sbottai malamente.
-Lo stai spaventando. Se è qui da solo, vuol dire che vuole aiutarci. Come ti chiami, ragazzo?
-Flaviu.- rispose timidamente.
-Molto bene, Flaviu, raccontaci ciò che sai.
-E' nelle segrete. Lucian l'ha sbattuta lì quando è venuta al castello per la riunione del Consiglio e... sta male, principe Stefan. Ha bisogno di voi, non si muove da un paio di giorni nonostante l'abbia medicata e...
-Come?- domandai sbigottito.
Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Quella confessione non mi lasciò stupido, ma non credevo che quella guardia sarebbe venuto a dircelo e che soprattutto l'avrebbe medicata. Era impossibile però che fosse in una delle celle, perché avevo controllato ogni centimetro di quelle piccole stanze.
-Non è vero, stai mentendo. Io e il generale Petrescu abbiamo controllato ogni cella palmo a palmo e non c'era traccia della principessa.- risposi iniziando a infuriarmi.
-Non le conoscete. Nessuno sapeva dell'esistenza di quelle celle, tranne Lucian. È stato lui a condurre lì la principessa.- spiegò più sicuro di quando era entrato. -Vi ci posso accompagnare.
-Dimitri, Adrian, riunite i membri più anziani nella sala delle udienze. Ci vediamo lì fra qualche minuto. Tu fammi strada e spero per te che non sia uno scherzo.
-Però dovete portare del sangue con voi.- disse Flaviu serio.
Presi la bottiglia di sangue che avevo sulla scrivania e seguii Flaviu fino alle celle. Andò verso la fine del corridoio e premendo un mattone, la parete scivolò di lato mostrando un altro gruppo di celle.
“Lucian ha più di duecento anni, quindi non mi sorprende che conosca ogni anfratto e passaggio di questo castello.” pensai.
Flaviu mi indicò la cella e sbiancai quando la vidi. Serena era sdraiata al centro della cella e se non fosse stato per i deboli movimenti del petto, l'avrei creduta morta. Flaviu mi aprì la porta e mi inginocchiai accanto a lei per vedere in che condizioni si trovava. Era piena di lividi e ferite lievi, segno che Lucian l'aveva malmenata a lungo, il suo viso era più bianco del solito e le labbra erano esangui.
-Serena.- provai a chiamarla mentre la stringevo fra le mie braccia. -Da quanto tempo si trova in questo stato?
-Tre giorni.
-Perché non sei venuto prima?- ringhiai stappando il tappo della bottiglia con i denti.
-Avevo paura... ero convinto che Lucian ve l'avesse detto e...
-Ne discutiamo dopo.- sbottai accostando la bottiglia alle labbra di Serena.
Vidi un movimento impercettibile e in un attimo si attaccò alla bottiglia con foga, bevendo in poche sorsate tutto il contenuto. Quel sangue non bastava.
Mi scoprii il polso e me lo morsi per far uscire un po' di sangue. Quando lo accostai alle labbra di Serena, mi morse senza indugiare oltre e man mano che beveva aprì gli occhi. Mi staccai da lei dopo qualche minuto, iniziando a fasciarmi il polso alla buona.
Mi osservò a lungo, confusa e spaesata, ma io ero sollevato dal sapere che stava meglio. Avevo temuto di non rivedere più i suoi meravigliosi occhi. Allungò lentamente una mano verso di me e mi accarezzò la guancia.
-Stefan? Sei davvero tu?- sussurrò.
-Sì, sono io. Stai meglio?- domandai sorridendole sollevato e la vidi annuire. -Se non ti avessi tolta in tempo, mi avresti prosciugato.- aggiunsi ridacchiando.
-Io ho... bevuto il tuo sangue?- domandò sorpresa.
-Era la maniera più veloce, dato che ti sei scolata tutta la bottiglia.
Avevo il fiato corto, come se avessi appena fatto una corsa, ma sapevo che era l'effetto di un morso troppo prolungato.
-Come hai fatto a trovarmi?
-Mi ha portato qui la guardia carceraria, dicendomi ciò che ti hanno fatto. Me la pagheranno cara.- risposi infuriato.
-Flaviu?- lo chiamò.
-Sono qui, principessa. Ho pensato a ciò che mi avete detto e avevate ragione su tutto e poi ero preoccupato. Avete passato tre giorni a dormire e a delirare.
Vidi la mia principessa sorridere a quel ragazzino e gli fece una breve carezza sulla testa.
-Sei un bravo ragazzo. Stefan, se non risparmi questo ragazzo, ti trapasso da parte a parte col mio paletto.- mi minacciò facendomi ridacchiare.
-Solo perché è venuto a dirmi tutto.- le risposi sorridendole. -Ma ora ho un conto in sospeso con mio zio Lucian.
Non mi sarei fatto scrupoli. Avrei ucciso lui e chiunque fosse coinvolto in quella congiura. Aveva osato toccare Serena, la mia principessa, e non poteva calcare questa Terra un giorno di più.
-Fermo lì.- ordino prima che riuscissi a muovere un solo passo fuori dalla cella.
Con gambe tremanti si alzò in piedi e mi guardò con fermezza.
-Non posso lasciarti andare da solo a uccidere quel bastardo.
-Non ti reggi in piedi a pretendi di scontrarti con lui?- chiesi sarcastico.
-Sto riprendendo le forze man mano che il tempo passa e grazie alle cure costanti di Flaviu, la ferita sul petto va molto meglio. Ho un conto in sospeso con lui.- rispose decisa.
-Be', anche io ho un conto in sospeso contro di lui.- ribattei.
-Io non ti lascio andare da solo.
Dal suo sguardo sembrava sinceramente preoccupata. Era intenzionata a non lasciarmi andare da solo e anche se avessi cercato di dissuaderla, mi avrebbe seguito comunque.
-Andiamo.- sbuffai.
Annuì decisa e mosse incerta i primi passi dopo giorni di prigionia e io e Flaviu fummo obbligati ad aiutarla.
-Flaviu, ho bisogno delle mie armi.- disse e questo corse a recuperarle.
Tutti e tre ci dirigemmo verso la sala delle udienze. Serena riacquistava forza e velocità man mano che il tempo passava e ciò mi fece tirare nuovamente un sospiro di sollievo.
Come avevo ordinato, i membri più anziani della mia famiglia erano presenti e quando videro me e Serena arrivare insieme, restarono a bocca aperta dalla sorpresa. Anche Lucian aveva la medesima espressione, ma fu presto sostituita dall'ira più cieca.
-Tu! Razza di traditore!- urlò contro Flaviu, avanzando a passo di carica verso di lui.
Io e Serena ci frapponemmo tra Flaviu e Lucian, riservando a quest'ultimo un'occhiata rabbiosa.
-Il traditore non è lui, ma tu. Hai fatto arrestare la principessa Serena senza informarmi, facendo di testa tua. Assieme agli altri vampiri qui presenti, volevate obbligarmi a distruggere la principessa dopo il nostro matrimonio. È una cosa che non posso perdonare.- risposi duramente.
Come se non avessimo fatto altro nella vita, io e Serena scattammo all'unisono in direzione di Lucian. Il gesto che aveva compiuto nei confronti di Serena, era uno dei reati più gravi. Non ci sarebbe stato un processo, ma solo la distruzione immediata.
Lucian era pronto ed estrasse il paletto dalla cintura iniziando a combattere come una furia. Serena non era ancora nel pieno delle proprie forze e faticò moltissimo. Con un calcio, Lucian la fece rotolare lontano da noi e quel gesto mi provocò ulteriore rabbia, ma ero in svantaggio. Il sangue che avevo donato a Serena e gli anni di esperienza che aveva lui giocavano a suo favore, ma non mi sarei fatto distruggere da quel bastardo.
Erano anni che desideravo trapassarlo col mio paletto. Erano anni che desideravo ribellarmi. Erano anni che desideravo vederlo in una bara. Quel momento era finalmente arrivato. Non mi sarei mai più fatto mettere i piedi in testa da nessuno e gli unici ordini che avrei ricevuto e ai quali avrei ubbidito, sarebbero stati quelli della mia principessa.
Lucian mi dette una gomitata in faccia che mi fece perdere l'equilibrio e approfittò di quella distrazione per farmi cadere in ginocchio con un colpo secco.
-Saluta mio fratello da parte mia.- disse Lucian con lo sguardo spiritato.
Vidi Serena alzarsi di scatto e correre come una disperata tenendo in pugno uno dei suoi kindjal. Il paletto di Lucian calava troppo veloce e io ero troppo lento per evitarlo, ma Serena fu più veloce. Con un movimento preciso, gli amputò il braccio e Lucian iniziò a gridare dallo sgomento e dal dolore. Nei suoi occhi non vidi più strafottenza, superiorità e cattiveria, ma solo terrore puro. La sua ora era giunta e lui ne era pienamente consapevole.
-E' tutto tuo.- disse Serena.
Serena si era voluta riprendere il braccio che l'aveva malmenata duramente e mi aveva lasciato il resto. Strinsi il paletto e lo piantai nel cuore di Lucian, che cadde a terra con un tonfo che rimbombò in tutta la sala.
Era finita. Era finalmente finita.
  
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