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Autore: kamy    22/04/2018    1 recensioni
Un primo incontro AU tra Gokudera e Tsuna.
Dedicato al compleanno di arashinosora5927.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.

Dedicato al compleanno di arashinosora5927.


I sentimenti del pianista


Tsuna camminò lungo il corridoio e sbuffò, incrociando le braccia al petto.

“Hibari-san mi morderà a morte. Però non è colpa mia se ho perso il resto della scolaresca” gemette. Strofinò le scarpe da ginnastica che indossava sul pavimento di plastica nero, con una serie di piccoli cerchietti in rilievo.

< Non avrei dovuto allontanarmi da Yamamoto e Senpai Ryohei. Ora non so dove andare.

Iiiih, speriamo che il pulmino della gita non riparta senza di me.

Non voglio rimanere bloccato in questo teatro di notte! > si lamentò mentalmente. Le sue iridi castane erano diventate liquide.

< Però, dopo lo spettacolo, mi sentivo così confuso. Pensavo che il pianista di fama mondiale che siamo venuti a veder esibire fosse un uomo molto grande, se non vecchio.

Invece era solo un ragazzino! > pensò.


E' davvero bravo. Eheh” bisbigliò Takeshi, senza farsi sentire. Era seduto accanto a Tsuna.

Sawada, accomodato in uno dei posti in prima fila, dimenava i piedi. Guardava con espressione rapita il giovane Hayato.

Quest'ultimo era accomodato dietro il grande pianoforte a coda. Il suo sedile era stato rialzato, mentre la melodia classica risuonava per la sala.



Abbassò il capo e si mise a correre, andò a sbattere e cadde per terra. Mugolando si massaggiò la testa.

Gokudera, davanti a lui, si piegò in avanti e gli porse la mano.

“Tutto bene? Ti sei fatto male?” chiese.

Tsuna si rialzò in piedi, boccheggiando.

“T-tu... Tu... Tu...” biascicò.

“Scusami, non ti ho visto. La prossima volta starò più attento” promise Gokudera, abbassando la mano.

“T-tu non parlavi... italiano?” chiese Sawada titubante.

Il ragazzo davanti a lui chinò il capo, in un gesto lento e si sistemò il garofano rosso che aveva appuntato alla giacca grigia.

“Sì, sono italiano di origine. Però ho studiato anche giapponese” rispose.

Tsuna arrossì ed incassò il capo tra le spalle.

“Iiiih, scusa. Non volevo sembrare scortese!” gemette.

< L'ho conosciuto da pochissimo e già ho fatto una cattiva figura. Questo dev'essere l'inferno > pensò.

Gokudera gli sorrise, Tsuna vide la propria figura riflettersi nelle iridi verde-acqua del giovane.

“Non devi essere così teso. In fondo è normale pensare che uno straniero non sappia la tua lingua” sussurrò Hayato. La sua pelle era pallida, le sue labbra erano rosee e i corti capelli argentei gl'incorniciavano il viso.

“S-sei davvero gentile” balbettò Tsuna. Il suo battito cardiaco era accelerato.

Hayato gli prese la mano nella propria e gli fece il baciamano.

“Questo si fa alle ragazze!” strillò Tsuna.

Hayato indietreggiò.

“Perdonami, dalle mie parti è segno di rispetto” disse.

Tsuna si mordicchiò il labbro e negò con il capo, facendo ondeggiare i capelli castani dalle ciocche larghe tre dita.

“Sei davvero troppo gentile, tu” piagnucolò.

Gokudera si grattò il collo.

“Perdonami. Vengo da un paese tutto sommato piccolo e non esco molto di casa. Sto sempre a suonare per gli esami del conservatorio.

Mio padre ci tiene molto” si scusò.

Tsuna gli prese la mano nella propria, le gote pallide di Hayato si tinsero di rosa.

“Non devi scusarti. S-sei... Tu sei davvero incredibile. Magari sapessi suonare anche io così.

A malapena riesco a soffiare dentro il flauto dolce” gemette Tsuna.

Gokudera gli sorrise.

“Sai, mentre suonavo ti ho notato. Ammetto di aver dedicato alcune di quelle 'arie' a te” sussurrò.

Tsuna sgranò gli occhi.

“Hai suonato per me?” chiese e la voce gli tremò.

Hayato annuì.

“Da noi lo chiamiamo 'colpo di fulmine'” esalò.

Tsuna divenne completamente rosso in viso.

“T-tu sei assurdo... e un po' spaventoso... però in senso positivo! N-non... non mi dispiace” esalò.

Gokudera socchiuse le labbra in un sorriso.

“Nessuno mi aveva mai detto di trovarmi spaventoso. Però se per te è positivo, lo sarà anche per me” soffiò. Ticchettò con i talloni delle scarpe, lucide e nere, che indossava.

“Hayato, vieni subito. Dobbiamo prepararci! Ci aspettano in America tra neanche trenta ore!”. Una voce maschile risuonò lungo il corridoio.

“D-devo andare...” ammise Gokudera con tono dolente.

Tsuna annuì e gli lasciò andare la mano.

“Tornerai ancora in Giappone?” chiese.

Hayato si morse l'interno della guancia.

“Al prossimo concerto” sussurrò.

“Allora verrò a vederti” promise Tsuna, annuendo.

Il viso di Hayato s'illuminò.

“Me lo prometti?” chiese Gokudera.

Lo sguardo di Tsuna divenne risoluto, mentre il ragazzino diceva solennemente: “Te lo giuro”.

Hayato corse via, un sorriso dipinto sul viso 'acerbo'.

  
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