Ringrazio
anche solo chi legge.
Song-fic
sulla canzone: Ognuno
ha il suo racconto di Red Canzian.
Testimone
del tempo
Wolverine
guardò Rouge
addormentata sul letto accanto a lui, le accarezzò
delicatamente i capelli
sfiorandoli con la mano. Respirando piano, si voltò verso la
finestra, da cui
entrava la luce rosata dell’alba.
Da
fuori proveniva il profumo
di fiori dell’albero.
<
Un’altra primavera Victor,
quante ne abbiamo vissute? Da quando non ti ho visto più, ne
ho incontrate
persone a cui volere bene.
Nonostante
tutti i miei sbagli,
credo di essere soddisfatto di chi sono diventato. Ora sono un
insegnante di
storia. Chissà se anche tu saresti contento di me >.
Ascoltava
il canto degli
uccellini che proveniva ovattato da fuori e il respiro della ragazzina.
Fece
uscire lentamente gli artigli di osso dalle mani.
<
Ho scampato il più grande
dei pericoli: l’avvelenamento da vibranio… Ho
percorso così tanti chilometri,
ma se non fossi tornato da Charles, non lo avrei mai scoperto >.
Ghignò e silenziosamente
si alzò dal letto.
“Sopravvissuto
ancora una volta”
bisbigliò con voce inudibile. Camminò sul
pavimento gelido con i piedi nudi.
Aprì la finestra, lasciando che l’aria fresca
dell’esterno lo investisse con i
suoi profumi.
Tornò
indietro fino al comodino
e frugò all’interno del cassetto, controllando che
la ragazzina non si
destasse.
<
Ho passato fin troppo
tempo a guardare gli altri confuso, a osservare nel tentativo di capire
chi
fossi. Ho recuperato i miei ricordi a fatica, sopiti dalle troppe donne
perdute.
Io,
testimone del tempo, perdo
davvero troppo tempo a pensare. Sono un vagabondo che ha finito per
fare una
sosta infinita >.
Tornò
alla finestra con un
sigaro in bocca e lo accese con un accendino con raffigurata una
bandiera
americana, in piccolo c’era scritto
‘Ciclope’.
<
Chissà cosa stai facendo
tu. Ho capito da molto tempo che ogni uomo ha un suo preciso racconto,
un suo
esclusivo canto del cigno, possiamo dire. Le nostre strade si sono
intrecciate,
ma non saranno mai una sola.
Starai
seguendo il tuo istinto?
Ogni volta che mi paravi, mentivi. Ogni volta che ti guardavi intorno,
sembravi
non vedere niente >. Espirò nuvolette di fumo.
<
Avevi ragione quando
dicevi che la gente è strana, però…
quante volte ti sei guardato allo specchio
mentre la mutazione ti cambiava? Io stesso ho atteso fin troppo per
capire che
stavo diventando un animale, che mi ero perso. Mi guardavo allo
specchio e mi
raccontavo balle. Se non fosse stato per Bestia, non avrei mai fatto le
operazioni di cui avevo bisogno per rimanere me stesso >.
Rougue
si svegliò, lo cercò nel
letto e alzò la testa, una ciocca bianca le finì
davanti al viso.
“Pap…
voglio dire… professore,
cosa fa?” domandò.
Logan
fece una risata rauca.
“Papà
va bene, mocciosa” disse.
Rougue
indossò i guanti che c’erano
sul comodino e lo raggiunse.
“Scusa
se anche questa notte ho
voluto dormire con te, ma… sai, quegl’incubi sono
continui e…” balbettò.
Logan
scrollò le spalle.
“Camera
mia è sempre aperta per
voi ragazzi” disse con voce roca.
<
Anche per coloro che da
amici si sono trasformati in bambini da proteggere quando ho stravolto
il
tempo. Chi avrebbe mai pensato che un giorno avrei visto solo una
bambina in Jean
Grey > pensò.
Rougue
si avvicinò a lui e gli
sfiorò il braccio con la punta delle dita coperte dai
guanti, guardandolo in
viso.
“Hai
gli occhi arrossati” esalò.
“I
miei sono occhi vecchi,
bruciati dal vento, mocciosa. A furia di vedere imbrogli, di affrontare
fango e
cimiteri nascosti in campi di rose, diventano rossi
facilmente” rispose Logan.
“Cos…”
biascicò la X-man.
“Ti
sto prendendo in giro con
delle cazzate, ragazzina. Non prestarmi ascolto quando inizio a parlare
come un
noioso nobile dell’ottocento” disse Logan e le
diede un colpetto alla nuca,
facendole sfuggire un gemito.
“Anche
Ororo dice che ogni
tanto lo fai. Non dirmi che stavi piangendo”
borbottò la giovane. Giocherellò
col piercing che si era fatta al labbro.
Logan
negò con la testa.
“Ormai
so solo ruggire, ho
smesso di piangere da tanto tempo. Questo non vuol dire che non lo
abbia fatto.
Nella vita ho sbagliato, ho pregato e ho pianto, solo dopo ho capito,
ho preso
la giusta strada da seguire e ho vinto.
Comunque,
piccola impicciona, a
cosa sto pensando sono fottuti affari miei” la
richiamò. Vide che un po’ di
fumo era finito in faccia alla giovane, facendola tossire e spense il
sigaro
sul davanzale della finestra.
“Scott dice che pensi alle tue tante mogli”
insinuò Rougue.
Logan
scosse il capo e si
grattò la testa.
“Sono
un miracolato d’amore, ho
incontrato e sposato le donne migliori di questo mondo,
però… no. Non sono mai
state un mio rimpianto, nemmeno quando le ho perse. Questo vale persino
per le
mie amanti… Non prendere esempio, lo saprò se ti
darai troppo da fare con i
ragazzi” la richiamò Wolverine.
“Allora
chi ha il tuo
rimpianto?” chiese Rogue, inarcando un sopracciglio.
“Un
altro testimone del tempo.
Ora
cambiati, tra un’ora devi
essere a lezione” rispose Logan, chiudendo la finestra.