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Autore: Vegethia    14/02/2018    6 recensioni
«Per... me?»
[...]
«E per chi secondo te?!»
Già.
In effetti, quando qualcuno ti schiaffa in faccia un mazzo di fiori, accompagnando il gesto con un telegrafico ma inequivocabile «Ohi. Cuoco. Prendi.» non lascia spazio a molti dubbi sul destinatario.

**Questa Fanfiction partecipa all'iniziativa Una storia per San Valentino indetta dall'One Piece Shipping.**
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di fiori e d'insulti
Questa Fanfiction partecipa all'iniziativa indetta dall'One Piece Shipping



Di fiori e d'insulti

zosan



«Per... me
Sanji sbatte le palpebre due o tre volte prima di riuscire a sciogliere l’incredulità che gli tiene incollate le labbra.
Non è solito domandare cose ovvie, ma in quel mercoledì 14 febbraio non c’è un bel niente di solito. Glielo assicura il borbottio sommesso di uno Zoro che, teso e irrigidito di fronte a lui, pianta lo sguardo dalla parte opposta della strada per non guardarlo negli occhi, mentre risponde:
«E per chi secondo te?!»
Già.
In effetti, quando qualcuno ti schiaffa in faccia un mazzo di fiori, accompagnando il gesto con un telegrafico ma inequivocabile «Ohi. Cuoco. Prendi.» non lascia spazio a molti dubbi sul destinatario. Però Zoro col romanticismo c’entra tanto quanto la panna da cucina nella pasta alla carbonara e una parte di Sanji –quella più razionale, più realista, da anni rassegnata all’idea di essersi innamorata di un troglodita con la sensibilità da pachiderma– esclude che possa trattarsi della realtà.
È tentato di tirarsi un pizzicotto sul braccio, ma si dice che quella scena è fin troppo assurda persino per essere frutto della sua mente in fase REM e allora continua a sgranare gli occhi, guardando ora il mazzolino di iris –blu, come il suo colore preferito- ora la faccia dello spadaccino. O meglio, ciò che da quella prospettiva riesce a vederne: una folta e cortissima capigliatura verde, un lobo ornato da tre orecchini, uno scorcio di zigomo più colorito del solito.
«È per la festa...» mastica infine lo spadaccino. «San... San Coso...»
«San Valentino.»
«Sì, quello.»
Puzza di bruciato. Una spirale di sopracciglia bionde s’impenna verso la fronte di Sanji, insospettita. «...Sei sbronzo alle undici di mattina, marimo?!»
«Non ho bevuto niente, malfidato!»
Zoro si volta, punto nell’onore, e quello scatto di rabbia gli costa un’implicita ammissione: ora il cuoco lo vede perfettamente che è in buona fede, perché mister Cacciatore di Pirati, un tono così paonazzo in faccia, non ce lo aveva nemmeno nel bel mezzo del deserto di Alabasta, con cinquanta gradi sotto il sole rovente e strati su strati di lana addosso, tra tunica e shemag.
«L’hai detto tu a Chopper che oggi si regalano i fiori, no?!»
«Beh... sì.»
«Appunto. Quindi prendili e non rompere, prima che me ne penta!»
Come se non l’avessi già fatto, osserva Sanji sogghignando, mentre quello gli porge i fiori col braccio allungato, le dita serrate intorno agli steli.
C’è un che di ridicolo nel modo in cui Zoro brandisce quei poveri fiori, allontanandoli da sé con un disagio esagerato, quasi che al posto di petali e pistilli reggesse un fascio di candelotti esplosivi già innescati da Franky, ma emana anche qualcosa di irresistibilmente dolce che impedisce a Sanji di mortificarlo con una risata.
«Ho detto che a San Valentino si donano i fiori alla persona amata...» Ecco perché anche lui ha comprato un mazzo di fiori per l’Idiota. E per la bellissima Nami. E per l’incantevole Robin. E per la cameriera sexy che gli ha servito la colazione al bar.
Ma Zoro...
Zoro ha regalato i fiori a lui per la prima volta da quando lo conosce, e se Sanji lo conosce abbastanza, è la prima volta che regala dei fiori a qualcuno in assoluto.
«...Sarebbe una dichiarazione d’amore?»
C’è una leggerissima sfottenza nella sua voce, ma basta e avanza per fare uscire il marimo dai gangheri. Prima che lui possa alzare i tacchi o mettere mano alle spade, però, Sanji afferra il mazzolino blu e gliene porge un altro, una sgargiante composizione di rose e gerbere che finora ha tenuto nascosta dietro la schiena.
«Anche io.»
Glielo poggia al petto e sottoscrive la dichiarazione con un bacio sulla bocca.
Zoro sussulta, interdetto. Forse non si aspettava di ricevere quella risposta, o i fiori, o forse entrambe le cose; la soddisfazione di aver colpito il cuore del suo Valentino, comunque, scaccia subito la sorpresa e gli affiora sulle labbra, che s’incurvano contro quelle sottili di Sanji.
Si perdono nel bacio per qualche secondo, incuranti dei passanti e dei compagni che li aspettano al porto dell’isola, pronti a salpare per la prossima avventura. Si godono quel momento d’intimità estraniati al punto che non vedono il piccolo plotone di marines sbucare dalla via in fondo all’isolato.
«Eccolo lì!! Il ladro che ho visto dalle lumacamere di sorveglianza!»
«Che mi venisse un colpo...! Quello non è uno dei pirati di Cappello di Paglia!?»
«Ha rubato nel mio giardino, vi dico!!»
A urlare, un’arzilla signora sulla settantina in testa al gruppo.
Sanji registra i loro movimenti con la coda dell’occhio. Di nuovo, avverte puzza di bruciato, ma stavolta è assolutamente certo di aver trascurato la pentola sul fuoco.
«Per pura curiosità...» Si stacca dalle labbra del troglodita con una venuzza a pulsargli sulla tempia. «I fiori... dove li hai presi?»
Zoro fiuta il pericolo, pur non intuendone l’origine.
«Al parco.» Nessuna esitazione. «Perché?»
«Vandalo!! Screanzato!!» prorompe la vecchina agitando la borsetta –che ha tutta l’aria di contenere mattoni, in numero variabile da tre a sette. «Come hai potuto profanare la tomba del mio povero Fluffy??!»
«Ci pensiamo noi, signora!» Spade sguainate, fucili puntati contro i pirati: una sequenza che Sanji ha già visto e da cui è scampato mille volte. «Deponete le armi e consegnatevi alla marina!»
«...E gettate quei fiori!!»
Mai per una stronzata del genere, però.
 

«Sei abominevole!!»
«Perché stiamo scappando? Potevo tramortirli.»
«Non cambiare discorso! Mi hai regalato dei fiori strappati da una tomba!!»
«Non c’era nessuna lapide, ti ho detto!!»
«Comprarli da un dannato fioraio ti sembrava uno spreco??»
«C’era un negozio di fiori...? Dove?»
«...In quale angolo sperduto di mondo ti sei perso, stavolta, stupida testa d’alga?!»
«Non darmi dello stupido, cuoco di merda!»
«Decerebrata testa d’alga!»
«Ti faccio a fette!!»

Amore, amore,
come sempre vorrei coprirti di fiori e d’insulti.

(Vincenzo Cardarelli)






Note dell'autrice
note dell'autrice
Piccolo omaggio (pirla) a uno dei miei OTP, scritto per l’iniziativa di San Valentino dell'One Piece Shipping.
Non ha un'ambientazione precisa, ma si colloca dopo il time-skip, quando immagino che Zoro e Sanji facessero già coppia fissa.
Per spezzare una lancia in favore dello spadaccino, ecco la mia versione dei fatti:
- La tomba del povero Fluffy (gatto, cane o coniglio, probabilmente) non si vedeva per davvero. Era nascosta da un rigoglioso cespuglio di iris, piantati dalla padrona in suo ricordo.
- La padrona di Fluffy era una donna molto ricca e il suo giardino molto grande, per cui, forse, poteva passare per un parco pubblico.
Come Zoro ci sia finito dentro rimane un mistero.


Grazie per essere arrivati fin qui e... buon San Valentino!
Vegethia
  
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