Ringrazio
anche solo chi legge.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
KHR.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al
Flu&Fluff a cura di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 580.
★
Prompt: 27.
A non si presenta a
scuola/lavoro/ecc. e B va a controllare che sia tutto a posto.
Visita
in ospedale
Kyoya
inarcò un sopracciglio, guardando il giovane che
si era affacciato dalla porta.
“Sawada?”
domandò.
Tsuna
entrò nella camera d’ospedale e si chiuse la
porta alle spalle, arrossendo.
“Oggi
non sei venuto a scuola e mi sono preoccupato.
T-ti giuro che… non ho detto a nessuno che sei cagionevole
di salute. Però,
sapendo che spesso ti ricoverano a causa della febbre, ho voluto
vedere…”
balbettò.
Kyoya
sorrise e fece leva sui gomiti, si sedette nel
letto, appoggiandosi al cuscino con le spalle.
“Avresti
anche potuto dirlo. Le mie assenze si saranno
notate” disse.
Tsuna
raggiunse il suo letto e si sedette sul bordo,
oltre i piedi dell’altro giovane, strinse i pugni e
deglutì.
“N-non
mi mordere a morte” implorò.
<
Questo dev’essere l’inferno. Combinerò
qualche
disastro sicuramente > pensò, mordicchiandosi il
labbro.
“Davvero
ti preoccupi per me, Sawada? Non tutti i Cieli
lo fanno per coloro che ritengono guardiani. Soprattutto non si va a
cercare le
nuvole nel loro pellegrinare” disse Kyoya.
Tsuna
negò con il capo, scompigliandosi i capelli
castani.
“Io
queste cose non le capisco. So solo che tu sei un
mio amico e che, a causa di un’influenza, non ti senti bene.
Il minimo che io
possa fare è rimanerti accanto” disse.
La
luce che entrava dalla finestra illuminava la
stanza completamente candida e asettica, il vento che filtrava dal
vetro alzato
faceva ondeggiare le tendine lattee.
“Io
ti mordo a morte quando non rispetti le regole di
‘Nami’, ma visitare un amico malato ti fa onore.
Spero tu mi abbia portato i
compiti” disse.
“Iiiih”
strillò Tsuna e cadde dal letto.
Kyoya
sospirò, socchiudendo le labbra sottili, rese
bollenti dalla febbre.
“Non
sei nemmeno andato a scuola, vero?” domandò.
“Mi
dispiace” gemette Tsuna.
<
Lui nemmeno se lo ricorda che, la prima volta che
ci siamo incontrati, eravamo molto piccoli e mi ha salvato. Mi ha
aiutato a
portare via la bicicletta che si era rotta lasciandomi proprio in
autostrada,
dove le macchine rischiavano d’investirmi. Non è
cambiato affatto, il suo buon
cuore è rimasto lo stesso > pensò Hibari.
“Gradirei
se domani tu frequentassi. Potrai venirmi a
trovare nel pomeriggio e portarmi i compiti” disse con voce
flebile. Le sue
iridi color ametista erano liquide e il viso pallido era incorniciato
dai
morbidi capelli mori. “Sempre che tu voglia tornare a farmi
compagnia”.
Tsuna
strinse i pugni al petto.
“Certo
che voglio. Quindi non ti dà fastidio la mia
presenza?” chiese.
“No,
se eviterai di urlare ancora. Ho un forte mal di
testa” esalò Kyoya.
Tsuna
annuì.
“Certo.
Come posso farti stare meglio?” domandò,
tornando a sedersi sul letto. Allungò le gambe oltre il
bordo, muovendo su e
giù i piedi. “Ti avrei portato un cesto con cose
buone da mangiare, ma le
infermiere non vogliono che si porti cibo da fuori. Mi odiano ancora
per quello
che è successo quando sono stato ricoverato e, visto che mi
tengono
sott’occhio, se ne accorgerebbero se provassi a
farlo”.
“Continua
a parlare. Quando sei rilassato, il suono
della tua voce è rilassante” disse Kyoya,
chiudendo gli occhi.
Tsuna
arrossì.
“Di
cosa vuoi che parli?” domandò.
“Decidi
tu” mormorò Hibari. Si nascose il viso con una
mano dalle dita affusolate e sbadigliò.
“Ti
posso parlare di quella volta che da bambino sono
andato a un parco divertimenti con la mia
famiglia…”. Iniziò a raccontare
Tsuna, con tono volenteroso.
<
È la prima volta che qualcuno si preoccupa per
una mia assenza, è una sensazione piacevole >
pensò Kyoya.