Ringrazio
anche solo chi legge.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
KHR.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al
‘Rainy time’ a cura di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 655.
★
Prompt: 7. In riva al mare.
Due
piogge
Squalo
era seduto in riva all’oceano, i piedi
affondati nella sabbia, le mani sulle ginocchia strette dai pantaloni
neri
della divisa da Varia, i lunghi capelli argentei che gli sferzavano il
volto
pallido e sottile mossi dal vento.
Squalo
guardò il giovane nello schermo davanti a lui, Takeshi
chiuse gli occhi e
ridacchiò.
“Sarò
in Giappone solo per quei due giorni. Mi piacerebbe tanto raccontarti i
progressi che sto facendo in questo primo ritiro di
allenamento” si vantò.
“Vooooi! Non dirmi che hai completamente
accantonato la spada solo per il baseball!” si
lamentò Superbi.
Takeshi
negò con il capo, facendo ondeggiare i capelli neri, che gli
si erano allungati
diventando una zazzera confusa.
“Certo
che no, certo che no” lo rassicurò.
Squalo
osservò il ragazzo, le sue spalle massicce, il viso adulto,
l’espressione
gioviale e deglutì riuscendo a scorgere una parte del suo
petto muscoloso,
stretto dalla divisa della sua squadra.
“Allora,
ci sarai all’appuntamento?” chiese Takeshi,
riaprendo gli occhi. Le sue iridi
castano scuro, quasi nere, lo fissarono con intensità.
“Bah!
Ci sarò, ma questo non vuol dire che accorro appena mi
chiami, dannato
ragazzino!” sbraitò Squalo.
“Che
bello! Ti confermo le coordinate per messaggio” disse
Yamamoto.
Squalo
annuì, sbuffando e chiuse la videochiamata.
Il
cielo si era annuvolato, gocce di pioggia grandi un’unghia
iniziarono a sferzare Squalo, la sabbia divenne umida e
l’uomo si sentì
affondare. Socchiuse gli occhi mentre la pioggia iniziava a ingrossare
le onde
e starnutì, incassando il capo tra le spalle ossute.
<
Benissimo. Ora mi tocca aspettare in riva al mare
mentre piove > pensò. Gettò indietro la
testa, mentre i suoi capelli si
appesantivano e inspirò l’odore di umido,
socchiudendo le gambe aperte, il suo
moncherino affondava nella battigia bagnata più velocemente
della sua mano
sana.
<
Questa pioggia è come quella della mia fiamma.
Sempre uguale, costante, fedele, ma pesante. Ogni goccia è
gelida e ferisce,
inodore e incolore, come una lama e unite alle altre ti squarcia a
pezzi. Ti
entra nelle ossa ed è la pioggia che ti aspetteresti a un
funerale o a un
cimitero. Lì dove cade sembra fermarsi, lasciandosi
deformare dal contenitore
dove viene rinchiusa, ma a lungo andare corrode tutto. È la
pioggia che ben si
abbina, paradossalmente, a un incendio dovuto a della benzina
facilmente
infiammabile. È la pioggia del Requiem >
pensò. I suoi stivaletti stavano
affondando e sentì una fitta al cuore, mentre riprendeva
fiato.
L’odore
di salsedine gli punse le narici, mentre si
alzava un forte vento. La pioggia cambiò direzione, andando
da sinistra verso
destra, divenendo più calda e densa.
Squalo
venne quasi spazzato via dal vento e fu
costretto ad alzarsi in piedi, proteggendosi con il braccio gli occhi.
La
pioggia vorticava intorno a lui, accaldandolo e le sue gote divennero
vermiglie.
<
La pioggia è cambiata. Questa è di tempesta,
attiva, vitale, inattesa e inaspettata. Qualcosa che sembra
inaffidabile, che
ti confonde con la sua innovazione, ma che alla fine torna sempre se
hai la
pazienza di aspettare. Questa è una pioggia estiva,
improvvisa, che dura troppo
poco, che disseta le piante dopo troppo sole. È una pioggia
che sa di oceano e
questo è il luogo più adatto dove trovarla
> pensò.
Vide
la figura di Takeshi in lontananza, il giovane
correva in riva all’oceano, tenendo in mano una spada di
legno. I suoi muscoli
scattavano, la sua divisa sembrava stargli stretta, la sua figura si
avvicinava
a grandi falcate e la pioggia sembrava aprirsi al suo passaggio.
“Voooooi!
Era l’or…”. Iniziò a dire
Squalo.
Takeshi
balzò e lo baciò con foga, unendo le loro labbra
in un bacio desideroso, entrando a fondo con la sua lingua dentro la
bocca del
Varia.
<
Lui è come la sua pioggia. Impetuoso come uno
Tsunami che ti cambia la vita, se hai l’accortezza di
accettarlo > pensò Squalo,
dando vita a un basso mugolio di piacere. Lo sguardo ancora sorpreso,
ma la
bocca protesa.