Piccola premessa di spiegazione: allora, ho visto il film Moonacre per ben 5 volte e continuo ad essere altamente insoddisfatta del finale. Detto questo devo dire che dopo un lungo meditare ho deciso che forse potevo mettermi all'opera e combinare qualcosa di buono per tutti coloro che concordano con me sul fatto che almeno un piccolo bacetto Maria e Robin potevano darselo alla fine della storia. Mi sono documentata un po' per sapere che età aveva più o meno Maria nel film quindi ho cercato di dedurre anche l'età del caro Robin visto che non c'era da nessuna parte e ho dedotto che un paio di anni di differenza c'erano sicuramente tra loro due. Quindi, Maria nel film aveva 13 anni e Robin sui 16. Detto questo posso lasciarvi alla lettura e rimandare il resto alla fine.
Lead On
A Volte è Necessario Far Credere Qualcosa di Sbagliato a Qualcuno
Era una bella
giornata d'inizio autunno nell'incantevole e antichissima valle di
Moonacre.
Da quando Maria
Merryweather, ultima Principessa della Luna, aveva spezzato la
maledizione quasi due anni prima, la pace era finalmente tornata a
regnare in tutta la regione e le rivalità tra Noir e Merryweather
si erano lentamente affievolite fino a terminare completamente quando
Loveday De Noir e Sir Benjamin Merryweather si erano sposati.
Ma
sto divagando e non è ciò che in quei due anni
è avvenuto che mi
interessa narrare.
Tra
le fronde della foresta che cresceva rigogliosa su gran parte del
territorio della valle, la giovane Maria Merryweather camminava
lentamente, fasciata in un lungo vestito turchese, osservando gli
alberi e le creature che si muovevano nel fogliame al rumore
croccante delle foglie secche che calpestava al suo passaggio.
In
quei due anni aveva passato gran parte del suo tempo in sella al suo
fedele unicorno, esplorando i luoghi più remoti della
foresta e
imparando velocemente a riconoscere gli alberi e i sentieri del bosco
uno ad uno. Ma non aveva fatto tutto da sola. Ad accompagnarla la
maggior parte delle volte era stato Robin De Noir, fratello minore di
Loveday.
Da un po' di tempo a quella parte però aveva iniziato a
evitare Robin e preferiva il passeggiare al cavalcare. Aveva infatti
capito che camminando poteva riflettere meglio, e purtroppo in quel
periodo non faceva altro che pensare...
Perfino suo zio Benjamin
le aveva detto che il suo comportamento era strano -“Denti
cadenti!” aveva tuonato quella mattina l'uomo quando aveva
rifiutato la colazione “Maria Merryweather si può
sapere che ti
succede?!” Lei non gli aveva risposto e si era alzata uscendo
dalla
residenza e avviandosi verso la foresta.
Eppure
per quanto si sforzasse di essere naturale, era preoccupata per quel
batticuore che le prendeva ogni volta che qualcuno nominava Robin...
non sapeva spiegarsi da dove arrivasse quella sensazione e quando
aveva iniziato a provarla...
Stava di nuovo riflettendo su ciò
quando, alzando il viso, vide il ragazzo che stava nei suoi pensieri
avvicinarsi scendendo dalla bassa collina che le stava davanti.
E
dannazione, la ragazza non riuscì ad impedirsi di pensare
quanto
fosse diventato bello con i suoi tratti del viso spigolosi, il suo
sorriso furbo, i suoi occhi scuri che si scrutavano attorno vispi e
quei meravigliosi capelli che sbucavano riccioluti dalla sua fidata
bombetta.
Lui le sorrise avvicinandosi e Maria arrossì rendendosi
conto di essersi incantata a fissarlo.
“Finalmente
ti ho trovata!” esclamò quando le
arrivò di fronte. “Si può
sapere perchè mi eviti?” chiese poi.
Maria
lo oltrepassò tenendo la testa china.
“Io
non ti evito affatto.” borbottò nervosamente
continuando a
camminare.
Robin
però la seguì ostinato.
“Sì,
invece. E non capisco il perchè.” disse
afferrandole un polso per
fermarla. “Posso sapere che ho fatto di male? Almeno posso
chiederti scusa sapendo per cosa mi scuso.” tentò.
Lei
però teneva la testa ostinatamente china.
“Non
è colpa tua.” sussurrò scocciata
infine. “Voglio solo stare un
po' da sola.”
Robin
lasciò la presa sospirando.
Rimase
incantato ad osservarla. Con quei suoi capelli rossicci raccolti come
al solito in una treccia che col passare degli anni si era allungata
di quasi venti centimetri, con quel suo abito semplice ma che
evidenziava il corpo da quasi giovane donna e quelle mani che
lentamente si stavano torturando l'un l'altra.
Per
quella che gli parve la milionesima volta, la trovò
bellissima.
Già,
perchè per quanto avesse cercato di fingere con
sé stesso, fin
dalla prima volta in cui l'aveva intravista, l'aveva trovata
immensamente bella.
E
poi, conoscendola meglio, aveva finito per innamorarsene
perdutamente.
Purtroppo
però in tutto quel tempo che avevano passato insieme, Robin
aveva
compreso che i sentimenti di lei non corrispondevano ai suoi. Si era
così sforzato di esserle vicino come un semplice amico ma
ogni
giorno lei diventava più bella e lui se ne innamorava di
più.
Fu
proprio ciò che provava che lo spinse a non andarsene.
Perchè
qualcosa nel suo cuore gli diceva che Maria aveva qualcosa che non
andava ed era deciso a scoprire cosa la turbasse.
“No,
Maria, tu non hai bisogno di restare da sola. Tu hai bisogno di
parlare con qualcuno.” le disse improvvisamente con tono duro.
Lei
alzò lo sguardo all'improvviso. Le loro iridi rimasero le
une perse
nelle altre per qualche istante.
Ma
non era uno sguardo dolce quello che si stavano scambiando. Maria
poteva benissimo vedere un pizzico di rabbia negli occhi del ragazzo
così, amareggiata, puntò di nuovo le iridi a
terra.
Lui
sospirò per l'ennesima volta.
“Se
non vuoi parlare con me, fallo almeno con Loveday.”
mormorò
tristemente prima di andarsene ripercorrendo a ritroso il sentiero da
cui era arrivato.
La
giovane Merryweather rimase per qualche istante ferma dov'era
riflettendo su ciò che lui le aveva detto. Ammise infine che
aveva
ragione. Doveva assolutamente parlare con qualcuno e Loveday era
probabilmente la persona migliore con cui farlo.
*****
Loveday
osservava perplessa la piccola Maria che seduta sul suo letto si
torturava le mani cercando il coraggio per parlare.
Aveva
sempre creduto che lei fosse molto coraggiosa ed impulsiva, ma in
quel momento sembrava aver perso tutta la sua sicurezza.
“Maria,
smettila di torturarti a questo modo.” le disse gentilmente
come se
fosse sua figlia e stringendole le mani tra le sue mentre si
inginocchiava di fronte a lei. “Avanti, cosa c'è
che non va?”
La
giovane Merryweather, non trovando più nelle mani uno sfogo
al suo
nervosismo, iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore e
poi, dopo
aver preso parecchi grandi respiri, parlò.
“Loveday, io...
credo di essermi innamorata...” sussurrò solo.
La
donna la osservò per un attimo con gli occhi spalancati e
poi
scoppiò leggermente a ridere.
“Tutto
qui?” le chiese divertita.
Maria
annuì rossa in viso.
Le
risate lasciarono ben presto il posto a un sorriso gentile.
“Non
devi essere preoccupata o spaventata da quello che senti.”
iniziò.
“Anzitutto devi essere sincera con te stessa. Poi devi essere
sincera anche con la persona che ami.”
La
ragazza la ascoltava attentamente sorridendo appena.
“Sei
una persona coraggiosa e sono sicura che riuscirai a confessare al
fortunato ragazzo di cui sei innamorata i tuoi sentimenti.”
A
quest'uscita però Maria ritornò a mordicchiarsi
il labbro.
“Oh,
avanti, chi è questo ragazzo che ti fa tanta
paura?” chiese senza
riuscire a trattenersi Loveday.
Di
nuovo la giovane che le stava di fronte arrossì.
“Dalla
tua espressione deve essere qualcuno che conosco...”
Maria
la guardò negli occhi negando.
“Qualcuno
che conosco molto bene.” aggiunse lei allora ghignando appena
fingendo di pensare. “Che sia forse...” stava per
dire un nome ma
Maria la interruppe.
“Ti
sbagli, io non sono affatto innamorata di Robin!”
esclamò
alzandosi ancora più rossa in volto.
“Io
non avevo minimamente detto il suo nome. Anche se in realtà
ero
sicura si trattasse di lui.” ammise Loveday sedendosi sul
letto.
Maria
si mise accanto a lei sospirando.
“Ho
paura che mi veda solo come un'amica.” aggiunse dopo qualche
istante di silenzio.
La donna che le
stava accanto mugugnò meditando.
“Io credo che
tu abbia paura più che altro che lui ti
rifiuti...” sussurrò più
tra sé che a Maria. La ragazzina però si
sentì punta sul vivo e
arrossì di nuovo confermando le parole della De Noir.
“Forse un modo
per verificare i suoi sentimenti senza scoprire troppo le tue carte,
c'è. Ma devi essere molto abile a leggere negli occhi di
Robin le
sue emozioni...” aggiunse Loveday dopo un paio di attimi di
silenzio.
“Bhè, credo di
essere in grado di riuscirci.” borbottò insicura
Maria.
La donna che le
stava accanto sorrise iniziando a spiegarle la sua idea.
Maria
quella mattina scese a colazione molto presto. L'unica persona seduta
al tavolo della sontuosa sala da pranzo decorata di fiori qua e
là,
era Loveday, che beveva tranquillamente un bicchiere di
latte.
Vedendola entrare, la donna le aveva sorriso invitandola
con un gesto del capo a sedersi accanto a lei per mangiare qualcosa.
Eppure in quel momento Maria sentiva lo stomaco estremamente chiuso e
la sola idea di ingurgitare qualcosa le faceva ribrezzo.
Con
un sospiro aveva salutato la De Noir che, mentre stava varcando la
soglia, le aveva augurato un lieve buona fortuna.
Uscendo dalla
casa aveva incontrato Rolf che passeggiava tranquillamente in
giardino osservando però guardingo verso la foresta alla
ricerca di
un movimento sospetto. Gli aveva dato una carezza sulla lunga
criniera nera e poi aveva proseguito verso la fitta vegetazione.
Camminando
il più lentamente possibile, si era recata a quello che era
di
solito il posto in cui lei e Robin si incontravano per poi
passeggiare insieme tra gli alberi.
Ad accoglierla
come al solito, furono i forti raggi del sole che, in quella piccola
radura priva di alberi, illuminava ogni più piccolo
particolare, dal
vecchio tronco caduto e ormai secco, alle foglie portate dal vento
che coprivano il manto verde scuro dell'erba.
Si sedette sul
tronco, sperando che, nonostante fossero settimane che non andava
lì
per vedersi con Robin, il ragazzo si presentasse.
Attese per quelle
che le parvero delle ore, poi, dei lievi rumori alle sue spalle, la
indussero a voltarsi e vide la figura del giovane De Noir avvicinarsi
con passo sicuro nonostante la grande quantità di rami
caduti a
terra. Aveva un espressione piacevolmente sorpresa in volto e le
sorrideva come un bambino di fronte ad un fantastico regalo di Natale
che tanto aveva desiderato.
Sentì le gote
arrossarsi leggermente ma si impose di non abbassare lo sguardo e di
fingere di essere a suo agio.
Quando le fu più
vicino lo salutò e lui ricambiando si sedette accanto a lei.
“Devi aver
parlato con Loveday se oggi hai deciso che non ti va più di
stare da
sola.” aggiunse Robin.
Maria arrossì ancora un po' ma si impose
di nuovo di mantenere la calma e proseguire con lo stratagemma che
aveva pianificato con la De Noir.
“Sì, in
effetti ho parlato con tua sorella.” disse dopo un profondo e
silenzioso sospiro liberatorio.
“E ovviamente
non vorrai raccontare anche a me ciò che vi siete
dette....”
mormorò il ragazzo fissandosi le punte dei piedi.
Di nuovo la
giovane Merryweather sospirò silenziosamente.
“In realtà non
c'è molto da raccontare. Le ho solo confessato che... che mi
sono
innamorata.” borbottò con finta noncuranza
osservando la reazione
di Robin.
Lui ora aveva
alzato lo sguardo e la guardava negli occhi.
Rimase così per
qualche istante, senza dire nulla, solo osservandola. Maria aveva le
gote leggermente arrossate ma continuava a tenere i loro sguardi
incatenati.
Poi, con un
movimento brusco il De Noir spostò di nuovo la sua
attenzione sulla
punta delle sue scarpe sussurrando un lieve “Ah...”
Maria rimuginò
su ciò che aveva letto nelle iridi del ragazzo. Era
perplessa.
Non riusciva a
capire perchè in quei fantastici occhi scuri si
combattessero un
insieme discordante di emozioni.
La prima di
queste che vi aveva letto era sicuramente la sorpresa. E questa era
anche comprensibile. Infondo aveva confessato una cosa del genere
senza nessun preavviso...
In seguito però
quello stupore si era tramutato velocemente prima in speranza, poi in
delusione. E infine, celato sotto la delusione, c'era un misto tra
felicità e rassegnazione.
Loveday le aveva
detto di cercare nei suoi occhi principalmente la delusione. Pensava
che il fratello fosse un gran pessimista e per questo, se fosse stato
innamorato di lei, sentendo della sua infatuazione, avrebbe escluso a
priori di essere lui il fortunato ad aver conquistato il suo cuore.
Solo che ora,
vedendo quella serie confusionaria di emozioni, Maria non aveva la
più pallida idea di che fare o pensare.
E infatti Loveday
aveva assolutamente ragione a pensare che Robin fosse un gran
pessimista. Infatti, dopo qualche istante in cui aveva sperato che
Maria contraccambiasse i suoi sentimenti, aveva escluso quella
possibilità. Infondo lui non trovava in sé nulla
che lo potesse
rendere amabile.
Aveva un abbigliamento alquanto eccentrico e i
capelli sempre scompigliati semicoperti dalla bombetta. Odiava il suo
naso, a suo parere aquilino come il becco di un'aquila, e i tratti
spigolosi del viso che credeva non creassero armonia col resto del
suo corpo, sopratutto con i suoi crini castani.
Eppure, per quanto
fosse rassegnato al fatto di non essere lui l'amato di Maria, non
poteva non essere felice per lei, perchè sapeva che
qualsiasi uomo
avrebbe potuto innamorarsi di una ragazza bella e amabile come lei ed
era sicuro che ,chiunque fosse il fortunato per cui lei provava un
sentimento così profondo, lui l'avrebbe fatta felice
perchè a sua
volta innamorato.
L'unico infelice sarebbe stato lui.
Una
vocina nella sua testa, una voce che credeva di aver seppellito
quando aveva aiutato la giovane Merryweather a trovare le Perle, gli
borbottò in testa che tutto ciò non era giusto,
che era lui l'uomo
di cui lei doveva innamorarsi. Perchè non era vero che non
era
attraente. Perchè era figlio del capo della casata dei De
Noir, una
delle due famiglie più importanti della regione.
Perchè...
Interruppe
all'improvviso ciò che la voce dell'orgoglio gli stava
dicendo e per
un attimo lasciò che la ragione tornasse a prendere il
sopravvento.
C'era qualcosa
che non andava. Perchè all'improvviso si era di nuovo
sentito
orgoglioso di sé?
Rimuginò per qualche istante su tutto ciò che
era successo nell'ultimo periodo, raccogliendo tasselli che
inizialmente sembravano non avere alcun legame. Infine però
trovò
un piccolo filo di legamento tra tutto... e capì.
Sorrise.
Maledetta
Loveday. Aveva pianificato tutto. Sapeva che lui avrebbe capito se
aiutato in qualche modo.
Gli dispiaceva
solo per Maria che purtroppo quella volta aveva fatto la figura
dell'ingenua.
“Loveday ha
pianificato bene le cose... Ma non a tuo favore, Maria.”
disse
all'improvviso alzando lo sguardo e sorridendo.
“C-cosa?! Ma di
che parli, Robin?” chiese lei preoccupata arrossendo
incredibilmente.
“Ora capisco
perchè ti comportavi a quel modo con me ultimamente. E
sopratutto
capisco il tuo continuo arrossire.” mormorò
ridacchiando vedendola
sempre più colorata in viso. “Mia sorella ti ha
fatto una gran
carognata a mandarti così allo sbaraglio confessandomi i
tuoi
sentimenti. Però sapeva che tu non avresti mai fatto il
primo passo
e che se non fossi stato aiutato non lo avrei fatto neppure io. Ma
ora...” le prese il volto tra le mani e vide gli occhi di
Maria
spalancati per lo stupore delle sue parole.
Non le era certo
sfuggita quell'ultima frase. Nessuno dei due avrebbe fatto il primo
passo...
Questo
significava che...
Non
terminò il pensiero, bloccata dall'incredibile vicinanza del
viso di
Robin al suo.
“Ora
so cosa provi per me. E voglio che tu sappia che è
esattamente ciò
che io sento per te.” sussurrò sfiorando il naso
di Maria con il
suo continuando a tenere le loro iridi fisse le une nelle altre.
La giovane
Merryweather lo vide chiudere leggermente le palpebre spostando la
sua attenzione sulle sue labbra e un istante dopo Robin aveva
annullato la distanza tra loro.
Maria per un
momento rimase immobile, impietrita da ciò che stava
accadendo, poi
lentamente si lasciò andare, chiudendo le palpebre e
rispondendo al
bacio del giovane De Noir.
Un bacio dolce e
lento.
“Mi
sono innamorato di te.” le sussurrò prima di
baciarla di nuovo,
questa volta con più passione e avidità di
scoprire ogni angolo
della sua bocca che sapeva di biscotti allo zenzero e miele.
Maria
rispose con altrettanto vigore, passandogli le mani tra i capelli e
facendo cadere inesorabilmente la bombetta a terra.
Il
momento intenso venne interrotto però quando la giovane
Merryweather
si staccò dal bacio ridacchiando.
“Le
piume che hai al collo mi fanno il solletico...”
sussurrò
guardandolo negli occhi.
Con un lieve cenno di diniego e
un'immensa felicità nel cuore, le strinse di più
il viso tra le
mani.
“Sei
incorreggibile Maria.”
Spazio
dell'autrice: Ok, ora che ho scritto questa cosa estremamente
smielata mi sento decisamente più soddisfatta. In
realtà non so
quanto bene mi sia venuta perchè ho un leggero mal di testa
quindi
non mi va di rileggere e se ci sono errori sapete che è
perchè non
l'ho corretta. Provvederò quando mi sarà passato
questo dannato
ronzio che ho nel cervello. Tornando a questa ficcy, sinceramente
è
solo la seconda shot che scrivo quindi non pretendo nulla da questa
cosuccia che ho buttato giù per passare il tempo (e anche
cercando
ispirazione per scrivere il capitolo della mia long fic). Il titolo
non mi convince affatto ma non mi veniva altro, quindi
accontentatevi.... Comunque se volete fare qualche critica io sono
aperta a qualsiasi giudizio. Si può sempre imparare dalle
nostre
esperienze quindi, dateci dentro con i commenti! XD
Baci, Lizzy!