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Autore: TheManiae    31/01/2018    3 recensioni
Dicono che ogni rosa ha le sue spine.
Ebbene, questo è il tragico finale di una spina che ha tentato di difendere la sua rosa.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il colpo arrivò da dietro, all'improvviso. Una lama, sporca del suo sangue, spunta dal petto.
Viene gettato a terra, sul pavimento di pietra di Lost Izalith. Grida di rabbia, mentre l'ultima cosa che vede prima di svanire è quel dannato cavaliere salire le scale, verso il luogo di riposo della Grande Strega.





Quando riapre gli occhi si ritrova davanti a quel falò. Di nuovo.
Guidato per la prima volta dalla paura, afferra l'occhio rosso e pronuncia le blasfeme parole per attivarlo. Nulla. L'artefatto è inerme tra le sue dita. 
E' troppo tardi. L'ha raggiunta.

«No!» urla con voce roca, disperata, gettando la sfera contro la parete, mandandola in frantumi. Cade a terra, cominciando a colpire il terreno, gridando per il suo fallimento. 

E' stato tutto inutile. Tutti quegli anni a raccogliere Umanità, invadendo migliaia di "Prescelti", a combattere ogni giorno contro poveri innocenti il cui unico peccato è stato stare tra lui e il suo obiettivo. Tutto è stato vano. 
Si sdraia a terra, schiena contro il muro, e la guarda.
Pallida, magra come uno scheletro. I capelli bianchi e malaticci cadono lungo i seni, mentre il volto, stremato dalla malattia, è spento in un sonno sereno. Almeno non l'ha svegliata.
Una figura ricurva si muove nella coda dell'occhio, e d'istinto Kirk stringe i pugni spinati. 

«Vedo che non hai portato nessuna umanità per la Nobile Signora» esclama seccato quel verme strisciante. «Razza di inetto!»

Scatta come un felino, accecato dalla rabbia. Afferra l'impestato per il collo sottile e lo schiaccia contro il muro, spiaccicando alcune delle uova che porta sulla schiena deforme. 

«Tutto questo è colpa tua!» gli urla contro, estraendo la spada spinata e poggiandola sulla giugulare. 

«No, ti prego! Ti prego!» grida il codardo, agitando le braccia e cominciando a piangere disperato, causando solo altro disgusto nel Cavaliere di Spine.

Vorrebbe farlo. Ogni parte del suo corpo distrutto vorrebbe sporcare l'intera stanza del sangue di quel bastardo, bearsi delle sue urla mentre lo fa a pezzi con lentezza. Purtroppo non può, gli serve .
Rinfodera la spada, e l'uomo-larva sospira sollevato. Il suo volto però diventa una maschera di dolore quando Kirk preme il pugno contro il suo petto, trafiggendone la carne con le spine.

«Ascoltami bene Eingyi» ordina, aumentando la pressione sul petto del verme, che piange e annuisce in silenzio. «Farai qualsiasi cosa per tenerla al sicuro, anche se ciò ti costerà la vita.»

«Lo farò lo farò!» urla dolorante, mentre il sangue giallastro e pieno di pus comincia a sporcare il pavimento. Ma Kirk non è convinto. 

«Sappi questo. Se non ti prenderai cura di lei, se non la proteggerai con la tua vista stessa, non importa in quale luogo o tempo sarai, io ti troverò e ti farò pentire di non essere morto oggi. Chiaro?» 

Il verme annuisce spaventato, e Kirk lo vede. Nei suoi occhi, l'inconfondibile obbedienza nella paura. Lo getta a terra, ed Eingyi comincia subito a strisciare via da lui, nell'altra stanza del rifugio.

«Kirk...»

Nel sentire quella voce chiamarlo il cavaliere sente un peso terrificante nel petto. Nonostante tutti gli anni ormai trascorsi, quella voce sofferente e distrutta dalla malattia resta una pugnalata al cuore per lui. 
Lo sta fissando. O meglio, guarda nella sua direzione, mentre gli occhi vitrei e ciechi lo cercano, anche se sono ormai secoli che non lo può vedere. 

Si avvicina, toccandole una mano con delicatezza. Le sue dita pallide, in contrasto con l'imponente l'armatura nera, somigliano a sottili e fragili ossa. «Sono qui.»

Nel sentirlo lei sorride, ma lui lo vede. E' un sorriso forzato, che a stento nasconde il terrificante dolore che la strega sta sopportando.
 
«Kirk... stai bene...?» 

«Io...» Sta per rispondere, ma in pochi attimi il volto della strega si deforma in un'espressione di sofferenza pura.

«Le uova...» lamenta, piegandosi in due dal dolore. «Si stanno muovendo...»

Il Cavaliere di Spine la osserva pieno d'orrore. Sa che non può fare niente per aiutarla. 
Eccetto una cosa.
Kirk stringe la mano destra, che si ricopre improvvisamente di un'aura sanguinea. La poggia sul proprio petto e stringe. Lancia un lamento, cadendo in ginocchio, ma non si ferma, e continua a stringere.
Un dolore atroce gli invade il petto, mentre sembra che si stia strappando la vita stessa. E in un certo senso è così. 
Lancia un grido, e finalmente toglie la mano. Qualcosa di nero brilla tra le sue dita. 
Un'improvvisa debolezza lo afferra, impedendogli di alzarsi. Striscia accanto alla sua Signora, porgendole la propria Umanità.
La fatina nera danza sul suo polso per qualche momento, prima di levitare verso la ragazza e sparendo nel suo petto. Il pianto e i lamenti cessano di colpo, sostituiti da respiri stanchi ma sicuri. 

«Grazie...» mormora la strega tra le lacrime. Non si è accorta di cosa è appena successo.

Kirk è a terra, completamente privo di energie. Il vuoto dentro di lui è devastante, e la corruzione dell'Occhio Rosso ormai l'ha consumato troppo in profondità. Sta per morire.

«Kirk...?»

Si stacca l'elmo, gettandolo da una parte. E' un bene che l'unica persona che ami non possa vedere il suo volto devastato. Con uno sforzo inumano, si alza in piedi, accarezzandole il viso con la mano.

«Scusami...» le sussurra prima di baciarla sulla fronte, come facevano tanti anni fa, prima del disastro.

Si allontana, trascinandosi a ogni passo. Piange in silenzio, mentre ignora la strega che lo chiama disperata, ancora e ancora. Quando non riesce più a camminare, striscia, accasciandosi infine a un muro.
Sente che sta svanendo. La vista comincia a diventare sfocata, sempre di più. 
Prima che cada nell'oscurità però, un ultimo raggio di luce illumina Lei, prima che tutto questo accadesse. Lunghi capelli marrone chiaro, che incorniciano un viso gioioso e sereno, con occhi di un verde talmente acceso da sembrare smeraldi. 
Un sorriso gli increspa le labbra, un ultima volta. 
E infine, in un ultimo atto di gentilezza alla sua unica famiglia, Il Cavaliere di Spine sparisce da questo mondo, per sempre. 







 
-La Follia mi scorre nelle vene-
 
   
 
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