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Autore: HIMsteRoxy    18/02/2018    0 recensioni
{ Julián x Penélope - L'ombra del vento } | I pensieri di Julián, che dopo esser tornato a Barcellona, scopre l'amara verità su Penélope e decide l'inevitabile, dando così vita a Laín Coubert.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Juliàn Carax
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre pensato che tutto fosse cominciato quella mattina, quando solitario, alle prime luci dell'alba, avevo preso posto sul quel treno che mi avrebbe portato lontano da tutto e da tutti in modo silenzioso e anonimo. Il mio sguardo stanco e disorientato si era posato distrattamente sul finestrino, in attesa. Nessun passeggero aveva varcato l'entrata della stazione, con una valigia in mano e tanta fretta e ansia sul cuore. Nessuno si sarebbe seduto accanto a me, nessuno mi avrebbe seguito quella mattina.
Il treno era partito così con un passeggero in meno ed aveva lasciato Barcellona, diretto verso nord, oltre i confini. Viaggiava a grande velocità, come se volesse anche lui scappare da qualcosa o da qualcuno. Mi stava portando con sé verso una nuova terra, un nuovo futuro, verso la Francia e verso Parigi; terra che aveva accolto in tempi passati bohémien e vagabondi in cerca della vana felicità e dell'amore, in tutte le sue sfumature possibili.
Le piazze e le strade che avevo calpestato ogni giorno, la gente che avevo conosciuto e che adesso mi sembrava solo estranea e i campi all'orizzonte che circondavano la città facevano capolino dal finestrino - ignari della mia fuga e del mio senso di colpevolezza - mentre mi lasciavo tutto alle spalle.
Quello in cui avevo fermamente creduto adesso iniziava a sgretolarsi. Una parte del vecchio Julián era appena morta, nello stesso momento in cui la speranza aveva lasciato il posto alla delusione e alla disperazione. Stavo fuggendo, così come mi ero proposto, ma in compagnia solo di me stesso. Ero solo, senza la mia Penélope. Senza aver ricevuto nessuna notizia sul suo conto, senza averla potuta salutare né vedere nemmeno per un secondo prima di lasciare Barcellona. Tutto era andato a rotoli e non sapevo se l'avrei mai rivista.
In quello stesso momento era nata dentro di me una nuova persona. Si era formata una nuova sfumatura del mio stesso essere, che aveva distrutto in mille pezzi il vecchio Julián. Una nuova vita mi aspettava a Parigi, nuova gente da conoscere, un nuovo me stesso da trovare e soprattutto quella promessa che avevo fatto a Miquel prima di saltare sul treno: scrivere, scrivere e scrivere. Probabilmente avrei trovato anche un nuovo amore, qualcuno che mi avrebbe fatto dimenticare Penélope.
La mia Penélope, la mia sola e unica Penélope.
Il suo sorriso, il suo viso, le sue labbra, la sua voce, il suo corpo. Lei viveva con me e dentro di me e senza saperlo il suo ricordo indelebile mi avrebbe tormentato per tutta la vita, anche se lei non sarebbe mai stata più mia. Non l'avrei più rivista e, in fondo, era come se lo sapessi già. Era come se lo sospettassi, ma non volessi ammetterlo con me stesso. La speranza era ancora instillata dentro di me, più forte che mai, e inebriava la ragione, al tal punto da non farle vedere la pura verità. Mi ero convinto fermamente che Penélope prima o poi mi avesse raggiunto, che avrebbe risposto alle mie innumerevoli lettere, che mi avrebbe spiegato ciò che veramente era successo. In realtà, avrei dovuto immaginare fin dall'inizio che per noi non c'era mai stata alcuna speranza.
Passarono i giorni e così gli anni, tutto cambiò e tutto continuò a passarmi davanti inesorabilmente. Le cose non andarono come sperai, ma scrissi e tanto. Regalai la mia anima alla carta, alle parole, regalai il mio essere più profondo a gente estranea - Julián Carax esisteva nei libri e solo lì avrebbe vissuto.
Non avevo però dimenticato Penélope, ne lo feci in seguito. La sua era una presenza costante nel mio cuore; non avrei mai potuto dimenticarla.
Da quel momento in cui la vidi, quando fui introdotto a casa Aldaya, sapevo esattamente cosa provavo nei suoi confronti - ne ero certo - ma avevo fatto male i miei calcoli. Non avevo pensato al destino che ama giocare con le nostre vite e si diverte a farci soffrire nei modi più atroci possibili. Non potevo immaginare che la mia attesa, la mia ricerca e la mia speranza potessero finire nel modo più tragico possibile, in un baratro senza fine, che invece di affievolire tutto il dolore avevo provato negli anni, lo fece aumentare invece d'intensità, senza lasciarmi nessuna via di scampo.
Fu nel momento in cui misi di nuovo piede a casa Aldaya, quando scoprii l'amara verità, che la mia anima non ebbe più scampo. La mia anima si era avvelenata d'amore, un amore che mi si era ritorto contro e che aveva infettato ogni singolo centimetro del mio essere. Ero morto nuovamente, ancora e ancora. Pugnalato infinite volte, mentre fissavo sgomento, addolorato, arrabbiato e colpevole quelle due bare bianche. Non vi era male peggiore di quello, non vi era amara verità che potesse superare ciò che avevo davanti agli occhi: quella fredda e insensibile pietra - insensibile al mio dolore interiore - quel silenzio carico di parole mai dette e di sentimenti strappati violentemente, di un amore mai coltivato e spento fin dall'inizio, di sangue e di grida che riecheggiavano nella casa abbandonata e maledetta, quel dolore cieco e infinito che propagava il suo eco negli anni e nell'eternità, senza fermarsi, senza prendere fiato, senza avere mai pace.
Una pace che mai ritroverà, perché i ricordi vorticheranno vertiginosamente attorno a me, a lei, al piccolo, a questa casa ormai vuota e piena di fantasmi del passato. Questa casa maledetta, così come è maledetta la mia vita e quella delle persone che hanno anche solo incrociato il mio sguardo per un solo attimo. Il destino mi ha maledetto, si è preso gioco di me fin dall'inizio, fin da quando ho emesso il mio primo vagito. Il destino, unico artefice di ogni dolore passato e futuro.
Avevo immaginato il mio futuro in modo diverso, avevo immaginato me stesso in modo diverso, ma adesso so che tutto è finito. Tutto è andato in frantumi già da molto tempo, senza che me ne potessi rendere conto. Julián Carax è morto definitivamente, prigioniero del suo amore e della sua anima. Avvelenato e pugnalato, è diventato sprezzante nei confronti del suo stesso essere, di ciò che di più caro aveva al mondo, delle parole e delle emozioni che aveva prestato ad una penna e che aveva regalato a degli sconosciuti che non avevano nemmeno saputo apprezzare la sua anima. La sua esistenza si era basata solo su una menzogna, sull'attesa vana di un'amore impossibile.
Ma adesso tutto questo finirà, Julián Carax non vivrà più. Verrà dimenticato da tutti e la sua esistenza non sarà altro che carta bruciata e cenere spazzata via dal vento.

  
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