Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: kamy    15/02/2018    0 recensioni
La storia d'amore tra Lavanda e Tsuyoshi.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=5MrmIJ28hvk.
Fa parte della serie: 'Le note della vita'.
★Autore: Kamy
★Fandom: KHR.
★ Iniziativa: “Questa storia partecipa all’iniziativa ‘You Raise Me Up - Love Songs Contest’ indetta da Fanwriter.it e Torre di Carta”.
★ Numero Parole: 17.221
★ Prompt: 1) Rewrite the stars (The Greatest Showman).
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ringrazio anche solo chi legge.

Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=5MrmIJ28hvk.

Fa parte della serie: 'Le note della vita'.

Autore: Kamy
Fandom:  KHR.
Iniziativa: “Questa storia partecipa all’iniziativa ‘You Raise Me Up - Love Songs Contest’ indetta da Fanwriter.it e Torre di Carta”.
Numero Parole: 17.221
Prompt: 1) Rewrite the stars (The Greatest Showman).

 

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Cap.1 Un incontro al sapore di riso-panda

 

 

Sai che ti voglio

Non è un segreto che cerco di nascondere

 

 

Tsuyoshi teneva il banchetto del sushi tra le mani, era legato con una fascia nera al suo collo, di volta in volta si affacciava nelle varie stanze di ospedale, i suoi occhi erano arrossati.

“Volete del sushi?” domandava a ogni paziente. Teneva gli occhi chiusi e sorrideva, in alcune stanze lo spintonavano fuori infermieri o famigliari, in altre i pazienti lo ignoravano, un ragazzino prese uno dei rotolini di salmone.

Una donna prese un onigiri e gli sorrise.

“Sapevo che saresti tornato dalla guerra, Robin” gli disse.

Tsuyoshi arrossì e annuì.

“Certo” mentì ed uscì dalla stanza. Sul suo petto aveva legato un coltello e sui suoi polsi c’erano dei segni candidi. Entrò in una stanza e rimase paralizzato, riconoscendo la donna stesa sul letto, il battito cardiaco gli accelerò e arrossì.

< Lavanda… non può riconoscermi. Ed è passato troppo tempo perché riconosca Tsukoshi, non si vedono da quando erano bambini > pensò. Guardò la luce pallida del sole che entrava dalla finestra, sbarrata, illuminare il viso pallido della donna, i capelli argentei, le labbra rosee sporte e le sue iridi liquide dai riflessi color mare.

La donna si voltò verso di lui e batté un paio di volte le palpebre, il suo sguardo era vacuo.

Tsuyoshi raggiunse il letto, unì i talloni e finse un saluto militare, si piegò e le indicò il banchetto.

“Sushi, divina creatura?” chiese.

Lavanda ridacchiò in modo fasullo, nascondendo la bocca con la mano, e inarcò un sopracciglio argenteo.

“Qui, in ospedale?” domandò tono dubbioso. Vide un panda fatto di riso bianco e nero. “Non credo si possa”.

Tsuyoshi nascose i polsi con le mani del suo kimono blu scuro e accentuò il sorriso che gli prendeva metà del viso.

“Solo un riso-panda non ucciderà nessuno” la rassicurò.

Lavanda cedette e lo mise in bocca, le sue iridi color fumo brillarono e lo mangiò con gusto, annuendo.

“È davvero buono” ammise.

Tsuyoshi si sedette sul bordo del letto.

“Posso farle compagnia mentre mangia?” domandò.

“Dammi del tu” rispose Lavanda. Prese un onigiri e lo addentò con gusto, facendo dei mugolii di piacere. “Uh, uova sode e salmone. Due delle mie cose preferite” ammise la donna.

“Ne sono felice?” chiese l’uomo, aveva una fascia legata in testa.

“Sai. Dovresti sorridere davvero, devi essere bellissima quando lo fai” disse Tsuyoshi.

Lavanda inarcò un sopracciglio.

“Cosa ti fa pensare che io non lo stia facendo davvero?” domandò.

“Perché manca di solarità” rispose Tsuyoshi.

“Sei proprio un tipo strano” disse Lavanda.

< Come posso sorridere sapendo mia sorella dispersa e il mio boss privo di senno? In fondo sono in questo centro proprio perché ho tentato di buttarmi dal balcone > pensò.

“Cosa la farebbe sorridere?” la interrogò Tsuyoshi. Posò il banchetto sul comodino accanto alla giovane, la ragazza si ticchettò sul labbro.

“Temo uscire da qui, ma non posso. I miei genitori mi hanno fatto rinchiudere qui per il mio bene” ammise.

“Allora ti farò uscire. Sono l’uomo delle cose impossibili” rispose Tsuyoshi. Si alzò in piedi, allargò le braccia e girò su se stesso, facendo ondeggiare i propri capelli mori e la sua fascetta bianca.

“Dimostramelo” lo stuzzicò Lavanda.

Tsuyoshi estrasse il coltello da sushi da sotto la giacca del kimono, lo utilizzò per tagliare le sbarre, raggiunse la finestra e si lasciò cadere.

Lavanda strillò correndo alla finestra e vide che l’altro era atterrato nel davanzale del piano di sotto malamente, aveva un braccio in una posizione innaturale.

“Visto?! Volo!” gridò lui, salutandola con l’altra mano. Aveva un labbro spaccato.

“Tu sei pazzo!” sbraitò Lavanda.

  
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