Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=fhzMpzIk8sk.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
Tokyo Mew Mew.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al Flu&Fluff a cura
di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 811.
★
Prompt: 19.
Mentre
A sta male, B cerca di badare a tutto
(casa/famiglia/lavoro/ecc…). Anche quando le cose
peggiorano, B fa di tutto per
non farle pesare su A.
Tuttofare
La
luce del lampadario dava vita ad ampie ombre
circolari lungo tutte le pareti della stanza, una più grande
di altre era sul
soffitto, mentre accanto alla finestra ce n’era
un’altra allungata che
riportava deformata la silhouette di una delle coppe di vetro intorno
alla
lampadina.
Ryo
starnutì rumorosamente e si soffiò il naso con il
fazzoletto, il suo corpo sottile e muscoloso tremava, i suoi occhi
erano
arrossati, si sollevò la coperta avviluppandosi
completamente.
“Tra
una mezzoretta, se mi sento meglio, ti aiuto a
lavare i vestiti” esalò.
Akasaka
scese le lunghe maniche bianche della camicia
che indossava, rimettendo i bottoni nelle asole.
“Già
fatto” disse gentilmente. Iniziò a mettere in
ordine i libri nella libreria del giovane, seguendo l’ordine
sia di colori che
alfabetico.
“A
stenderli… allora” mormorò Shirogane.
Adagiò la
testa sul cuscino, i suoi capelli biondi risaltavano sulla fodera.
Keiichiro
strinse la fascetta rossa che gli teneva fermi
i lunghi capelli castani, le ciocche erano lisce e riflettevano la luce
della
lampada.
“Già
fatto. Li ho anche ritirati” rispose. Piegò i
vestiti abbandonati sulla sedia, aprì l’armadio e
li mise al suo interno,
richiuse le ante e recuperò gli altri abiti sparpagliati per
la stanza.
“Ho
finito di fare una torta al cioccolato. Così le
ragazze avranno qualcosa da mangiare, vanno premiate per il lavoro che
fanno al
locale. È in frigo a raffreddarsi”. Aggiunse.
Ryo
gettò il fazzolettino dentro una spazzatura grande
quanto un cocomero, appoggiata ai piedi del letto, riportava il disegno
di un
gattino grigio.
“Hai
già lavato anche… pavimento, piatti e
vetri?”
chiese con voce rauca.
Keiichiro
annuì, chiudendo le ante dell’armadio, le
sue iridi nere erano liquide e le sue labbra sottili ancora piegate in
un
sorriso.
“Hai
bisogno di me in negozio?” domandò Ryo. I suoi
occhi lacrimavano, una fitta alla tempia gli strappò un
gemito.
“Il
Maid Caffè procedere perfettamente. Me ne sto
occupando insieme alle ragazze” lo rassicurò
Akasaka.
“Almeno
avvertimi in casa di attacco alieno” esalò
Ryo. Chiuse gli occhi e crollò addormento sul cuscino, le
gote arrossate, le
labbra sporte, il respiro ansante e irregolare.
****
Keiichiro
infilò le cuffie e attivò le auricolari
nelle orecchie delle ragazze, attivando gli schermi.
“Mi
dispiace, ragazze. Oggi vi toccherà riportare a me
come va con i Chimeri” disse. La sua figura si rifletteva
nello schermo davanti
a lui, il suo volto era illuminato dalla luce azzurra.
“Non
mi sembra affatto una buona idea” si lamentò Mew
Paddy.
Mew
Berry strillò e si udì un suo salto, seguito da
un
tonfo.
“Almeno
dicci da dove vengono gli attacchi! Non credo
tu sappia darci informazioni più utili di questa”
soffiò.
Si
udì la risata di Kisshu in sottofondo.
“Certo”
disse Akasaka.
<
Le cose stanno precipitando, ma la febbre di Ryo
è ancora alta. Non voglio disturbarlo proprio adesso
> pensò. Strinse le
labbra e corrugò la fronte, scaricò i programmi
di Ryo e riuscì a individuare
la posizione della giovane e del Chimero.
“Alla
vostra sinistra, ora!” gridò, guardando i
puntini muoversi.
“Me
ne occupo io! Mi trasformo e vengo in vostro
aiuto!”. Si udì risuonare la voce di Zakuro.
“Descrivetemi
il chimero. Ci dev’essere qualcosa negli
appunti che mi permetterà di capire il suo punto
debole” ordinò Akasaka.
******
“Io
non sono più un bambino! Potevi condannare
l’intero
mondo” gemette Ryo, massaggiandosi la testa, spettinandosi i
capelli biondi. Le
gambe gli tremarono e cadde nuovamente seduto sul letto.
Keiichiro
abbassò lo sguardo e gli appoggiò la propria
giacca sulle spalle tremanti, sospirò e negò con
il capo, facendo ondeggiare i
capelli lunghi.
“Non
si tratta di essere un bambino. Lo so che sei un
genio e te la saresti cavata meglio di me” disse. Si sedette
al suo fianco e si
morse l’interno della guancia. “Ti ricordo che ti
ho visto fare molti
sacrifici. Ho visto il tuo genio crescere,
“Non
volevo darti dell’incapace” disse Ryo.
Tossì
rumorosamente e tastò sul comodino, recuperò un
altro pacchetto di fazzolettini
e assottigliò gli occhi.
“Ti
sei preoccupato perché abbiamo vinto per miracolo.
Lo capisco, ma… Non potevi chiedermi di diventare un altro
peso su di te”
mormorò Keiichiro.
<
Lui mi ha cresciuto e io non mi sono accorto che
l’ho fatto sentire solo questo. Ho fatto come mio padre, ho
usato il suo genio
e l’ho fatto sentire meno di niente. Lui è sempre
così gentile, praticamente
sono i suoi dolci che mandano avanti la copertura e senza di lui non
sarei mai
nemmeno riuscito a far salpare il programma necessario a modificare il
genoma
delle Mew > pensò Shirogane.
“Tu
non sarai mai un peso. Vo-voglio solo condividere
con te il peso del nostro lavoro e anche della
casa…” mormorò.
Akasaka
gli posò la mano sulla testa.
“D’accordo,
ma per ora pensa a guarire dall’influenza”
disse, sorridendogli.
Ryo
arrossì e cercò di fargli un sorriso storto a sua
volta.