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Autore: Kessi    29/06/2009    3 recensioni
"vedila come un'equazione" mi disse [...] Un'altra Kyle\Jessi, inventata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Equazione


Era un giorno di pioggia a Seattle e quel giorno sembrava non dovesse finire mai.
Le cose non erano andate come speravo, anzi erano andate come non volevo che andassero: Kyle e Amanda erano tornati insieme, e ora vivevano i loro momenti felici …
Mentre io, io ero rimasta sola come sempre, e in più, mi toccava vederli insieme, mentre si scambiavano parole sdolcinate.
Come aveva potuto farmi questo? Dopo che gli avevo confessato il mio amore per lui … Lui se ne era fregato di me e mi aveva voltato le spalle.
Sentivo gli occhi pizzicare e ricacciai indietro le lacrime.
Qualcuno suonò alla porta. Nessuno ci andava, così sbuffando ci andai io.  Quando aprii, il vento e la pioggia mi colpirono come un pugno nello stomaco e quando vidi chi aveva suonato, la rabbia mi assalì, ma cercai di contenermi. Chris era un ragazzino della mia età: era nuovo alunno della scuola, il classico ragazzo con l’aria da saputello che si crede di essere carino e probabilmente lo era … Aveva capelli biondi ed occhi azzurri ma non era il mio tipo.
Si trovava davanti a me, con lo sguardo puntato sulle sue scarpe. Quando alzò gli occhi, mi sorrise raggiante come sempre, e mi salutò. Lui stravedeva per me, e anche se continuava a dire che ero solamente sua amica, sapevo benissimo che lui desiderava qualcosa di più che semplice amicizia.
Abbozzai un sorriso e lo salutai.
“Ehi Jess, mi dai un aiuto con i compiti?”. Scusa del tutto inutile, usata ormai troppo spesso, che aveva perso la sua credibilità.
Non gli risposi così lui continuò “Dai ti prego … Tu sei la più brava della scuola, sei a livello di quel cervellone di Kyle”; quando pronunciò il suo nome sentii delle forte contorsioni allo stomaco e cercai di ignorarle.
Pronunciare il suo nome, mi era difficile. Lo odiavo per avermi rifiutato, ma lo amavo lo stesso …
“Quel cervellone, come lo chiami tu, abita nella mia stessa casa. Anzi a dire la verità, sono io che abito in casa sua” dissi secca. Notando come diluviava, lo feci entrare.
Kyle vedendolo, fece una smorfia: era la prima persona che non gli andava a genio.
“Salve” salutò Chris
“Ciao” rispose Kyle. Poi si alzò e venne verso di me.
Mi irrigidii. Cosa voleva?
“Jessi, posso parlarti un secondo?” mi chiese trascinandomi in cucina. Restammo in silenzio per 5 secondi a guardarci, poi parlai “Allora che vuoi?” chiesi acida.
“Non mi piace” sentenziò. Poi si addolcì e tornò il Kyle di sempre “Non mi piace come ti guarda.” Aggiunse.
Io lo guardai negli occhi, nei suoi bellissimi occhi azzurri … Un’ondata di tristezza mi invase.
“Perché, adesso ti importa di me?”
“Jessi …” fece per replicare ma lo zittì subito.
“Smettila Kyle, per favore. Sei ridicolo. Tu non mi hai voluta, hai scelto lei e non me, quindi cosa ti importa chi frequento?” gli chiesi arrabbiata. Non era da me trattare lui in quel modo, ma quella volta non ci riuscii ad essere gentile con lui.
“Jessi io …” mormorò. Non lo lasciai finire “Devo andare Kyle” poi ritornai da Chris e prendendolo per un braccio lo trascinai in camera mia.
Chris si guardò attorno, poi mi sorrise “bella camera”.
Non risposi al suo complimento “Allora, cos’è che non riesci a fare?” sorrisi per spezzare la tensione creatasi. Posò lo zaino a terra e tirò fuori il libro di trigonometria.
Sbuffai.
Mi indicò cosa non gli veniva, e armandomi di pazienza cercai di spiegarglielo.
Poi accadde tutto così veloce … Chris puntò il suo sguardo nei miei occhi e si avvicinò a me, con lentezza incalcolabile: sapevo cosa voleva fare. Cercai di oppormi ma lui fu più veloce di me.
Le sue labbra incontrarono le mie.  Cercai di allontanarlo ma non ci riuscii. Le sue labbra aprirono a forza le mie e sentii il suo respiro in bocca.
Riprovai ad allontanarlo e stavolta ebbi successo.
“Ma che fai?” chiesi irritata. Lui non rispose, limitandosi a sorridere.
“Jessi, voglio stare con te”. Non fui sorpresa dalla sua richiesta, ma non era lui la persona che amavo.
“Chris ascoltami … Tu” sospirai “sei un bravo ragazzo, ma non sei la persona giusta per me.” Dissi brevemente. Non era pratica con queste cose, non avevo mai dovuto affrontare certi discorsi … Solo con Kyle …
“Perché la persona giusta per te sarebbe Kyle?” chiese freddo.  Ancora una volta, il suo nome mi colpii.
“Che c’entra?”
“Ho visto come lo guardi. Lui non vuole te. Ama quell’altra.” Le sue parole furono come uno schiaffo ma purtroppo era la dura realtà. “Vattene, hai detto abbastanza per oggi”.
Lui si alzò e se ne andò.
Qualche minuto dopo Kyle mi raggiunse. Riuscivo a percepire il suo stato d’animo: era agitato.
Il suo cuore batteva forte.
“Ti prego …” mi lamentai.
Ma non mi ascoltò e si sedette accanto a me. Cercai di rimanere distaccata.
“Ti devo parlare” disse lui dolcemente. La sua dolcezza era la cosa che più amavo in lui.
Gli sorrisi. “Vedi, ho riflettuto su di noi” disse calcando l’ultima parola.
Restai ad ascoltare, impaziente.
“Ho scelto Amanda, perché credevo fosse la scelta giusta, non la scelta migliore, solamente quella più giusta. L’istinto mi diceva che eri tu la scelta migliore, un’altra possibilità. Ho riflettuto a lungo e mi sono accorto che lei non è stata la scelta giusta. Vedila come un’equazione.” continuò sorridendomi “Questa equazione è difficile ma riesci a risolverla comunque. Il risultato ottenuto deve essere per forza quello giusto, ti convinci che è giusto, d’altronde come puoi aver sbagliato. Invece poi, pensandoci bene, ricontrollandola, pensi che quel risultato è sbagliato, sbagliatissimo. Ti accorgi che hai sbagliato tutta l’equazione, allora la cancelli e ricominci d’accapo.
 La rifai, la ricontrolli: questa volta il risultato è giusto. È perfetto”. Conclude la frase e io mi sento … Completa … Felice …
Trattengo a stento le lacrime. “Io … Sarei il risultato giusto? Quello davvero  giusto … Quello perfetto?”
Mi sorride dolcemente “E me lo chiedi?”
A quel punto non resta più niente da dire … Ci abbracciamo e ci baciamo: quello fu il bacio più bello che avessi mai dato e ricevuto … non fu come le altre volte … Questa volta era diverso …
Non badammo nemmeno alle luci che sembravano impazzite, non badammo nemmeno quando arrivò un black out improvviso, verificatosi a causa nostra.
L’elettricità che c’era tra noi era palpabile … La nostra chimica …
Quando mi staccai da lui ripresi fiato.
Ci guardammo a lungo, felici di esserci ritrovati.
“Equazione risolta” dicemmo in coro sorridendo.

  
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