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Autore: Douglass    15/03/2018    2 recensioni
La storia parla di un gruppo di ragazzi che si iscrivono ad una scuola per diventare degli eroi, tutto ciò durante gli avvenimenti del manga stesso (quindi della linea temporale) ma in un parte diversa del Giappone, lontana dalla regione dei protagonisti canonici. Ma il protagonista sembra ritrovarsi in quella scuola solamente per pura forzatura...
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Una volta tornato a posto, le lezioni iniziarono normalmente, fino a quando non suonò finalmente la campana delle quattro del pomeriggio. Perciò, mentre mettevo frettolosamente a posto i libri nella cartella per tornare ai dormitori il prima possibile, venni ovviamente interrotto proprio da Ito.

-E-Ehi... Takahashi-san...

-Vado di fretta, non farmi perdere tempo.

-S-Scusa allora! Volevo solo chiederti se ti andava di... conoscerci meglio...

-No, fuori dai piedi ora.

L'espressione che aveva in volto cambiò mentre rimaneva in silenzio per un po': passò dalla semplice insicurezza all'avere un'aria di tristezza. Mi sarei aspettato un intervento di Nephilim, ma non pronunciò nemmeno una parola.

-V-Va bene... scusa il disturbo allora...

Si voltò e se ne andò a testa bassa. Io, non curante di ciò, presi la mia cartella e mi diressi verso l'uscita della classe, quando notai quel ragazzo con l'occhio coperto dai capelli: Yamada, che mi stava guardando con uno sguardo strano... non sembrava arrabbiato, né tantomeno divertito. Semplicemente mi guardava, forse pensieroso. Anche se i miei occhi incrociarono i suoi... o il suo, non mosse lo sguardo altrove come mi aspettavo, anzi, non fece altro che fissarmi con uno sguardo più deciso e intenso. Non ci feci molto caso, perciò continuai la mia camminata, osservando gli studenti delle altre sezioni che si dirigevano nei dormitori accanto. Per la cronaca, i dormitori erano diversi edifici, seppur piccoli, molto vicini tra loro. Ogni dormitorio corrispondeva a una singola classe. Nemmeno in quel caso vidi Yamazaki, il che mi fece rimanere un po' male, ma cercarlo in quel momento fu un errore per me.

Mi bloccai durante il tragitto e mi soffermai a pensare al modo in cui avevo trattato Ito. Realizzai solo in quel momento di aver fatto uno sbaglio enorme, fortunatamente riparabile. Se avessi voluto sopravvivere in quella scuola, avrei dovuto farmi degli amici, o al massimo fingere di volerlo: almeno avrei avuto un modo per passare il tempo. Non m'importava veramente di Ito, mi ero fregato di come si fosse sentita poco prima, tuttavia avevo avuto l'occasione per socializzare, e non l'avevo sfruttata. Insomma, dovevo farmi degli amici, e se avessi mantenuto il mio carattere, non avrei fatto molti passi in avanti. Soprattutto perché sarei stato incoerente, dato il mio "voler diventare un eroe", o almeno credevo così. Decisi in quel momento di chiederle scusa il giorno dopo, così facendo avrei dato agli altri un motivo per non starmi completamente alla larga.

Ripresi a camminare fino ad arrivare ai dormitori. Rientrato in stanza, passai l'intera giornata a ripassare la lezione di quel giorno.

Il giorno dopo, arrivai, come il solito, molto presto in classe, anche se qualcuno arrivava sempre prima di me. Mi sedetti al mio posto e, come previsto, nessuno mi rivolse la parola. Dopo un po' arrivò anche Ito che nemmeno mi guardò. Di conseguenza, iniziai io a parlare, provando a essere il più credibile possibile.

-Ito-san...

-Mh?

Si voltò e mi guardò in faccia, con uno sguardo notevolmente irritato. Impossibile biasimarla.

-Volevo chiederti scusa... per ieri...

-E chi mi assicura che non mi ritratterai in quel modo?

-Beh... a tutti spetta una seconda chance... no?

Rimase pensierosa per un po'. Durante quei pochi attimi la guardai meglio. Il suo sguardo non sembrava molto irritato, in fin dei conti, forse stava solamente fingendo per attirare la mia attenzione.

-Va bene, sei perdonato!

Subito dopo sfociò in un sorriso tanto gentile quando dolce, ma prima che aprissi bocca per continuare la conversazione, fummo interrotti da Nephilim.

-No! Non sei per niente perdonato!

Come previsto, spuntò fuori dalla mano di Ito e sembrava avere un tono molto arrabbiato, davvero, questa volta.

-Cosa credi di fare con Arisa?! Vuoi sfruttarla per qualche tuo obiettivo?! Avanti, sputa il rospo!

-Marie, non intrometterti di nuovo!

-Non posso non intromettermi! Hai già dato a questo tizio la seconda chance proprio ieri e ti ha trattato malissimo! Se ti chiede già scusa, significa che ha qualcosa in mente!

Nephilim non aveva torto. Era vero, volevo creare un legame tra me e lei, ma era mia intenzione sfruttare questo legame solamente per non rimanere solo e passare il tempo in qualche modo. Ovviamente non potevo dirlo, così feci del mio meglio per mentire di nuovo, poiché non ero mai stato bravo con le bugie.

-Ehi! Ti crea problemi se qualcuno ha dei ripensamenti rapidi?

-Certo! Perché potresti averne altri!

-Beh allora scusa se ho un carattere di merda, ma non l'ho scelto io.

In quel momento Ito scoppiò, era palese che l'intervento di Nephilim l'avesse davvero infastidita.

-Adesso basta, Marie! Vattene e vedi di non farti sentire per il resto della giornata!

In quel momento, tutta la classe si voltò verso di noi, come se già non avessimo attirato troppe attenzioni.

-Ma... Arisa...

-"Ma" un corno! Sparisci!

Sembrava quasi che Ito stesse per avere una crisi di pianto. Infatti, Nephilim ritornò nel suo corpo, dopo aver fatto un sospiro di rassegnazione.

-Ti prego, perdonala Takahashi-san...

-Sta tranquilla, non fa niente, dopotutto, non ha tutti i torti a dubitare di me...

-Ma tu non vuoi sfruttarmi... vero?

-Ovvio che no! Avrò anche un carattere orribile, ma non sono quel tipo di persona!

Non appena finii la frase, sentii un brivido scorrermi per tutta la spina dorsale: avevo l'impressione che qualcuno mi stesse congelando con il semplice sguardo. Infatti, con la coda dell'occhio, riuscii a scorgere Yamada che mi guardava con la stessa espressione del giorno precedente... ma che diamine voleva? Che lo notassi? Che ci parlassi? Voleva dirmi qualcosa? Quel ragazzo era troppo strano.

-Senti, Takahashi-san, ti andrebbe di uscire in città dopo le lezioni?

-Sì! Certo che mi va!

-Wow, quanto entusiasmo per una semplice uscita...

-È che non esco da una settimana o anche di più... ho seriamente bisogno di uscire...

-Aaaaaah, capito. E perché non sei uscito per tutto questo tempo... se posso chiedere...?

-Eh vedi... è che... ho avuto la febbre! Mi è guarita giusto giusto prima dell'inizio della scuola e ieri non sono uscito per sicurezza.

Non avevo mai pensato che mentire fosse così complicato, non potevo rilassarmi un attimo, altrimenti mi sarei contraddetto e mi sarei fatto scoprire.

-Che brutto rimanere a casa senza uscire... ma almeno avevi la tua famiglia a tenerti compagnia, no?

-Non proprio... sono venuto ai dormitori una settimana prima poiché vivo lontano da qui... mi sono preso la febbre poco dopo l'esame d'ammissione.

-Quindi sei stato una settimana da solo?!

-Proprio così.

-Ma è orribile! Allora più tardi ci andiamo a prendere un gelato!

-Se a te va bene...

Mentre parlavamo e mentre qualche nostro compagno s'impicciava nei nostri affari, entrò come un fulmine un altro sensei. Era alto, snello, elegante, pettinatura bizzarra e capelli color grigio chiaro con qualche sfumatura lilla. Indossava vestiti eleganti, occhiali, una di quelle strane mascherine nere ninja che gli copriva la bocca e una lunghissima sciarpa bianca.

-Allievi, collocatevi nelle vostre postazioni! È ora di intavolare l'addestramento di letteratura!

Tutti lo guardammo piuttosto confusi, l'unica cosa che avevamo capito, probabilmente, era che quel tizio fosse l'insegnante di letteratura. Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante, il sensei riprese a parlare.

-La lezione, dobbiamo iniziare la lezione, ora va meglio?!

Dopo quell'illuminazione, ci sedemmo tutti, ma ovviamente sentivamo il bisogno di fare domande su di lui, dopo i termini che aveva usato. Infatti, Yamada alzò subito la mano e iniziò a parlare.

-Mi scusi... ma perché ha detto proprio "intavolare"...?

-Intavolare è un sinonimo di iniziare, non a caso istruisco letteratura.

-E perché è vestito come un ninja...? Per caso il suo Quirk riguarda l'invisibilità, il teletrasporto o simili, come un buono stereotipo che si rispetti?

-Non osare! Eroe in erba!

-Che ho detto di male?

-Io non sono un ninja, sono uno shinobi*! Gli shinobi non sono soldati che attuano arti capaci di farli marciare sull'acqua, renderli impercettibili all'occhio umano, o di controllare elementi naturali come in Naruto! Gli shinobi sono coloro che si occupano dello spionaggio, dell'infiltrazione, del sabotaggio, dell'assassinio e della guerriglia!

*"Shinobi" è il nome propriamente esatto di "ninja".

Yamada era visibilmente perso in ciò che aveva detto, perciò intervenne Hashimoto, che cambiò discorso con il suo essere impassibile.

-E perché ieri abbiamo avuto tutto il giorno il sensei Kubo?

-In questo istituto, ogni classe trascorre il primo dì con il rispettivo coordinatore, per le introduzioni e le spiegazioni!

-Capisco, la ringrazio per l'informazione.

-Ora m'introduco a voi, eroi in erba! Io sono il sensei Kage Bushin*, uno dei migliori eroi di spionaggio e dovete nominarmi proprio in quel modo!

*"Kage Bushin" può essere tradotto come "comandante militare dell'ombra".

Dopo questa stranissima presentazione, iniziammo la lezione e, per quanto usasse spesso termini strani o difficili, era davvero bravo come professore, anche perché, se qualcuno non capiva cosa diceva, era disposto a ripeterlo nuovamente, senza usare paroloni strani; in fin dei conti era molto comprensivo. Dopo di lui, ritornò il sensei Kubo a farci lezione di matematica, anche lui molto bravo, fino a quando non fu l'ora della mensa.

In pochissimo tempo, la mensa si era già riempita e quando arrivai, seguito da Ito, i posti scarseggiavano. Di conseguenza, entrambi ci sedemmo nei primi posti liberi avvistati. Davanti a noi c'erano due ragazzi che stavano parlando, ma non demmo loro troppo peso e iniziammo a parlare della scuola in generale, fino a quando uno dei due alunni di fronte a noi pronunciò la parola "ninja". In quel momento, Ito mi zittì e si mise ad ascoltare il loro discorso. Uno dei due aveva degli occhiali, i capelli gialli come i suoi occhi. L'occhio destro era coperto quasi completamente da una frangia simile a quella di Yamada. L'altro, invece, aveva capelli nerissimi, in pratica come i miei, ma con l'acconciatura simile a quella di Ota. Aveva gli occhi, anch'essi neri, piccoli, così come le sopracciglia e il naso e delle strane orecchie a punta. La cosa che attirò la mia attenzione, era la cicatrice che aveva sul dorso della mano destra.

-Ma il professore di letteratura? Sembra un ninja... però devo dire che ha stile... se non fosse che per errore ha dovuto ripetere cinque minuti di lezione... uff... che Quirk del cavolo, è scomodissimo!

Bastò solo questa frase a Ito per interromperli, impedendo al ragazzo moro di rispondere. Non so dire precisamente quanto quell'azione mi dette fastidio, in primis , per l'educazione. E poi, socializzare con altre persone non rientrava nei miei piani, ma dovetti adattarmi.

-Avete anche voi quel sensei che sembra un ninja e che dice di essere uno shinobi?

-Uh? Sì... perché?

-Ce l'abbiamo anche noi! A voi ha detto il suo Quirk? Quando glie l'abbiamo chiesto durante la lezione, ci ha detto che nessuno shinobi dovrebbe rivelare le proprie tecniche... o qualcosa di simile.

In quel momento, fu il ragazzo con i capelli neri a risponderle.

-Ci ha detto la stessa cosa, per questo ho cercato sul sito della scuola. Si chiama Sasuga Hideira, il suo Quirk, Double. Gli consente di creare cloni di se stesso; più cloni crea, minore è il tempo della durata delle copie. Ironico come disprezzi Naruto e gli stereotipi sui ninja, ma il suo Quirk riguardi proprio il creare copie di se.

-Che figata! Ma allora, il Quirk scomodissimo di cui parlavi tu di chi è?

A rispondere fu il ragazzo biondo.

-Il mio! Si chiama Rewind, ma preferisco dire Ctrl+Z. Mi permette di far compiere forzatamente tutte le azioni compiute negli ultimi cinque minuti della persona che ho fissato negli occhi in quell'istante. Se lo uso per troppo tempo, rischio la cecità momentanea e non posso attivarlo né su animali e, ovviamente, nemmeno su oggetti inanimati. Per ora però non riesco a controllarlo e perciò uso questi occhiali speciali che mi ha dato mio zio. E niente... è scomodissimo secondo me, avrei preferito nascere con un altro Quirk... effettivamente uno a comando non sarebbe male.

In quel momento mi rallegrai un po', non riuscivo a credere al fatto che avessi già trovato qualcuno oltre a me che odiava il proprio Quirk. Certo, c'era Ito, ma non mi aveva mai dato l'impressione di non sopportare Nephilim. Ero convinto che, sotto sotto, Ito non la odiasse seriamente.

-Beh... è vero, può essere un po' scomodo, ma se usato bene può essere un Quirk fantastico secondo me!

-Visto? Non sono l'unico che te lo dice. Disse il ragazzo moro, per poi continuare.

-Piuttosto, voi due come mi chiamate?

-Io sono Ito Arisa! Sono della prima C!

-Il mio nome è Takahashi Ichizo, vado in classe con lei.

Subito dopo, fu quello biondo a parlare.

-Piacere, Araze Ryuji.

-Yoshida Amane, piacere di conoscervi.

NOTE:

Il personaggio di Ryuji (il nome e i capelli biondi) è ispirato a Ryuji di Persona 5.

   
 
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