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Autore: Will P    27/02/2018    4 recensioni
“Che te ne pare?”
Kirishima girò il quaderno verso Bakugou con un sorriso pieno di denti aguzzi.
“Che non è l’equazione di merda che dovevi finire dieci minuti fa.”

Kirishima e Bakugou si scambiano consigli sui rispettivi costumi. Circa.
[established!KiriBaku]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Nope, niente di mio. Titolo @ non fatemelo dire.
Note: Scritta per il prompt Bakugou/Kirishima, "Non mi piace il tuo costume da eroe." @ We Are Out For Prompt (evento 23-26/02/2018) + il prompt rivelazione della settima settimana del COWT #8 @ Lande Di Fandom (#teamJade ftw!). DUNQUE, continuo a non aver letto il manga e a sapere solo spoiler qua e là, quindi la caratterizzazione potrebbe non essere perfettamente on point; inoltre è tipo UN LUSTRO che non scrivo al passato remoto, quindi abbiate pietà.



Ma come ti vesti?!

“Che te ne pare?”

Kirishima girò il quaderno verso Bakugou con un sorriso pieno di denti aguzzi.

“Che non è l’equazione di merda che dovevi finire dieci minuti fa.”

“No, quella è - ci sto lavorando, okay, è che mi serviva qualcosa per distrarmi. Così ci ragiono meglio.” Spinse con più decisione il quaderno sotto il naso di Bakugou, mentre quello roteava platealmente gli occhi, senza che la sua frecciatina o la sua smorfia o l’esistenza stessa della matematica potessero in alcun modo scalfire il suo sorriso. Era piuttosto fiero del suo lavoro, dopotutto. “Ma sul serio, che te ne pare?”

Bakugou gli strappò il quaderno di mano - più per evitare di trovarsene uno spigolo in un occhio che per vero entusiasmo - e si mise a studiare il disegno con un sopracciglio alzato.

Era da un po’ che Kirishima diceva di voler rinnovare il proprio costume. L’aggiunta delle maniche era stata un’ottima idea, sì, ma sentiva che c’eran ancora tante possibilità di miglioramento. Gli stivali, ad esempio - gli piacevano quelli che portava già e l’effetto che facevano insieme ai suoi pantaloni larghi, ma si chiedeva se non fosse meglio passare a qualcosa di più protettivo, come le guardie del costume di Midoriya, o almeno a delle ginocchiere come quelle di Bakugou. Anche con un quirk come il suo, un po’ di supporto in più non poteva far male.

C’era la mantella, poi, e Kirishima adorava la sua mantella, era quello che trasformava un paio di pantaloni e stivali qualsiasi in un look gagliardo, un vero costume da eroe... ma, pensandoci bene, non aveva nessuna utilità concreta. Alle ultime simulazioni di battaglia, anzi, era quasi rimasta intrappolata sotto un masso caduto troppo vicino, e da quel momento aveva iniziato a rimuginare sul problema.

Dopo tanto rimuginare, il frutto delle sue riflessioni splendeva sotto gli occhi di Bakugou in tutta la sua gloria, amorevolmente abbozzato a penna rossa sotto qualche riga di esercizi.

“Allora? Figata, eh?”

Bakugou alzò gli occhi su di lui. “È ancora più brutto di quello che hai adesso.”

Se fosse rimasto un po’ più a bocca aperta, avrebbe sbattuto il mento sul tavolo.

“Che c’è?” Bakugou sbatté le palpebre. “Lo sai che non mi piace il tuo costume da eroe.”

“Cos- no!” Era vero, Bakugou gli dava costantemente del costume di merda, ma - era semplicemente il suo modo di parlare! Lo faceva con tutti! Non significava davvero che trovasse il suo costume di merda.

... ma allora non gli piacevano nemmeno i suoi capelli?!

“Cos’ha che non va il mio costume!”

Bakugou gli lanciò un’occhiata incredula. “Che è un disastro? Voglio dire, cosa sono quelle spalline di merda? Hai infilato le braccia dentro un orologio gigante e sei rimasto incastrato negli ingranaggi? E gli stivali sembrano di gomma, e non ti sostengono nemmeno le ginocchia. Per non parlare di quella gonna -”

È una mantella!

“È una cazzo di gonna e lo sai benissimo. A che serve? Perché è tutta strappata? Deve prendere fuoco e bruciarti il culo prima che ti deciderai a toglierla?”

(Okay, un altro punto a sfavore della g- della mantella.)

“Wow,” disse Kirishima, dopo una lunga pausa. Sarebbe stato meglio essere preso a pugni in faccia da Tetsutetsu. Sarebbe stato meglio chiedere un parere a Tetsutetsu, ora che ci pensava. “Ma... credevo che ti piacesse, il mio costume.”

“Quando mai ti ho -”

“Maniche,” ribatté solamente, e poi si godette lo spettacolo di Bakugou che arrossiva piano piano dalla base del collo fino alla punta dei capelli, digrignando un fanculo, quello non vale tra i denti.

Per qualche motivo, Bakugou aveva un rapporto particolare con le sue maniche. Nel senso che ogni volta che Kirishima gli si parava davanti con il petto nudo e le braccia coperte dalla stoffa nera attillata, Bakugou sentiva l’irrefrenabile bisogno di lanciarlo contro la prima parete a tiro e ficcargli la lingua in gola.

Cambiarsi per le lezioni era diventata un’esperienza molto interessante, negli ultimi tempi.

“Non ho detto che fa tutto schifo,” riprese Bakugou, convinto che se l’avesse guardato male con abbastanza forza l’avrebbe in qualche modo distratto dalle sue guance adorabilmente rosse. Che erano uno dei pochi punti a suo favore che gli restassero, al momento, visto che Kirishima stava seriamente valutando l’opzione di tornare single.

“Ma non avresti dovuto proprio dirlo!” sbottò, riprendendosi il suo povero quaderno per stringerselo al petto. “Non è così che si comporta un fidanzato! Bisogna incoraggiarsi a vicenda e darsi consigli! Da veri uomini!”

Bakugou sembrò seriamente preso in contropiede, come se il concetto di sostegno reciproco non gli fosse mai passato nemmeno per l’anticamera del cervello. “Be’,” disse, incrociando le braccia al petto e abbassando lo sguardo corrucciato, “cercavo solo di essere sincero.”

Kirishima sospirò. “Anche quello è importante, ma - c’è modo e modo. Per esempio, io non ti ho mai detto che la tua maschera è ridicola, o...”

Dal gelo sceso tra di loro, avrebbe detto che Todoroki fosse entrato nella stanza all’improvviso.

“Cosa,” disse Bakugou, con una calma letale molto più terrificante di qualsiasi urlo o esplosione. Kirishima si morse la lingua.

“No, non intendevo... è che...” Oh, ormai - “È scomoda, e non ha senso, e perché ogni volta che la vedo diventa sempre più grande? Sembra che ti si sia infilato un pipistrello gigante tra i capelli, e... Bakugou? Bakugou, dove vai?”

Col senno di poi, era stato molto meglio che si fosse semplicemente alzato e se ne fosse andato senza dire una parola, senza nemmeno sbattere una porta. Il Bakugou di appena qualche mese prima avrebbe fatto esplodere almeno un libro, prima di andarsene urlando.

Nell’immediato, però, Kirishima abbassò la testa sul quaderno, sopra l’equazione che in realtà non sapeva neanche da che parte iniziare a leggere, e si mise a maledire la sua stupida boccaccia. Ci avrebbe messo giorni a farsi perdonare.

Per fortuna aveva ancora le sue maniche.





Note bis: PERCHÉ QUELLA MASCHERA, BAKUGOU, PERCHÉ

   
 
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