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Autore: FrancyF    03/03/2018    1 recensioni
Una parola può cambiare la vita di due persone per sempre.
Nicholas, dopo la storia d’amore più importante della sua vita, vuole solo dimenticare cosa sia l’amore.
Miley, invece, sta imparando che amare vuol dire anche perdonare, per il bene del suo matrimonio.
Si ritroveranno in una notte d’autunno e scopriranno presto che il destino li ha legati in maniera indissolubile e che non possono fare a meno l’uno dell’altra.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“All of you
Shaped me into what I am
Carried out the better man
Do you have a master plan?”
- “Vesper’s Goodbye” Nick Jonas & the Administration
 
Nicholas affondò la forchetta nel ultimo, invitante, pezzo di bistecca ai ferri e sospirò.
Era una giornata davvero magnifica a Belmont in North Carolina: la luce del sole inondava tutto il ristorante e dalle finestre aperte si poteva ancora sentire una calda brezza estiva, nonostante l’autunno fosse già arrivato da più di un mese. Negli ultimi giorni Nick era stato sempre in viaggio: prima a Los Angeles per registrare delle nuove canzoni in studio, poi era subito volato in New Jersey per conoscere la sua nuova nipotina Valentina, infine si era fermato un paio di giorni con i suoi genitori e Frankie a Belmont e ne aveva approfittato per scroccare dei pasti caldi e casalinghi al ristorante di famiglia.
Il locale era strapieno di clienti, come sempre del resto. Kevin Senior non aveva mai avuto intenzione di sfruttare l’immagine dei suoi figli, ma le voci giravano. Si sapeva che quello era il ristorante aperto dai nonni e dal padre dei Jonas Brothers. E quindi era quasi sempre pieno. Certo, era pieno anche perché il cibo era strepitoso. La tipica cucina del sud che faceva la nonna Cecilia e che aveva imparato, a sua volta, dalla bis nonna di Nicholas, Nellie. Il ritratto della sua bis nonna era appeso sul muro frontale del locale: aveva due occhi dolci e il ragazzo sorrise nel pensare a quanto sarebbe stata fiera della parte paterna della famiglia.
A volte pensava di essere un privilegiato, di non meritare tutto quel successo. D’altronde suo padre era cresciuto in una famiglia modesta del North Carolina, senza padre e con pochi soldi. Lui invece era cresciuto in una splendida famiglia. Piena di soldi e successo. E con un padre, soprattutto. Un padre incredibile. 
Già la famiglia.
Nick alzò lo sguardo dal suo fratellino Frankie, che era costantemente incollato al suo I – Phone, e sorrise ad Hannah, che gli aveva appena portato via il piatto.
-Grazie piccola-.
La ragazzina arrossì violentemente e farfugliò un “Figurati” veloce, prima di scomparire in cucina alla ricerca di sua sorella maggiore o della madre.
Nick sorrise: dopo tutto quel tempo la gente non si era ancora pienamente abituata a vedere lui e i suoi fratelli girovagare per il ristorante. Joe qualche volta aveva anche cucinato qualche piatto. Ma lui aveva placidamente rinunciato: mica voleva avvelenare qualcuno!
Kevin Senior e Denise si erano anche premurati di allestire un piccolo palcoscenico, dove ogni sera si esibivano gli artisti locali. Era un bel modo per aiutare la comunità e Nicholas era grato che suo padre stesse offrendo a tante giovani musicisti quello che a lui e ai suoi fratelli aveva offerto la Disney.
Era difficile però ora come ora sentire la sua famiglia veramente vicina. A Nicholas costava ammetterlo, gli costava davvero, ma a volte rimpiangeva i tempi della Disney. Era un’industria di talenti, ma gli aveva permesso di passare molto tempo con tutta la sua famiglia. Sua madre e suo padre accompagnavano lui, Joe e Kevin a tutti gli spettacoli televisivi, a tutte le interviste e durante tutte le date del tour.  E anche se nell’ultimo tour della band, nel 2013, i genitori non erano stati presenti fisicamente li avevano sempre supportati chiamando più volte al giorno e venendo ai concerti più vicino casa.
Ora era tutto diverso. Kevin e Danielle vivevano in New Jersey con le piccole e Nick faceva i salti mortali per passare più tempo possibile con le nipotine, Joseph aveva avuto un enorme successo con la sua nuova band i DNCE ed aveva preso dimora fissa a Los Angeles, mentre i signori Jonas e Frankie si erano trasferiti da una paio di anni in North Carolina per gestire il ristorante.
-Ehi Frankie mi passi l’acqua per piacere?-.
Frankie rimase perennemente incollato allo schermo del cellulare.
Nick sospirò: ne era certo, lui da adolescente non si era mai comportato così.
-Frank ascoltami quando ti parlo, fra poco me ne vado… Frank?-.
Nicholas sbuffò e prese dalle mani del fratello minore il cellulare.
-Ehi- il diciassettenne grugnì.
-Frankie volevo solo parlare un po’ con te. Non hai quasi aperto bocca-
-Non ho granchè da dirti-
-Ti piace il college?-
-E’ ok. Mamma non mi sta più addosso, ho la mia libertà adesso-
-E come sta la tua fidanzata…- Nick tentò di ricordarsi il nome –Austin?-
-Bene-.
Per un momento Nick desiderò di riavere indietro il suo fratellino, quello scricciolo che gli correva incontro e si faceva prendere in braccio dopo ogni concerto… erano cambiate veramente troppe cose in troppo poco tempo.
-Te ne vai di già? Sei stato solo tre giorni!- Denise Jonas apparve dalla cucina, portando nella sala ristorante una nuova di caldo vapore.
Si sedette al tavolo con i due figli minori e guardò il terzogenito con un piglio severo, incitandolo a giustificarsi.
-Mamma  lo sai che ho il lavoro, delle faccende da sbrigare-
-Oh per l’amor di Dio! Avete sempre il lavoro tu e i tuoi fratelli! Nicholas non morirai se ti fermi un po’ qui, insomma Josh mi ha chiamato ieri sera dicendo che sono secoli che non vi vedete e tua nonna Fran ti ha fatto le lasagne che ti piacciono tanto…-.
Nick sorrise. A volte sua madre usava una voce davvero infantile e quando lo faceva significava che lo stava implorando.
-Prima di andarmene volevo passare a trovare nonno e poi prendo il primo volo per New York-.
Sua madre si fermò per un istante: aveva perso suo padre, Jerry, due anni fa ma gli occhi le si inumidivano ancora di lacrime quando qualcuno lo nominava. Sapeva quanto era stato doloroso per Nick dovergli dire addio.
-Ah vai a NY?- Kevin Senior raggiunse il tavolo.
Il figlio annuì. Per la verità erano secoli che non ritornava nel suo vecchio appartamento a New York, ma aveva sempre adorato la Grande Mela. Non voleva tornare a Los Angeles: aveva troppi ricordi della sua vita assieme ad Olivia in quella casa. Era stata al sua prima relazione da adulto e doverla chiudere gli aveva fatto male. Era stato realmente innamorato di lei: l’aveva amata realmente, ci aveva fatto l’amore. Ad un certo punto aveva anche immaginato un futuro con lei… sposarla, avere dei bambini. Poi però il lavoro li aveva portati ad allontanarsi e i due giovani si erano accorti che vivevano assieme ma da sconosciuti. Però erano adulti, erano stati onesti e così avevano chiesto un altro capitolo delle loro vite. “Saremo solo amici” si erano detti, ma nel momento stesso in cui aveva pronunciato quella frase Nicholas sapeva che era una promessa morta in partenza.
Ci aveva provato ad essere solo un amico.
Ci aveva provato con Miley Cyrus quando si erano lasciati nel 2007 e si erano comportati come due perfetti adolescenti con il cuore spezzato: sempre a lanciarsi stupide frecciatine o ad implorarsi l’un l’altra di tornare assieme tramite delle canzoni.
Aveva molto rispetto per Olivia e tanto affetto per lei e la sua famiglia, che l’avevano accolto in maniera straordinaria in quei due anni di relazione. Ma nulla di più. Era un capitolo chiuso ormai, lei e tutte le emozioni che gli aveva fatto provare erano da dimenticare se voleva andare avanti.
-Si vado a New York- ripeté Nick.
-Posso venire a trovare quando ho finito con gli esami?- Frankie guardò speranzoso verso il fratello maggiore.
Nick sorrise, stupito: nonostante fosse alto quanto lui era confortante vedere che Frankie lo adorasse ancora.
-Certo, se vuoi. Ti preparerò una stanza tutta per te macho-.
-Oh beh si però solamente qualche giorno tesoro- lo ammonì la madre –insomma vorrai anche stare con me e tuo padre spero. Che è successo in questi anni? Sembra che tutti voi ragazzi vogliate macinare sempre più chilometri lontano da noi-.
Nicholas concesse alla madre uno dei suoi rari sorrisi.
-Ti adoriamo mamma, lo sai. Il mese prossimo Kev e Dani porteranno qui le piccole, ti divertirai-.
Il ragazzo si mise la giacca di pelle e baciò la madre.
Non era poi così male la vita da single dopotutto.
 
Nicholas attraversò il cancello del cimitero con il cuore pesante.
Suo nonno era stato sepolto in Texas, dove aveva vissuto gli ultimi mesi della sua terribile malattia. Lui e i suoi fratelli avevano speso soldi in tutti gli specialisti del paese alla disperata ricerca di una cura miracolosa ma non c’era stato nulla da fare: Jerry si era spento lentamente, divorato dal cancro al pancreas.
Nick si avvicinò silenziosamente alla tomba: il cimitero a quel ora del mattino era praticamente deserto. Faceva abbastanza freddo e il giovane notò con disappunto che la brina, che annunciava l’imminente arrivo dell’inverno, aveva ricoperto il prato vicino alla tomba e delle gocce fredde di pioggia avevano bagnato la foto della lapide. Suo nonno sorrideva con accanto l’amato cane Charlie. L’incisione recitava “Gerald “Jerry” Miller II nato il 21 agosto 1940 – morto il 28 gennaio 2014: il tuo amore era così grande che non poteva essere contenuto in una stanza. Sei sempre con noi. La tua famiglia”.
Nick scostò delicatamente la pioggia dalla lapida e mise i gerani che aveva appena comprato nel vaso.
-Ehi Papa hai visto? Sono venuto a trovarti. Te l’avevo promesso. Volevo portati questa-.
Il ragazzo si asciugò una lacrima silenziosa e appoggiò vicino alla lapida una foto incorniciata: ritraeva le sue nipotine, Alena e Valentina. Alena accennava un timido sorriso mentre stringeva la sorellina appena nata.
-Dovresti vederle Papa, sono adorabili. Insomma tutti pensano che siano belle ma loro lo sono molto di più; sono meravigliose. Kevin sta facendo davvero un magnifico lavoro con loro e anche Dani-.
Nicholas sapeva che il più grande rimpianto di suo nonno era stato quello di non essere vissuto abbastanza per conoscere le pro nipoti. Era morto solamente due settimane prima che Alena nascesse.   
-Io sto bene sai? Sto bene, Papa. Mi piace questa mia nuova libertà. Non che lei non mi manchi, ma sto bene. Davvero-.
Suo nonno gli mancava come l’aria. Era un dolore costante e sordo quello che portava dal giorno della sua morte, ma Nick stava ben attento a on esternare i suoi sentimenti, soprattutto davanti alla madre. Non l’avrebbe sopportato perché non voleva mostrarsi vulnerabile.
 
Quando Nick si alzò, la mattina dopo, era tornato a New York da poche ore e voleva solo buttarsi sul divano e rilassarsi.
I valori nel sangue erano saliti parecchio dalla sera precedente e il ragazzo non aveva per nulla voglia di mangiare.
Aveva di nuovo sognato Olivia quella notte. Si erano lasciati da quasi due anni ma gli capitava spesso di sognarla.  
I ricordi non lo lasciavano stare: lo assalivano di notte soprattutto, un momento prima di addormentarsi. Di giorno, se teneva la mente impegnata, era più raro incontrarli ma appena sveglio faceva più fatica a scacciarli.
Erano i suoi demoni.
Aveva portato Olivia nel suo appartamento a New York solo una volta, ma se la ricordava perfettamente.
La risata della sua ex fidanzata poteva ancora sentirla distintamente nelle orecchie.
 
-Indovina chi sono ?- Olivia rise di gusto, mentre con una mano copriva il volto del suo ragazzo e con l’altra gli scompigliava i capelli.
Sentì le labbra di Nicholas curvarsi in un inconfondibile sorriso.
-Ehi volevo farti una sorpresa!-
Il ragazzo sbuffò mentre si liberava, dolcemente, dalla presa della fidanzata.
La baciò con passione.
-Ti amo-
-Ti amo anch’io… ma che cosa credevi di fare?- lo sguardo di Olivia si perse fra le varie padelle che Nick aveva messo sul fuoco: in una il bacon sfrigolava, nell’altra c’era l’impasto per i pancake.
-Volevo prepararti la colazione-
-Ma tu odi cucinare-
Nick sorrise: il suo petto si gonfiò. L’amava davvero.
- Ma mi piace vederti felice-.
Olivia assaggiò la panna che il ragazzo aveva preparato.
-Non è così male sai- ammise.
Lo baciò nuovamente e rabbrividì di freddo nella maglia degli Yankees di Nick: la indossava sempre dopo avere fatto l’amore con lui, le piaceva sentire il suo odore sulla pelle.
-Sei vuoi ti porto da Starbuck…- Nick si arrese: si sfilò il grembiule, pieno di macchie, e sorrise.
-Aspetta…- Olivia ghignò –possiamo utilizzare questa panna in un modo migliore…-.
Un secondo dopo Nick le aveva già sfilato di dosso la maglia degli Yankees e l’aveva portata in camera da letto.
 
Nick sbuffò pesantemente: incapace di cacciare via dalla testa quel ricordo.
I ricordi lo avrebbero fatti impazzire: era sempre stato questo il problema di tutte le sue relazioni più importanti.
Chissà se scrivere qualche riga per una canzone lo avrebbe aiutato…
Il suono ininterrotto del campanello lo avvertì che  evidentemente qualcuno aveva altri piani.
-Ciao Nicky!- Demi entrò come una furia in casa sua, trascinata da uno scodinzolante Elvis e da Batman.
-Ehi- Nicholas si mise in ginocchio e si fece leccare dal suo golden retriver, felice –mi sei mancato bello. Grazie per averlo tenuto Dems, davvero-.
-Ma figurati. Lui e Batman si sono divertiti un mondo assieme- Demi strinse l’amico in un lungo abbraccio -ci sei mancato Nick. A tutti e due-.
Poi lo sguardo di Demi si soffermò su Nicholas: indossava una tuta da ginnastica, la televisione era accesa e una tisana sul fuoco.
-Ma quanti anni hai? Settantacinque?-
-Ehi! Sono stanco va bene? Non ho voglia di uscire, voglio riposare. Domani ho un’intervista e…-.
Demi fece una piroetta, esibendo il suo lungo e costoso abito rosso da sera.   
-Wow!- Nick sorrise.
Doveva ammetterlo, era dannatamente bella.
-Sai non dovresti vestirti in maniera così appariscente quando porti a spasso Elvis-
-Finiscila Nicky dai! Usciamo a divertitici-
-A divertirci? Quanti anni hai? Quindici?-
-Ok va bene- Demi sorrise radiosa, Nick le era mancato troppo –touches Jonas. Ti volevo solo portare ad una festicciola. Dobbiamo uscire Nicholas, conoscere altra gente-
-Conoscere altra gente?-
Nicholas era sorpreso. Certo erano mesi ormai che Demi aveva rotto con Wilmer Valderrama, e Nick sapeva quando erano stati male entrambi, ma non avrebbe mai creduto che la sua amica fosse già pronta per ricominciare.
-Nicky sono seria. Insomma da quanto è che non esci con qualcuna? Te lo dico io… da quando tu e quella lì avete rotto un anno e mezzo fa!-
-Quella lì?- Nicholas era sempre più divertito da quella conversazione: Demi era la sua migliore amica ma non era un segreto il fatto che non avesse mai sopportato la ex del ragazzo, Olivia Culpo.
-Dems lo sai che l’amavo veramente no?-.
Per un momento Demi tornò seria.
-Lo so’- disse asciutta –Nick mi spiace, davvero. Ma lo sai come la penso. Ti meriti di meglio. Voglio vederti con qualcuna che ti faccia ridere. Quindi puoi stare qua e fare l’asociale per sempre oppure puoi metterti qualcosa di figo e darti alla pazza gioia con me-.    
Il ragazzo la guardò, seriamente divertito. Effettivamente un po’ di sano divertimento non l’avrebbe di certo ucciso! Il sonno sembrava essergli scomparso del tutto.
-Dammi dieci minuti ok Lovato?-.
 
Miley vide il riflesso dei suoi occhi nello specchietto da cipria.
Aveva un mal di testa terribile e il lungo viaggio in aereo da Philip Island fino a New York, non l’aveva di certo aiutata. 
Era stata dura per lei e Liam tornare nel mondo reale: passare da essere viziata dalla famiglia di lui, in una casa sulla spiaggia situata in una meravigliosa isola australiana, alla caotica New York, non era di certo una cosa che giovava al suo umore.
Finchè era con la famiglia Hemsworth o con la sua, andava tutto bene, ma poi lo stress del lavoro, dei paparazzi, del caos delle grandi città si ripercuoteva in maniera indelebile su di lei, svuotandola. E anche la reazione con Liam funzionava meglio quando non erano immersi nel lavoro.
-Siamo quasi arrivati signori Hemsworth- il taxista si aggiustò il berretto e li rivolse un sorriso mesto.
Liam era impegnato a sfogliare qualche nuovo copione, ma strinse piano la mano della futura moglie. Gli piaceva che la gente considerasse già Miley come sua moglie: l’aveva ferita in passato, ma ora avrebbe dato tutto per lei.
Miley appoggiò svogliatamente il viso al finestrino e rabbrividì al contatto con il vetro freddo: dal cielo terso scendeva una pioggerellina leggera, cosa che rendeva ancora più nero l’umore della ragazza. Chiuse gli occhi, tentando di svuotare la mente da tutti i pensieri.
Il suono del cellulare la fece quasi sobbalzare.
Era sua madre.
-Ciao mami-
-Ciao tesoro. Come è andato il viaggio?-
-Bene. Ci siamo rilassati-
Seguì una lunga pausa. Miley poteva sentire benissimo la madre sospirare. Capì che qualcosa non andava.
-Tutto bene mamma? Tu e papà state bene?-
-Oh stiamo tutti bene si. Solo che… la casa discografica mi ha chiamato. Hai voglia di andare ad un evento questa sera?-.
Miley sbuffò: non ne aveva la benché minima voglia. Aveva un mal di testa allucinante e voleva solo andare a casa, buttare i bagagli in un angolo remoto, e dormire assieme ai suoi cani.
-Lo so cosa stia pensando Destiny sai?- Tish usò di proposto il nome di battesimo della figlia.
-Lo so-
-Ti ricordi tutto il discorso che abbiamo fatto quando ti sei rimessa con Liam?-.
Miley sospirò e lanciò al fidanzato uno sguardo carico di vecchi risentimenti. Certo che se lo ricordava. Era impossibile dimenticarlo. Era stato un lungo discorso sull’essere diventati adulti, sulle responsabilità, sul fare la cosa giusta e sul smettere di essere eccesiva. Sul metter la testa a posto e cercare di stare bene. Cosa che non le capitava da parecchio tempo.
-Ok-
-Che hai detto?-
-Ok- la ragazza sapeva che se ne sarebbe pentita ma non voleva essere una fonte di delusioni per i genitori –ok. Ci vado. Si ci vado. Sopporterò per una notte-
-Grazie tesoro. Lo so quanto ti costa farlo. Ti voglio bene. –
-Senti puoi venire anche Noie?-
-Mi spiace bocciolo. E’ ad una festa di compleanno-
-E Braison? Brandi? Trace?-
-Ti sono mancati eh? Detesto deluderti Mils. Brai ha una sfilata, Brandi è ad un provino e Trace e Brenda sono a Los Angeles. Comunque appena tornate qua faremo una cena di famiglia tesoro, stanne certa. Anche tu e Liam siete mancati a tutti-.
Miley fece fatica a trattenere un sospiro di delusione. Affrontare un evento mondano senza il supporto dei suoi fratelli le incuteva ancora timore.
-Ok- borbottò tentando di nascondere la sua delusione.
-Salutami Liam ok? Vi voglio bene-
Miley chiuse la telefonata e sospirò. Si sentiva al testa esplodere: era così dannatamente piena di pensieri che non sapeva come avrebbe potuto autoconvincersi ad andare a quella festa da sola. C’erano i preparativi per il matrimonio, la pressione dei paparazzi, il rilanciare la sua “immagine”, il nuovo disco. A volte avrebbe preferito rintanarsi fra le braccia dei suoi genitori e lasciarsi cullare come quando era una bambina. A volte avrebbe voluto tornare adolescente per rifare tutto da capo.  
-Cosa ha detto?- Liam appoggiò teneramente un braccio dietro alle spalle della ragazza, attirandola a se.
-Nulla. Ti saluta. Ah stasera devo andare ad una sottospecie di festa. Ordine dai piani alti. Credo lo facciano per obbligarmi a rientrare in studio-.
-Poco male- Liam la baciò e Miley sia accoccolò ancora di più a lui –mi piacerebbe accompagnarti tesoro, ma sai il film… i media-.
Miley non lo stava ascoltando però: era troppo occupata a pensare a come sarebbe potuta sopravvivere andando a quella dannata festa.
 

WoW! Eccomi tornata! Lo so, lo so... qualcuno di voi aspettava che io pubblicassi questa Niley long dall'estate scorsa, ma sono all'ultimo anno di università e ho preferito concentrarmi su tesi/esami/lezioni (se tutto va bene ad Ottobre mi laureo!). Allora ci tengo a sottolinerare il fatto che Niley è purtroppo un dolce ricordo: Liam rende felice Miley e mi piace, Nick deve trovare la donna giusta per lui e, quando accadrà, io piangerò di gioia perchè si merita l'amore. Pubblicherò ogni sabato, salvo eccezzioni. Pubblicherò questa storia anche su Wattpad.
-Fran 

   
 
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