Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritto per ‘I prompt del
lunedì’ di ‘Il giardino di
EFP’.
Mirai S80; subtext XS. Molto Ooc, ma
voluto.
Prompt di P.A.V.: -
piumini
invernali.
Glaciazione
Squalo si sedette sul davanzale della
finestra, il
moncherino era coperto dai lunghi capelli argentei, mentre con la mano
sana
stringeva il cellulare.
“Vooooi.
Cosa vuol
dire che non verrai?” domandò gelido.
Dimenò le gambe sottili, abbattendo i
talloni pallidi contro il muro, graffiandoli e arrossandoli.
“Esattamente quello che ho
detto, feccia. Problemi di udito
o solo di stupidità?” rispose lapidario Xanxus
dall’altra parte del telefono.
Le iridi color fumo di Squalo erano
spente e intorno ai suoi
occhi si erano create delle profonde occhiaie nere.
“Testa di cazzo. Ti sto
chiedendo come hai potuto permettere
al tuo Capitano dei Varia di essere rapito” sibilò
con voce fredda Superbi.
“Ero troppo impegnato con
le mie di nozze per occuparmi di
quelle di un incapace come te.
Devi ricordarti il tuo posto, Varia?
Sono io, il boss” ringhiò
Xanxus.
Squalo ghignò, mostrando i
denti aguzzi e piegò di lato il
capo, una lunga ciocca gli finì al centro della fronte,
dividendogli a metà il
viso.
“Le tue nozze? Quindi hai
deciso che lasciare Sawada boss
andava bene? Ed io che credevo che volessi essere Decimo”
sibilò.
“Quando ti vedrò
ti arderò vivo, maledetta vipera”
sibilò
Xanxus.
“VOOOOI!
Chi cazzo
hai sposato, figlio di puttana?!” gridò Squalo.
“Aria, ovviamente. Era la
mia promessa. Soffri anche di
memoria a breve termine? Inoltre non ti devo nessuna
giustificazione” rispose
Xanxus.
Squalo balzò in piedi,
tremante. Calciò il vestito da sposa
per terra, era completamente ignudo e la sua pelle lattea era
illuminata dalla
luce della lampada. La finestra era sbarrata.
“VOOOIIIH!
Non
dirmi che le hai dato quella cazzo di fede che hai forgiato con le tue
merda di
fiamme del Cielo, Boss del Cazzo! Quell’anello era
mio!” sbraitò Squalo, fino a
graffiarsi la gola.
“Non vedo perché
non avrei dovuto dare il mio anello a mia
moglie. Ed ora, se permetti, mi sono stancato di parlare con te, sei
così
noioso” borbottò Xanxus. Chiuse la chiamata.
Squalo gettò il cellulare
a terra e lo pestò sotto il piede,
fino a ferirselo. Le sue fiamme della pioggia si gelarono, la lacrima
sul suo
viso si congelò e si tramutò in un fiocco di
neve, cadendo pesantemente a
terra.
La porta si aprì ed
entrò Yamamoto Takeshi, chiudendosi la porta
alle spalle. Il suo completo nero era del medesimo colore dei suoi
occhi e dei
suoi capelli.
“Pensavo che con la luna di
miele a Parigi ti saresti placato,
sensei. Al matrimonio eri piuttosto
agitato. Eppure sai che era l’unico modo per sancire di nuovo
l’alleanza tra i
Vongola e i Varia” disse Yamamoto con voce affabile.
“Questa stanza
d’albergo non mi piace. Voglio poter girare.
Inoltre, ora che siamo sposati,
marito mio, voglio dei
vestiti decenti” sibilò Squalo.
“Almeno, noto, che hai
deciso di prendere in mano la tua
vita come signora della casa” scherzò Yamamoto.
“Voooi. Faremo dei
cambiamenti. Voglio un pianoforte e…”.
Iniziò
Squalo.
Yamamoto gli accarezzò la
guancia gelida con il dorso della
mano.
“Tutti i regali che
vuoi” soffiò lascivo.
“Chiama il servizio in
camera e fai togliere i piumoni
invernali. L’inverno è finito” disse
Squalo atono.
Yamamoto gli avvolse i fianchi
sottili con un braccio e gli
posò un bacio sul collo.
“Cos’è
iniziato, ‘mia sposa’?”
domandò.
Squalo alzò il capo e gli
posò un bacio sulle labbra.
“La glaciazione.
Da quella non si può
sopravvivere con uno stupido piumone,
nemmeno se sei il Boss dei Varia.
Vuoi
danzare nel
sangue e nella morte con me, Takumi? Vuoi essere al mio fianco quando
staccherò
la testa del mio Boss?” chiese.
“Non desidero altro, la
vendetta ti fa ‘bellissimo’” rispose
Yamamoto.