Avevo davanti a me un'intera esistenza da dedicarti.

Anima, mente e corpo sarebbero stati al tuo servizio, senza indugio, senza esitazioni.

Dopotutto, toglievo la vita alle persone per proteggere la tua.

Avevo sempre creduto che l'unico obiettivo nella mia misera vita fosse quello di guardarti le spalle.

Un obiettivo era sufficiente per cercare di rimanere viva.

Quell'obiettivo eri tu.

Quella donna entrò nella stanza con passo elegante.

Io le puntavo la pistola contro, osservando il tatuaggio che aveva sotto al collo. Era un Homunculus senza ombra di dubbio.

Lei sembrava soddisfatta, non guardava in faccia nessuno, a parte Barry.

"Numero 66...Ti sei fatto usare come esca".

Il nostro amico affetta-persone sembrava conoscere quella donna e, cosa più importante, sembrava disprezzarla: era tutto a nostro favore, eravamo tre contro una.

Ascoltavo attentamente le parole che si scambiavano. Lei parlava scocciata e rivolgendo lo sguardo verso Alphonse disse qualcosa riguardo a due sacrifici umani.

Poi successe tutto in pochi secondi.

Il macellaio le puntò contro, ma lei si difese alquanto bene, disintegrandolo completamente con un colpo solo.

"Odio le persone maleducate" furono le uniche parole che le uscirono dalla bocca.

Si avvicinò a me e ad Alphonse. Era una donna inquietante, ma io rimanevo impassibile e ferma sul posto: non far trasparire sentimenti ed emozioni era quello che riuscivo a fare meglio.

Sorrideva, chiedendoci gentilmente chi voleva essere ucciso per primo.

"Il tenete, magari? Sembri un buon ufficiale. Ti farò raggiungere il tuo superiore".

Quando si ha qualcosa da proteggere è facile rimanere in vita.

Hai uno scopo e devi fare di tutto pur di mantenere la promessa fatta a te stesso e agli altri.

Quello che mi ero promessa io era una cosa semplice.

Ce l'avrei fatta.

Se non per me, se non per mio padre...Ce l'avrei fatta per te.

Perchè era questo che stavo facendo: avevo donato la mia vita a te. Da molto tempo, ormai.

Esitavo. Per la prima volta dopo anni.

Il mio superiore? Cosa intendeva dire? Il mio superiore era Roy Mustang, l'Alchimista di Fuoco!

Era l'uomo che mai avrei visto sconfitto! Era la persona che sarebbe diventata Comandante Supremo!

Ed era per quella sua ambizione che io avevo cominciato ad uccidere. Avevo sempre premuto il grilletto della mia pistola, senza esitare, per lui.

L'Homunculus allargò il suo sorriso. Aveva un'espressione perfida e maledettamente soddisfatta.

Non c'era bisogno di riflettere tanto. Aveva accennato a due sacrifici umani ed aveva detto che di lì a poco avrei raggiunto il mio superiore.

In pochi, brevissimi istanti la mia ragione di vita scomparve.

Un colpo, due colpi, tre colpi. Infiniti colpi di pistola. Non potevo fare altro.

La mia testa vagava da un pensiero all'altro, troppo velocemente, non riuscivo a rimanere lucida. I miei occhi puntavano al corpo di quella donna, ma allo stesso tempo non vedevo altro che l'immagine del mio superiore davanti a me.

E sparavo. E cambiavo munizioni. E sparavo ancora.

E urlavo.

Da quanto tempo occupavi un posto fisso nei miei pensieri?

Ti osservavo quando studiavi con mio padre. Eri spesso a casa mia, ma non mi guardavi mai.

Eri attento ad imparare sempre di più, eri desideroso di conoscere sempre più cose.

Il tuo sguardo non era rivolto a me, eppure mi andava bene così.

Io ti guardavo e in me cresceva la voglia di impegnarmi in qualcosa.

Fu grazie a te che cominciai ad allenarmi con le armi da fuoco. Inizialmente le scelsi semplicemente per il nome che avevano. Perchè tu amavi il fuoco. E io amavo te.

"Hai finito?".

La voce irritante di quella donna mi entrava nelle orecchie come sibili fastidiosi.

Non riuscivo più a reggere, la tensione è una cosa terribile. E l'amore lo è anche di più.

Calde lacrime avevano cominciato a rigarmi il viso. Singhiozzare silenziosamente era rimasta l'unica cosa da fare.

Anche la gambe cedettero, sembrava che il mio corpo captasse alla perfezione i miei pensieri.

Desideravo morire, nient'altro.

Dopotutto, io un obiettivo ce l'avevo ancora. E non l'avevo portato a termine.

Anche oltre la morte avrei potuto guardare le spalle del mio superiore, avrei continuato a proteggerlo, gli sarei stata sempre dietro.

Chi me lo poteva impedire? Avrei dovuto morire al più presto. Dovevo raggiungerlo, non potevo lasciarlo solo per molto.

Questo era il mio pensiero. E la mia volontà .

Le lacrime scendevano ancora, quando Alphonse si mise tra me e l'Homunculus.

"Scappa, Alphonse..Almeno tu, salvati".

La grande armatura continuava a sovrastarmi. Sembrava volesse proteggermi. Buffo, era la prima volta che venivo protetta, solitamente era il contrario.

Ma non era quello che volevo.

"Il tenente desidera morire, non vedi?"

"Non la lascerò morire!"

Odiavo ammetterlo, ma quella donna aveva ragione, sapeva esattamente cosa desideravo.

Ero pronta a raggiungere il mio superiore, ma Alphonse non si muoveva. Restava lì, in piedi tra me e l'Homunculus.

"Non posso più sopportare di veder morire davanti ai miei occhi persone a me care!"

"Ben detto, Alphonse Elric".

------------------- 

Chi ha letto il manga di FullMetal Alchemist sa benissimo chi parla nell'ultima frase...

Ho deciso di chiudere la fanfiction in questo modo perchè tutti possano spaziare con la propria fantasia sui pensieri di Riza dopo aver sentito quella voce (non per niente l'ho chiamata Voice apposta)!

Era da un pò che non scrivevo, spero di aver fatto un ritorno degno di me!

~ Kay