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Autore: BlackMoonRising    28/06/2009    8 recensioni
- Naruto, posso farti una domanda? - fece Sakura, osservando il cielo.
- Sicuro. Dimmi.
- Secondo te vedremo mai la fine di questa guerra?

Aprile 1945: i partigiani e gli Alleati riconquistano sempre più terreno, la situazione si fa più calda. Due ragazzi si incontrano in un covo di partigiani ed è colpo di fulmine.
Può l'amore nascere nel mezzo di una guerra?
Prima classificata al contest "NaruSaku Alternate Universe!" indetto da Coco Lee
Genere: Romantico, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un paio di note, prima di iniziare ^^.
La storia è ambientata nell’aprile del 1945, anno, ovviamente, della Liberazione d’Italia e della fine della Seconda Guerra Mondiale. L’ambientazione è quella delle Langhe, zona che pullulava di brigate partigiane. Tra tutte le loro precauzioni per non essere scoperti, c'eraa anche quella di usare dei nomi in codice. Le corrispendenze dei nomi io l'ho scritta - altrimenti non si sarebbe giustamente capito niente. Però, forse, non si capisce molo il motivo: le spiegazioni le metto in fondo, almeno vi risparmio la sorpresa XD. Quella dei soprannomi è stata la parte più divertente di tutto il lavoro che ho fatto XD.
Il titolo della fanfiction l’ho preso dalla famosissima canzone dei The Fray - pertanto, la canzone e il titolo appartengono a loro -, perché, secondo me, questa è una storia che parla di salvezza. Lo so, la fantasia non è il massimo, la spiegazione nemmeno, ma spero almeno che voi gradiate la storia ^^.
Ogni canzone citata appartiene ai rispettivi gruppi, segnati sotto i versi che ho riportato.
La fanfiction, come ho detto prima, si è classificata prima dal contest NaruSaku in AU ^^. È stata una bella sorpresa, perchè proprio non me l'aspettavo **.
Buona lettura ^^.


How to save a Life

Capitolo 1
- How you have gone into my life -

[Ho sempre sognato di dedicare qualcosa a qualcuno
e ora ne ho l'occasione *_____*.
Il primo capitolo lo dedico a Zù,  che mi ha aiutato e sostenuto,

a Frà, che giaceva malata e non gliene fregava niente,
e, infine, a Cate e a Leti, che proprio non sanno che esiste
e dubito lo sapranno mai XD
Vi voglio bene.]


[Lost and insecure,
You found me, you found me
Lying on the floor,
Surrounded, surrounded.
Why’d you have to wait?
Where were you? Where were you?
Just a little late
You found me, you found me…
The Fray - You Found Me]


Il ragazzo camminava da solo, lungo una strada che si inerpicava tra le vigne. Il sole picchiava, nonostante fosse solo aprile, e aveva già asciugato la pioggia che era caduta nei giorni precedenti. Per il giovane, che doveva compiere più volte al giorno lunghe camminate, era un sollievo. Osservò i suoi vestiti, ancora intrisi di fango non ancora completamente secco.
“Faccio schifo. Sembro appena uscito da un pantano.”
Erano parecchie ore che camminava. Ormai c’era abituato, ma, dopo due anni di quella vita, era diventato snervante scattare ad ogni minimo movimento, estraendo fulmineamente la pistola dalla fondina, per poi realizzare che non c’era nessuno. Ma in fondo, ringraziando Dio, ciò accadeva sempre più spesso, dato che di fascisti se ne incontravano sempre meno: anche Radio Londra, da quanto diceva Frog, il capo della sua precedente brigata, affermava che la guerra non si sarebbe protratta a lungo. I prati si stavano rinverdendo dopo l’inverno, la temperatura si mitigava: la natura si rivestiva a festa dopo i conflitti, iniziati solo dal 1943 in Italia, ma che erano parsi infiniti.
Attraversava un esteso vigneto e non incontrava nessuno da giorni: le persone erano troppo spaventate dall’idea di incappare nei soldati e di essere uccisi per uscire di casa. Poco dopo, sarebbe iniziato un boschetto e lì avrebbe raggiunto la sua meta.
Infatti, eccola: la cascina semidistrutta sembrava tutto fuorché abitata, ma lui sapeva che i topi e i ragni non erano gli unici inquilini.
Era arrivato a circa dieci metri dalla porta, quando sentì un rumore alle spalle. Il partigiano si girò di scatto: era un ragazzino, di circa dieci anni, che reggeva una carabina più grossa di lui. Sogghignò, notando come le sue braccia esili tremavano per lo sforzo.
- Chi va là? - gridò il bambino, con un tono di voce più fermo della sua arma.
- Ma come? Ora non riconosci nemmeno gli amici, moccioso? - domandò beffardo il ragazzo. L’interpellato aguzzò la vista e, quando lo riconobbe, spalancò gli occhi.
- Ma tu sei Naru…
- Deficiente! - lo riprese Naruto, arrabbiato - Secondo te perché ci diamo dei nomi in codice? Per divertimento?
- Oh, be’. Scusa, Volpe - disse il ragazzino marcando l’ultima parola con esagerata attenzione. Fece spallucce, poi riprese:
- Allora, vecchio bastardo? Sei riuscito a salvarti la pelle, eh?
Naruto sospirò.
- Stare con i partigiani ti fa male, Konohamaru. Impari tante cose che non dovresti sapere.
- Se è per questo, le bestemmie le sentivo anche prima a casa. Avessi sentito mio zio, quando i fascisti hanno riconquistato le Langhe!
Purtroppo, suo zio Asuma, il precedente capo della brigata, era mancato da appena un anno. I suoi genitori erano morti da tempo e suo nonno li aveva seguiti quando all’inizio della guerra. Le fortune tutte agli altri, commentava spesso il suo amico Shikamaru, quando i suoi attacchi di pigrizia raggiungevano il culmine. Ma tutti sapevano che non diceva sul serio e che il suo era solo uno sfogo per l’insofferenza dei continui combattimenti.
Konohamaru lo fece entrare nel casale. Erano passati solo sei mesi, ma Naruto notò che la crepa dell’ingresso, che alla fine dello scorso anno era appena accennata, ora serpeggiava con mille diramazioni su tutta la parete, come un fiume impetuoso con molti affluenti.
La stanza era lurida, sebbene il pavimento fosse stato stranamente spazzato di recente. Qua e là erano sparse alcune sedie sgangherate; erano su queste sedie che erano seduti i vecchi compagni di Naruto. Quando essi sentirono la porta aprirsi, si voltarono tutti e uno di loro, appena rivide l’amico, esplose in grida selvagge.
- Volpe! - esclamò Kiba, altrimenti conosciuto come Zanna Bianca - Non hai resistito un anno con i Rossi, vero?
- Macché - negò il ragazzo, scuotendo la testa - È che non mi piaceva ciò che pensavano. Il comunismo non mi va tanto a genio…
- Ma dillo che ti hanno cacciato loro! - lo sbeffeggiò di nuovo il ragazzo. Naruto rimpianse di non avere né una padella né una scarpa libera da lanciargli.
- Come mai sei tornato qua? - domandò svogliatamente Shikamaru, o Leo, da quell’uomo maledettamente geniale che era vissuto nel Rinascimento, o giù di lì. Il tono strascicato della sua voce sembrava voler dire: “Perché non sei rimasto là? Avresti risparmiato fatica”.
- Ci tenevo a vedere la fine della guerra nel luogo in cui sono nato - rispose semplicemente facendo spallucce - Tutto qua.
- La guerra, quando finisce, finisce dappertutto. Un posto vale l’altro - sentenziò l’altro, a mo’ di risposta. Poi si disinteressò totalmente alla questione e tornò a sonnecchiare sul suo letto improvvisato.
“È sopravvissuto. Troppo pigro, anche per morire” pensò, ridacchiando tra sé. Si guardò intorno: tranne la crepa e l’intonaco un po’ più scrostato, tutto sembrava uguale a sei mesi prima. Notò in un angolo Neji, in silenzio come sempre. Era per questo che lo avevano soprannominato Niet, da Nietzshe o Nietche - non ricordava bene - che era stato un filosofo, o qualcosa del genere. Visto che era l’unico disposto a dargli ascolto, poiché Shikamaru, ormai, dormiva alla grossa, e Kiba si stava occupando del cane, si rivolse a lui.
- Allora? Novità? - chiese.
- Non molte - rispose, impassibile - Io ho compiuto diciotto anni, il cane di Kiba ha avuto le zecche e cose così.
Pensò un attimo, poi aggiunse:
- Anzi, no. Purtroppo è morto anche il dottore.
- Oh, no - mormorò Naruto, dispiaciuto - Come è morto?
- Ucciso. Dai fascisti.
Calò un silenzio grave e pesante.
- Per fortuna è arrivata Tsunade - riprese Neji, dopo un po’ - E per fortuna che lei è brava.
- Solo brava? - esclamò Kiba, che aveva finito di pulire Akamaru - Ricordi quando avevano beccato Konohamaru sulla gamba?
- Hanno beccato Konohamaru sulla gamba? Con un proiettile? - domandò con orrore il ragazzo. Konohamaru ascoltava orgoglioso, come se farsi colpire da un proiettile fosse un’impresa eroica.
- Certo. Lento com’è…
- Ehi! Non è assolutamente vero, sacco di pulci! - sbraitò il ragazzino. Kiba alzò gli occhi al cielo e non se ne curò.
- Dicevo, era una ferita abbastanza seria: il proiettile era passato da parte a parte e usciva un mare di sangue. Be’, in poco tempo lo ha guarito, ha suturato la vena - perché aveva leso una vena, quel dannato proiettile - e lo ha rimesso a nuovo. Ora cammina meglio di prima.
- Stupefacente. È un’infermiera?
- No, per la verità non è neanche un medico. Ha studiato sui libri del marito, morto anche lui da tanto tempo. Ma diavolo, se ha imparato! Probabilmente cura le persone meglio di quel pover’uomo. E ha portato pure un’apprendista.
- Si dice “tirocinante” - rettificò Neji flemmaticamente.
- Quello che è, tanto Volpe ha capito. È anche piuttosto carina! Però non toccarla, perché è di Leo.
- Idiota - bofonchiò Shikamaru, riemergendo per un attimo dal mondo dei sogni.
- Oh, è vero… Tu fai il filo alla fornaia. Come si chiama? Temari! Ecco, proprio lei.
- Ma chi, quella strega? - fece l’interessato, ormai desto - Ma se neanche la sopporto!
- Chi disprezza compra, caro mio. Ho i miei informatori, sai? Da fonti certe, so che passi ogni giorno alla panetteria. Non dirmi che vai per rifornire noi di pane, perché non ci credo - aggiunse maliziosamente.
- Rompiscatole.
- Mi sbaglio, o qui siete tutti più allegri? - domandò Naruto, accennando a un sorriso.
- Ci puoi giurare! Pochi giorni or sono abbiamo beccato un’intera squadra! Stava fuggendo e avevano finito quasi tutte le munizioni. Però direi che è comunque un bel colpo, no? - esultò Kiba
- Certo!
- Solo questione di poco tempo - concluse il ragazzo, stiracchiandosi sulla sedia, sorridendo compiaciuto - Pochi giorni e la guerra finirà. Sono sicuro.
Scese di nuovo il silenzio, ma stavolta era molto più leggero, carico di speranza. Stavano ancora tutti zitti, quando si sentirono due colpi brevi alla porta. Il battente si aprì e Konohamaru andò ad aprire.
- Ehi, è arrivato il medico - annunciò, quando ebbe riconosciuto il misterioso arrivato.
- Ti prego, non chiamarmi “medico”! Mi fai sentire vecchia! - supplicò una voce femminile.
- Ma tu sei vecchia. E anche racchia - disse il ragazzino, mugugnando tra i denti. Un secondo netto e giaceva sul pavimento, colpito violentemente alla testa da un’indelicata mano di donna.
La sua proprietaria varcò la porta. Tutti la salutarono distrattamente.
Naruto, invece, si pietrificò sul posto.
Era una ragazza, doveva avere più o meno la sua età. I capelli rosa, intrisi della polvere della guerra, ricadevano leggeri e lisci sulle spalle. La sua pelle era pallida, dagli abiti spuntavano arti decisamente sottili: si capiva subito che era denutrita, probabilmente a causa della scarsezza del cibo. Tuttavia, a giudicare dai mugolii di dolore di Konohamaru, quella debolezza era solo apparenza.
Una giovane donna come tante, insomma. Ma ciò che stregava Naruto erano i suoi occhi: limpidissimi, di un verde chiaro che cambiavano sfumatura con la luce, come due smeraldi dalle mille sfaccettature, forti, decisi. Li fissava, come un orafo osserva un diamante sotto una lampada, ammirando affascinato le scintille che scaturivano da quelle pietre preziose. Gli richiamavano qualcosa…
- Brutto cretino! - sbraitò la ragazza. Il suo sguardo scintillava d’ira - e se Naruto fosse stato tanto presente da notarlo, anche di un leggero isterismo.
- Ciao, Sakura! - la salutò tranquillamente Kiba.
- Ciao - lo ricambiò sgarbatamente - Dov’è il malato?
- Di là. Sta aspettando impazientemente.
- Chi sta male? - domandò Sakura, ancora imbronciata.
- Lee - la informò Neji laconicamente - Martello si è dato da fare come al solito e ha esagerato. Controlla la sua gamba: non ne sono convinto, ma credo che abbia preso una brutta storta.
- Secondo me, è rotta - proclamò il suo rozzo amico.
- No, non ancora - replicò Niet, scuotendo la testa.
- Ragazzi, ma che ha il vostro amico? Sta male anche lui? - chiese Sakura, alzando un sopracciglio. Solo ora, Kiba notò che Naruto era rimasto imbambolato, lo sguardo fisso sulla ragazza. Sorrise con aria d’intesa a Neji e Shikamaru, che però non sembravano interessati e non risposero all’amico.
- Volpe? - lo chiamò con tono cantilenante. Il giovane ebbe un sussulto e rispose con occhi spiritati:
- Sì?
- Tutto bene? Non sembri molto in te…
- No, no… sto bene… sto bene… - ripeteva. Si rese conto di essere stato parecchio ridicolo: Sakura lo stava guardando con una strana espressione sul viso. Un lieve e impercettibile rossore si impadronì delle sue guance.
- Oh… Scusa… Mi chiamo Naruto… Scusa se ti stavo fissa…… Ehm, no, in realtà non ti stavo fissando…
- Ok, va bene, non fa niente - lo fermò Sakura, anche lei leggermente rossa e imbarazzata. Guardò male Kiba, che nel frattempo se la rideva sotto i baffi.
- Io vado da Martello - annunciò, desiderosa di cambiare stanza. Puntando lo sguardo al pavimento e arrossendo un po’ di più quando le risate del ragazzo aumentarono di volume, sparì nella camera vicina.
Nel silenzio dei presenti, si alzò un gridò gioioso:
- Sakura! Finalmente sei arrivata!
“ Un minuto di silenzio, per i neuroni di quel povero ragazzo” pensarono Kiba, Neji e Shikamaru all’unisono, come se si fossero messi d’accordo. Naruto, che era più o meno tornato in sé, volendo cambiare discorso, domandò in fretta:
- Martello?
- Sì - rispose Shikamaru - È uno nuovo. Si chiama così perché - questa non la sapevo neanche io - in araldica, il martello è simbolo di perseveranza e di duro lavoro. A quel ragazzo calza a pennello.
- Al contrario di te, direi - commentò Neji. Leo fece spallucce.
All’improvviso si aprì la porta. Vi entrò un giovane uomo dai folti capelli neri e dagli occhi luminosi, che si diresse con decisione verso una delle sedie e vi si lasciò cadere di colpo. Anche lui era totalmente coperto di fango secco.
- Salve a tutti! - salutò lo sconosciuto.
- Salve, Frank - risposero i tre in coro. Il nuovo arrivato si guardò intorno e solo allora scorse Naruto.
- Ehi, tu devi essere Volpe - commentò. Naruto fu sorpreso.
- Mi conosce?
- Be’, le tue gesta sono abbastanza famose - spiegò lui con un sorriso - Io sono Yamato, nome in codice Frank. Piacere di averti qui.
- Ti ringrazio, Frank.
- Visita di piacere? So che questa era la tua vecchia brigata.
- No. Sono tornato per restare.
- Perfetto, allora! - gioì Yamato - Avevo proprio bisogno di un paio di braccia in più.
Dalla bocca di Shikamaru trapelò quello che doveva essere un “ingrato”, ma tranne Kiba e Neji nessuno lo sentì.
- Ragazzi, sto per darvi una missione. Ascoltatemi.
Alla parola “missione”, tutti drizzarono le orecchie.
- I nazisti stanno per perdere la guerra. Le truppe fasciste, senza un appoggio, cercano di fuggire oltre le Alpi. Il vostro compito è questo: a pochi chilometri da qui, sul pendio di una collina, vi è una stalla abbandonata. Trasferitevi lì. E poi…
In quel momento, rientrò Sakura.
- Aveva ragione Niet, Zanna - annunciò, rivolgendosi a Kiba, che spalancò gli occhi - La caviglia era solo storta.
- Ma no! Ne sono sicuro, era rotta!
Neji si permise un sorrisetto di superiorità.
- Certe cose lasciale a chi le sa capire. I soldi, prego.
Kiba gli tirò una scarpa che il ragazzo, ovviamente, schivò. Poi, brontolando come un orso, fece cadere nel palmo del compagno alcune monete da venti lire.
- Avete scommesso su un vostro amico? - esclamò Shikamaru, scandalizzato.
- Lo so - ammise Kiba - Avremmo dovuto far partecipare anche a te. Mi dispiace, ci ho pensato solo dopo…
Sakura scosse la testa rassegnata e, quando vide Yamato, agitò la mano in segno di saluto.
- Ciao, Frank!
- Oh, Sakura! Ascolta anche tu, ci sei dentro fino al collo.
- In cosa? - domandò interessata.
- Una missione. Bisogna recuperare altre armi, perché qua abbiamo quasi finito le munizioni e lo scorso assalto non ha dato molti frutti, purtroppo. So per certo che in quella zona che vi ho detto prima dovrebbe passare una squadra. Perciò andate in quella catapecchia, aspettate e, quando quelli arrivano, gli fregate tutte le armi. Almeno se servono, noi le abbiamo, anche se la guerra sta per finire. Domande?
- Sì. Che ruolo ho, io? - chiese Sakura.
- Tu porterai i rifornimenti dal paese. Sei una tirocinante e puoi facilmente dire che stai andando a visitare un contadino che sta male. Te la senti?
La ragazza annuì con forza.
- Ma… - avanzò Shikamaru - Se ci porta lei il cibo e tutto il resto, vuol dire che noi dobbiamo rimanere sempre lassù?
- Vedo che capisci al volo, Leo - confermò Yamato soddisfatto. Il giovane esplose in un “Come?!” parecchio sconvolto.
- Altre domande?
- Vedi, che gatta ci cova? - sghignazzò Kiba - Temari soffrirà di solitudine, in questi giorni.
- E io dovrei stare fino a tempo indefinito con questo elemento? - si lagnò il ragazzo - Sparatemi.
- Bene. Partirete all’indomani - ordinò Yamato - E, Sakura, tu passa alla stalla tra due giorni per vedere se stanno bene. Tutto chiaro? Allora preparatevi, domani mattina si parte presto.
- Io torno in paese - annunciò Sakura. Salutò tutti e uscì in fretta dalla porta. Shikamaru si accorse che Naruto evitava il suo sguardo, come del resto la ragazza evitava il suo.
“Certo che si sono presi un bel colpo di fulmine” commentò mentalmente. Ma se ne fregò altamente e si appisolò di nuovo.
Era il dieci aprile del 1945.


***


Note dell'autrice:
Ok. Ora, come promesso, le spiegazioni dei nomi (sempre che ve ne freghi qualcosa ^^).
Naruto: il suo è Volpe, come rimando alla Volpe a Nove Code. Che fantasia...

Jiraiya: Frog è Frog, capite benissimo perchè. Anche qui, un altro guizzo di fantasia...
Kiba: è Zanna Bianca, per ovvi motivi XD. Ho scelto questo nome anche perché si era soliti rifarsi a personaggi realmente esistenti/esistiti - nel libro di Fenoglio, "Una questione privata", dal quale ho ricavato una buona parte delle informazioni, il protagonista si chiama Milton, come lo scrittore. Cavolo, se ho amato quell'uomo *____*.
Shikamaru: lui invece è stato soprannominato Leo, da Leonardo da Vinci. Occorre ricordare che questa brigata di partigiani che ho creato è formata da uomini... non molto dotti, ecco XD. Poveretti, provate a capirli, a momenti neanche finivano la terza media U.U.
Neji: il suo appellativo è Niet, dal filosofo Nietzsche - e qui ci sta benissimo l'accenno sulla cultura di sopra XD. L’ho scelto perché richiamava il suo carattere taciturno, da "filosofo", e per la teoria dell’Oltreuomo, che afferma che «l'Oltreuomo è colui che ha compreso che è lui stesso a dare significato alla vita, e che fa sua la cosiddetta "morale aristocratica" che dice "sì" alla vita e al mondo». Non ho ancora studiato filosofia, non so se quello che ho scritto è pienamente corretto; correggetemi se sbaglio. La fonte, in ogni caso, è Wikipedia ^^.
Rock Lee: lui si chiama Martello, poiché «in araldica il martello simboleggia la fatica, il lavoro continuo l' ingegno e la perseveranza». Quando batte sull'incudine denota volontà tenace e animo saldo». Non avrei mai immaginato qualcosa del genere o.o. Ma calzava così tanto che mi sembrava un peccato mortale non usarlo >3.
Yamato: lui è Frank, da «Frankenstein», per la sua graziosa abitudine di incutere paura ai suoi sottoposti e perché la forma della sua testa ricorda un po’ quella dell’omonimo mostro - ci avete mai fatto caso XD?.
Sakura non ha il soprannome, perchè il suo compito era di fare da corriere tra il covo di partigiani e il paese e quindi non sarebbe servito a niente.
I Rossi erano i partigiani di orientamento comunista. Invece, la brigata di cui fa parte Naruto è quella dei Badogliani, o degli Azzurri, che non appartenevano a nessuna corrente politica particolare.
Ok. Riporto il giudizio:

Prima Classificata: 37,5
How to save a life” di DarkMartyx_93
Grammatica e Stile: 8,5
Ci sono alcuni punti che non scorrono tanto bene, ma sono veramente pochi. Nel complesso non ci sono errori e si legge con abbastanza scorrevolezza, senza problemi.
Originalità: 8,5
Mi è molto piaciuta, anche l’intreccio familiare con Sakura e Sasuke: per me è stata veramente una genialata, ha reso più interessante l’intera trama. Veramente notevole.
Attinenza: 8
C’era tutto: il NaruSaku e l’AU. Ti avrei messo un voto più alto se non fosse stato che mi sarebbe piaciuto vedere di più l’evolversi dei sentimenti di Naruto e Sakura, ma alla fine la fic è bella anche così.
Caratterizzazione: 8
Sakura che arrossisce all’inizio davanti a Naruto e abbassa lo sguardo non mi ha molto convinto, ma poi con l’andare avanti della trama si delinea meglio il suo carattere, diventando la Sakura manesca che tutti conosciamo e amiamo.
Giudizio Personale: 4,5
Questa fan fiction l’ho letteralmente amata. Veramente, mi è piaciuta tanto perché è ben strutturata, c’è l’azione, l’introspezione, l’amore, lo ShikaIno e il SasuHina (ebbene sì, mi piace anche questa coppia). Veramente bella, complimenti.

Ringrazio Coco Lee, per il giudizio dettagliato e per avermi ricordato che devo migliorare nella grammatica e nella caratterizzazione dei personaggi ^^. Effettivamente, quei due tendo sempre a vederli in chiave sdolcinata... Cavolo, sempre quei due punti -.-''
Mi è dispiaciuto parecchio per quella discussione sul topic. Ho espresso la mia opinione e spero che non si continui più, perchè è triste quando succedono queste cose. Saluto tutte le altre partecipanti, con le quali, nonostante tutto, ho passato dei divertenti momenti di sclero di gruppo.
Bacioni!
Marti
   
 
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