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Autore: Luca98    06/02/2018    0 recensioni
Il protagonista della storia è un Boss della malavita napoletana. Ha tutto: donne, potere e denaro ma per lui questo tutto vale niente e decide di cambiare il suo destino.
La nascita di un amore, storie di sangue e un finale a sorpresa.
E' la mia prima storia.. quindi trattatemi bene haha :) buona lettura E COMMENTATE!!! NEL BENE O NEL MALE
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ALLA RICERCA

DELLA


LIBERTA’

 



La mia vita non è cosi facile.

Ho fatto una scelta e ne pago le conseguenze ogni giorno. Essere un criminale ti darà anche il potere e il denaro ma certo non mi rende una persona libera, una persona come tutte le altre.

Una vita di eccessi.. droga, puttane e omicidi, sempre se posso definirla vita.

Ho 19 anni, ma mi sembra di averne 40.

 

 

Ma partiamo dall’inizio

  1. Chi song ij (chi sono io?)

 

Sono nato nei famosi quartieri spagnoli di Napoli, tra arte e malavita, tra il rumore di quel meraviglioso mare e il rumore dei colpi di pistola, sono nato nella città più bella e difficile.

Mio padre aveva costruito un impero, era un grande boss. Non lo vedevo con ammirazione, parliamoci chiaro, eppure aveva tutto il mio rispetto. Da bambino era costretto a rubare il pane al mercato per dare da mangiare alla sua famiglia, e solo qualche anno più tardi avrebbe potuto comprare la città per quanti soldi aveva guadagnato.

Mio padre, se lo vedevi da lontano, sembrava tutto tranne che un camorrista. Aveva la faccia d’angelo ma le ali del diavolo ben nascoste, e questo lo aiutò nell’impresa di farsi amici tutti, i buoni e i cattivi, i poveri e i potenti, e sei vuoi fare il criminale è fondamentale.

Mia madre, invece, era una santa. A quarant'anni aveva già partorito sei volte… mi sa che non avevano la televisione a casa e si annoiavano.

Io ero il primo figlio e portavo il nome di mio nonno, anche se nessuno mi chiamava mai col suo nome. A Napoli ti assegnano un soprannome e sei costretto a sentirti chiamare sempre in quel modo. C’era chi si chiamava mazz e ferr (mazza di ferro), immagino per le proprie doti sessuali. E c’era chi invece si chiamava “    ucchj stuort” (occhi storti) o Giuvann man mort (Giovanni mano morta), per la sua ossessione per i culi delle ragazze.

Il mio soprannome era “ l’inglesin” o lord senza cor (l’inglesino o il lord senza cuore), Questo soprannome era dovuto al mio modo di vestire e alla mia capacità di non far trasparire alcuna emozione e alcun dolore.

Per quanto riguarda il mio modo di vestire, mi ispiravo al mio mito.. Colin Firth e a tutti i grandi mafiosi italo americani. Amavo indossare lunghe giacche, eleganti mocassini, guanti della migliore qualità e, molto spesso, un cappello alla Rino Gaetano.

Per quanto riguarda “o cor” (il cuore), il discorso era molto più complicato. 

Ho 19 anni e quello che devo fare e quello che ho subito, forse nessun diciannovenne l’ha subito.

 

 

(2) Mo cummann ij (ora comando io)

 

Esattamente quattro mesi fa i miei genitori sono stati ammazzati, il grande boss era morto.

Un colpo alla testa di mio padre, un colpo alla testa di mia madre, e un colpo al nostro impero criminale. 

Era il mio turno.

A soli 19 anni sono diventato il nuovo boss della città.

Per prima cosa feci trovare gli assassini dei miei genitori, li torturai e li feci uccidere. Vendetta era servita. Una vendetta più da parte del popolo che da parte mia.

Tutti mi rispettavano, anzi, tutti mi temevano.

Avevo un barba di soldi e cominciai a spenderli senza fine. Comprai una Lamborghini,

due motociclette, 2 case e ogni sera ragazze da tutto il mondo.

Avevo tutto, ma dentro mi sentivo cosi vuoto.

Entrai in depressione e quel mese fu tremendo, per tutti!

Cominciai a chiedere il pizzo a tutti i locali della zona, a uccidere chiunque mi dicesse di 

no e a vendere droga anche ai ragazzini.

Sfogavo la mia frustrazione sulla gente e questa cosa mi faceva ancora più male.

Ora avevano tutti paura di me, anche i miei fratelli e i miei amici.

Ma cosa mi mancava? Questa domanda mi distruggeva ogni notte.

Denaro, potere e donne non servivano a nulla.

Cacciai tutti di casa, avevo bisogno di tranquillità, e di un buon piano per cambiare la mia 

vita. Stavo impazzendo, forse già lo ero, ma qualcosa stava per cambiare.

 

 

(3) O’ cambiament (il cambiamento)

 

Mi ero arreso ed ero tornato alla mia vita orribile.

Anche quella sera sarei dovuto stare con qualche ragazza squillo scelta dai miei

scagnozzi, ma per puro caso si dimenticarono di prendere i profilattici (sai quante malattie 

senza..). Non so per quale motivo non ero mai andati a comprarli io, ma li facevo prendere

sempre ai ragazzi. Scesi dal portone e chiesi ai ragazzi di lasciarmi solo, volevo essere 

libero per un’istante e vivere almeno un momento come ogni ragazzo normale.

Andai nella farmacia di Via Roma, e passeggiando continuavo a pensare alla mia vita. 

Non potevo vivere in questo interno per sempre, e quelle ali da diavolo dovevano cadere 

e appena varcai l’ingresso della farmacia, quelle ali per un attimo caddero.

Dietro al bancone, una ragazza, che con il suo sorriso illuminava tutta la farmacia. I capelli 

lunghi e castani gli scivolavano lungo il camice e i suoi occhi color nocciola emanavano 

un'incredibile gioia attorno a lei. 

C’erano due persone davanti a me, e io tremavo e sudavo.

Il grande e potente boss del quartiere, che non aveva paura di ammazzare persone 

Innocenti tremava dinanzi a una ragazza. Più mi avvicinavo e più avevo paura, sentivo la 

sua voce. Quella voce mi trasportò per un attimo nel passato, quando con mamma anda

vo sugli scogli di Mergellina e insieme ascoltavamo il rumore delle onde, quella voce era

magica come il mare di Napoli.

Mancava solo una persona, prima che arrivasse il mio turno. Pensai bene a cosa dire.. “facc o spavald, maro mo che c ric, mic c pozzo chier’r nu preservativ”

Questo era quello che pensavo. In poche parole, ero fregato.

“Il prossimo.. salve, di cosa ha bisogno?” (senza alzare lo sguardo)

Cominciai a balbettare, non sapevo cosa dire e allora pensai alle tecniche di rimorchio del 

mio amico “Danielin o scem”.

“Salve, Sei così bella che sposerei tuo fratello solo per entrare nella tua famiglia.” 

La giovane dottoressa alzò lo sguardo con un mezzo sorrisetto (forse perché abituata agli

abbordaggi), ma appena mi vide in faccia divenne bianca come un fantasma.

La mia fama mi precedeva e bastò uno sguardo per capire chi fossi.

Cominciò lei a tremare e mi chiese di nuovo “avete bisogno di qualcosa?”

Le risposi, in maniera un pochino più decisa, “ho bisogno di te”.

Me ne andai lasciandola di sasso.

Tornai a casa e tremavo, tremavo dalla gioia. Per la prima volta mi sentii libero, e avevo 

Cosa mi mancava. Mi mancava la libertà, e quella libertà era LEI.

Arrivarono le escort, ma io non le pensai minimamente e le mandai a casa dei miei amici.

Pensai tutta la notte ad un piano per conquistare quella ragazza.

“Come può una ragazza come lei ad interessarsi ad uno come me?”

Vestivo bene, certo, ma a malapena sapevo scrivere e parlare. Non ero un ragazzo istruito 

e non potevo certo presentarmi a lei come boss con la licenza elementare.

Avevo tutti i soldi del mondo, e questi soldi potevano farmi comodo per il piano.

Mi chiusi in casa un mese.. presi un professore di italiano, uno di matematica e un profes

sore di musica. 

Per un mese intero studiai duramente solo per uno scopo, avere il suo cuore.

Non era il mio destino solo che cambiava, ero io.

Mi stavo creando una seconda possibilità.

 

 

(4) A’ dichiarazion (La dichiarazione)

 

UN MESE DOPO

 

Feci mettere mille rose all’esterno della farmacia con un bigliettino anonimo.

“Per la ragazza più luminosa di questo universo,

ti aspetto alle 20:00 all’ingresso del Castel dell’ovo..

Il  Principe misterioso.”

 

 

Ore 20:00

 

Mi vestii elegantissimo e le presi una collana, un paio di orecchini e un anello con un 

diamante, ero pronto per conquistarla.

Era tutto perfetto..  c’era il mare, la luna e migliaia di stelle.

L’unico problema è che mancava lei…

Aspettai trenta minuti, poi un’ora, poi due ore.. non sarebbe mai venuta.

Mi addormentai sugli scogli adiacenti il castello e piansi tutta la notte. Per la prima volta in 

19 anni piansi. 

 

Mi svegliai il mattino seguente, stanco ma indistruttibile. La mia testa era stanca, ma il 

mio cuore era vivo più che mai. Per una settimana intera mandai mille rose, ogni sera, e 

ogni sera aspettavo fuori al castello.

 

Dopo sette giorni, finalmente lei arrivò.

Era meravigliosa, di una bellezza sconvolgente.

La portai sulla terrazza di uno dei più importanti hotel di Napoli, e mangiammo li, sotto le

stelle e davanti al mare.

Le chiesi perché ci mise cosi tanto?

Lei prima mi guardò stranita, per il mio modo di parlare. Ero una persona totalmente diver

sa e lei lo notava.

Rispose che fu il padre ad impedirle di venire ogni sera e che anche quella sera venne di 

nascosto senza il suo permesso.

Disse che non aveva fatto altro che pensarmi ma fece subito un premessa.. 

“Ci possiamo frequentare, a patto che smetti di fare quello che fai.”

Io le risposi di si, ovviamente non era cosi facile. Le chiesi il suo nome e di raccontarmi di 

Lei. Si chiamava Claudia e faceva parte di una famiglia della Napoli bene.

Parlammo tutta la serata, tra risate e frasi romantiche. Era il primo appuntamento, ma 

sembravamo stare insieme da una vita.

Le diedi i regali e le dedicai una canzone al piano, “Mi sono innamorato di te” di Luigi 

Tenco. Rimase estasiata e scoppio in lacrime. 

Era cosi dolce, che era riuscita a trasformare “o’ lord senza cor” con un solo sguardo.

Tornammo con la mia auto e l’accompagnai sotto casa.

La serata più speciale di sempre.

Ci scrivemmo messaggi tutta la notte e la mattina seguente le feci trovare altre mille rose, 

con la poesia di Massimo Troisi, che tanto amavo.

 

 

Tu stive 'nzieme a n'ato

je te guardaje

e primma 'e da' 'o tiempo all'uocchie

pe' s'annammura'

già s'era fatt' annanze 'o core.

A me, a me

'o ssaje comme fa 'o core

quann' s'è annamurato.

 

Tu stive 'nzieme a me

je te guardavo e me ricevo

comm' sarrà successo ca è fernuto

ma je nun m'arrenn'

ce voglio pruva'.

Poi se facette annanze 'o core

e me ricette:

"Tu vuoje pruvà?

E pruova, je me ne vaco!"

'O ssaje comme fa 'o core

quann s'è sbagliato. 

 

 

Passarono giorni, settimane e mesi. Gli affari di malavita andavano male ed era colpa mia,  

non mi interessava più nulla. E dovevo uscire da questo mondo se volevo sentirmi total

mente libero.

Purtroppo questo era quasi impossibile. I demoni tornano sempre.

 

 

(5) LIBERTA’

 

Con Claudia andava una meraviglia, anche se mi chiamava col soprannome e non col mio 

nome. Questa cosa non mi andava bene, mi faceva sentire debole e rinchiuso in una gab

bia. Il mio amore non vuole dire il mio nome, ha paura, e allora tutto deve cambiare.

 

DUE GIORNI DOPO

 

Chiamai l’assemblea di tutti gli affiliati.

Si bloccò tutto il quartiere, era una scelta storica per la città.

Ero deciso e lo feci. Lasciai le redini dell’organizzazione a mio zio. 

Tutti erano contrari, perché mio padre voleva me sul trono ma cosi non doveva essere.

 

Mandai un messaggio a Claudia

“Ti vengo a prendere tra 20 minuti”

 

Andammo fuori al castello, il nostro luogo d’amore. Salimmo tra le storiche mura e le dissi

“Dobbiamo andare via, scappare e cambiare tutto”

Lei non voleva lasciare la farmacia, la città e la famiglia ma ci pensò.

“E dove andiamo?.”

“Dove vuoi tu, amore mio. Lontano da questo inferno e da queste persone. Scappa con 

e ti farò vivere come una principessa, gireremo il mondo intero.”

Rimase in silenzio qualche minuto, mentre io avevo paura di rimanere nuovamente solo.

All’improvviso un urlo, è lei

“Partiamo! Andiamo Via!.”

La portai sulla spiaggia e facemmo l’amore per l’ultima volta in quella città.

 

“Napoli è un sorriso, un bacio, un abbraccio….Napoli è vita, è paradiso.

Terra mia, terra mia com’è bello pensarti.

Terra mia, terra mia com’è bello guardarti.

Come diceva Andy Warhol Napoli è felice, i napoletani sono felici e questa felicità va oltre tutti i difetti, va oltre tutti i pregiudizi, questa felicità è pura”.

La guardai per l’ultima volta e ci addormentammo.

 

Prendemmo appuntamento per la serata.

Whatsapp ore 16:00

“Amore ci vediamo alle 20 solito posto, non dimenticarti nulla”

“Tranquillo, non vedo l’ora di abbracciarti e partire. Voglio visitare tutto, New York, Miami, Rio, Tokyo. TUTTO!!! :)”

“Lo faremo piccola. Tu hai cambiato la mia vita e io cambierò la tua. PROMESSO.”

 

 

 

Ore 20:00

 

Finalmente.. stavo per diventare un uomo libero con la donna della mia vita, anche se avevo uno strano presentimento.

 

Claudia fece dieci minuti di ritardo (classico..).

Da lontano vidi arrivare la macchina del padre, era lei! Scese dall’auto, spostai i suoi bagagli nella mia auto. Il padre andò via. Rimanemmo io e lei, mano per la mano, e decidemmo di guardare per l’ultima volta quello splendido panorama.

 

“Sei la mia vita”

“Tu la mia”

 

Improvvisamente un rumore assordante spezzò l’incantesismo e caddi per terra. Due proteittili trafissero il mio petto.

La gente scappò via e rimanemmo io e Claudia.

Lei piangeva dispersamente e urlò..

“No ti prego, ora no, ti prego dio…

non te ne andare amore mio, resisti

ti amo Luca, ti prego”

Con le ultime forze le presi la mano e la zittii 

“Come mi hai chiamato?” con le lacrime agli occhi

“Luca, il mio Luca”

L’ultima fra fu

Ora sono libero, non mi serve più nulla.

 

 

 

Sonno profondo.

 

   
 
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