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Autore: giugiu18    14/02/2018    1 recensioni
Mary Margaret Swan fa l’infermiera per un salario modesto nell’ospedale di Storybrooke, dove trascorre la maggior parte della vita. Allo stesso tempo lei educa da sola sua figlia adolescente con cui non riesce ad andare d’accordo. Emma evita sua madre, diventa sempre più strana e non vuole discutere il suo comportamento. Chi aiuterà l’adolescente messa nei guai?
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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*****************************************ATTENZIONE!****************************************
Prima che voi mi diciate: "Ma che vergogna, vai a studiare la grammatica italiana!" - voglio assicurarvi che in realta è quello che faccio da due anni. L'italiano è la seconda lingua straniera (dopo l'inglese, ovvio) che studio e mi piace da morire. Ecco perché ho deciso di scrivere le fanfiction in italiano. Quindi sarei molto lieta se qualcuno potesse correggere gli errori più gravi nei miei testi. Buona lettura!
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CAPITOLO I. FIGLIA INGRATA
Parte 1

     il 23 ottobre, lunedì
 
     Mary Margaret chiuse silenziosamente la porta di un piccolo appartamento. Diede un’occhiata in giro e, delusa, sospirò: il pavimento, sporcato di fango delle scarpe da ginnastica sparse per terra, e la giacca lasciata anche lì, erano sicuramente l’ultima cosa che lei voleva vedere dopo il turno faticoso di dodici ore all’ospedale. Dopotutto lei aveva lucidato l’anticamera proprio stamattima! Crescere un’adolescente da sola non era così facile come pensava prima. Scosse la sabbia dalle sneakers di sua figlia, rimise la giacca da vento a posto ed entrò nel soggiorno. Anche nella stanza c’era un disordine: a due passi dal comodino ligneo stavano sul pavimento i jeans strappati, la maglietta sgualcita, lì vicino c’erano i quaderni ed i manuali sparsi per terra. Swan maggiore scosse la testa con disapprovazione, ma non le andava di litigare con la figlia. Si lasciò cadere stanca sul piccolo divano pieghevole e sospirò.
     “Emma, i vestiti!”
     Ma essa non le rispose. Dopo il secondo richiamo fallito Mary Margaret si avvicinò alla stanza di sua figlia. Spinse la maniglia – chiuso. Accostò l’orecchio alla porta: tra un istante percepì il suono dell’acqua corrente.
     “Eccola spiegazione...” mormorò sottovoce la bruna. “Emma, mi raccomando, diminui la pressione d’acqua!” urlò la donna. “Paghiamo già tanto per l’elettricità, mica voglio spendere troppo denaro anche per le altre bollette!”
     Esattamente come prevedeva, la sua preghiera non fu sentita. Mary fece un bel sospiro e si mise a far pulizia nel soggiorno e dopo si avviò in cucina.  
     Il piatto di maccheroni con delle polpette, stamattina preparato per la figlia per cena, si trovava in frigo. Si vedeva che la ragazza non l’aveva toccato. Gli adolescenti sono fatti così – concluse Mary Margaret. Mise quel piatto in forno a microonde e mise il timer. Il latte, proprio come i biscotti sul pensile, è rimasto al posto suo – non è da Emma. Cosa sarebbe?
     Avendo finito di cenare la donna lavò le stoviglie e si sedé verso la finestra stringendosi al termosifone. Il giorno di lavoro si faceva sentire: le gambe erano tese, non passava mal di schiena, le palpebre pesanti facevano gli occhi chiudersi... La mora probabilmente si sarebbe addormentata lì in cucina se i riff di chitarra elettrica e la voce, forte e paurosa, non le avessero fatto sparire la sonnolenza. Mary sobbalzò dallo spavento.
     “Emma Swan, abbassa subito il volume!” cercando di entrare nella stanza lei bussava con insistenza. “Taglierò tutti i tuoi fili! Pensi a ciò che stai facendo?”
     Ma la risposta non c’era. La donna ripetò le sue minacce ancora una volta non smettendo di picchiare alla porta. Niente, nessuna reazione. Ma cosa sta succedendo qui, eh? – si prese la testa tra le mani.
     Emma aveva diciasette anni. Non era un’adolescente ribelle, no. Un po’ monella sì: capitava che avesse molte F e dei richiami nel diario scolastico, che le passeggiate di sera durassero fino a tarda notte. La donna si accorgeva anche quello che sua figlia prendeva in prestito la sua trousse dei trucchi senza neanche chiederglielo. E poi c’era un’altra cosa stabile: le scenate familiari che si facevano tra madre e figlia almeno due volte al mese. Ma non giudichiamole che è una cosa più o meno solita in ciascuna famiglia. Comunque si può dire che un comportamento del genere è la colpa di età della pubertà e massimalismo diffuso tra gli adolescenti. Però la ragazza non aveva mai avuto una tale crisi isterica prima, di solito stava calma durante le loro liti mentre Mary Margaret piangeva sommessamente nascondendosi in cucina dopo aver finito la discussione. Emma non somigliava proprio a sua madre, doveva il suo carattere di ferro al padre impulsivo. Quindi la mora non faceva nient’altro che lasciava la ragazza in pace, permettendole di tornare in sé.
     Dopo un’ora e mezza circa la musica rumorosa cessò. Mary provò di nuovo a vedere sua figlia, ma la stanza rimaneva sempre chiusa. Avendo perso l’ultima speranza la donna toccò con cautela il finestrino opaco della porta e disse:
     “Non andare a letto tardi che domani le lezioni a scuola cominciano presto la mattina”.
     Essendosi fatto il letto lei prese sonno immediatamente appena aveva poggiato la sua testa sul cuscino.
    Storybrooke fu sempre silenzioso la notte. Sembrava che persino il vento muovesse senza far rumore l’altalena al parco giochi come se avesse paura di disturbare il sonno degli abitanti della piccola città. Dopo mezzanotte le luci alle finestre si spensero uno dopo altro finché non si fece buio.   
 
     La luce nella stanza di Emma Swan fu accesa tutta la notte.
   
 
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