Ciack… Si gira!
Allungò con un gesto fluido il braccio destro verso la ragazza
che si ritrovava di fronte, invitandola con un’occhiata urgente ad appoggiarvisi per poter sbarcare dalla piccola e
tremolante scialuppa senza correre alcun rischio.
Lei accolse quella tacita richiesta senza remore, servendosi della mano
libera per afferrare il lembo inferiore dell’imponente e scomodo
abito da cerimonia merlettato e facilitarsi i movimenti, facendo leva sulla
gamba destra per riuscire a scavalcare l’ostacolo ligneo.
Improvvisamente ed inaspettatamente sentì quella stessa mano che
fino ad un attimo prima la sosteneva afferrarle con esemplare gentilezza la
vita, sollevarla e infine lasciarla andare sulla terra ferma.
“V-vi ringrazio…” riuscì solo a
mormorare arrossendo, dopo che lui l’ebbe poggiata sulla
passerella del molo “Ma vi assicuro che
non era necessario…”
“Persisti ancora nel
darmi del Voi?” si limitò a
rispondere il ragazzo, con un sorriso gentile, facendosi più vicino e
trasformando quello che sarebbe potuto apparire un gesto di pura e semplice
cortesia in un vero e proprio abbraccio “Credevo avessimo
superato questa fase…” continuò,
allusivo, mentre i raggi della luna si riflettevano sul suo viso, rendendolo più
pallido e luminoso di quanto in realtà non fosse.
“Perdonatemi Conte.” borbottò la fanciulla arrossendo, mentre i
brillanti occhi verdi finivano istintivamente per rivolgersi al suolo, pudichi.
Pochi istanti dopo però alla smorfia tremula che le solcava il viso si
sostituì un sorriso genuino, mentre il tenue rossore che le dipingeva
gli zigomi continuava a farsi più accentuato. “Perdonami…!” si affrettò
a ripetere, accortasi della gaff. Prendendo finalmente coraggio, drizzò
il viso dai lineamenti eleganti, la fronte stranamente spaziosa che finiva con
lo sfiorare la mandibola di lui, poggiando la mano guantata contro la scura
divisa da ufficiale del giovane, iniziando a giocherellare con le dita con i
bordi merlettati della camicia di cui si intravedeva solo il colletto elegante “La forza dell’abitudine.” si giustificò, alzando finalmente lo sguardo
per immergere gli occhi smeraldini in quelli petrolio di lui.
“Allora dovrai
abituarti presto a chiamarmi solo per nome.“ mormorò lui
convinto, rafforzando la morsa delicata con cui persisteva a tenerla ancorata a
sé “Perché da oggi sarà
tutto diverso. Da oggi inizia la nostra nuova vita; la tua famiglia e la mia
famiglia non esistono più. Da oggi siamo solo noi, amore mio.”
“Noi…“ fece eco la dama, riuscendo a
stento a trattenere quelle lacrime che a breve -ne era sicura- avrebbero
iniziato a percorrerle il viso, dispettose. “Hai ragione, amore… da oggi…” ma non riuscì
a finire la frase, ritrovandosi le labbra di lui direttamente sovrapposte alle
sue, trascinata in un bacio che non avrebbe mai dimenticato.
“… E no! Tutto ma
questo no!”
I due innamorati si allontanarono di scatto, sciogliendosi
velocemente dall’abbraccio per poter
riuscire a comprendere cosa stesse accadendo.
Stava procedendo tutto nel migliore dei modi, dal loro punto di vista…
“Ah.” si limitò ad esclamare atono il ragazzo,
allentandosi il colletto della camicia con un dito “Ora si spiega tutto.”
Sakura, al suo fianco, si nascose il viso appena truccato tra le mani,
in preda alla vergogna, mentre lo spazio intorno a loro sembrava prendere
improvvisamente vita “Lo ha fatto di
nuovo” sospirò, non sapendo
se essere più arrabbiata o imbarazzata “Di nuovo.”
“Sasuke, Sakura.“ chiamò, avvicinandosi a loro uno dei tanti
assistenti della troup, apparso quasi dal nulla, gettando una breve ed annoiata
occhiata all’orologio al polso “Facciamo un’altra pausa, o finirete
per congelarvi.” mormorò
contrariato, soffermandosi per un istante sull’abito smanicato della ragazza. “Lo dicevo io che
sarebbe stato meglio effettuare le riprese al coperto. Ma loro no.” borbottò, per poi allontanarsi a passi lenti e
strascicati verso un punto imprecisato, le mani intrecciate dietro la nuca
codata e un “che seccatura!” sussurrato a fior di labbra.
“Io vado a riposarmi
in camerino” sbuffò il
ragazzo che rispondeva al nome di Sasuke alla sua sinistra, scontroso “Non ho voglia di sprecare tempo e fatica con un idiota
come quello” sfilandosi
velocemente la giacca si seta blu, per poi incamminarsi, naso all’insù e spalle dritte, verso le roulotte
parcheggiate a poche decine di metri di distanza.
Sakura lo osservò percorrere il breve tragitto con malcelata
superiorità, senza riuscire a lasciarsi sfuggire i sospiri affranti
delle -giovani o meno- donne presenti in tutto il perimetro del set. Giravano
ormai da più di quattro mesi, e nonostante l’algida riservatezza che il suo co-protagonista
continuava ad emanare imperterrito da ogni singolo pallido poro, lo stuolo di
ammiratrici che sembrava quasi perseguitarlo non aveva ancora voluto saperne di
arrendersi all’evidenzia: Sasuke
Uchiha non era geneticamente predisposto ad un qualsivoglia tipo di rapporto
umano. Anzi, a dirla tutta, il numero sembrava crescere esponenzialmente di
giorno in giorno.
Soffermò per un breve istante gli smeraldi affaticati, segnati da
pesanti occhiaie rese invisibili grazie all’ausilio di un
efficace correttore -odiava girare di notte. Minava il suo bioritmo per le
successive giornate- sulla sua inconfondibile figura, riflettendo per l’ennesima volta sugli sconvolgenti mutamenti fisici e
psicologici che lo portavano a
diventare così fuori dal set: era un attore dalle grandi
potenzialità -uno dei migliori con cui avesse mai lavorato, in effetti-,
un personaggio istrionico capace di sapersi calare in qualsiasi ruolo. Peccato
però che nella vita privata non fosse altrettanto malleabile, e
preferisse di gran lunga la compagnia le suo inseparabile i-phone a quella di
qualsiasi altro parente, amico, collega, individuo, essere umano che fosse.
“Sarà mica
gay?”
“Tu credi…?”
“… che spreco!”
Sbuffò sonoramente, nel tentativo di rendere participi del fatto
che qualcuno le stesse ascoltano le tre ragazze che, alle sue spalle,
continuavano ad alternare i soliti sospiri a quelle esclamazioni molto poco
sensate.
Di riflesso però, non riuscì a trattenere il sorriso
bonario e spontaneo che le solcò le labbra sottili, al pensiero che fino
a qualche settimana prima lì con loro, a spettegolare amabilmente
dell’inesistente vita sentimentale
del collega, c’era anche lei.
Il fascio luminoso ed accecante di un riflettore, improvvisamente
rivolto nella sua direzione, la riportò con immediatezza alla realtà,
ricordandole -quasi fosse un fulmine a ciel sereno- il motivo dell‘interruzione di poco prima. Abbassò
ulteriormente le palpebre, lasciando che si intravedesse poco più che un
decimo della pupilla sinistra -l’occhio destro era
irrimediabilmente serrato- e armata di tutta la poca pazienza di cui disponeva,
si diresse alla massima velocità che il pesante abito Ottocentesco le
permetteva verso il luogo del misfatto, riuscendo a dribblare con mestiere
tutta la serie di truccatori/parrucchieri/assistenti diretti verso di lei.
“Io posso anche
capire che…” poté
benissimo immaginare, nonostante i metri di distanza, le palpebre del ragazzo
biondo intento a discutere con il regista abbassarsi per un istante, mentre
tentava di selezionare i giusti termini da utilizzare “… che le tenga la mano e la
abbracci!” lo sentì poi
continuare con enfasi mentre gesticolava furiosamente di fronte all‘uomo di mezza età che lo fissava infuriato,
ormai a corto di parole “Ma non accetterò
mai che la mia Sakura-chan baci quello! Dovete cambiare il copione! Dovete!”
“Uzumaki… per favore! Non puoi interrompere le riprese ogni
volta che quei due si avvicinano!” si infervorò
l’uomo, sventolandogli a meno di
un centimetro dal naso lentigginoso il copione arrotolato “Ti ho già spiegato che questa è una
pellicola romatica. È impossibile che i due protagonisti non si bacino o
facciano altro…”
“A-Altro?” lo interruppe il giovane, sbiancando “Cosa intende per altro?”
Il regista sospirò sonoramente, appuntandosi mentalmente di
soppesare meglio le parole la prossima volta. Naturalmente a coltivare dentro
di sé la speranza che una fantomatica prossima volta non si presentasse
più, purtroppo però con l’andare del tempo
era arrivato alla conclusione che con ogni probabilità sarebbe rimasta
tale: solo una speranza.
Si portò velocemente una mano alle tempie, trattenendosi a stento
dall’afferrare per il colletto quel
giovinastro biondo che continuava a blaterale a ruota libera frasi senza senso,
quando improvvisamente vide avvicinarsi rossa in viso -ed era pronto a
scommettere che la causa non fosse l’opprimente corpetto
di raso- l’unica persona in grado di
fermare lo scempio che si stava compiendo.
“Naruto.” la sentì sussurrare appena, mentre stringeva
convulsamente le mani intorno al bordo inferiore dell’abito “Adesso basta.
B-A-S-T-A.“ tuonò alla fine
Sakura, liberando la veste dalla morsa ferrea per poter afferrare il gomito
dell’Uzumaki in questione. Poi,
rivolgendosi con compostezza al regista, proseguì come se nulla fosse,
sfoggiando un invidiabile sorriso “Lo scusi
Jiraya-sama: questa è l’ultima volta che
Naruto ci interrompe. Non succederà più!”
Detto questo, ignorando i borbottii irritati della troup al completo,
che si era vista distruggere sul più bello per l’ennesima volta una delle scene madre del film da
quello che reputavano un idiota esagitato, lo trascinò nell’angolo più solitario, meno illuminato e
frequentato di tutto il set, pronta per l’ennesima
strigliata.
Prese fiato, decidendosi finalmente a sollevare il viso per guardarlo.
La sovrastava di parecchi centimetri, ed era evidente il fatto che avrebbe
potuto facilmente liberarsi della mano che continua ad arpionargli senza
nemmeno troppa forza l’avambraccio, se
solo avesse voluto. Peccato però che l’espressione che trapelava dal suo viso -un misto tra terrore e desiderio
di trovarsi dal lato opposto del continente- facesse letteralmente a pugni con
la sua stazza.
Deglutì rumorosamente, mentre il paragone tra lui ed una lepre
braccata dal cacciatore di turno iniziava a farsi strada nella sua mente. “Sakura_chan” abbozzò un
sorriso tremulo, indietreggiando contemporaneamente di un passo: ricordava fin
troppo bene quanto potessero far male i pugni di Sakura “Ho sbagliato” proseguì “M-ma… tu devi capire che…!”
“Io capisco
benissimo!” lo interruppe la ragazza,
faticando non poco a mantenere la tonalità di voce relativamente bassa “Quello duro di comprendonio sei tu! -sbraitò,
strattonandolo rude- Quante volte te l’ho detto? Non.
Devi. Interrompere. Le. Riprese.”
“Sei impossibile.” concluse, ancora arrabbiata, decidendosi finalmente a
lasciarlo andare.
Naruto, vedendola dimenarsi con tanta insistenza, le guance rosse,
alcuni fili rosati che iniziavano a fuoriuscire dalla rigida crocca che avrebbe
dovuto tenerli a bada e gli occhi ridotti a fessure, non riuscì a
trattenere un sorrisino irriverente, trovandola assolutamente inadeguata in
quegli abiti da altolocata
madamigella ottocentesca.
“Cosa hai da ridere,
adesso?” finì per dire Sakura,
indispettita, puntandogli contro il petto l’indice destro
ancora avvolto nel guanto chiaro.
“Il fatto è
che con quegli abiti sei ridicola Sakura-chan!” si lasciò sfuggire lui, ridendo di gusto senza nemmeno
premurarsi di trattenersi.
“Ridicola?”
Naruto si ricompose immediatamente: il sopracciglio di Sakura che si
alzava ed abbassava ritmicamente non prometteva mai niente di buono.
“In senso positivo,
naturalmente!” si affrettò
a recuperare, portando indietro la mano destra, che andò a posizionarsi
sotto l’attaccatura dei capelli “Non ti ci vedo vestita in questo modo! Tutto qui.”
“Ah.” esclamò, incrociando le braccia al petto,
senza aggiungere altro; evidentemente la spiegazione del biondo l’aveva fatta desistere dall‘iniziare un ulteriore filippica. “Comunque… Il problema non è
questo.” proseguì seria “E’ l’ultima volta che te lo dico. O smetti di fare scenate,
o non ti permetterò più di venire a vedermi girare!”
Naruto sbarrò gli occhi, spaventato e preoccupato. Se in sua
presenza Sakura e l’altro si lasciavano
andare a scene tanto libertine, figurarsi cosa avrebbero potuto fare se
non si fosse più presentato. Iniziò a scuotere il capo, sconvolto
dall’improvvisa ondata di immagini
che si accumulavano nel suo cervello.
Meglio non pensarci.
“Non dirlo neanche
per scherzo!” sbottò,
senza nemmeno tentare di ricomporsi “Non ti lascio
nemmeno un minuto -anzi! Un secondo- con quello! Per lui ogni occasione è
buona per metterti la lingua in bocca!”
Sta volta toccò a Sakura sgranare gli occhi, interdetta. Ritirò
l’indice accusatorio,
lasciandolo cadere insieme al resto dell’arto lungo il
fianco, per poi sospirare sconsolata.
Ucciderlo seduta stante, tentando di fare il meno rumore possibile per
evitare di attirare ulteriormente l‘attenzioni del
nutrito gruppo che li spiava a distanza, oppure aspettare la fine delle
riprese, per avere almeno la soddisfazione di rinfacciarglielo in punto di
morte?
Sospirando, optò per l’ipotesi non
menzionata, l’unica che le
avrebbe permesso di continuare la sua carriera senza l’onta di un omicidio volontario sulla sua fedina
penale: la calma.
Sospirò, di nuovo, disconnettendo fino a data da destinarsi i
nervi che collegavano il cervello agli arti superiori “Noi non ci baciamo con la lingua.” si limitò a precisare, senza distogliere lo
sguardo dal suo “Sono solo baci scenici!
Credevo di avertelo già spiegato uno o due milioni di volte.”
Borbottio contrariato di lui, sospiro rassegnato di lei.
“L’Uchiha non mi è mai piaciuto!” sbottò alla fine, allargando le braccia “ Si crede sempre chissà chi solo perché
ha un paio di fun club sparsi in giro per il paese!”
Sakura avrebbe volentieri obbiettato che no, le migliaia di ammiratrici
che continuavano a seguirlo in ogni sua avventura cinematografica non potevano
essere di certo ridotte ad un paio di fun club sparsi per il paese, ma alla
fine il buon senso ebbe la meglio, e decise di optare per un sicuramente più
pacifico silenzio. Inoltre era
curiosa di sapere fino a che punto si sarebbe spinto.
“E poi odio quella
sua stupida aria boriosa! Non… non fa altro che
pavoneggiarsi per tutto il set!”
“… uhm.” congiunse le mani dietro la schiena, intrecciando le
dita affusolate le une con le altre, inclinando leggermente il capo mentre
continuava ad osservarlo, i lineamenti del volto che via via diventavano meno
rigidi.
“… non ha il minimo
senso dell’umorismo! Ed è pure
stronzo!”
“… uhm.” ripeté, riuscendo a stento a trattenere il
sorriso che premeva per uscire allo scoperto.
“E non è
neppure un granché come attore, ammettiamolo!”
“… uhm.”
Insospettito dall’ennesimo uhm -non
era da Sakura rimanere in silenzio durante le sue filippiche contro l’Uchiha- si portò le mani ai fianchi, stringendo
contemporaneamente le labbra e assottigliando gli occhi “Che vuol dire quell’ uhm, Sakura?” si decise a
chiedere, mentre allungava il busto per avvicinare il volto a quello di
lei.
“Sasuke è un
ottimo attore ed una brava persona” iniziò a
dire, elencando con zelo i pregi -veri o presunti che fossero- del collega,
solo per il gusto di provocarlo “E soprattutto non è
stronzo.”
“E questo che vuol
dire?” piagnucolò, lasciando
cadere le braccia molli lungo i fianchi, sorpreso.
“… che io sarò
anche ridicola, ma tu sei un idiota!” rispose con
semplicità lei, indietreggiando di un poco per dispetto. “Non devi essere geloso di Sasuke: sarà anche
bello, ricco e famoso -ebbene si: amava portare il suo Naruto all’esasperazione- ma se non mi sbaglio sei tu il mio
ragazzo. O almeno, fino a poche minuti fa le cose stavano cosi…”
Lasciò la frese in sospeso, perfida.
“Sei cattiva
Sakura_chan.” piagnucolò
Naruto, offeso, rivolgendole il profilo sinistro in un moto di stizza.
“Stupido…”
Non gli lasciò nemmeno il tempo di ribattere che, repentina,
allungò le braccia verso il suo volto, chiudendolo con delicata fermezza
tra i propri palmi e senza permettergli di reagire lo costrinse a voltarsi
verso di sè, stampandogli un sonoro bacio a fior di labbra, gli occhi
chiusi e le dita tra i suoi capelli biondi.
“Non devi essere
geloso di Sas’kè. Lo sai…” sussurrò, dopo essersi
allontanata “Non ne hai motivo.”
Lui per tutta risposta, ripresosi dall’iniziale sorpresa, le cinse le spalle con le braccia, avvicinandosela
ulteriormente “Sono proprio un
idiota, eh?” si limitò a
risponderle, il respiro che impattava contro le sue labbra già
leggermente schiuse.
“… Se te lo dici da
solo non vedo perché contraddirti.”
I due innamorati si allontanarono di scatto, le guance paonazze e i
capelli mossi dal vento che andava intensificandosi.
“Uchiha.” si limitò a ruggire Naruto, in direzione del
moro che, spuntato apparentemente dal nulla, aveva appena interrotto quel
romantico momento “Hai bisogno di
qualcosa?”
Rigirandosi con charme le maniche del costume scenico, l’Uchiha sbuffò sonoramente in direzione del
ragazzo, per poi rivolgergli un’occhiata a metà
tra il disgustato e l‘indifferente.
”Non darti tutta
questa importanza, Uzumaki.” si limitò a
rispondere, apatico, gettando lo sguardo petrolio sulla silenziosa figura di
Sakura, ancora interdetta “Si ricomincia,
andiamo.”
Di poche parole, come sempre.
“Ricominciamo da dove abbiamo
interrotto prima!”
Urlò il regista
attirando l’attenzione di tutti
i presenti.
Si accomodò dietro la
macchina da presa, per potersi fare un’idea migliore della visione scenica
e, armato delle migliori
intenzioni gettò un’ultima occhiata al
biondo alle sue spalle:
dava l’impressione di essere
piuttosto tranquillo.
“Forza ragazzi! ’Sta volta ce la facciamo!
Tutti pronti: ciack… si gira!”
“No! Non di nuovo quella scena!”
Ta-daaan!
Ecco
la prima ed ultima NaruSaku della mia carriera di FanWriter XD
Scritta
appositamente per il NaruSaku AU contest indetto da Coco Lee, ha finito per
classificarsi terza per la mia somma gioia *O*
Podio
assolutamente inaspettato, insomma <3
Ecco
il giudizio stilato dalla giudice:
Terza
Classificata: 36,5
“Ciak… si gira!” di Domi_chan
Grammatica e Stile: 7
Non ci sono errori grammaticali, è lo stile che non mi è
piaciuto: l’ho trovato un po’ pesante e poco scorrevole. In alcuni
punti ho fatto veramente fatica a leggere e questo, ovviamente, non ha aiutato
il punteggio.
Originalità: 8
Ti avrei dato di più se non fosse stato che già un’altra
concorrente mi aveva consegnato una fanfic abbastanza simile per quanto
riguarda le riprese di film, telefilm o quello che è. Peccato, perché
l’idea è buona.
Attinenza: 9
Mi sono convinta a darti questo punteggio alto per una frase in particolare di
Sakura, che non ricordo come fa di preciso, ma il senso era “Sasuke può
essere bello, ricco, famoso, intelligente… ma io amo te.” Dopo che
l’ho letta mi sono sciolta e mi sono convinta che avevi proprio
inquadrato quello che volevo io dal concorso, ovvero il NaruSaku, l’AU,
ma anche una motivazione forte a questa coppia. Molto brava.
Caratterizzazione: 8,5
Niente da dire, tutti perfetti. Sasuke è il solito burbero che se ne sta
per i fatti suoi, Sakura è isterica e mena quando può (anche con
un vestito molto ingombrante!) e Naruto è il solito pirla, geloso e
casinista. Perfetti tutti e tre.
Giudizio Personale: 4
Semplicemente, mi è piaciuta molto: comica, simpatica, spensierata e
fresca. Una botta di allegria! L’unica pecca è lo stile, ma alla
fine sei talmente contenta per come si svolge tutta la fic, che è un
fattore che si può facilmente scordare. Molto brava davvero.
Anche
per oggi è tutto!
Me
ne torno al mio amato SasuSaku (L)
Domi_chan
ps:
se ve lo state chiedendo, no. Non ho dimenticato di aggiungere l’avviso
One-shot tra gli avvertimenti *w*
Presto
spiegato: questo piccolo aborto diventerà una breve (non credo che ci
saranno più di 7/8 capitoli) long NaruSakuSasu *annuisce* E infatti ho
anche preventivamente sparso qua e là dei piccoli indizi Neri.
Al prossimo capitolo, quindi ^^