Fanfic su artisti musicali > System of a Down
Ricorda la storia  |      
Autore: linea_carmensita94    11/05/2018    4 recensioni
È il 2005 e i System of a Down stanno per pubblicare Hypnotize e Mezmerise . Daron ha un brano già pronto da inserire in uno dei due album ma non riesce a trovare un testo perfetto per quella canzone. Sarà un doloroso ricordo del passato a dargli l’ispirazione giusta!
[ Per il “ Contest of a Down “ organizzato da SoulShine ]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daron Malakian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Dear Tatik




Maledizione!  È da giorni che sono relegato nella mia dimora a buttare giù qualche riga, ma niente.  Ho la intro, i riff, l’ho provata in studio con i ragazzi  ed è come la volevo creare: triste, maledettamente triste!
I ragazzi sono convinti quanto me che questo brano possa spaccare e sono intenzionato a inserirlo in Hypnotize … Il problema è il testo, non riesco proprio a trovare un testo degno di questa base strumentale.
Fanculo!  Lascio perdere carta e penna sul divano e prendo il mio astuccio con l’attrezzatura per farmi la mia stecca di erba. Mentre preparo la mia sigaretta speciale, rimugino sulla mia canzone incompiuta, proprio non  mi va giù!
Perché?!
Perché non riesco a trovare un’idea per il testo? Odio non riuscire a portare a termine qualcosa, specialmente quando si tratta delle mie canzoni, cazzo!
Distolgo per un istante lo sguardo dalla mia canna e mi rendo conto solo ora che il salotto è nel caos più totale: chitarre, custodie e fogli accartocciati sono sparsi ovunque.  Chi se ne frega! Non sono mai stato un tipo preciso.
Dio! Sono così incazzato con il mio blocco mentale da distruggere l’arredamento della casa. No, no, non devo perdere la calma. Ora mi fumo il mio fedele spinello e mi faccio un pisolino. Spero di trovare l’ ispirazione al mio risveglio.
Mi rilasso e appoggiando i piedi sul tavolino, senza accorgermi di aver fatto cadere la foto posizionata su di esso. La raccolgo subito e un moto di malinconia si impossessa di me mentre la guardo: io e Nonna Nawal durante il mio primo viaggio in Iran. Uno dei miei ultimi momenti felici con lei prima di …
Oh, quanto mi manca!  Solo lei sapeva come prendermi e capirmi. Quanti ricordi mi ritornano alla mente …
 
<  Nonna, perché mi misuri di nuovo la febbre? Lo ha fatto la mamma questa mattina, prima di andare a lavoro.  >
<  Furfante, tu puoi ingannare i tuoi genitori ma non me. Vediamo un po’ … Oh, ma tu guarda! È a malapena a 36. Dimmi un po’, come hai fatto questa mattina a riscaldare il termometro?  >
 
Era furba, non riuscivo mai a fregarla. Da bambino, le provavo di tutte per non andare a scuola  e lei riusciva sempre a sgamarmi con il suo finto sguardo rabbioso.
 
<  Con il latte caldo.  >
<  Non si dicono le bugie, lo sai bene. So che non ti piace la scuola ma devi andarci se non vuoi diventare un ignorante.  >
<  Io voglio diventare un musicista e i musicisti non hanno bisogno della scuola.  >
<  Ti sbagli, ragazzino. Tu hai imparato a leggere e scrivere a scuola, se non sapevi leggere, non potevi leggere i tuoi spartiti. Inoltre, un buon musicista ha bisogno  della conoscenza per poter scrivere delle belle canzoni . Ecco a cosa ti serve andare a scuola.  >
<  Però io preferisco restare qui con te. >
<  Sei proprio un piccolo mascalzone.  Per questa volta, ti reggerò il gioco ma che non diventi un vizio o non ti crederò più.  >
<  Promesso.  >
 
Il rimprovero apparentemente severo di mia nonna è ancora vivo in me e non so cosa darei per sentirla ancora sgridarmi per i guai che combino.
 
 
< Guarda che tuo padre mi ha raccontato cosa è successo oggi a scuola. È inutile che fai finta di leggere quel fumetto, so che mi stai ascoltando!  >
<  Hahahaha! Questo ragazzino attacca brighe è proprio come me.  >
<  E te ne vanti pure?!  >
<  Dai, Nonna, stavo scherzando!  So di aver sbagliato ma Aidan non fa altro che provocarmi .  >
<  Devi smetterla di essere impulsivo, Daron! I diverbi non si risolvono con i pugni ma ragionando da persone civili.  >
<  Uffa, Nonna! Sono venuto apposta a casa tua per non sentire i rimproveri dei miei . Credevo che saresti stata più comprensiva con me.  >
<  Senti un po’ ragazzino, il fatto che io sia la tua alleata più fedele, non vuol dire che approvo tutto ciò che fai.  Hai quattordici anni e devi imparare a comportarti bene, una volta per tutte, se no cosa ne sarà di te … quando sarai più grande e io non ci sarò più?  >
 
Quella domanda retorica fu devastante per me. Non potevo neanche immaginare la mia vita senza Nonna Nawal. Istintivamente la strinsi tra le mie braccia e la riempii di baci.
 
<  No, Nonna, non devi fare questi discorsi, tu non mi devi lasciare mai!  >
<  Ma posso morire. Un giorno arriverà il mio momento.  >
<   Spero il più tardi possibile!  Altrimenti da chi potrò rifugiarmi per sfuggire alla furia dei miei quando combino qualcosa?  Inoltre,  tu dovrai esserci  quando diventerò  un musicista famoso e viaggerò per tutto il mondo suonando la mia musica.  >
<  Lo diventerai!  Quando hai un obiettivo, niente ti può fermare. Se tu fossi così anche nello studio …  >
 
Nonna Nawal mi ha sempre incoraggiato a coltivare la mia passione per la musica. Lei suonava il pianoforte da giovane e poteva avere un futuro promettente se il suo destino non fosse stato così sventurato; Nonna Nawal rimase orfana a dodici anni a causa del Genocidio e fu costretta a restare in orfanatrofio fino alla maggiore età. Nessuno della sua famiglia era sopravvissuto al Grande Male … Quanto orrore hanno visto i suoi occhi e quanto dolore ha vissuto con i suoi sensi! Ogni volta che provavo a farle domande su questo argomento, cercava sempre di essere evasiva, perché non ne parlava volentieri. Però, ogni 24 Aprile, partecipava alle manifestazioni nella Little Armenia , era il suo modo per chiedere quel riconoscimento che nessun governo le aveva concesso.  Quando mio padre ha mostrato la sua predisposizione verso la pittura, in giovane età, mia nonna lo ha sempre incoraggiato nel seguire la sua strada e lo stesso ha fatto anche con me. Sapeva che ero pronto a tutto pur di raggiungere i miei obbiettivi.
 
<  Daron, vieni in cucina a mangiare qualcosa. È da oggi pomeriggio che sei rinchiuso dentro la tua camera.  >
<  Nonna, non posso ora. Domani ci sarà il concerto a scuola e mi sto esercitando.  >
<  Lo so, non mi ero scordata del concerto. Ti ho sentito cantare  e non vedo l’ora che arrivi domani per poter assistere alla tua esibizione.  >
<  Papà, invece, non ci sarà. Deve partire per una mostra.  >
<  Hey, non fare quella faccia. Tuo padre tiene a te più di quanto credi.  >
<  Però mi sarebbe piaciuto vederlo tra il pubblico a incoraggiarmi.  >
<  Ti sostiene anche da lontano, credimi. Vartan è un artista, chi vive per l’arte ha difficoltà a conciliare la propria passione con la famiglia. Ci vuole spirito di sacrificio e tu ancora sei troppo giovane per capire …  >
<  Nonna, non sono più un ragazzino. Ho quasi diciotto anni  e sono in grado di capire certe cose. Tu sai cosa voglio  fare nella vita e di certo non ci sarà mai spazio per una compagna, tantomeno per dei figli.  >
<  Non dirlo, al cuore non si comanda.  >
<  Tutte balle! L’unica cosa che non posso controllare si trova in un altro posto …  >
<  Razza di filibustiere! Ti sembrano discorsi da fare a tua nonna?  >
<  Non essere bacchettona. Con te mi sento libero di affrontare qualunque argomento.  Quando diventerò famoso, tutte le ragazze la smetteranno di evitarmi come la peste. >
<  Solo per la tua fama. Guarda che potrai anche andare a letto con tante ragazze disinibite ma quando raggiungerai una certa età, ti renderai conto di aver bisogno di un affetto vero e duraturo. Fa parte della natura umana.  >
<  La solitudine non mi spaventa. Se potrò suonare la mia musica di fronte a una folla in delirio, girando per tutto il mondo, non avrò bisogno di altro!  >
 
Ricordo ancora quella esibizione al concerto della scuola. Avevo già una certa notorietà  e quel concerto era importante per me. La nonna era tra il pubblico e mi ha applaudito, regalandomi il suo dolce sorriso colmo di affetto. Ero così felice!
Chi poteva immaginare che dopo solo un anno, quella felicità sarebbe stata sconvolta dalla malattia che avrebbe spento lentamente mia nonna. 
 
<  Sono tornato!  Lascio la cartella e vado a casa della nonna.  >
<  Daron, la nonna non è a casa.  >
<  Mamma, perché  hai quella faccia? Cosa è successo a nonna?  >
 
Mi mancava il respiro, un brutto presentimento si fece largo in me. 
 
<  è in ospedale.  Questa mattina, la nonna è svenuta e abbiamo chiamato il medico per farla visitare. Papà ha confidato al dottore che la nonna, negli ultimi tempi, si lamentava spesso di avere forti fitte alla testa e così il dottore ha fatto ricoverare immediatamente la nonna per ulteriori accertamenti. Dalla Tac, i medici hanno scoperto che la nonna ha un tumore al cervello. Tra due mesi, la nonna ci lascerà. Non c’è niente da fare. >
 
Fu come una coltellata in pieno petto.  Mia nonna stava per lasciarmi e io non potevo fare nulla per impedirlo. 
 
<  No, non può essere vero!  >
<  Daron, so che è difficile per te da accettare ma l’unica cosa che puoi fare per la nonna è starle vicino fino alla fine.  >
 
Iniziai a piangere e a tirare i pugni sul pavimento  per la disperazione.  Mi sentivo così impotente di fronte al destino avverso e crudele! 
Fu cosi  doloroso per me seguire da vicino il lento declino della malattia di mia nonna: la caduta dei suoi lunghi capelli grigi a causa della chemio, le nausee continue, la perdita graduale della vista e l’incapacità di riuscire a mangiare o andare in bagno da sola.
 
<  Nonna, hai bisogno del bagno?  è passato del tempo …  >
<  Daron, sei mio nipote, non la mia badante.  >
<  Scusa, cerco solo di essere utile.  >
<  Cerca di dormire di più, piuttosto.  Mi sembri stanco.  >
<  Cerco di darmi da fare tra la scuola e la band. >
<  Dimentichi la tua vecchia.  >
Nonna, per me non è un peso farti visita e lo sai.  >
 
 
Invidiavo da morire la forza d’animo di mia nonna. Io cercavo di apparire forte, facendole visita tutti i pomeriggi; restavo al suo fianco, cercavo di farla ridere, le tenevo la mano … Ma dentro ero pieno di rabbia! A casa e a scuola, mi incazzavo per ogni minima sciocchezza, perdevo il controllo delle mie azioni e diventavo manesco come non lo ero mai stato … L’unica mia consolazione, in quel periodo difficile, fu la musica e fu in quel periodo così difficile che conobbi  i ragazzi e fondammo i Soil.  Ci esibivamo nei locali nel fine settimana per cercare di guadagnarci un po’ di popolarità e anche qualche soldo per poter registrare una demo. Nel tempo libero, andavo a trovare la nonna, portando sempre con me la mia chitarra acustica per suonare qualche brano in sua compagnia. Cercavo di distrarla.
 
<  Nonna, ho tagliato i miei splendidi capelli e gli ho tinti di biondo e fucsia. Avevo voglia di sperimentare!  Ora che suono in una band, voglio cambiare un po’ il mio aspetto. Ti avevo parlato dei Soil, ricordi?  >
 
Lei non mi rispose, provava fatica persino a pronunciare delle frasi. I suoi occhi ,così simili ai miei, erano chiusi; il suo volto ovale era contorto dal dolore.
Io cercavo disperatamente di non badare a quei particolari ma dentro morivo dalla voglia di piangere e di stringerla tra le mie braccia pregandola di non lasciarmi.
 
<  Questo fine settimana, suoneremo in un locale nei pressi di Santa Monica. Non guadagneremo un gran che ma l’importante è iniziare a farci conoscere dalla gente.  Sono così contento per questa opportunità. Serj, il cantante, ha detto che ci sarà un produttore discografico, non so chi glielo ha detto ma cercherò di dare il massimo e di impressionarlo.  >
 
Dopo qualche interminabile minuto, mia nonna mi rispose.
 
<  Sono fiera di te, ragazzino … Farai la strada che io non ho potuto mai fare.  >
<  Grazie.  >
<  Suonami qualcosa. Mi piace ascoltarti mentre suoni.  >
<  Va bene, Nonna.  >
 
Quello fu il nostro ultimo incontro.
Morì la sera dopo il concerto.
Il ricordo che ho del funerale è molto vago perché ero così distrutto da non percepire ciò che succedeva intorno a me. Durante la malattia di mia nonna, ho desiderato quel giorno in diversi momenti perché non sopportavo l’idea che mia nonna soffrisse così tanto, però, allo stesso tempo, temevo quel giorno perché sapevo che l’avrei persa per sempre. Ricordo vagamente le condoglianze dei presenti, i miei cugini che piangevano disperati e il volto spento e malinconico di mio padre … Ciò che ricordo perfettamente   è il feretro di mia nonna,  pallido e ben vestito dal ghigno beato sul volto. Restai accanto a lei per tutta la durata della veglia, accarezzando la sua mano fredda come il ghiaccio.  Avrei voluto dirle tante cose in quel nostro ultimo incontro, avrei voluto dirle quanto l’amavo. Che giorno terribile è stato per me!


Quel giorno così triste, ero solo mio
Il giorno più triste della mia vita
Un giorno da dimenticare
Un giorno dal quale, fortunatamente,  sono sopravvissuto .
 

Ci sono! L’ho trovato! Era proprio questo che stavo cercando. So cosa scrivere adesso …
 
 
 
 
Ai miei nonni volati in cielo su una stella
Il mio ricordo del vostro bene, non morirà mai.
 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > System of a Down / Vai alla pagina dell'autore: linea_carmensita94