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Autore: satakyoya    25/02/2018    0 recensioni
Ebe, una ragazza angelo, e Pan, un ragazzo demone. Lei del PARADISO e lui dell'INFERNO.
Dei pretendenti per i due protagonisti. Pretendenti non desiderati ma costretti a dimostrare il loro amore davanti a tutti e tutto.
due destini che si uniscono, una maledizione che rischia di dividerli. uno scontro che cercherà di unire i due mondi.
Ce la faranno nella loro impresa??? E poi, riusciranno a vivere insieme o saranno condannati a restare divisi da una forza superiore?? Chi sarà questa forza superiore?
Lo scoprirete solo leggendolo e se vi piace recensite!!
Genere: Romantico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Capitoli:
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[ … Ade nel frattempo era ancora a combattere suo fratello Zeus con la spada. Ma non appena loro due si fermarono per alcuni minuti, Zeus riprese fiato e Ade iniziò a sentire uno strano dolore al fianco destro. Proprio in quel punto si creò un taglietto lungo un paio di centimetri.
Inizialmente non ci diede granché importanza ma quando ripresero Ade sentì  che il dolore diventò sempre più forte fino a che non si diffuse in tutta la parte destra del suo corpo.
“Cosa… ma che mi sta succedendo? Cos’è questo taglio?” disse Ade.
Furono entrambi costretti a fermarsi e mentre Zeus con il fiatone si riprendeva di energie, Ade fu costretto a piegarsi in avanti.
Zeus, che sentì soltanto la parte iniziale di ciò che aveva detto, si raddrizzò in piedi e con espressione arrabbiata disse: “Ohi, fratello, che ti succede? Guarda che io non ho ancora finito. Quindi fatti sotto.”
“Stai zitto!” Urlò Ade.
Zeus, arrabbiato da prima, non riuscì a trattenersi così alzò in aria la mano con la spada per poi muoverla in basso in un solo istante segnando così il corpo di Ade con un taglio che partiva dalla parte in alto a destra fino al fianco sinistro.
Ade dovette piegarsi di nuovo in avanti mentre gli usciva del sangue dal taglio. Rimase fermo una decina di secondi, poi tossì e raddrizzò la schiena.
“Questo non mi ha fatto male. Se davvero volevi uccidermi avresti dovuto usare più forza.” Disse Ade.
“Almeno la tua barriera protettiva è sparita e adesso sono in grado di ferirti con la mia spada.” Disse Zeus.
“Come no. La mia barriera è impossibile da distruggere. Beh, almeno devo complimentarmi con te per essere stato in grado di farmi questa ferita. Ora finalmente è arrivato il momento di darti il colpo di grazia che ti ucciderà, fratello.” Disse Ade.
Quella volta Ade tossì ancora e uscì una grossa quantità di sangue dalla sua bocca che si vedeva nella mano a pugno che Ade mise davanti per cercare di coprirsi. Anche il taglio lungo un paio di centimetri iniziò a diventare sempre più lunga e sempre più sangue usciva da lì toccando terra.
Questo sconvolse un pochino Zeus che iniziò a preoccuparsi.
“Ohi fratello, ma ti esce del sangue dalla bocca e dai fianchi.” Disse Zeus.
“Questo non è niente che possa interessarti. Forza, fatti sotto che così ti posso uccidere e posso godermi il tuo volto straziante di dolore.” Disse Ade.
Zeus a quelle parole non ci pensò su e così decise di andargli incontro. Gli sferrò tre attacchi ma Ade, con la vista leggermente offuscata e la mano tremolante, riuscì a difendersi.
Zeus lanciò altri colpi ma nessuno di quelli sembravano essere in grado di ferirlo. Vi fu però un istante in cui Ade aveva il fiatone, gli occhi leggermente chiusi e la sua barriera sembrava essere sparita e, approfittandone dell’occasione, Zeus riuscì con un colpo a tagliare via la mano sinistra di Ade. Lui urlò di dolore tenendo le braccia spalancate mentre la parte più grossa di sangue usciva dalla ferita più in basso del suo corpo.
Nel frattempo i miei fratelli e sorelle notarono che grosse gocce di sangue cadevano a terra e che un terzo dell’esercito iniziò a cadere a terra sgretolandosi e diventando cenere.
“Eh? Ma che sta succedendo?” disse Atena raddrizzando la schiena dalla posizione di  combattimento in cui era.
“Non lo so, ma questo è molto strano.” Disse Afrodite.
“Oh beh,  comunque il lato positivo è che così abbiamo meno esseri da sconfiggere.” Disse Eaco.
“Però solo gli scheletri si stanno scomparendo. Perché?” chiese Zeto.
“Ehi, guardate là.” Disse Atena indicando Ade e Zeus. Tutti si fermarono un attimo a guardarli combattere. Sembrava una cosa mai vista prima e sembrava che la vittoria fosse in mano a Zeus, se non fosse per il fatto che Ade ogni volta era in grado di difendersi dai colpi ricevuti nonostante la vista offuscata.
“Spettacolare…  Ma visto qualcosa del genere.” Disse Zeto l’istante prima di riprendere a uccidere le  piccole creature dell’esercito di Ade.
Ormai la ferita che Ade aveva nel fianco si era aperta molto, fino ad arrivare all’altro fianco e il sangue continuava ad uscire. In un momento in cui loro due si fermarono, Ade sembrava essere senza energie ma improvvisamente dal fianco sinistro io e Pan addormentati ed abbracciati l’uno all’altro.
“Eh? Ma cos’è quella cosa che sta candendo?” chiese Atena.
Dopo un attimo di silenzio Eracle disse: “Non dirmi che…” e iniziò a correre verso di me.
“O-Ohi Eracle, ma dove stai andando! Che ti prende! Eracle!” disse Zeto appena lo vide correre. Ma le sue parole non lo raggiusero perché ormai era troppo lontano.
Sfortunatamente però non arrivò in tempo e quando io e Pan toccammo terra, le mie mani si staccarono da lui e ci allontanammo alcuni metri. Zeus tenendo la lama della spada puntata a terra spostò lo sguardo verso i miei fratelli e sorelle per alcuni secondi, ma loro erano concentrati a combattere.
“Ragazzi, ho una strana sensazione.” Disse Zeto.
“Eh? ma che stai dicendo?” disse Atena.
“Evita i discorsi simili e concentrati nello scontro.” Disse Eaco tutto sudato in faccia.
“Ragazzi, perché papà ci sta guardando?” disse Atena.
“Huh?” disse Zeto fermandosi e guardando Zeus. Lo fece anche Atena ma fissandolo per una decina di secondi sembrava aver capito qualcosa.
“Cosa? Ma non è possibile. Adesso non è il momento. Papà...” disse Atena.
“Atena che succede? Ehi!” urlò Zeto.
“Ragazzi, mettetevi in posizione e preparatevi!” Urlò Atena.
“Ma che ti prende?” disse Eaco.
“State zitti e fatelo! Dobbiamo attuare la mossa finale ideata da Ebe! Quindi sbrigatevi.” Disse Atena. Nello stesso momento Ade e Zeus ripresero a scontrarsi, ma questa volta la barriera che avrebbe dovuto proteggere Ade non c’era.
“Va bene, ma che dobbiamo fare?” disse Zeto.
“Preparatevi ad attaccare Ade. un attacco mortale e molto rischioso.” Disse Atena.
“Beh, questo si fa interessante.” Disse Eaco sorridendo.
Zeus in quel momento stava combattendo contro Ade con addosso un gran numero di ferite in tutto il corpo.
“Ade, ancora non capisco perché ti ostini a continuare a scontrarti con me. con tutte quelle ferite poi.” Disse Zeus.
“Stai zitto! Io nonostante tutto questo posso ancora muovermi e combattere. Quindi non sottovalutarmi come hai sempre fatto!” disse Ade arrabbiato.
“Ma guardati, sei tutto tremolante e fatichi a tenere in mano la spada. Ormai sei completamente esausto, come me. Non ti converrebbe smetterla?” disse Zeus.
“HO DETTO STAI ZITTO! Tu non… non vincerai mai contro di me.” disse Ade fermandosi e appoggiando la mano sul ginocchio e prendendo fiato.
Ade fece uno sguardo talmente arrabbiato e minaccioso che Zeus  sentì una strana sensazione. La sensazione di non aver concluso lo scontro e aveva paura che Ade volesse peggiorare ancora di più la situazione. Ripresero i colpi di spada e solo dopo due di essi Zeus urlò con tutta la voce che aveva: “RAGAZZI, ADESSO è IL MOMENTO! ATTACCATELO!”
“Ha! Come se ve lo lasciassi fare.” Disse Ade.
Ade riprese ancora una volta a lanciare dei colpi di spada contro suo fratello in maniera sempre più forte lasciando dei segni ancora più profondi sul corpo di Zeus. Lui dolorante e sanguinante riuscì a resistere e a stare in piedi.
Alle parole di Zeus, Atena disse: “Ragazzi, è il momento. Andiamo!”
“Sì!” dissero tutti in coro.
Così Atena iniziò a correre verso Ade il più veloce possibile. subito dopo la seguirono Eaco, Afrodite e per ultimo Zeto. Durante la corsa sulla schiena di tutti e quattro apparvero delle grandi e bellissime ali bianche. Erano molto veloci a correre ma sembravano terribilmente distanti dal loro obiettivo.
Durante la corsa si avvicinarono e uccisero con colpi di spada tutte le piccole creature dalla pelle scura che li intralciavano. A volte uccisero anche degli scheletri che non si erano sgretolati.
“Toglietevi di mezzo!” disse Zeto mentre correva.
“Questi esseri sono d’intralcio. Mi danno sui nervi.” Disse Eaco. Lui si fermò e chiudendo gli occhi utilizzò il suo potere per creare un cerchio e uccidere più esseri possibile, ma non ci riuscì perché venne fermato da Zeto pochi istanti dopo che si era fermato.
“Eaco non farlo! Non abbiamo tempo adesso, limitati a colpirli e ucciderli con le spada esattamente come noi.” Disse Zeto per fermarlo.
“Tch, che scocciatura.” Disse Eaco.
“Lo so, ma non abbiamo scelta. C’è solo una cosa che adesso conta, ed è una priorità assoluta.” Disse Zeto rivolgendo lo sguardo verso Ade per qualche secondo. Poi ripresero entrambi a correre raggiungendo subito Atena ed Afrodite.
Zeus e Ade combattevano con grande forza. Entrambi sanguinavano molto, ma quello che sanguinava di più era Ade. Tra un colpo e l’altro erano sempre costretti a fermarsi a causa delle fatiche, del sangue che perdevano e della vista che era fosca.
Zeus ormai aveva capito che non gli restavano più molte energie e che aveva poco tempo a disposizione, così ogni volta cercava di dare il colpo di grazia ad Ade. Ma anche lui l’ aveva capito e quindi cercò di schivare i colpi che riceveva e cercava di uccidere suo fratello. Dopo vari colpi  Zeus notò che i miei fratelli e sorelle erano  quasi arrivati ai piedi di Ade.
“Ce ne hanno messo di tempo. Beh, a beve dovremmo essere in grado di concludere.” Disse Zeus tra sé e sé.
“Ragazzi al mio segnale agiamo tutti insieme.” disse Atena.
“OKAY.” Dissero tutti in coro mentre correvano.
“Io che devo fare Atena? Come posso aiutarvi?” chiese Eracle poco distante da loro.
“Non te lo ha detto Ebe cosa devi fare?” disse Zeto.
“No.” disse Eracle
“Beh, allora tu trovati un posto sicuro dove stare e proteggi Ebe e Pan con il tuo scudo di piante. Fai in modo che loro due non vengano toccati e infettati dal sangue più di quanto non lo sono adesso.” Disse Atena.
“Bene, ho capito.” Disse Eracle. Poi si mise a un centinaio di metri di distanza davanti ad Ade, appoggiò le mani a terra, chiuse gli occhi e improvvisamente dai nostri fianchi apparvero dei rami verde chiaro di piante che mi passarono sopra toccando la terra dall’altra parte.
La stessa cosa successe anche a Pan. Quei rami però non ci toccarono né ci sfiorarono, formarono soltanto uno scudo protettivo sopra di noi.
Appena furono tutti davanti alle gambe, Eaco e Zeto si misero dietro le gambe di Ade mentre Afrodite ed Atena erano  davanti.
“Cavolo, è di dimensioni enormi!” Disse Zeto.
“Ovviamente, è di un Titano.” Disse Eaco.
Zeus si accorse in quell’istante che tutti erano pronti all’attacco finale. Mancava solo lui, che però aveva il fiatone. Ade aveva più fiatone di Zeus ed era un continuo fermarsi dopo i colpi che dava e riceveva.
Zeus aveva uno sguardo che sembrava dire: “È il momento. Adesso o mai più.”
“Vedo che sei molto testardo.” Disse Ade.
“anche tu lo sei.” disse Zeus. Si fermarono di combattere e Ade fece un lungo silenzio.
“Perché… perché ti ostini a continuare?” chiese Zeus.
“Siete tutti deboli e insignificanti. Pensate in questo modo di potermi sconfiggere? Potreste non aver capito che contro di me non vincerete mai data la vostra enorme debolezza. In questo caso tutte le guerre fatte in passato non assumono alcun significato.” Disse Ade.
“Cosa?” disse Zeus.
“Nessuno di voi vuole ammettere di essere debole… e così avete deciso di ribellarvi contro di me. perché… perché avete creduto alle parole di quella mocciosa? Lei è soltanto un’umana, un inutile essere vivente che non ha possibilità di vivere a lungo. Eppure voi avete avuto il coraggio di fidarvi di lei. Perché?” disse Ade.
“Non importa quanto uno si impegni, si sapeva fin dal principio che non si può salvare tutti. Ma proprio per questo, dovremmo forse arrenderci?” Disse Zeus.
“Eh?” disse Ade.
“Quella ragazza… sta rischiando se stessa per proteggere gli abitanti di quella città e tutti noi. Quella ragazza ha sperato in qualcosa che noi non avevamo tenuto in considerazione… È l’amore e la fiducia verso gli altri. Lei è stata in grado di farsi degli amici, di innamorarsi e di conoscere al realtà. Quella ragazza è diversa per molte cose alle persone che ho conosciuto finora. Ma quella ragazza… quella ragazza non è un’umana qualunque. È mia figlia, la dea Ebe. Futura regina di questo regno.” Disse Zeus.
“che belle parole, davvero. E voi… volete ancora combattere… pur sapendo… di dover perdere?” disse Ade con il fiatone.
“VINCEREMO! Il tuo momento di gloria finisce qui. Perché non sto combattendo più da solo. Lo sto facendo insieme a loro.” Disse Zeus puntando un dito in basso.
“Cosa? Ma che…” disse Ade.
“Ora hai capito la situazione in cui ti trovi?” chiese Zeus.
“Tch, come se io vi permessi di vincere. Voi siete solo inutili esseri che possono essere facilmente schiacciati da me.” disse Ade irritato e continuando a scuotere da una parte all’altra la spada senza fermarsi. Ogni volta Zeus era in grado di difendersi dai suoi colpi ma sembrava non avere il tempo di attaccarlo.
Durante lo scontro però ci fu un istante in cui Zeus si accorse che Ade stava per trafiggerlo al petto. Accorgendosene riuscì a prepararsi e decise fare la stessa cosa di suo fratello. Zeus guardò per solo un secondo tutti e mosse la testa leggermente in basso, poi la alzò e tornò a guardare Ade.
Quando le lame di entrambi toccarono la pelle dell’altro, diedero più forza dove avevano le mani e così  la lama entrò in profondità trafiggendo il cuore. Zeus però aveva inclinato leggermente la spada verso la sua destra in modo da colpire la parte destra del cuore di Ade.
“Adesso ragazzi!” disse Atena.
A quelle parole tutti iniziarono a volare in alto fino ad infilzare la spada che avevano nel punto più alto della coscia in cui riuscirono ad arrivare. Zeto ed Eaco erano in grado di volare molto più in alto rispetto alle mie sorelle.
Appena infilarono la lama nella coscia di Ade, Zeto disse: “Prendi questo dannato Ade. In segno del nostro odio per te e per rivendicare ciò che hai fatto ad Ebe.”
Poi con il peso dei loro corpi volarono verso destra andando in basso e girando intorno alle gambe di Ade. Zeto però non riuscì a contenersi dalla rabbia e anche dopo aver toccato terra come tutti gli altri volò di nuovo in aria fino al ginocchio e iniziò a fargli un grande numero di tagli su tutto il polpaccio. Erano talmente tanti che non si riuscivano nemmeno a contare.
“Zeto, ma che fai! Zeto calmati!” disse Atena ma lui non ascoltò.
“non ti perdonerò, non ti perdonerò, non ti perdonerò, NON TI PERDONERÒ MAI!!!” disse Zeto.
“Sempre il solito ad esagerare. Com’è possibile che tu non riesca mai a fermarti?” disse Eaco. Atena però non ce la faceva più a vederlo in quello stato, così volò dritto da lui, gli andò alle spalle e mettendo le sue braccia attorno a quelle di Zeto riuscì a fermarlo.
“Ohi Zeto, Datti una calmata! Ragazzi aiutatemi per favore!” disse Atena.
“Lasciami! Lasciami andare Atena! Lasciami andare ti ho detto!!” disse Zeto scuotendosi.
Eaco, guardando il suo comportamento, sbuffò e poi volò davanti a lui. Gli diede uno schiaffo e disse: “Datti una calmata. Hai fatto così anche quando abbiamo ucciso nostro zio. Forza, cerca di controllarti.”
“Hm, va bene… Piuttosto come sta andando a Zeus?” disse Zeto. A quelle parole tutti avevano appoggiato i piedi a terra e guardarono in alto, ma ciò che videro li sconvolse moltissimo. Anzi, ne rimasero completamente scioccati.
Zeus appena venne colpito al cuore aprì la bocca e tossì sputando sangue. La sua vista si offuscò ancora un po’ ma riuscì lo stesso a vederci, i suoi vestiti iniziarono a sporcarsi e perse del sangue dal taglio. Anche Ade tossì, ma sputò molto più sangue di Zeus e perse quasi del tutto la vista. Perse sangue sia dalla bocca, sia dalle gambe, sia dal polso sinistro.
Zeus riuscì a reggersi in piedi anche se aveva la spada conficcata nel petto ed era tutto tremolante, mentre Ade fu costretto ad appoggiare le gambe e la mano destra a terra visto che non riusciva più a reggersi in piedi.
“Perché… Perché io sono sempre stato il meno considerato? Perché papà non mi ha mai considerato come te? Perché io devo stuzzicarti per avere le tue attenzioni? … ma io non mi farò sottomettere da te. E nemmeno da tutti loro.” Disse Ade  cercando di rialzarsi. Ma non ci riuscì perché erano talmente grandi e profonde che sputò di nuovo sangue dalla bocca e dal polso sinistro quindi fu costretto a restare in quella posizione.
“Impossibile. Io dovrei essere invincibile. Dovreste inchinarvi a me. Finché tutti voi avete odio per me e vi ricorderete di me, io non potrò mai scomparire. Dannato… te…” Disse Ade finendo per accasciarsi a terra.
Zeto e tutti gli altri si allontanarono il più possibile cercando di non essere schiacciati dal corpo di Ade.
“Mi dispiace, ma io non potrò mai odiarti. Ho imparato che l’odio non porta da nessuna parte. E comunque io sono tuo fratello.” Disse Zeus.
Ade aveva lo sguardo puntato su Zeus, il corpo tutto segnato ed appoggiato da una parte. Era da un po’ di tempo che non si muoveva più. Ormai era morto.
Zeus dopo aver notato che lui non si muoveva, si mise a piangere e disse: “Mi dispiace fratello.”
A lui ci vollero un paio minuti prima di calmarsi, ma non appena si calmò del tutto la spada che aveva nel corpo  si ridusse e il suo corpo tornò ad essere alto come un normale essere umano.
I miei fratelli e sorelle videro tutto e ne rimasero letteralmente sconvolti. Atena improvvisamente si ricordò di me e Pan.
“Oh no, Ebe! Eracle, togli i rami delle tue piante, svelto!” disse Atena correndo verso di me.
“Eh?” chiese Eracle.
“Ehi, Atena, dove stai… oh cavolo, mi stavo dimenticando.” Disse Zeto.
Sia lui sia tutti gli altri iniziarono a correre verso noi due fermandosi dopo un paio di minuti in mezzo a noi. Zeus ed Eracle li raggiunsero poco dopo e ai loro piedi c’era una grande quantità di sangue sparsa ovunque.
“ah, guarda quanto sangue che c’è qui.” Disse Eracle.
“Che schifo, mi sta venendo male solo a guardare.” Disse Afrodite.
“Allora non guardare.” Disse Eaco.
“Non posso! È mia sorella dopo tutto! Ah, non oso immaginare che cosa le sia successo da quando è stata divorata da Ade. potrebbe aver fatto un brutto sogno, o le è stato iniettato qualcosa che le può aver provocato una qualche allucinazione. Oppure…” disse Afrodite con la voce da preoccupata e le unghie delle mani tra i denti.
“Afrodite smettila con queste cose. sono solo tue fantasie.” Disse Atena.
“Ha ragione Atena.” Disse Zeto.
“Comunque un po’ se l’è cercata tutto questo.” Disse Eaco.
“Eaco! Ma che dici!” disse Afrodite.
“Tch.” Disse Eaco. Zeus in tutto questo tempo continuava a spostare gli occhi su di me e su Pan.
“Certo che ci abbiamo impiegato parecchio tempo a sconfiggere Ade e il suo esercito.” Disse Atena.
“è vero… ma almeno è finita con la nostra vittoria.” Disse Zeto.
“Ad ogni modo Ade è bello grosso anche se è un Titano.” Disse Eaco. Tutti rimasero in silenzio per un minuto circa con gli occhi fissi su di me.
“Beh, si sa che i Titani sono creature enormi…” disse Atena.
“Piuttosto… papà com’è possibile che tu sia stato in grado di diventare un Titano e  poi tornare alle nostre dimensioni?” chiese Zeto.
“Beh, io non ne ho mai fatto un uso scorretto come Ade e come mio padre.” Disse Zeus.
“Eh?” dissero tutti insieme.
“Vedete, ci sono due modi per utilizzare questo potere: il primo è quello usato da Ade, ovvero si serve di quel potere quando ha fame, è arrabbiato, nervoso, spazientito e cose simili.  Con persone come quelle molto difficilmente si riesce a ragionare e ogni cosa deve essere fatta e vista nello stesso modo che lo vedono loro. ecco perché non sono andato granché d’accordo con mio fratello. Il secondo modo invece è l’opposto, quello che ho fatto io. Io, pur essendo un dio e il figlio di Crono come Ade ed Efesto, non ho mai voluto abusato di questo potere.” Disse Zeus.
“Eh?” dissero tutti insieme.
“non mi è molto chiaro come sia possibile tutto questo.” Disse Atena.
“Nostro padre ci allenò e ci insegnò quando e come usare questo potere del Titano quando eravamo tutti e tre piccoli. Di solito lo faceva al pomeriggio perché lo considerava un momento in cui nel giardino c’era la migliore luminosità. Durante gli insegnamenti ce la mettemmo tutta per fare del nostro meglio. Beh, tutti a parte Ade.” disse Zeus finendo con lo sguardo puntato verso Pan.
“A parte Ade? Scusa ma… che significa?” chiese Zeto.
“Tutti e tre volevamo bene a papà, ma a causa della morte di nostra madre e della nascita di Ade,  Crono cambiò radicalmente. Iniziò ad odiare tutti e tre, soprattutto Ade. La morte di Crono avvenne per mano mia e in Ade scattò qualcosa ma non se ne accorse nessuno. Solo dopo qualche millennio mi accorsi che lui iniziava ad odiarmi e soltanto da allora iniziò a fare un uso scorretto del potere di diventare Titani che abbiamo ereditato da nostro padre.” Disse Ade.
“Ora capisco!” disse Zeto.
“Eh? ma che sta succedendo?” disse Eaco.
Ade improvvisamente scomparve e su trasformò un tantissime piccole luci che volarono in aria. Anche la spada che lo aveva conficcato nel cuore sparì. Zeus tirò un sospirò di sollievo.
In tutto questo tempo c’era Afrodite che camminava da una parte all’altra con un’espressione disperata e continuando a borbottare qualcosa che nessuno riusciva a capire e c’era Atena che aveva lo sguardo che si alternava tra me e Pan. Sembrava perplessa su qualcosa.
“Mmmh…”  disse Atena.
“Huh? Che ti prende Atena?” disse Eaco.
“C’è qualcosa di strano…” disse Atena.
“Ovvero?” disse Zeto.
“Non vi sembra strano che è da quando sono usciti dal corpo di Ade che nessuno dei due si sia mosso?” Chiese Atena.
“Questo è vero…” disse Zeto. Eaco rimase in silenzio mentre Afrodite smise di camminare.
“Non percepisco nulla da nessuno dei due, quindi questo mi sembra strano.” Disse Atena.
“Nemmeno io percepisco nulla.” Disse Zeto.
“Ma cosa può essergli successo? Anzi non lo voglio sapere, i farebbe soltanto paura! Ma lo voglio sentire!” disse Afrodite.
“Uffa, deciditi una buona volta! E calmati!” disse Eaco un pochino irritato.
Zeus si avvicinò a Pan e gli toccò con una mano il petto. Rimase così per una decina di secondi, si rialzò in piedi e poi venne da me e fece la stessa cosa.
“Niente, non sento battito. In nessuno dei due.” Disse Zeus. Atena  e Afrodite si misero a piangere mentre Zeto aveva un espressione molto triste.
“Mmmh… Devono aver bevuto un po’ del sangue velenoso di Ade.” disse Zeus.
“Sangue velenoso?” chiese Zeto.
“Sì, beh, è uno degli effetti collaterali dell’aver esagerato con il potere del Titano.” Disse Zeus.
“Ma che ne sarà di loro due? Moriranno?” chiese Atena.
“Probabilmente sono già morti.” Disse Zeus.
Tutti ne rimasero sconvolti, persino Eaco. Atena e Afrodite corsero verso di me, si appoggiarono a terra e piansero sul mio corpo. Erano disperati, più di quanto ci si poteva immaginare in quel momento. Tutti loro si sentivano come se qualcosa gli avesse trafitto il cuore. Qualcosa che andava molto in profondità dal gran che la mia morte li aveva colpiti nel cuore. Nessuno di loro si sarebbe aspettato comunque che io morissi in quella maniera, soprattutto Zeus.
Il mio corpo e quello di Pan erano completamente freddi e sembrava che per noi non ci fosse alcuna possibilità di tornare in vita. Nessuno sapeva cosa fare e nemmeno si muovevano da dove si trovavano dal gran che erano disperati. Tutti piansero ancora di più quando vennero dei ricordi alla mente. Ricordi che sembravano impressi nella mente di tutti.
Zeus era da un po’ tempo che aveva un’aria perplessa.
“Credo che esista un modo per riportarli in vita.” Disse Zeus.
“Cosa?” dissero tutti insieme.
“Davvero?” chiese Atena.
“Sì. Però è estremamente rischiosa.” Disse Zeus.
“Dicci qual è! Forza, sbrigati!” disse Atena. Zeus sospirò.
“Ecco… beh… si dovrebbe sacrificare la vita di qualcuno per portare in vita loro due.” Disse Zeus.
“Eh?” disse Eaco. Ci fu un minuto di silenzio dove tutti si guardarono.
“Lo farò io. Sacrifico io la mia vita per loro.” disse Zeto.
“No, lo farò io.” disse Afrodite.
“No, io lo voglio fare.” Disse Atena.
“Devo ammetterlo, sacrificherei anche io la mia vita per lei. Anche se non mi sembra una buona scelta.” Disse Eaco.
“Voglio farlo io! io sono adatta per questo.” disse Atena.
“Qui non si tratta se si è adatti o no. Ciò che importa è che io darò la mia vita per loro.” disse Zeto.
“Ho detto che voglio farlo io! lei è mia sorella ed è la sorella che voglio far tornare in vita.” Disse Atena.
“Se per questo lei è sorella di tutti noi.” Disse Afrodite.
“No. È meglio che io lo faccia io per tutti.” Disse Zeus.
“Eh?” disse Atena.
“No, non puoi farlo tu.” disse Zeto.
“Giusto!” disse Atena.
“Ragazzi, va bene così.” Disse Zeus.
“Non va bene! non va bene affatto!” disse Zeto piangendo.
“Esatto! Non devi farlo per forza tu! voglio dire, ognuno di noi è disposto a farlo.” Disse Atena.
“No ragazzi. Lo devo fare io.” disse Zeus.
“Ma perché!” disse Zeto.
“Tch, che scocciatura.” Disse Eaco.
“A breve farò 600.000 anni e orami non ha più senso continuare a vivere. Ho vissuto troppo a lungo e non ho rimpianti per tutto ciò che ho fatto.” Disse Zeus.
“No… non puoi fare questo. Non puoi farlo.” Disse Zeto.
“Non fare così. Non posso continuare a vivere anche se mi togliessi questa spada.” Disse Zeus. Improvvisamente e lentamente vi furono delle piccole luci verde chiaro che fuoriuscivano dal taglio sulla schiena che gli aveva fatto la spada.
“Mi resta poco tempo. Ora devo estrarre la mia anima e il mio potere, dividerlo in due e metterlo nei loro corpi.” Disse Zeus.
“No… non puoi fare questo… Papà fermati! Smettila!” disse Zeto ma non venne ascoltato. Zeus fece uscire dal suo corpo una sfera azzurra e bianca grande 4 o 5 centimetri.
“Solo io posso fare questo. Ragazzi, vorrei che voi diceste a Ebe una cosa.” disse Zeus.
“Hm?” dissero Afrodite ed Eaco.
Lui disse qualcosa che non era possibile ascoltare. Poi divise la sfera in due parti perfettamente identiche e la fece volare con il poco potere rimasto fino a penetrare nel mio petto e in quello di Pan.
“Addio… vi voglio bene.” disse Zeus dissolvendosi completamente nell’aria. La spada cadde a terra senza  dissolversi e tutto il sangue che c’era sopra sparì.
“No.. non è possibile. Papà non andartene! Noi abbiamo ancora bisogno di te. Lei ha bisogno  di te! PAPÀÀÀÀÀÀÀÀÀ!!!!!!!” disse Zeto urlando, piangendo e agitandosi molto. A tenerlo fermo c’era Eaco che gli prese le braccia.
Tutti si misero a piangere moltissimo, come dei disperati. Non riuscivano a smettere anche se ci provavano.
“Bene, abbiamo perso un altro della famiglia in poco tempo.” disse Eaco. Nessuno rispose e ci fu un lungo silenzio. Un lunghissimo silenzio.
“Beh, adesso che si fa?” chiese Eaco.
“Huh?” disse Zeto.
“Voglio dire, Zeus si è sacrificato per riportarli in vita ma non succede nulla.” Disse Eaco.
Tutti rimasero in silenzio con le lacrime agli occhi. Dopo un po’ Zeto prese coraggio e si spostò  da Pan, si appoggiò a terra e mise il suo orecchio sul petto.
“Sento qualcosa.” Disse Zeto.
“Eh?” chiese Afrodite.
“Che cosa?” disse Atena.
Zeto infatti aveva sentito i battiti del suo cuore farsi sentire sempre di più. Zeto tolse il suo orecchio da lui.
Di scatto Pan mosse le mani, poi gli occhi poi li aprì lentamente. Tutti loro ne rimasero sconvolti. Non credevano ai loro occhi.
“Ebe…” disse Pan coricato per terra.
“Oh, ti sei svegliato. Grazie al cielo.” Disse Zeto.
“ma che è successo? L’ultima cosa che ricordo è di essere stato divorato da Ade.” disse Pan.
“Esatto, ma adesso sei tornato in vita.” Disse Atena.
“Che peccato.” Disse Eracle.
“si ma che cos’è successo? Dov’è Ade?” chiese Zeto.
“Ade è morto trafitto da Zeus.” Disse Atena con espressione triste. Pan ne rimase sorpreso.
“E Zeus?” disse Pan.
“Morto sacrificando se stesso per riportare in vita tu ed Ebe.” Disse Eracle.
“Eracle, un po’ di gentilezza quando dici le cose!” disse Zeto.
“Eppure è la verità.” Disse Eaco. Atena ed Afrodite erano ancora vicine al mio corpo che stavano piangendo.
“Ed Ebe? Ebe come sta? Dov’è?” chiese Pan. Tutti, compreso Eracle, spostarono la testa e lo sguardo verso di me. ma quando Pan mi vide ne rimase completamente sconvolto. Lui si avvicinò a me e Atena e Afrodite si allontanarono.
“No Ebe… Ebe! Ma cosa gli è successo?” disse Pan.
“Beh… ecco…” disse Afrodite.
“Non si è mossa da quando voi due siete usciti dal corpo di Ade.” disse Atena.
“Ebe! Ebe svegliati, forza! Svegliati dai!” disse Pan.
“Ohi, guarda che non avrai risposta, è morta.” disse Eaco.
“Eaco!” disse Atena in modo cattivo.
“Ebe svegliati! Non fare finta. Svegliati ti prego! Svegliati!” disse Pan iniziando a piangere. Rimase per una decina di secondi in silenzio in attesa di una mia risposta. Ma non ottenne nulla.
“No…. non è possibile… NOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!” disse Pan finendo per urlare. Tutti piansero ancora di più, persino Eracle ed Eaco.]
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