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felice milioni di scrittori.
A dire il vero stavo
ponderando di aggiornare Flowers,
ma oggi è il compleanno di Retasu-chan ♥ e il fandom ha bisogno
di rimpolparsi un po' di paitasu ♥ pur se sono le mie ciofeche xD
For Danya nee-chan, che ultimamente è sempre
indaffarata ♥
~ Megane Hentai ~
feticista
[fe-ti-cì-sta] s.m. e f. (pl.m. -sti)
3 psicol. Chi è affetto da feticismo
feticismo
[fe-ti-cì-smo] s.m.
2 fig. Entusiasmo fanatico per qlcu. o qlco.
3 psicol. Interesse erotico anomalo e
concentrato solo su parti del corpo o del vestiario
Giostrarsi con i termini umani
non era mai stato un grande problema, né aveva un'intelligenza così esigua da
non riuscire ad interpretare le parole che non avevano corrispondenza nel suo
senso comune.
Nonostante tutto il suo cervello
impiegò parecchio tempo per elaborare quella conclusione, lavorando di
soppiatto e raccogliendo i tanti piccoli – ma evidenti – segnali sulla
questione, e quando arrivò il momento del verdetto Pai si vergognò così tanto
di se stesso da negarlo con ogni fibra del suo essere.
Era cominciato innocentemente,
senza preavviso, quando alcune settimane prima Retasu era rientrata senza i
suoi occhiali sul naso e senza sbattere contro ogni singolo oggetto nel raggio
di dieci metri.
« Lenti a contatto. – aveva
sorriso timida aggiustandosi un ciuffo dietro l'orecchio – Per cambiare un po'…
Sembro più sofisticata così? »
Lui aveva sorriso annuendo in
silenzio e accogliendo il tenero bacio che lei, al massimo della contentezza,
gli aveva schioccato sulle labbra. Non che non lo pensasse, Retasu era molto
bella senza occhiali: lui poteva vedere bene i suoi dolci occhi cerulei, e
c'erano molti meno pensieri nel baciarla senza dover schivare montature nelle
cornee o contro il naso.
I primi indizi erano iniziati la
sera, nell'intimità del divano – rito per lui assolutamente inutile, ma a cui si stava inaspettatamente abituando
– con Retasu poggiata di schiena contro il suo torace e seduta tra le sue
gambe; un libro tra le mani che aveva impiegato poche pagine per essere posato
sul bracciolo, mentre la sua proprietaria si voltava per un bacio. Era bastato
poco per ritrovarsi avvinghiati tra labbra, carezze e sospiri, e nel
meraviglioso istante in cui Pai aveva trasportato entrambi in camera per
godersi il tutto con la giusta calma e comodità, lui si era accorto di qualcosa
di diverso.
Non che non fosse… Soddisfatto, o fosse stato spiacevole –
la definizione era tutt'altra – o non avesse sentito tutto l'amore che provava
per quell'adorabile ragazza.
Se avesse dovuto trovare un
chiarimento – e ci aveva messo molto a farlo – era stato meno eccitante del solito.
Non disse nulla a Retasu
sentendosi un verme. Si disse che era solo il cambiamento, la novità che lui non amava troppo
scombussolasse anche solo minimamente la sua esistenza, ma il tarlo rose a
lungo e giunse ad un punto che Pai non potè più ignorarlo e si costrinse a
capire cosa fosse cambiato, senza trovare risposta.
Dovette aspettare quel
pomeriggio, quando la verde stanca della giornata e con gli occhi affaticati
era rientrata un istante nello spogliatoio del Cafè per togliersi le lenti e
indossare di nuovo i suoi occhiali: Pai benedisse per una volta il suo fin
troppo radicato autocontrollo, perché con la scossa che ricevettero i suoi
nervi e la zona pelvica poco mancò che facesse qualche gesto inconsulto.
« Feticista, eh? »
Altre benedizioni al self
control, che gli concessero di vedere Kisshu ghignare maligno a Ryou e non
rivolto a lui, prima di rispondere istintivamente a male parole. O folgorarlo.
« Come scusa? »
Taruto guardò il verde
boccheggiando d'imbarazzo, ma Kisshu non se ne curò e si sporse con aria furba
verso l'americano che lo squadrò freddamente:
« Di che cavolo parli? »
« Amico, se fissi la koneko-chan ancora un po' le si
incendierà la divisa. – lo schernì cattivo – Se ti piace così tanto convertila
in lingerie e fai molto prima. »
A Pai non sfuggì il velo di
rossore che tentò di imporsi sul viso del biondo, ma Ryou lo scacciò
prontamente drizzando la schiena e finendo il suo caffè:
« Guarda che non sono mica tutti
come te. »
« Ah, no! – esclamò lui – Per me solo il tutù. Swinn. »
E mimò una silhouette con le dita
enfatizzando gongolante il lato B.
« Se Minto nee-san ti sente dire
queste cose ad alta voce ti uccide. »
Borbottò Taruto pregando che la
vicina presenza della mewbird facesse desistere il verde dal continuare il
discorso. Kisshu invece rimirò per qualche istante la sua colombella e ghignò
ancora:
« Probabilmente preferisci le
orecchie da gatto. »
Ryou dovette centrarlo per bene
nello stinco dall'imprecazione che l'alieno tirò, accucciandosi sotto al tavolo
a reggersi la gamba. Pai si alzò con la tipica aria scocciata di chi non
sopportava simili scenette, ma si resse la fronte con la mano in uno stato di
leggero panico, più che Shirogane iniziò a temere di essere lui quello al livello
di Kisshu.
Sono
un feticista degli occhiali?
Stando a quanto gli urlava una
vocina in basso loco, specie quando una Retasu occhialuta gli ripassò di fronte
dandogli un bacio veloce, le possibilità iniziavano a diventare estremamente
alte.
Ritrovarsi a pregare per giornate
intere che lei indossasse di nuovo le adorate lenti rotonde sul naso divenne un
pensiero così fisso e ridicolo che Pai si rifiutò anche solo di assecondarlo –
magari, semplicemente, parlandone con la verde e risolvendo la faccenda – ottenendo
di diventare spesso di cattivo umore e più taciturno del solito. Retasu lo
fissava preoccupata, ma ogni volta che gli domandava cosa non andasse lui
rispondeva niente e le sorrideva
stentato, mandandola ancora più in agitazione.
« Pai, mi dici cos'hai? »
« Ti ho detto nulla. »
Retasu si mordicchiò il labbro
per nulla persuasa, ma sospirò e andò a finire di prepararsi. Pai si sentì un
mostro e la sbirciò rammaricato mentre entrava in bagno a truccarsi: Retasu gli
chiedeva così poco spesso di uscire, e si impegnava così tanto ogni volta per
rendersi graziosa per lui – cosa che non riteneva fosse necessaria, ma che
comunque gli faceva piacere – che avrebbe solo dovuto trovarla adorabile,
specie con quell'elegante camicetta e la gonna a pieghe al ginocchio. E lo era,
maledizione se lo era, così adorabile che si chiese perché dover soffrire il
tedio di una cena per potersi godere una visione così bella; un angolino della
sua testa, però, lo martellava con l'irritante desiderio degli occhiali, e lui
si sentiva così viscido da non riuscire nemmeno a starle vicino.
« Ahi! »
« Retasu? »
« N-niente, tutto a posto…
Accidenti, maledetta matita…! Ora mi è caduta… »
La sentì trafficare in bagno e
poi uscire sbuffando intanto che si riaggiustava i capelli. Pai avvertì lo
stomaco aggrovigliarsi su se stesso come un ballerino.
Cos'è,
una congiura?
« C-che c'è? Che ho fatto? »
Retasu non capì perché la
fissasse così intensamente e si aggiustò nervosa gli occhiali, con quel tic
dell'indice sull'astina così famigliare, scatenando solo la reazione che il
povero Pai stava cercando di contenere.
Il moro divorò i due metri del
corridoio sollevandola tra le braccia e rubandole un bacio con un'urgenza che
strappò alla verde un lieve mugolio di stupore, perfetto meccanismo di
bloccaggio del cervello di lui.
Pai le accarezzò la curva del
fianco dietro la stoffa morbida e si rese conto di quanto sottile fosse la
camicetta, quando la mano passò dalla nuca alla schiena di Retasu e tastò il
pizzo e il gancetto del reggiseno contro la pelle tiepida; la strinse ancora
contro di sé e Retasu abbandonò felice la testa di lato, persa in
quell'inaspettata irruenza e nel sapore della sua bocca.
Inopportuno come sempre il
bisogno di ossigeno la costrinse ad allontanarsi, ma impiegò tutto il tempo per
aprire gli occhi pur di godersi la piacevole sensazione. Pai fece altrettanto
sorridendo appena quando la guardò: eccola li la sua Retasu, rossa e con il
respiro veloce, gli occhi tremuli dietro alle adorate lenti degli occhiali.
« … Scusa. »
« C-come? »
Lei lo studiò allibita staccarsi
quasi si fosse scottato e allontanarsi con aria da cane bastonato.
« Questa mi è nuova. »
« … Non importa. – tentò di
tagliare corto – Lascia perdere. »
Retasu sospirò e gli trottò
accanto posandogli due dita sul braccio con fare amorevole:
« Pai, ti prego… Lo sai che se
non mi parli non capisco. »
Lui aggrottò la fronte e grugnì
in imbarazzo coprendosi la bocca con la mano, incapace di guardarla in faccia
mentre rispose:
« … Gli occhiali… »
« Cosa? »
« Gli occhiali. – borbottò – Sei
terribilmente eccitante con gli occhiali. »
Retasu sgranò gli occhi e aprì la
bocca attonita, arrossendo di un paio di gradazioni oltre l'arancione:
« N-non… Non me lo avevi… Mai
detto… »
« Non lo sapevo. »
Ammise a bassa voce:
« Finché non hai iniziato a portale
le lenti a contatto. – s'incupì chinando lo sguardo – È orribile. »
« P-perché scusa? »
« Mi sento in colpa. »
Retasu mandò un lamento
esasperato, disperando per avere maggiori dettagli; a Pai costò parecchio, ma
si sforzò:
« Ho quasi l'impressione di
volerti di meno quando non li porti, e questo non è giusto. »
Lei non seppe che rispondere:
« Beh – mormorò a disagio – non è
che tu non sia più voluto… Stare con me, da quando porto le lenti. »
« Non è la stessa cosa. »
Sentenziò lapidario. Forse per lei
non era così drammatico, ma a lui fece male capire di possedere un metro di
giudizio diverso verso la donna che amava se indossava o meno un accessorio o
un vestito.
Retasu sorrise con dolcezza e gli
mise una mano sulla guancia baciandogli l'altra:
« Tu mi ami, è questo che conta.
»
Divenne lievemente rossa e
sorrise sottile:
« E poi anche io adoro quando ti
metti la camicia. »
Pai si girò un poco e lei ne
approfittò per baciarlo come si deve. Lo sentì sospirare divertito contro la
sua bocca prima di abbracciarla nuovamente e riprendere da dove si erano
interrotti.
« Così faremo tardi… »
Protestò lei con molta poca
convinzione, un sospiro mal celato che le esplose sulle labbra intanto che la
mano grande di Pai scostò la gonna per accarezzarle meglio la coscia.
« Fa lo stesso. »
La baciò sul collo mentre lei gli
cingeva le spalle e gli accarezzava la nuca, lasciando leggeri baci sulla
tempia e sul lobo dell'orecchio; ridacchiò in imbarazzo quando lo percepì
soffermarsi di più sull'incavo della spalla e non provò più nemmeno a
protestare, lasciandolo scivolare sulla sua gola e prendere a slacciarle la
camicia un bottone alla volta.
« Così non vale. »
Soffiò incapace di respirare.
« Un buon contrappasso di quello
che ho sopportato io. »
Replicò con tono quasi dispettoso,
scostandole appena con l'indice il reggiseno per raggiungere la parte più
morbida e invitante che custodiva. Retasu soffocò il gemito sul collo teso e
muscoloso di lui, avvertendo con un fremito la sua bocca calda e il fiato
tremante sulla pelle.
« Ti supplico non toglierteli
più. »
Le sussurrò baciandola e Retasu
scosse la testa, lasciandosi prendere in braccio e allontanandosi con lui nel
corridoio: se il risultato era quello li avrebbe tenuti anche mentre dormiva.
~ ☼ ~
Retasu è la regina del
moe! Occhiali,
dolcezza, ingenuità, tenerella (anche fuori *grin*) ♥ Venga
riconosciuto, l'adorabile pesciolotta che scatena gli
ormoni maschili (I'm so stupid
♥ )
Vegetava sul pc da una
vita, ma volevo postarla da un po'… Così ai Mewschettieri
ne devo un'altra (aiuto TwT") però visto che
riemergo da un week-end da dimenticare e che non ho forze mentali né per
lavorare, né per fare uno schizzetto per la pesciolina o scrivere, il karma ha
sentenziato fosse tempo di pubblicare ♥ (cioè, sono culopesa,
ma a fare qcsina ci tenevo)
Ps però una cosina
ancora l'ho postata… Se non vedete FB sapete che c'ho pure l'instagram? (tecnologica! *sarcasm*)
qui tanto per ♥ Ria_EFP
Mata ne ~♥!
Ria