Il
sole splendeva alto nel cielo, riscaldando l’aria al punto
giusto e una leggera
brezza scompigliava appena i ricci biondi di Will, che sorrideva,
ancora
incapace di credere di essere riuscito a convincere Nico, il suo
ragazzo, a cui
teneva la mano, ad andare in spiaggia.
Erano giorni che
ci provava, ricevendo
sempre un no categorico in risposta, ma quella mattina qualcosa era
cambiato e
con un sospiro esasperato, il figlio di Ade aveva detto: “ E
va bene, Solace”
il tutto accompagnato da un’occhiata truce che avrebbe fatto
scappare anche gli
zombie al servizio del padre, ma che sul figlio di Apollo ebbe
tutt’altro
effetto facendolo sorridere, gli occhi azzurri che sprizzavano gioia.
Così
ora erano in spiaggia.
Will
lasciò la mano di Nico per
piantare l’ombrellone, senza perdere il sorriso, mentre il
più piccolo poggiava
a terra la borsa con la bottiglia d’acqua, gli asciugamani e
un libro, perché
si, aveva accettato di andare, ma se ne sarebbe stato tutto il tempo
sotto
l’ombrellone a leggere. Non aveva la minima intenzione di
entrare in acqua e
stare sotto il sole, che tra l’altro gli stava già
cominciando a dare fastidio.
Non appena Will
ebbe aperto
l’ombrellone, Nico prese l’asciugamano,
rigorosamente nero e lo sistemò
all’ombra, sedendovisi subito, senza neanche togliersi la
maglia, con grande
disappunto del più grande. “ Visto che hai deciso
di stare all’ombra potresti
anche togliere la maglia non credi? ” Chiese.
“ No.
Mi hai già trascinato qui, non
ho intenzione di fare altro” Fu la risposta del figlio di Ade.
Il figlio di
Apollo sospirò divertito
e gli si inginocchiò di fronte, sfoggiando la sua miglior
espressione
supplicante.
“
Eddai, Nico. Siamo solo tu ed io,
non ti vedrà nessuno ”
“ No!
” Allungò il braccio per
prendere il libro dalla borsa e nel faro sfiorò Will e gli
occhi furono
irrimediabilmente attratti dal petto abbronzato di lui, che aveva avuto
la
brillante ide di lasciare la maglia nella sua cabina, facendogli
prendere un
colpo quando lo aveva visto. Non era preparato a quella vista.
Nico non
l’avrebbe mai ammesso ad alta
voce, ma il motivo per cui non voleva togliere la maglia era proprio
Will.
Perché aveva paura di non piacergli, di non essere
all’altezza delle sue aspettative,
nonostante fosse ormai da qualche settimana che stavano insieme.
Il figlio di
Apollo, però, non si
diede per vinto, in fondo, era riuscito a farlo andare in spiaggia, lo
avrebbe
convinto che anche a togliere la maglia. Sapeva essere convincente
quando
voleva, anche se il figlio di Ade gli aveva detto che riusciva a fargli
fare
quello che voleva solo perché era fastidioso, come un
bambino che chiede
insistentemente qualcosa ai genitori che gliela concedono per
esasperazione.
Will non era per
niente d’accordo, ma
se l’altro la pensava così, gli avrebbe fatto
vedere quanto sapeva essere
insistente.
“
Toglila ”
“ No!
” Lo disse senza neanche alzare
gli occhi dal libro.
“
Ordini del dottore! ” Incrociò le
braccia e usò il suo tono da dottore.
Nico si
limitò a scuotere la testa.
In quel momento
il maggiore rimpianse
di non essersi portato un secchiello, così avrebbe potuto
riempirlo d’acqua e
buttargliela addosso. Avrebbe proprio voluto vedere se avesse
continuato a
tenerla, in quel caso. Certo, a patto di riuscire a rimanere vivo.
Prese in
considerazione l’idea di
usare l’acqua della bottiglia anche se questo avrebbe
significato rimanere
senza niente da bere, ma gli venne un’altra idea.
“
L’hai voluto tu ” Disse, un sorrise
di vittoria sul volto.
Nico lo
ignorò, ma dopo l’attimo dopo
si ritrovò al sole. Chiuse di scatto il libro e
fulminò Will con lo sguardo. “
Cosa. Diamine. Stai. Facendo? ” Scandì.
Il figlio di
Apollo ringraziò gli Dei
che quegli occhi neri non potessero uccidere, perché era
certo che in caso
contrario di lui sarebbe rimasto solo un mucchietto di cenere, ma
rimase calmo
e disse: “ Ho pensato che sei già abbastanza
protetto dalla magia, non hai
bisogno dell’ombrellone! ”
“
Solace, riapri subito
quell’ombrellone! ”
“ Solo
se togli la maglia ”
“
Solace! ” Nico stava decisamente
perdendo la pazienza.
“ Non
se ne parla, Di Angelo ” Era
consapevole che cosi rischiava di farlo arrabbiare al punto che se ne
sarebbe
andato, ma qualcosa gli diceva che non lo avrebbe fatto e lui aveva
tutto il
pomeriggio a disposizione.
Nico avrebbe
voluto prenderlo a pugni.
Non poteva semplicemente alzarsi e aprire l’ombrellone,
perché Will era nel
mezzo e glielo avrebbe impedito e sapeva per esperienza che il figlio
di
Apollo, nonostante fosse più portato per la medicina, era
forte.
Rimasero a
fissarsi per qualche
secondo o forse di più, non avrebbero saputo dirlo,
sfidandosi a cedere per
primi.
In altre
circostanza, sarebbe stata
una sfida alla pari, perché Nico poteva anche essere
testardo, ma Will sapeva essere
molto paziente.
In quelle
circostanze però, con il
sole che scottava e che in più veniva anche attirato dal
nero della maglia e
senza nessun posto dove ripararsi, il figlio di Ade, per quanto
testardo, stava
cominciando a sentire caldo, troppo caldo e avere il figlio di Apollo
in piedi
davanti a lui, completamente a suo agio non aiutava per niente.
Resistette quanto
più poteva, ma alla
fine dovette ammettere la sconfitta e senza dire una parola, si tolse
la
maglia.
Il viso del
più grande si illuminò per
la gioia a quella vista, sia per la vittoria e sia, anzi soprattutto,
per poter
guardare il corpo dell’altro senza intralci. Le uniche volte
in cui aveva
visto, o meglio, intravisto qualcosa era stato durante le visite, in
cui Nico
aveva rifiutato in ogni modo di togliere quella benedetta maglia. E
ora, dopo
quasi tre mesi di pazienza, Nico Di Angelo era di fronte a lui con solo
il
costume addosso ed era anche più bello di quanto immaginasse.
Certo, non aveva
il suo stesso fisico
atletico, ma gli allenamenti quotidiani stavano dando i loro frutti e
già si
incominciavano ad intravedere le linee dei muscoli sotto la pelle
chiara, ed
era sicuro che non fosse così l’ultima volta che
aveva sbirciato…
“
Solace! Ti sbrighi ad aprire
l’ombrellone o vuoi che evochi qualche zombie? ”
Urlò Nico, con un’occhiata da
serial killer che poco si sposava con il rossore sulle guance dovuto
agli occhi
di Will su di lui.
“ No!
” Esclamò Will, riprendendosi “
Cioè, no, non c’è bisogno degli zombie
e si, lo riapro subito ”
Il figlio di Ade
scosse la testa
divertito, rimanendo suo malgrado a fissare il movimento dei muscoli
dell’altro
mentre riapriva l'ombrellone e distogliendo gli occhi un attimo prima
che
l’altro si voltasse e se ne accorgesse. “ Sei un
idiota, Solace ”
“
Potresti chiamarmi Will, per favore?
Ho capito che il mio cognome ti piace! ” Ribatté
il figlio di Apollo, pronto a
scappare in caso di bisogno. Sapeva che si stava addentrando in una
zona
pericolosa, ecco perché non aveva aggiunto anche:
“ Come i miei addominali ” Oh
sì, aveva visto benissimo l’occhiata che gli aveva
lanciato.
“
Vattene al Tartaro ”
“ Credo
che andrò a far una nuotata,
invece. Torno subito ”
Nico non rispose,
anche perché l’altro
non gliene diede il tempo, era corso in acqua appena aveva finito di
parlare.
Lui rimase a
guardarlo come incantato.
Forse non era
stata proprio una
pessima idea quella, così poteva guardare Will indisturbato
e apprezzare ancora
di più quella pelle abbronzata quando sarebbe stata bagnata,
i capelli che
sembravano brillare sotto i raggi del sole e quegli occhi azzurri che
non
perdevano mai la loro luce e la loro gioia.
Lo
guardò tuffarsi e riemergere poco
lontano e pensò che neanche Afrodite era così
bella quando era emersa da quelle
acque per la prima volta. Anche se nel suo caso sarebbe stato
più appropriato
paragonarlo ad Eros.
No, a pensarci
bene no. Will non aveva
neanche un briciolo della crudeltà del Dio. Will aiutava le
persone, non le
faceva soffrire. E di questo, era lui stesso la prova. Lo aveva preso
sotto la
sua ala e lo aveva trasformato dallo scontroso ragazzino che evitava
qualsiasi
contatto umano a quello che era, un ragazzo a cui piacciono i ragazzi e
che
quindi era riuscito ad amare, senza paura del giudizio altrui.
Sì,
Will Solace lo aveva salvato.
Sorridendo a quel
pensiero aprì il
libro e riprese a leggere, concedendosi una sbirciatina ogni tanto,
stando bene
attento a non farsi scoprire o era sicuro che Will non avrebbe mai
smesso di
rinfacciarglielo.
Un tempo non
meglio precisato dopo,
però, si era immerso così tanto nella lettura a
causa di un passaggio
particolarmente bello, da non accorgersi che Will era uscito
dall’acqua, fino a
quando non si ritrovò circondato dalle sue braccia.
“ Sto
cominciando ad essere geloso di
quel libro ” Gli disse, poggiando il mento sulla sua spalla e
facendo scorrere
gli occhi sulle parole per capire cosa ci fosse scritto di
così interessante da
distogliere l’attenzione di Nico.
“ Solo
tu puoi essere geloso di un
libro ” Commentò il figlio di Ade, appoggiandosi
contro il petto dell’altro
anche se era bagnato.
“
Magari del libro no, ma di Patroclo
e Achille sì ” Aveva riconosciuto il libro:
“ La canzone di Achille ” e non
poteva biasimarlo, quel libro era piaciuto anche a lui e
l’avrebbe riletto
volentieri.
“ Sai
benissimo che nessuno dei due
lascerebbe l’altro e in più, qui con me ci sei tu
e non loro, mi sembra ”
“ Stai
per caso cercando di dirmi
qualcosa, Nico? ” Lo pese in giro Will, ricevendo un pugno
sul braccio in
risposta, insieme ad un: “ Sei un idiota ”
Il figlio di
Apollo sorrise,
stringendolo un altro po’ a sé “ Sei
bollente. Dovresti entrare un po’ in acqua
”
Nico richiuse il
libro e lo poggiò
sull’asciugamano, consapevole che non sarebbe riuscito a
leggere niente, ma non
ne era dispiaciuto, visto qual era la distrazione. “ Non ti
pare che ti abbia
assecondato già troppo per oggi?”
“ La
mia non era una richiesta, era un
consiglio. Se entrassi in acqua ti rinfrescheresti un po’ e
prenderesti il sole
senza sentire troppo caldo e fidati, ti farebbe molto bene ”
Non che a Will
dispiacesse rimanere lì abbracciati, ma il suo ragazzo era
ancora troppo
pallido, anche per essere un figlio di Ade e stare al sole gli faceva
solo
bene, anche e soprattutto se si teneva conto del problema dei viaggi
nell’ombra. Fino a quel momento era riuscito a impedirglieli,
anche perché
erano stati fortunati e avevano dovuto affrontare mostri che
richiedevano il
minimo sforzo per essere annientati, ma sapeva che era solo questione
di tempo
prima che spuntasse fuori qualcosa di serio e voleva essere sicuro di
non
vedere Nico diventare un’ombra davanti ai suoi occhi.
Non lo aveva
permesso quando lo aveva
incontrato su quella collina il giorno della battaglia contro Gea e non
voleva
l’aiuto di nessuno e di sicuro non l’avrebbe
permesso adesso che era riuscito a
trovare un varco attraverso il muro che si era costruito per
allontanarci dagli
altri.
Gli occhi scuri
di Nico percorsero
quella distesa blu che brillava dove colpita dai raggi del sole, senza
soffermarvisi troppo. Era da tempo che il mare non aveva più
la capacità di
fargli pensare a Percy. Quel periodo era ormai lontano, solo un ricordo.
Era il blu del
cielo, ora, a fargli
accelerare il battito e, qualche volta a fargli spuntare un sorriso, a
riportargli alla mente quegli occhi, quel viso incorniciato dai
riccioli biondi
e quel sorriso. Quel meraviglioso sorriso che a volte avrebbe voluto
cancellare
a suon di schiaffi. Quel sorriso che era solo di Will.
Fu con gli occhi
puntati all’orizzonte
che ammise: “ Non so nuotare ”
“ Sul
serio? ” Will si diede
dell’idiota da solo non appena ebbe finito di parlare. Non ci
fu neanche
bisogno dell’occhiataccia del figlio di Ade perché
ci arrivasse. Solo perché
lui sapeva nuotare da quando era un bambino di appena cinque anni non
significava che fosse lo stesso per tutti.
E di sicuro Nico
aveva avuto altro a
cui pensare, con la vita che aveva avuto. Imparare a nuotare era stato
l’ultimo
dei suoi pensieri e non era neanche sicuro che negli anni ’30
si andasse in
spiaggia per divertirsi.
“
Voglio dire ” Si corresse. “ È solo
questo il problema? ”
“ No.
Il problema è che rischio di
annegare ”
“ Credi
davvero che ti lascerei
annegare? ” Chiese il figlio di Apollo, incredulo.
“ Forse
” Scherzò il più piccolo,
divertito dall’espressine dell’altro. Diede
un’altra occhiata all’acqua e anche
se l’idea non lo entusiasmava troppo, decise di tentare. E
poi, a differenza di
quanto aveva detto, sapeva che Will non lo avrebbe mai fatto annegare.
Si
liberò dalla stretta di Will e si alzò girandosi
a guardarlo.
“ Ma
puoi sempre dimostrare che mi
sbaglio ”
Il viso
dell’altro fu di nuovo
illuminato dal suo sorriso e senza perdere neanche un secondo, si
alzò a sua
volta e prese per mano il figlio di Ade, dirigendosi poi verso
l’acqua.
Entrarono in
silenzio, fermandosi
quando l’acqua arrivò al petto di Nico. Pur
sapendo che Will era lì e gli
teneva la mano, non riusciva a impedire alla tensione di crescere e
l’altro se
ne accorse e non appena si furono fermati, si mise di fronte a lui,
prendendogli entrambe le mani. “ Nico, rilassati. Ci sono io
e riesci ancora a
toccare, perciò puoi stare tranquillo, va bene? ”
Il figlio di Ade
annuì, facendo un
respiro profondo.
Non riusciva a
credere che lui, che aveva
attraversato il Tartaro da solo, avesse paura di un po’
d’acqua!
D’accordo
che il mare non era
territorio di Ade e quindi dei suoi figli, ma averne addirittura paura
era
troppo.
Will aveva
ragione, riusciva ancora a
toccare e lui era lì, non l’avrebbe abbandonato.
Poteva farcela. Questo, però,
non significava che avrebbe rinunciato al contatto con il figlio di
Apollo, in
fondo, era ancora l’unico che poteva toccarlo senza essere
scacciato. Forse
perché lui era stato il primo a dirgli che non lo
considerava diverso, tetro o
spaventato o forse, più probabilmente, perché
ogni volta che lo toccava o anche
solo sfiorava, provava una sensazione che non aveva mai provato prima,
una
sensazione piacevole che gli faceva accelerare il battito e mancare il
respiro.
Will rimase fermo
davanti a Nico,
aspettando che si rilassasse e che la presa sulle sue mani si facesse
più
debole. Probabilmente non si era accorto di star stringendo
così tanto, ma non
gli importava.
La cosa
importante era stare insieme a
lui. Erano stati in molto, praticamente tutti, a sorprendersi quando
Nico aveva
cominciato a passare tanto tempo con lui, lasciandosi addirittura
toccare; la
verità era che ne era rimasto sorpreso lui per primo. Non
perché pensava che il
figlio di Ade non avrebbe mai permesso a nessuno di avvicinarsi, ma
perché
pensava che non sarebbe mai potuto nascere niente tra loro, per via di
quello
che Nico provava per Percy. E anche dopo la famosa dichiarazione che
gli aveva
fatto, quella del “ non sei il mio tipo ” aveva
pensato che Nico lo vedeva solo
come amico, forse miglior amico, ma nulla più.
Fino a quando
aveva cominciato a
sfiorarlo e toccarlo e l’altro non lo scacciava come faceva
con gli altri. In
quel momento era passato dallo sperare al credere che potesse nascere
qualcosa.
Era stato quando
lo aveva abbracciato
la prima volta e Nico non aveva reagito che aveva capito come stavano
realmente
le cose e si diede mentalmente dello stupido per aver creduto che tra
loro non
potesse nascere niente.
Probabilmente
Apollo gli avrebbe dato
ragione, aggiungendo che nessuno poteva resistere al suo fascino, era
pur
sempre suo figlio!
A quel pensiero
sorrise.
Nico se ne
accorse e gli chiese: “
Perché sorridi? ”
“ Stavo
pensando alla prima volta che
ti ho abbracciato ”
Il più
piccolo arrossì leggermente.
Nonostante fosse più facile per lui ricevere e ricambiare
gli abbracci del
maggiore, gli capitava ancora di imbarazzarsi al ricordo.
“ Non
è stato il nostro miglior
abbraccio ” Riuscì a dire, prima che entrambi
scoppiassero a ridere.
“ Direi
proprio di no, ma è stato
bello comunque ” Mentre parlava, Will cominciò ad
indietreggiare, approfittando
della distrazione di Nico, per portarlo dove l’acqua era un
po’ più alta.
Il figlio di Ade
si accorse di quello
che l’altro stava facendo solo quando non sentì
più la sabbia sotto i piedi.
Si fece prendere
di nuovo dal panico e
anche se aveva le mani strette in quelle di Will, gli sembrò
di on avere
comunque nessun appiglio, perciò gettò le braccia
al collo dell’altro, che gli
passò le proprie attorno alla vita, stringendolo
delicatamente. “ Ehi, Nico,
stai calmo ” Gli sussurrò, rassicurandolo.
Non
sortì proprio l’effetto sperato,
perché Nico, pur stringendolo a sua volta, disse:
“ Calmati? Stai cercando di
affogarmi e io dovrei stare calmo? Riportami a riva! ”
“ No,
finché non ti calmi. E a quel
punto mi darai la mano e se vorrai torneremo a riva ”
La stretta del
più piccolo non si
allentò, neanche quando ebbe fatto un respiro profondo e
aver chiuso gli occhi,
appoggiando la testa sulla spalla di Will.
Il profumo di lui
insieme al suo
respiro regolare lo aiutarono a calmarsi e a pensare più
chiaramente. Forse
stava esagerando un po’, la situazione, in fondo non era
così brutta e lui
aveva affrontato cose peggiori.
Ora si trattava
solo di nuotare, o almeno
rimanere a galla e non era una cosa impossibile, poteva farcela.
Magari
cominciando come aveva
suggerito il figlio di Apollo, perché anche se lui era
lì vicino, non si
sentiva ancora pronto a nuotare da solo. Allo stesso tempo,
però, stare
abbracciato a Will gli stava piacendo e non voleva rinunciare a quel
contatto.
“ Vuoi
provare? ” Gli chiese ad un
certo punto Will, a bassa voce.
Nico
annuì e rimanendo con un braccio
attorno al collo del più grande, cercò la mano
con l’altra e dopo averla
trovata e stretta con la sua, lasciò la presa sul collo.
Il più
grande, invece, lasciò la presa
sulla sua vita lentamente, così da poterlo stringere in
fretta se si fosse
tirato indietro, cosa che invece non successe.
Il figlio di Ade
gli tenne stretta la
mano, muovendo l’altra per tenersi a galla.
Will sorrise.
“ Non è così difficile,
vero?”
“ No,
ma se mi lasci ti ammazzo ” Lo
minacciò l’altro
“
Tranquillo, non ti lascio. Dove lo
trovo un altro come te? ”
Il figlio di Ade
arrossì. Gli aveva
appena fatto un dichiarazione? Di una cosa era certo: il suo cervello
era
andato momentaneamente in tilt, perché quando
provò a formulare una frase tutto
quello che riuscì a dire fu: “ Credo proprio che
ti meriti un premio ”
Si
abbassò un po’, quanto bastava per
poggiare le labbra su quelle di Nico, in un bacio che in
realtà era più un
semplice contatto tra le loro labbra. Durò un attimo, o
forse di più, poi Will
si allontanò, lasciando però solo pochi
centimetri tra i loro volti, occhi
azzurri incatenati a occhi neri, il cielo del giorno mischiato a quello
della
notte.
Non seppero dire
chi si mosse per
primo, forse Will, forse Nico o forse entrambi, l’unica cosa
certa fu che si
ritrovarono labbra contro labbra, le braccia di Nico di nuovo attorno
al collo
di Will, che invece aveva un braccio introno alla sua vita e
l’altra mano persa
tra i capelli. Ma stavolta le labbra si schiusero, lasciando che le
loro lingue
si incontrassero e danzassero insieme per la prima volta, ma con una
sincronia
tale da sembrare che lo avessero già fatto
un’infinità di volte.
E in quel momento
tutto cessò di
esistere. Il sole, il mare, la spiaggia, la leggera brezza, lo
sciabordio delle
onde, non c’erano più.
C’erano
solo Will e Nico, abbracciati,
il sapore delle loro labbra mischiato alla salsedine, la sensazione del
contatto della loro pelle, il battito accelerato del cuore nelle
orecchie.
Niente
più Dei, semidei, mostri o
altro.
Solo loro.
Molto più tardi, quando il sole era quasi tramontato e i due ragazzi stavano tornando alle cabine mano nella mano, Nico disse: “ Sai, non mi dispiacerebbe tornare anche domani”
NDA:
Ciao a tutti, questa è la prima fanfic che scrivo sulla Solangelo e sul mondo di Percy Jackson. Detto questo spero che vi sia piaciuta e di non essere andata OC e mi farebbe tanto piacere se lasciaste una recensione anche piccola per dirmi cosa ne pensate.
A presto, RosaNera_Rinnegata_30613