11/05/2018
0 recensioni*note: in questa fic la fine per Burst vale 3 punti e non 2 come nell’anime - a Rantaro ho lasciato il soprannome “l’artista” del dub italiano piuttosto che “il Boss” come in giapponese*
Neanche il ghiaccio poteva farlo tornare in sè
“Mi senti bene, Kurenai? Stavolta avrò la mia rivincita!” urlò Wakiya, che aveva invitato il club di Bey da lui giusto per pavoneggiarsi di essere ricco e, cosa più importante, per tentare di battere Shu in uno scontro più che improvvisato. L’unico a non essere presente era Daina, che doveva andare in ospedale dal fratellino, e si era sentito costretto a rifiutare l’invito.
“Mpfh. Meno parole, più fatti” rispose secco il bianco nel prendere il lanciatore che aveva lasciato sul tavolino del salotto. E mentre tutta quella pantomima andava in scena, Valt e Rantaro si riposavano da tutto il caldo presente, il primo steso sul divano senza contare di essere in casa di altri, il secondo sventolando uno dei suoi cinquecentomila ventagli con foga cercando di farsi fresco, sebbene inutilmente. Il primo incontro si concluse nel giro di cinque secondi cronometrati, con vittoria di Shu tre a zero data la fine per Burst immediata ottenuta. Il biondo ci rimase più che male, cercando di non smentirsi, ed iniziando ad urlare in un balbettio provocato dalla vergogna: “O-ok! Facciamone u-un altro! Fino a quando non ti b-batto proibisco a tutti e t-tre di andarvene!”
L’altro non rispose, si limitò a rimettersi in posizione come se non avesse mai detto niente, e da lì circa altri cinque scontri, tutti vinti da lui, tutti tre a zero, tutti per fine per Burst.
Nel frattempo, Valt non s’era perso un secondo del torneo improvvisato, ed aveva sempre gli occhi su Shu in qualche modo. Peccato che qualcuno l’aveva notato.
“Valt? Ci sei?” tentò di smuoverlo l’artista, sebbene il blu non riuscisse a staccare gli occhi dal blader.
“Ehi! Terra chiama Valt! Ma sei sordo?” fece a quel punto, e fu lì che Valt riprese i sensi e si girò verso l’amico.
“Uh? Rantaro-kun? Che hai detto?” chiese completamente stonato, non avendo sentito niente.
“Niente, ero solo intento a confermare quello che avevo già capito...” ridacchiò Rantaro abbastanza silenziosamente.
“Cosa? C-che intendi?” chiese confuso l’altro.
“Visto che neanche tu ci arrivi, te lo dico io: sei innamorato, Valt-kun” rispose con voce ancora più bassa per non farsi sentire, anche se con il rumoredei Bey di Shu e Wakiya che si scontravano e con la loro concentrazione non avrebbero sentito comunque.
“Fammi capire. Di chi dovrei esserlo?” mugugnò Valt dopo l’affermazione del ragazzo.
“Addirittura queste domande? Si vede lontano un miglio... ti piace Shu, vero? Tranquillo, mica sono omofobo io”
Alle sue parola Valt ebbe quasi un crollo, perchè stesso lui non riusciva ad immaginarselo. Aveva sempre visto Shu come un amico, si conoscevano da piccoli, ma era da un po’ che veniva spesso beccato a fissarlo o a parlare di lui. Però non sapeva ancora cosa pensare.
“Stai scherzando? Lui non mi piace!” ribattè in una mezza bugia, perchè certamente non era vero che non gli piacesse minimamente allo 0%
“Vediamo come te lo devo dimostrare. Hai una sua foto come sfondo del cellulare, il suo contatto è tra i tuoi preferiti e per di più hai solo sue chiamate nella lista di quelle recenti. Ammettilo che ti piace” continuò Rantaro, prendendo il telefono dalla tasca del compagnoed accertandosi della sua affermazione, che era più che vera.
“Ti ho detto che non è così- OH GUARDA CHE BELLISSIMA AZIONE CHE HA FATTO!” si accese il blu nel guardare l’ultima vittoria del bianco.
“Toh, poi dici che io ho torto? Come ci credo...” rise l’artista dopo aver visto l’animo di Valt riaccendersi alla sola vista del ragazzo.
“S-smettila! Stavo solo commentando!” cercò di giustificarsi lui, ma l’urlo di prima s’era fatto sentire. L’unico a reagire fu guarda caso Shu, che si girò verso di Valt per poi sorridergli. E lì il blu arrossì definitivamente.
“Mi scoccio di continuare. Basta che ne sia certo io. Vado a prendermi una limonata che ho caldo, la vuoi pure tu?” finì Rantaro nel muoversi verso il corridoio. “No, passo” fu l’unica cosa che riuscì a dire l’altro per poi fissare gli occhi sull’unica persona in quella stanza che gli interessasse. La verità era che era così cotto che neanche una limonata ghiacciata l’avrebbe rinsanito.
“Mpfh. Meno parole, più fatti” rispose secco il bianco nel prendere il lanciatore che aveva lasciato sul tavolino del salotto. E mentre tutta quella pantomima andava in scena, Valt e Rantaro si riposavano da tutto il caldo presente, il primo steso sul divano senza contare di essere in casa di altri, il secondo sventolando uno dei suoi cinquecentomila ventagli con foga cercando di farsi fresco, sebbene inutilmente. Il primo incontro si concluse nel giro di cinque secondi cronometrati, con vittoria di Shu tre a zero data la fine per Burst immediata ottenuta. Il biondo ci rimase più che male, cercando di non smentirsi, ed iniziando ad urlare in un balbettio provocato dalla vergogna: “O-ok! Facciamone u-un altro! Fino a quando non ti b-batto proibisco a tutti e t-tre di andarvene!”
L’altro non rispose, si limitò a rimettersi in posizione come se non avesse mai detto niente, e da lì circa altri cinque scontri, tutti vinti da lui, tutti tre a zero, tutti per fine per Burst.
Nel frattempo, Valt non s’era perso un secondo del torneo improvvisato, ed aveva sempre gli occhi su Shu in qualche modo. Peccato che qualcuno l’aveva notato.
“Valt? Ci sei?” tentò di smuoverlo l’artista, sebbene il blu non riuscisse a staccare gli occhi dal blader.
“Ehi! Terra chiama Valt! Ma sei sordo?” fece a quel punto, e fu lì che Valt riprese i sensi e si girò verso l’amico.
“Uh? Rantaro-kun? Che hai detto?” chiese completamente stonato, non avendo sentito niente.
“Niente, ero solo intento a confermare quello che avevo già capito...” ridacchiò Rantaro abbastanza silenziosamente.
“Cosa? C-che intendi?” chiese confuso l’altro.
“Visto che neanche tu ci arrivi, te lo dico io: sei innamorato, Valt-kun” rispose con voce ancora più bassa per non farsi sentire, anche se con il rumoredei Bey di Shu e Wakiya che si scontravano e con la loro concentrazione non avrebbero sentito comunque.
“Fammi capire. Di chi dovrei esserlo?” mugugnò Valt dopo l’affermazione del ragazzo.
“Addirittura queste domande? Si vede lontano un miglio... ti piace Shu, vero? Tranquillo, mica sono omofobo io”
Alle sue parola Valt ebbe quasi un crollo, perchè stesso lui non riusciva ad immaginarselo. Aveva sempre visto Shu come un amico, si conoscevano da piccoli, ma era da un po’ che veniva spesso beccato a fissarlo o a parlare di lui. Però non sapeva ancora cosa pensare.
“Stai scherzando? Lui non mi piace!” ribattè in una mezza bugia, perchè certamente non era vero che non gli piacesse minimamente allo 0%
“Vediamo come te lo devo dimostrare. Hai una sua foto come sfondo del cellulare, il suo contatto è tra i tuoi preferiti e per di più hai solo sue chiamate nella lista di quelle recenti. Ammettilo che ti piace” continuò Rantaro, prendendo il telefono dalla tasca del compagnoed accertandosi della sua affermazione, che era più che vera.
“Ti ho detto che non è così- OH GUARDA CHE BELLISSIMA AZIONE CHE HA FATTO!” si accese il blu nel guardare l’ultima vittoria del bianco.
“Toh, poi dici che io ho torto? Come ci credo...” rise l’artista dopo aver visto l’animo di Valt riaccendersi alla sola vista del ragazzo.
“S-smettila! Stavo solo commentando!” cercò di giustificarsi lui, ma l’urlo di prima s’era fatto sentire. L’unico a reagire fu guarda caso Shu, che si girò verso di Valt per poi sorridergli. E lì il blu arrossì definitivamente.
“Mi scoccio di continuare. Basta che ne sia certo io. Vado a prendermi una limonata che ho caldo, la vuoi pure tu?” finì Rantaro nel muoversi verso il corridoio. “No, passo” fu l’unica cosa che riuscì a dire l’altro per poi fissare gli occhi sull’unica persona in quella stanza che gli interessasse. La verità era che era così cotto che neanche una limonata ghiacciata l’avrebbe rinsanito.
