Violet si era rassegnata all'idea che molto probabilmente non avrebbe mai più rivisto il Maggiore Gilbert. Una notte, mentre era in viaggio su un treno che l'avrebbe trasportata verso una nuova destinazione per poter finalmente assistere ai trattati di Pace, avvenne qualcosa di incredibile ed inaspettato. Mentre riposava su di un vagone adibito ad alloggio udì un rumore proveniente dall'esterno, pensò subito di precipitarsi fuori per vedere di cosa si trattava... ma una volta fuori non scorse niente oltre al cielo stellato e le sentinelle di guardia mentre il treno era fermo per una pausa notturna. Così, Violet decise di rientrare nella sua "camera", chiuse la porta dietro le sue spalle e quando si voltò  scorse un viso familiare che non credeva avrebbe mai più rivisto: era il Maggiore Gilbert Bougainvillea.



"Difficile trovare il silenzio dove tutto il tempo mi parla di te."
Pensò che fosse solo una visione e che non dovesse nutrire false speranze, perciò prese ad aprire e chiudere gli occhi davanti a sé per vedere se quel miraggio perdurava o se sarebbe sparito di lì a poco, ma così non fu... era veramente il Maggiore, poteva scorgerlo nitidamente, ma aveva qualcosa di diverso. Lo guardò negli occhi e vide che sull'occhio destro portava una benda, aveva anche un braccio meccanico proprio come il suo... loro due erano molto più simili di quanto avessero mai creduto. La loro chimica era più forte che mai, Violet era talmente emozionata che non riuscì a spiccicare parola... anche Gilbert era visibilmente scosso da quell'incontro, l'unica cosa che riuscirono a fare fu abbracciarsi mentre scoppiarono in lacrime, i singhiozzi di Violet riempirono il silenzio di quella notte.
"Infrange il silenzio il battito d'amore: ascolta, è il rumore della felicità."
Ad un certo punto, Violet cadde in ginocchio di fronte al Maggiore che nel frattempo la guardava con occhi lucidi e con sguardo malinconico... le prese le mai meccaniche e le portò sul suo volto ferito, traforato dai bombardamenti e dagli spari infertigli durante la guerra, Violet stava per dire qualcosa ma balbettava per l'emozione. Violet: "I-o... io ti... " Gilbert: "Ti Amo." terminò la frase il Maggiore Gilbert mentre lei lo scrutava attenta e commossa. Entrambi portavano sui loro corpi i segni dovuti alle fiamme, profonde ed indelebili le ustioni riportate durante quell'ultima battaglia che li aveva drammaticamente separati, entrambi avevano subito delle amputazioni agli arti ed il Maggiore Gilbert ci aveva rimesso un occhio... quegli occhi color smeraldo che Violet aveva sempre amato, occhi sinceri... bellissimi.



"Sulla riva dei tuoi occhi approdano i miei sogni."
In quell'abbraccio Violet si sentì insieme prigioniera e libera, amante e sposa, arma e bambola... non si sarebbero separati mai più anche a costo di morire assieme in qualche nuova battaglia. Violet non riusciva a distogliere lo sguardo da quel volto che per mesi aveva disperatamente cercato... lo sognava ogni notte con la speranza che un giorno lo avrebbe rivisto: quel giorno era arrivato. Lacrime continuarono a grondare sui loro volti come pioggia sulle tegole di un tetto, gioia frammista a malinconia li avvolse in quel frangente. Il Maggiore Gilbert era tutta la sua vita, fu un momento intenso in cui i pensieri si annullarono per lasciare spazio alle loro emozioni che si miscelarono come per magia.



"Ore fuggite da un respiro del giorno, come un vento improvviso nell'alba di un istante."
Il Maggiore la rispettava più di qualsiasi altra cosa al mondo, non le avrebbe mai mancato di rispetto... non avrebbe mai approfittato di lei, soprattutto in un momento delicato come quello in cui avrebbe potuto farle qualsiasi cosa e lei non avrebbe reagito minimamente. Gilbert la amava e voleva che lei lo capisse e vivesse a suo tempo, per dimostrarle il suo amore il Maggiore si soffermò a dolci baci e carezze che lei ricambiò ancora visibilmente scossa.
"In amore ci sono i gesti, le carezze, gli sguardi e poi... ci sono quei baci che racchiudono parole meravigliose."
Dopodiché, Gilbert prese le mani meccaniche di Violet e se le portò al petto, quasi come a voler sottolineare che il suo cuore batteva come impazzito, come se volesse uscirgli dal petto... quel battito era per lei. In quel frangente, quando gli animi si placarono e le lacrime smisero di scendere come l'acqua lungo i margini di un fiume, il Maggiore e Violet si sedettero sul letto ad una piazza che delineava quel piccolo spazio adibito a zona notte e si parlarono apertamente di ogni cosa... erano di nuovo insieme e nessuno avrebbe potuto mai dividerli, forse nemmeno la morte perché avrebbero sempre finito col ritrovarsi l'uno nell'abbraccio dell'altra. Nemmeno l'odio di Dietfried nei confronti di Violet li avrebbe mai separati, il Generale non amava la presenza di Violet perché credeva  fosse colpa sua se Gilbert non c'era più, l'aveva ucciso lei suo fratello ripeteva sempre il Generale con l'ira frammista a malinconia negli occhi e nel cuore... perché non lo aveva protetto, secondo il ragionamento di Dietfried, ma lui ancora non sapeva... non poteva sapere che Gilbert era tornato e che non era morto in battaglia, ma che era solamente rimasto gravemente ferito e che si era temporaneamente allontanato per proteggere la sua Violet dalla guerra, per renderla libera allontanandola dal campo di battaglia.

Generale Dietfried

Maggiore Gilbert

"Palpebre chiuse sul libro della notte. Ora il tempo con il suo tacere ne colorerà le pagine con sogni d'aria e di luce."
Cit.Rosanna Russo (RosEgypt)