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Autore: Anomia    05/05/2018    1 recensioni
Questa è la prima fanfic che scrivo, ho cercato di immaginare il rapporto tra alcuni personaggi della serie nella nona stagione, basandomi sugli eventi successi fino al finale dell'ottava stagione.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Eugene Porter, Michonne, Paul 'Jesus' Rovia, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La sagoma della donna svettava sulle mura di Hilltop e l'arciere se ne stava immobile con le braccia incrociate al petto e gli occhi socchiusi a fissarla. Arat, a cavalcioni sulla barricata, brandiva un martello e picchiava su quei chiodi e le assi di legno per fissare un nuovo punto di vedetta. Daryl lo poteva vedere nell’espressione imbronciata di lei, poteva sentirla nel ritmo dei colpi assestati sui chiodi. La rabbia. Forse era quello il motivo per cui se ne stava lì fermo senza staccarle gli occhi di dosso, non si fidava di lei. Rick poteva dire quello che voleva sulla pace e il ricostruire un mondo nuovo, continuavano a ripeterglielo: lui, Michonne, Jesus e le lettere di Carl. Aveva accettato di lasciare Negan in vita in quella gabbia, lentamente ma lo aveva accettato, ogni notte passava a controllare che fosse lì, sveglio o addormentato, ancora in quella prigione e nel vederlo, notte dopo notte, si sentiva sollevato di quel cambio di ruoli. Le prime notti lo aveva avuto, l’impulso di tradire la promessa di Rick, di uccidere l’uomo che l’aveva fatto torturare psicologicamente e fisicamente. Aveva immaginato di ucciderlo in modi diversi, per sfogare la sua rabbia, per vendicare Glenn e Abraham, per dare giustizia a Maggie. Immaginato di farlo a pezzi e una volta che fosse morto, attendere il risveglio di quello che sarebbe stato Negan, per poi ucciderlo ancora. Stava funzionando “la pace di Rick”, non gli piaceva, aveva faticato ad accettarla ma era necessaria. L’orda era in avvicinamento e le risorse iniziavano seriamente a scarseggiare, la mano d’opera, l’unione delle forze stava portando il vantaggio di poche perdite e di collaborazione e poteva vederlo con i suoi occhi: gli impianti di irrigazione, gli appezzamenti di terreno arati che prima o poi avrebbero dato i loro frutti, la ricerca di risorse e la fortificazione delle strutture. Funzionava, eppure non riusciva a rilassarsi, non aveva problemi con gli operai, ma alcuni degli ex Saviors, continuavano a fargli scattare quel campanello d’allarme in testa, a dormire con un occhio vigile, a dirsi che il nemico, i mostri erano più vicini di ciò che sembrava e Arat era una di quelle persone che non lo portavano a rilassarsi. La teneva d’occhio, lei, uno dei luogotenenti di Negan, l’uomo con la giacca in pelle che brandiva Lucille, che aveva un harem e una fissazione sul sesso, aveva scelto lei e Regina come suoi soldati e non come sue concubine. L’idea che Negan avesse scelto Arat come suo braccio destro e non come amante, lo portava a pensare a quanto potesse essere pericolosa e fedele ai Saviors. Non che Negan fosse così bravo a scegliersi gli uomini più fidati, Dwight, Simon e anche quel vigliacco di Eugene gli si erano rivoltati contro ma Arat non l’aveva tradito e aveva tutte le armi a disposizione per raggirare Negan: sapeva combattere ed era bella – una smorfia gli fece sollevare un angolo della bocca e aggrottare le sopracciglia, facendogli distogliere lo sguardo dalla donna al lavoro, l’idea che fosse bella gli fece scuotere la testa – il punto era che Arat non aveva tradito Negan e stava solo accettando quella pace perché esattamente come lui, sapeva che era conveniente. Ma lui che avrebbe fatto se in cella ci fosse stato Rick? Non aveva dubbi, avrebbe atteso il momento buono e lo avrebbe liberato per riprendere il controllo. Arat era come lui ed era quello il motivo per cui la teneva d’occhio o forse c’era dell’altro? Daryl fece un breve sospiro, serrò le braccia al petto e strinse la mascella. No, non era più interessato a certe cose, il desiderio, l’interesse per le donne erano distrazioni che potevano costare la vita, i legami portavano preoccupazioni e dolore e lui non avrebbe più sofferto come per la morte di Beth. La pelle scura di Arat imperlata di sudore, il fisico scattante, i tratti latini del suo viso e il movimento del seno fasciato dalla canottiera a ogni colpo che lei assestava, non erano il motivo per cui la teneva d’occhio, Arat era una minaccia, quello era il solo motivo o almeno era quello che continuava a ripetersi.

“Vi avevo detto che era qui…”

La voce di Jesus in avvicinamento, affiancato da Eugene e Michonne fece sussultare appena l’arciere. Jesus allungò una mano verso Eugene intento a reggere una serie di mappe e incartamenti e Michonne già pronta a mettere mano a pagare quello che doveva essere il pegno per un giro di scommesse, posò sulla mano di Jesus un leccalecca piatto e rosso avvolto nel suo incarto quadrato di plastica trasparente.

“Considerando che questo non è un punto strategico che si confà all’indole di Daryl, dove non denoto nessun oggetto, attività o persona al di fuori di Arat, potrei presupporre che il Signor Rovia abbia barato e individuato Daryl prima che si mettesse in atto il nostro piccolo gioco d’azzardo”

Jesus, con il bastoncino del leccalecca penzolante dalle sue labbra tese di nuovo la mano a Eugene, provocando un evidente sorriso tra le labbra piene di Michonne che esclamò: “Paga Eugene, hai perso”

“Dissento, ci sono probabilità troppo basse che potessero indicare la presenza di Daryl in questa locazione, a meno che Arat non sia l’oggetto del suo interesse il che è improbabile, soprattutto se teniamo conto della rinnovata presenza di donne che si sono congiunte a Hilltop da Oceanside o alle ex Saviors tra cui spicca anche Frankie che dovrebbe essere un maggiore interesse se non per la sua estetica per le sue abilità da fisioterapista – imbrociato Eugene guardò ancora la mano di tesa di Jesus – e anche se Daryl avesse un improbabile preferenza per le donne latine, e dico improbabile per via dell’ambiente poco incline alle mescolanze etniche in cui è cresciuto, sarebbe più plausibile un suo interesse verso Ros…” lo sguardo truce dell’arciere che aveva posato i suoi occhi chiari sul capellone del gruppo, bastò a farlo zittire.

“Eugene… paga…” rimarcò Michonne, facendo imbronciare il perdente che consegnò un leccalecca giallo nelle mani del vincitore, facendo sollevare entrambe le sopracciglia di un incredulo Daryl.

“Pago, ma mantengo il riserbo su questa vittoria…”

“Che cosa c’è?” rimbottò Daryl con uno sguardo contrariato e il tono volutamente brusco, atto a porre fine a quello scambio di opinioni.

“Maggie e Rick hanno appena terminato di controllare l’inventario e non va bene – Michonne scosse la testa smuovendo qualche treccina rasta imbrigliata nella sua bandana – è necessario che qualcuno esca a cercare nuovi punti di rifornimento”

“La cosa più opportuna sarebbe formare coppie che si muovano in quattro direzioni diverse in modo da ottenere un range più ampio sulla perlustrazione – Eugene iniziò a srotolare la mappa – inoltre sarebbe utile un confronto con i gruppi del Regno e del Santuario”

“Va bene – Daryl si sistemò la balestra sulla spalla – prendo uno dei furgoni”

“Non andrai da solo – Michonne scosse la testa – non ci pensare proprio”

“Potresti portare Arat con te – Jesus staccò la sua mano dal bastoncino di plastica che usciva tra le sue labbra per indicare la donna a cavalcioni sulla staccionata – sarebbe un altro modo per tenerla d’occhio e… fare conoscenza”

Michonne premette le labbra tra loro per non lasciar trapelare l’espressione divertita nel vedere lo sguardo dell’arciere assottigliarsi contrariato.

“Potrebbe essere una buona tattica, per migliorare i rapporti interpersonali tra i due gruppi come auspica Rick e tutti noi, inoltre – Eugene spostò lo sguardo su Arat – senza voler essere critico ma esponendo un parere oggettivo, Arat non è decisamente portata per la tipologia di lavoro manuale che sta eseguendo, il modo in cui colpisce con il martello denota che manca di tecnica e un forte spreco di energie, in parole povere come operaio non renderebbe rispetto a una sua applicazione in esplorazione, conosce il territorio e ha dimestichezza con le armi”

“No” la risposta di Daryl non sembrava ammettere repliche, non fosse che la parlantina di Eugene ebbe la meglio.

“Prenderei anche in considerazione il fatto che uno stress emotivo legato alla stanchezza di un lavoro inefficace e al fatto di essere stata relegata a mansioni che non si confanno alla sua indole, al lungo termine potrebbero portare Arat ad accumulare stress fino a portarla a decisioni drastiche che potrebbero risultare pericolose e poco piacevoli per la comunità”

Jesus schioccò le labbra sul leccalecca e sorrise “Riassumendo: sarebbe una buona idea se la portassi con te, per CONTROLLARLA, s’intende” il sorrisetto ammiccante di Jesus fece distogliere lo sguardo da Daryl che tirò su con il naso e borbottò “Non le darò un’arma”

“Mi sembra una buona idea” annuì Michonne.

“In realtà ritengo che il possesso di un’ar…”

“Eugene… stai zitto”

Il tono dell’arciere non lasciava intendere che avrebbe accettato repliche, che non sarebbero comunque state recepite dato che Daryl si incamminò rapidamente verso il furgone, occhieggiando Arat ancora a lavoro, finendo per borbottare qualcosa di incomprensibile.

   
 
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