Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=5MrmIJ28hvk.
Fa
parte della serie: 'Le note della vita'.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
KHR.
★
Iniziativa: “Questa storia partecipa all’iniziativa
‘You
Raise Me Up - Love Songs Contest’ indetta da Fanwriter.it e
Torre di Carta”.
★
Numero Parole: 17.221
★
Prompt: 1) Rewrite the stars (The Greatest Showman).
Riscrivi
le stelle
Cap.1
Un incontro al sapore di riso-panda
Sai
che ti voglio
Non
è un segreto che cerco di nascondere
Tsuyoshi
teneva il banchetto del sushi tra le mani,
era legato con una fascia nera al suo collo, di volta in volta si
affacciava
nelle varie stanze di ospedale, i suoi occhi erano arrossati.
“Volete
del sushi?” domandava a ogni paziente. Teneva
gli occhi chiusi e sorrideva, in alcune stanze lo spintonavano fuori
infermieri
o famigliari, in altre i pazienti lo ignoravano, un ragazzino prese uno
dei
rotolini di salmone.
Una
donna prese un onigiri e gli sorrise.
“Sapevo
che saresti tornato dalla guerra, Robin” gli
disse.
Tsuyoshi
arrossì e annuì.
“Certo”
mentì ed uscì dalla stanza. Sul suo petto
aveva legato un coltello e sui suoi polsi c’erano dei segni
candidi. Entrò in
una stanza e rimase paralizzato, riconoscendo la donna stesa sul letto,
il
battito cardiaco gli accelerò e arrossì.
<
Lavanda… non può riconoscermi. Ed è
passato
troppo tempo perché riconosca Tsukoshi, non si vedono da
quando erano bambini
> pensò. Guardò la luce pallida del sole
che entrava dalla finestra,
sbarrata, illuminare il viso pallido della donna, i capelli argentei,
le labbra
rosee sporte e le sue iridi liquide dai riflessi color mare.
La
donna si voltò verso di lui e batté un paio di
volte le palpebre, il suo sguardo era vacuo.
Tsuyoshi
raggiunse il letto, unì i talloni e finse un
saluto militare, si piegò e le indicò il
banchetto.
“Sushi,
divina creatura?” chiese.
Lavanda
ridacchiò in modo fasullo, nascondendo la
bocca con la mano, e inarcò un sopracciglio argenteo.
“Qui,
in ospedale?” domandò tono dubbioso. Vide un
panda fatto di riso bianco e nero. “Non credo si
possa”.
Tsuyoshi
nascose i polsi con le mani del suo kimono
blu scuro e accentuò il sorriso che gli prendeva
metà del viso.
“Solo
un riso-panda non ucciderà nessuno” la
rassicurò.
Lavanda
cedette e lo mise in bocca, le sue iridi color
fumo brillarono e lo mangiò con gusto, annuendo.
“È
davvero buono” ammise.
Tsuyoshi
si sedette sul bordo del letto.
“Posso
farle compagnia mentre mangia?” domandò.
“Dammi
del tu” rispose Lavanda. Prese un onigiri e lo
addentò con gusto, facendo dei mugolii di piacere.
“Uh, uova sode e salmone.
Due delle mie cose preferite” ammise la donna.
“Ne
sono felice?” chiese l’uomo, aveva una fascia
legata in testa.
“Sai.
Dovresti sorridere davvero, devi essere
bellissima quando lo fai” disse Tsuyoshi.
Lavanda
inarcò un sopracciglio.
“Cosa
ti fa pensare che io non lo stia facendo
davvero?” domandò.
“Perché
manca di solarità” rispose Tsuyoshi.
“Sei
proprio un tipo strano” disse Lavanda.
<
Come posso sorridere sapendo mia sorella dispersa
e il mio boss privo di senno? In fondo sono in questo centro proprio
perché ho
tentato di buttarmi dal balcone > pensò.
“Cosa
la farebbe sorridere?” la interrogò Tsuyoshi.
Posò
il banchetto sul comodino accanto alla giovane, la ragazza si
ticchettò sul
labbro.
“Temo
uscire da qui, ma non posso. I miei genitori mi
hanno fatto rinchiudere qui per il mio bene” ammise.
“Allora
ti farò uscire. Sono l’uomo delle cose
impossibili” rispose Tsuyoshi. Si alzò in piedi,
allargò le braccia e girò su
se stesso, facendo ondeggiare i propri capelli mori e la sua fascetta
bianca.
“Dimostramelo”
lo stuzzicò Lavanda.
Tsuyoshi
estrasse il coltello da sushi da sotto la
giacca del kimono, lo utilizzò per tagliare le sbarre,
raggiunse la finestra e
si lasciò cadere.
Lavanda
strillò correndo alla finestra e vide che
l’altro era atterrato nel davanzale del piano di sotto
malamente, aveva un
braccio in una posizione innaturale.
“Visto?!
Volo!” gridò lui, salutandola con
l’altra
mano. Aveva un labbro spaccato.
“Tu
sei pazzo!” sbraitò Lavanda.