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Autore: LadyNabla    15/04/2018    1 recensioni
- E questa signorina così graziosa chi sarebbe?- chiese Kokoro, sedutasi accanto alla conoscente.
- Ah, lei è Nami, la figlia di Bellemere. Oggi in teoria quella poveretta avrebbe dovuto avere la giornata libera in capitaneria, ma l'hanno chiamata per un'emergenza, e così non sapeva a chi lasciarla. Santa donna quella.-
- Credo piuttosto che la santa sia tu, sai davvero come far felici gli altri!- ironizzò Kokoro.
- Non me ne parlare, sono quasi più impegnata di quando stavo tutti i giorni in ospedale.- sospirò Kureha.
- Non lamentarti, nonnetta, di certo non sono le energie a mancarti.- la punzecchiò Crocus, che prima di uscire si era fermato a salutare Sora Vinsmoke, una sua ex paziente del reparto di ginecologia, anche lei lì con due dei suoi figli.
- Crocus, vecchio fossile! Chi non muore si rivede! E quello è tuo nipote?- lo salutò l'ex pneumologa.
- Già, il figlio di mio figlio, Brook. E questo è il nipote di Garp, giusto?- domandò incuriosito, dopotutto il vecchio pezzo grosso della Marina era un'autentica celebrità nel suo quartiere.
- E già, su Rufy, saluta il signore.- gli ordinò la donna dai capelli argentei, e il piccoletto gli rivolse subito uno dei suoi simpatici sorrisoni
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Corazòn, Mugiwara, Nico Robin, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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dal dentista                                                                                               Dal dentista

- Ecco qui, abbiamo quasi finito. Ora sciacquati la bocca con questo e conta fino a venti prima di sputare.- spiegò gentile l'assistente dell'odontoiatra, una giovane igienista dentale dai natali messicani di nome Viola.
Il ragazzino sdraiato sul lettino, un undicenne altro e magrissimo con un paio di occhiali da vista giallo canarino e un curioso afro corvino che sembrava più la parrucca di un clown, prese il bicchiere di plastica e obbedì a quanto gli era stato chiesto, anche se quel collutorio azzurro sapeva di piedi vecchi.
- Ho fatto, signorina.- disse.
- Perfetto, Brook. Sei stato molto bravo anche durante l'otturazione, complimenti.- sorrise la donna.
- Ora posso sapere di che colore sono le sue mutandine?- domandò quello con lo stesso tono casuale di chi si informa sull'ora.
- Prego?- farfugliò Viola confusa, mentre radunava gli strumenti da lavoro lasciati sul carrello per buttarli o sterilizzarli.
- Brook, vedi di non cominciare come al tuo solito.- si raccomandò un uomo attempato e corpulento, con un buffo cappello a forma di corolla di petali gialli e viola, che aveva atteso per tutto il tempo seduto all'interno della sala medica.
- Ma nonno...- protestò debolmente il ragazzino, che proprio non capiva perché quel vecchio brontolone dovesse sempre rovinargli tutto il divertimento.
- Allora, va tutto bene?- intervenne Drakul Mihawk, il rinomato professionista che possedeva l'ambulatorio.
Era notoriamente un tipo ruvido e taciturno, e di certo non amava lavorare con i bambini, ma allo stesso tempo la sua rigida professionalità gli imponeva di assolvere comunque ai suoi doveri nel migliore dei modi.
- Tutto benissimo doc, non è che avrebbe degli spiccioli da prestarmi?- replicò Brook.
Quello si limitò a squadrarlo gelido con i suoi inquietanti occhi dorati, simili a quelli di un rapace, e studiò la cartellina del moccioso senza battere ciglio.
- Il prossimo appuntamento è per venerdì prossimo, alle ore quindici e trenta. E ora fatemi la cortesia di uscire che ho da lavorare.- sentenziò brusco.
Crocus mollò un pugno sulla nuca di suo nipote, si prodigò in una dozzina di inchini imbarazzati e parole di scuse e si avviò verso l'uscita, mortificato per l'ennesima figuraccia che gli aveva procurato quel somaro ricciuto.
- Comunque lei è molto in gamba, doc, sul serio.- osservò Brook mentre suo nonno se lo trascinava via di peso, tirandolo per un polso.
- Grazie tante.- mugugnò quello indifferente, senza degnarlo di uno sguardo.
- Ma secondo me in sottofondo dovrebbe esserci un canale radio di musica classica, questo pop latino fa schifo.- considerò ancora, nonostante nessuno gli avesse chiesto un parere, e guadagnandosi anche un'occhiataccia da parte di Viola.
- Oh, prima ho visto all'ingresso la foto di una balena che sta appesa al muro, posso prenderla? Sa, è il mio animale preferito.-
- Scordatelo. Chiudete la porta quando uscite, per favore.-
Quando nonno e nipote si furono finalmente dileguati, l'uomo spiò il corridoio attraverso le alette della veneziana da ufficio.
- Maledizione, ne è arrivato un altro. Lo sapevo che non avrei dovuto prolungare queste dannate promozioni per gli scolari.- brontolò.
- Ma dottore- cercò di rabbonirlo la sua assistente - questo mese stiamo facendo degli ottimi affari grazie a quelle offerte! E poi i bambini sono così carini, guardi quelli là fuori, me li mangerei di baci!-
- Bah, non li sopporto. Mi fa ancora male la testa se solo penso a quella con la testa rosa di ieri, quella specie di bamboletta dark che diceva di volermi sposare, o la figlia di Cobra Nefertari che è venuta stamattina, secondo cui dovrei curare gratis tutti i poveri e i barboni della città. Per non parlare di quella maledetta anatra gigante che si è portata dietro e che ha pure cagato all'ingresso.-
- Oh andiamo, io le ho trovate adorabili! Sempre meglio di quelle due pesti del nipote di Garp e del suo amico biondo! Ci hanno anche allagato i bagni e intasato i gabinetti con la carta igienica mentre aspettavano il loro turno l'altro ieri!- gli ricordò Viola, che si era trattenuta a stento dal gonfiare di botte il sedere a quei due delinquenti in miniatura.
- E oggi c'è perfino l'altro nipote di Garp, quel marmocchio che non sta mai zitto, e soprattutto fermo.- annotò il dentista, mentre ispezionava i presenti - qualcuno vuole vedermi morto.-
- Le porto un caffè? Qualcosa da mangiare?- si offrì premurosa la ragazza.
- No, lascia perdere. Di caffè ne ho già presi quattro, e se mangio vomito per il nervoso, oppure mi addormento. Avanti, fa' entrare il prossimo mostriciattolo.-
Intanto all'esterno era arrivata una donna sulla settantina, trucco pesante sul viso e voluminosa chioma verde acido, in compagnia di un ragazzino sui dodici anni dai capelli azzurro cielo su cui portava degli occhialetti da saldatore a mo' di cerchietto, e vestito con camicia hawaiana, bermuda e infradito nonostante fosse novembre.
- Ah! Ah! Ah! E' arrivato il super!- urlò tutto baldanzoso con le mani sui fianchi, attirando gli sguardi freddi e indifferenti di due ragazzini mori un po' più piccoli di lui intenti a leggere volumi a dir poco massicci; lei vestita di viola, immusonita e in compagnia di una giovane donna identica a lei tranne per i capelli nivei, e lui pelle e ossa e seduto a gambe incrociate sul pavimento con il libro in grembo, un insolito cappello di peluche bianco maculato e due occhiaie che sembravano borsoni da palestra.
Entrambi lo fissarono leggermente infastiditi solo per un istante, per poi tornare ad incollare il naso alle pagine.
- Mh? Ma che hanno 'ste due mummie? Ehi voi, che fate?- domandò infine a Rufy e altri due ragazzini che frequentavano la sua stessa scuola elementare, la Oro Jackson.
Il nipote di Garp, un moretto minuto con una paglietta in testa e un sorrisone felice perennemente stampato sulla faccia, era seduto vicino ad una ragazzina sui nove anni come lui, con due codine di cavallo rossicce e un tablet arancio fluo tra le mani, e ad un altro bambino più piccolo di un paio d'anni, con una nuvoletta di riccioli tra il biondo e il castano, gli occhi grandi e tondi e l'espressione meravigliata mentre osservava i giochi sullo schermo dell'oggetto.
- Ciao Franky!- lo salutò allegro come sempre Rufy - stiamo giocando con il bablet nuovo di Nami! Vuoi vedere?-
- Prima di tutto si chiama tablet, come ti ho già detto cinque volte- precisò subito la ragazzina -e poi decido io se può vedere o meno.-
- Ehi, guarda che non me ne frega mica tanto, sai?! A casa ho due tablet molto più grandi e belli del tuo, che tra parentesi fa pena! Dove l'hai presa quella schifezza arancione?!- ribatté Franky, scoppiando poi a ridere sguaiatamente.
- Come ti permetti, cafone?!- sbottò Nami, rifilandogli un calcio nello stinco che quasi fratturò la gamba al povero azzurro.
- Nami, non attaccare- la mise in guardia la loro accompagnatrice, una coetanea di quella di Franky, e che nonostante ciò esibiva senza pudore la pancia per metà scoperta e un piercing all'ombelico. E portava pure gli occhiali da sole al chiuso.
- Oh, Kureha. Non ti avevo vista, li hai accompagnati tu?- le domandò Kokoro.
- Già, mi hanno incastrata.- sbuffò quella, facendo poi un ghigno. - Da quando sono in pensione tutti credono di potersene approfittare, e dato che quell'idiota di Garp non si decide a mollare il colpo, ha rifilato a me il suo nipotino. Sai, avevo già in mente di portare qui il figlio di quell'idiota di mio fratello, Hillk, e così ho trascinato qui anche lui, non gli farà di certo male con tutte le porcherie che mangia in continuazione.- ridacchiò.
- Io ho pensato di fare la stessa cosa con il figlio di mio nipote Paulie, visto che oggi la scuola è chiusa per la disinfestazione.-
Intanto Franky aveva continuato a saltellare su una gamba per tutto il tempo, tenendosi quella dolorante tra le mani.
- Brutta strega pel di carota, questa me la paghi!- minacciò rivolto alla ragazzina, che per tutta risposta gli fece una linguaccia, con Rufy che rideva e l'altro bambino che assisteva un po' intimidito.
- E questa signorina così graziosa chi sarebbe?- chiese Kokoro, sedutasi accanto alla conoscente.
- Ah, lei è Nami, la figlia di Bellemere. Oggi in teoria quella poveretta avrebbe dovuto avere la giornata libera in capitaneria, ma l'hanno chiamata per un'emergenza, e così non sapeva a chi lasciarla. Santa donna quella.-
- Credo piuttosto che la santa sia tu, sai davvero come far felici gli altri!- ironizzò Kokoro.
- Non me ne parlare, sono quasi più impegnata di quando stavo tutti i giorni in ospedale.- sospirò Kureha.
- Non lamentarti, nonnetta, di certo non sono le energie a mancarti.- la punzecchiò Crocus, che prima di uscire si era fermato a salutare Sora Vinsmoke, una sua ex paziente del reparto di ginecologia, anche lei lì con due dei suoi figli.
- Crocus, vecchio fossile! Chi non muore si rivede! E quello è tuo nipote?- lo salutò l'ex pneumologa.
- Già, il figlio di mio figlio, Brook. E questo è il nipote di Garp, giusto?- domandò incuriosito, dopotutto il vecchio pezzo grosso della Marina era un'autentica celebrità nel suo quartiere.
- E già, su Rufy, saluta il signore.- gli ordinò la donna dai capelli argentei, e il piccoletto gli rivolse subito uno dei suoi simpatici sorrisoni che gli occupavano metà del viso.
- Ciao zietto! Hai delle caramelle per caso?- la domanda colse Crocus alla sprovvista.
- Veramente...- balbettò quello.
- Rufy, ma è possibile che non sai pensare proprio ad altro? E poi non puoi mangiare dei dolci subito prima di farti visitare da un dentista, ti resterebbero gli zuccheri addosso!-
- Hai ragione nonna Kureha- approvò il bambino pensoso -allora...potrei avere del maiale arrosto?-
Crocus spostò lo sguardo confuso dal ragazzino alla donna, ma questa si limitò a scuotere la testa rassegnata.
- Ehi nonno, andiamo? Ho la lezione di violino tra un po'.- gli fece presente Brook.
- Okay okay, andiamo pure. Arrivederci signore, ciao bambini. Ma com'è che sei così ansioso tu?- disse sospettoso il vecchio.
- Beh sai com'è, la mia insegnante, la signorina Califa, è tremendamente sexy, e poi ha queste due bocce e delle gambe che risveglierebbero anche te, nonno! E per risvegliarti intendo proprio quello, vecchio mio!- rispose prontamente il nipote, prima che Crocus lo colpisse ancora e con più enfasi di prima, proprio mentre varcavano l'uscita.
- Uffa, io mi annoio! Perché non mollate quel coso e giochiamo invece?- protestò Rufy, che avrebbe tanto voluto Ace e Sabo lì con lui, o almeno Usopp, ma quello stupido si era preso la febbre proprio quando non c'era scuola.
- Non rompere Rufy, io e Chopper stiamo per vincere un mucchio di soldi a blackjack unlimited! Tutto merito dei trucchi che mi ha passato Usopp ieri, quando l'ho picchiato durante l'intervallo a scuola!- esclamò Nami con espressione mortalmente concentrata, approfittando della distrazione di Kureha che chiacchierava con Kokoro e non si era accorta che la ragazzina era di nuovo entrata in un sito di casinò online con i dati di Bellemere.
- Uffa, ma chi se ne frega di quella roba pallosa? Anche quello scemo di Franky è uscito fuori, e io devo stare qui senza fare niente! Torao, facciamo qualcosa insieme, non dirmi di no anche tu! Per favoooore!- chiese al ragazzino dall'aria smunta e con il cappello di peluche, che alzò scocciato gli occhi al cielo.
- Devo studiare microbiologia, non assillarmi- lo liquidò laconico.
- Sempre incollato a quei libri per secchioni rimbambiti! Sei come un vecchio Torao, anzi, sei molto più noioso tu di mio nonno!-
- Già, certo- mormorò l'altro ragazzino, senza più ascoltarlo.
- Zoro, svegliati almeno tu, sto morendo di noia! Questi non vogliono fare niente di divertente!- esclamò il bambino con la paglietta scuotendo per un braccio un altro dai capelli verde prato tagliati molto corti che stava sdraiato su due poltroncine. La sua testa era appoggiata alle gambe di un uomo con gli occhiali e indosso un kimono scuro, che sfogliava con aria serafica un trattato sul bushido.
- Mmmrf...che vuoi? Ho sonno...- masticò Zoro nel dormiveglia, senza neanche aprire gli occhi.
- Dai, dai, hai dormito abbastanza! Adesso giochiamo insieme, tanto non stiamo facendo niente!-
- Non ne ho voglia, lasciami in pace.- brontolò l'altro, girandosi su un fianco e riprendendo subito a russare.
- Che essere inutile- disse Nami -sa solo dormire, mangiare e fare a botte.-
- Secondo me invece Zoro è fantastico, da grande voglio essere proprio come lui!- la contraddisse Chopper con gli occhioni che brillavano di ammirazione per l'altro ragazzino che lo difendeva sempre dai prepotenti a scuola e ogni tanto lo riportava a casa sulle spalle dal parco giochi quando era troppo stanco.
- Seee, un villano sfaticato, che grande aspirazione.- insistette la rossa.
- Ehi brutta arpia, la smetti di starnazzare come un'oca? Sto cercando di dormire!- sbraitò il diretto interessato.
- Tappati tu quella ciabatta piuttosto, io posso parlare quanto mi pare, e poi non siamo nella tua camera da letto!-
- Allora, a chi spetta adesso?- domandò Viola, guardandosi attorno con aria incoraggiante.
- Credo proprio a noi- si fece avanti Sora, tenendo per mano un bambino biondo come lei, con un occhio coperto da un ciuffo liscio e setoso e l'estremità del sopracciglio visibile curiosamente arricciata.
L'altra bambina che stava con loro, dalla capigliatura rosa pastello e anche lei con un occhio coperto e lo stesso ricciolo nel sopracciglio, continuò mansueta a leggere la sua rivista di moda in francese.
- Mamma, tu puoi anche stare qui con Reiju! Sono grande ormai, e poi devo solo togliermi la placca!- affermò deciso il biondino, che voleva apparire coraggioso agli occhi della mamma.
- Ma no Sanji, lascia che entri anche io!- si oppose la donna.
- Per favore! Tutti i miei fratelli sono entrati da soli l'ultima volta, non voglio che mi considerino un vigliacco!- la pregò, stringendole le mani.
Sora sospirò, fece un sorriso un po' triste e baciò suo figlio sulla fronte.
- Va bene allora, ma se ti fa male qualcosa e vuoi che io venga lì per stare con te, manda fuori a chiamarmi la signorina Viola, siamo d'accordo?-
- Sì, te lo prometto! Vedrai, sarò più forte di tutti loro messi assieme! Non mi diranno più che sono un pappamolla!- dichiarò determinato.
- Ma io so già che non lo sei, tesoro.- bisbigliò la donna, mentre tornava al suo posto. Sanji intanto entrava nello studio tutto teso ed emozionato per la vicinanza con l'assistente Viola, e si ripromise di farle qualche complimento da vero gentleman prima di andar via. Era così bella!
- Mamma, sono stanca di leggere queste riviste in francese- esclamò Reiju -per oggi credo di essermi esercitata abbastanza.-
- D'accordo, piccola. Vuoi uno dei miei romanzi in tedesco?- ribatté quella, che si portava sempre dietro qualche romanzo rosa in borsa.
- No, grazie. Mi va di sgranchirmi un po' le gambe.- si alzò e osservò per un po' Rufy che era infine riuscito a convincere gli altri a giocare a nascondino nel corridoio laterale che portava ai bagni e comprendeva anche una rampa di scale e due sgabuzzini, ma scartò subito l'idea di unirsi a loro.
Era troppo grande per quel genere di passatempi, dopotutto aveva dieci anni!
E poi quei bambini facevano troppo chiasso, e lei odiava il chiasso.
In quel momento dal bagno degli uomini arrivò un rumore fortissimo che sembrava quasi un tuono, come se qualcuno avesse sbattuto troppo forte la porta interna, e subito dopo dal corridoio arrivò un uomo molto alto e biondo, con uno strano giaccone ricoperto di piume sintetiche nere, una cuffia rossa con dei lacci decorati da due cuori sulle punte, una camicia rosa a cuoricini e soprattutto del trucco assurdo su metà del viso e sulla bocca.
- Che porta del ca- 
- Rosinante, ci sono dei bambini qui!- lo rimproverò Kureha, senza nemmeno voltarsi a guardarlo.
- Sì, sì, lo so- fece quello seccato, andando poi a sedersi di fronte al ragazzino che leggeva stando per terra.
- Che rottura di palle che non si possa fumare qui dentro, ma comunque guarda Law, papà è tornato. Eri triste, eh? Non c'era bisogno di piangere, lo capisco guardandoti che stavi per scoppiare in lacrime, come sei tenero.-
Quello lo incenerì con gli occhi chiari e gelidi.
- E perché cavolo mi sarei dovuto mettere a piangere? Sei solo andato a pisciare, pezzo di scemo. Certo, conoscendoti saresti anche potuto cadere nel cesso a testa in giù senza accorgertene.- osservò infastidito.
Il biondo scoppiò incomprensibilmente a ridere, mentre le due donne anziane presenti sembrarono quasi allibite, nonostante di mocciosetti pestiferi ne conoscessero!
- Ehi Rosinante, ma come lo stai educando quel bambino?- chiese ancora Kureha - Certo che per affidarlo a te e a tuo fratello ci vuole un bel coraggio...-
- E fatti un po' gli affaracci tuoi, vecchia cornacchia.- la apostrofò irritato il biondo, che quando non poteva fumare perdeva le staffe ancora più facilmente.
- Ciao, che cosa leggi?- domandò Reiju cordiale al ragazzino con il cappello di peluche.
- Cosa te ne frega? E poi chi ti conosce?- fu tutto quello che le rispose scorbutico, facendola sussultare per la sua maleducazione.
Kureha e Kokoro si scambiarono un'occhiata sconsolata.
- Law, non essere così stronzo! Non capisci che questa bella signorina vuole solo flirtare un po' con te? Non hai proprio preso niente del mio savoir faire con le donne.- lo rimproverò il biondo.
- Ma se dici sempre che ormai hai le ragnatele là sotto!- considerò il moro asciutto, mentre Kokoro e Kureha trattenevano delle risate.
- Guardi che io comunque volevo solo fare due chiacchiere- si schermì Reiju, sempre più sconfortata dai modi di padre e figlio.
- Ma certo, zuccherino, certo! Non volevo metterti in imbarazzo, ma stai tranquilla: io sono un uomo bellissimo e inimitabile ma anche una persona semplice, ti ho già accettato come futura nuora!- continuò a delirare quello.
- Cora-san, non far capire subito che sei un minorato anche a chi non lo sa- mormorò Law mentre riprendeva a leggere.
Intanto Reiju era tornata a sedersi sconcertata: aveva creduto di poter intavolare una conversazione intelligente con quel cafone, visti i libri che leggeva, ma evidentemente non era il caso!
Il ragazzino era chiaramente un bifolco e anche un sociopatico, mentre quell'idiota che si definiva suo padre doveva aver subito qualche trauma infantile, altrimenti non si sarebbero spiegati i suoi gusti agghiaccianti in fatto di look e le scempiate che sparava senza ritegno.
- Ehi tu, che fai? Non vieni a giocare con noi?- domandò Franky rivolto alla bambina vestita di viola che stava nella classe accanto alla sua a scuola, e che spesso avrebbe voluto avvicinare nei corridoi o all'uscita ma che lo metteva un po' a disagio. Aveva anche interrotto le ricerche degli altri, perché sapeva che doveva approfittare di quel pretesto per una volta che ne aveva uno valido, ma l'altra disintegrò subito le sue speranze.
- No, grazie. Preferisco stare qui a leggere.- rispose con quella sua aria sempre seria che non si addiceva alla sua età.
- Come ti pare- mormorò l'altro rassegnato, pensando che quella musona si desse decisamente troppe arie.
- Sei sicura, Robin? Manca ancora un bel po' al nostro turno, se vuoi puoi unirti a loro.- le fece presente Olvia, sua madre.
- Non fa niente, preferisco aspettare qui con te. E poi quelli sono giochi per bambini, non mi divertono.- sorrise la moretta.
La donna quasi scoppiò a ridere: anche lei era una bambina! Ma fu comunque felice di poterla avere lì con lei, visto che il suo lavoro di celebre archeologa le impediva di essere presente a sufficienza nella vita di sua figlia.
Sanji riuscì dallo studio tutto felice e soddisfatto di sé nonostante l'occhio ancora lucido per il dolore causato dall'ablazione del tartaro.
Sora lo abbracciò a lungo facendogli i complimenti, e finalmente poterono uscire, anche se Sanji non vedeva l'ora che arrivasse la visita di sua sorella per poter rivedere la signorina Viola.
Reiju scoccò un'occhiataccia a Law prima di uscire, e quest'ultimo le fece un ghigno strafottente che la fece arrossire e a cui rispose con una linguaccia, poi si dileguò mentre l'altro ragazzino ridacchiava.
Intanto dall'entrata principale arrivarono un uomo bruno, con i capelli lunghi e un paio di ridicoli baffetti sottili e vestito firmato dalla testa ai piedi, e un dodicenne alto e piuttosto sgraziato con gli occhi piccoli, il naso troppo lungo, le labbra troppo carnose e un caschetto quasi femmineo di capelli castani.
- Vieni Stelly, aspetteremo che esca l'assistente e le parleremo.- annunciò l'uomo in ghingheri, rivolgendo poi uno sguardo sprezzante a tutti i presenti.
- Si papi.- rispose suo figlio, arricciando un po' l'appendice nasale come a voler evidenziare il suo essere troppo sofisticato per quel posto e quella gentaglia.
- Ma tu sei il papà di Sabo! E tu invece suo fratello! Ciao, vi ricordate di me? Sono Rufy!- andò loro incontro il bambino tutto euforico.
- Ah sì, tu sei uno dei due piccoli zotici con cui Sabo spreca tutto il suo tempo quando non è a scuola.- sentenziò  l'uomo annoiato e un po' seccato da tutta quella confidenza che si prendeva quel piccolo pezzente .
- Proprio così, mi fa piacere che si ricordi!- ridacchiò Rufy, che non aveva colto gli insulti nelle parole dure dell'adulto.
- Che faccia da tonto hai, e che cappello da poveraccio...ma davvero il fratellone è amico di questa plebaglia, papi? Dovrebbe cercarsi delle persone meno volgari e stupide da frequentare!- sputò Stelly.
- Che vuoi che ti dica figliolo, quel Sabo è proprio un impiastro, la pecora nera della nostra famiglia! Meno male che ci sei tu!-
Nel frattanto l'igienista dentale era uscita per chiamare dentro il paziente successivo.
- Era ora, non mi sentivo più il culo e il pacco a forza di stare seduto!- esultò Rosinante, sbattendosi poi a tutte le sedie sul suo cammino -Su Law, andiamo! Bello di papà!- prese in braccio il ragazzino e lo sollevò sopra la sua testa, mentre quello si agitava e scalciava furente.
- Mettimi giù, deficiente! Pezzo di merda!-
- Sei così carino quando fingi di arrabbiarti!-
- Non sto facendo finta, brutto scimmione puzzolente con la testa marcia!-
- Ehm...entrate pure.- disse loro Viola un po' preoccupata (ma possibile che non ci fossero pazienti normali quel giorno?).
- Un momento signorina, io ho prenotato un appuntamento per mio figlio ben due settimane fa, com'è che ora mi tocca attendere? Non dovremmo avere la precedenza?-
- Veramente tutti i presenti sono muniti di regolare prenotazione per il loro appuntamento, signor Outlook, e molti hanno dovuto aspettare anche più di due mesi.- gli spiegò la mora con tono conciliante, anche se avrebbe volentieri buttato fuori quel gradasso con la puzza sotto il naso convinto che i suoi luridi soldi gli aprissero tutte le strade in automatico.
- Sì ma io esigo che lei faccia presente al suo datore di lavoro che si tratta di me, Outlook III, non un comune paziente! Non ho tempo da perdere aspettando qui i comodi degli altri!-
- Ehi, baffo delle mie pa-
- Rosinante, i bambini!- s'intromise Kureha.
- Vabbè, vabbè! Dicevo, da quando in qua i dentisti fanno differenze nel trattamento dei loro pazienti? Qui il tuo cognome di questa gran min... del piffero non conta niente, quindi tu e il tuo sgorbio farete la fila come tutti gli altri, vecchio citrullo!- gli sbraitò in faccia Rosinante, che non aveva mai tollerato l'arroganza di quel grosso coglione plurimilionario, e soprattutto le sue pessime maniere con tutti, lui in primis.
- Come...come osi, miserabile?!- ringhiò Outlook, che s'indignò talmente tanto da diventare paonazzo. -Io non prendo ordini dalle nullità vestite a festa come te, impara a startene al tuo posto! E tornatene al circo da cui provieni! Tu e quel pappone delinquente di tuo fratello!-
- Ehi, al vecchio verrà una sincope se continua ad incazzarsi così- disse Zoro, facendo ridere tutti i suoi amici e beccandosi una sberla del suo accompagnatore.
- Cos'è un pappone? Uno che mangia troppo?- chiese l'ingenuo Chopper ad una Kureha sempre più desolata.
- Con tutto il rispetto, signor Outlook- intervenne Olvia con aria indignata -ritengo che il signor Rosinante abbia perfettamente ragione, al di là dei toni eccessivamente...ehm, polemici. Lei non può sopprimere un nostro diritto e prevaricarci solo perché è ricco! Non viviamo in un regime di oligarchia aristocratica, e lei dovrebbe vergognarsi per averlo anche solo supposto!-
- Oli...cosa?!- fece il baffuto preso in contropiede -Comunque non me ne importa un accidente! E lei non faccia il fenomeno solo perché fa l'ospite fissa in stupidi documentari di storia in televisione! Se non contano i soldi, non contano manco queste stupidaggini!-
Da lì il diverbio degenerò e mentre gli adulti se ne urlavano addosso di tutti i colori, Stelly osservò Law schifato.
- Tuo padre è un cavernicolo ignorante che si trucca come una lurida meretrice, dovrebbe chiudere il becco e capire che paragonato a noi non conta nulla.-
- Ma stai zitto, coglione.- sibilò l'altro.
- Co-cos'hai detto?! Tu...- per un attimo Stelly sembro davvero fuori di sé per la rabbia, ma poi scoppiò a ridere nella sua maniera ebete con gli occhi verso l'alto, e ritrovò la consueta baldanza.
- Sei solo un topastro con la faccia da zombie, e sei pure geloso perché non sei figlio del grande Outlook III! MI fai pena, poverino! Mh! Mh! Mh!-
- Che vuoi che me ne freghi di essere figlio di un'immondizia come tuo padre?! E tu sei solo un cesso a due gambe, anzi, quello che ci cade dentro.- e gli pestò forte un piede, al che Stelly si tuffò a terra e iniziò a strillare come se l'avessero pugnalato.
- Ma Outlook non è un servizio per la posta elettronica poi? Che nome assurdo!- precisò Nami, che insieme ai suoi amici assisteva divertita al bisticcio degli adulti manco fosse stata allo zoo.
- Viola, entri immediatamente qui, porco cane!- la richiamò Mihawk dall'interno.
- C'è stato...qualche problema...-
- Me ne sono accorto- mugugnò quello, seduto sulla sua poltroncina girevole con le braccia incrociate, le gambe larghe e l'espressione omicida.
- Ora lei uscirà fuori e dirà che per oggi le sedute sono tutte annullate e non riceverò nessun altro paziente. Ho un'emicrania che non mi reggo in piedi, e non voglio più vedere dannati mocciosi per almeno due giorni!-
- Ma dottore...non so se queste persone riusciranno a venire di nuovo...- cercò di blandirlo Viola.
- Non me ne importa nulla, lei farà come le sto chiedendo, dannazione. Ed è l'ultima volta che faccio queste offerte per gli scolari! Ci rimetto in salute, al diavolo i soldi! Io li detesto i marmocchi!- concluse alzando la voce.
- Anzi- continuò, avvicinandosi a passo di marcia alla porta -ora li caccio io tutti quanti, non li sopporto più! Hanno trasformato l'ambulatorio nel mercato del pesce.-
E la povera Viola fu costretta ad assistere impotente all'ennesima scenata del dentista.
Che poi il suo dubbio restava sempre lo stesso: se i bambini gli facevano così schifo, perché era diventato proprio odontoiatra pediatrico?






Angolo dell'autrice:

Ehm, avevo quest'assurdità nel computer da un sacco di tempo, e alla fine mi sono decisa a pubblicarla ^ ^".
Non so se ho fatto bene o male, ma ringrazio comunque tutti quelli che hanno letto fin qui, spero che sia stata una lettura quanto meno piacevole. Io di certo mi ero divertita parecchio a scriverla XD!
L'OOC è d'obbligo visto il contenuto altamente delirante, ma spero che suppergiù voi abbiate ritrovato i personaggi del manga :D!
Ciao :)




                                                                      
   
 
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