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Autore: QUEEN S OBLADIOBLADA    17/05/2018    0 recensioni
Come si sarebbe sentito? Cosa poteva accadere nella mente di una persona se avesse scoperto tutto ad un tratto e con violenza che quello che aveva sempre voluto, il suo più grande desiderio, il suo sogno, concretizzato, si sarebbe trasformato in un incubo? Un meraviglioso incubo? Sarebbe crollato. È un peso insopportabile, un qualcosa perseguito con tutte le forze, si rivela ben altro, il suo unico scopo svanisce, ci si sente vuoti senza un desiderio. Ci si sente ancora peggio dopo aver scoperto che quello che volevamo, non calma il nostro senso di vuoto che ci trasciniamo da quando iniziamo a fare le prime riflessioni sulla nostra vita. Paul non aveva voglia di crollare un'altra volta, la musica lo aveva salvato dalle sue sofferenze, non poteva esserne diventata una causa!
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Paul McCartney, Quasi tutti, Ringo Starr
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I Beatles erano una band molto unita nei primi anni degli esordi, ma col passare del tempo i membri del gruppo erano sempre più in disarmonia ed alienati gli uni dagli altri, avevano smesso di fare concerti, preferendo rimanere ore ed ore chiusi nello studio e registrare. La maggior parte dei fan non si spiegava proprio il motivo di questa scelta, mentre alcuni di essi comprendeva che la loro musica stava evolvendo, diventava sempre più complessa e psichedelica ed era perciò complicatissimo se non quasi impossibile riprodurla in concerti dal vivo. Alcuni giornalisti affermavano la propria tesi sulla disarmonia che si faceva strada tra i quattro: Quella era un'evoluzione normale, se si pensava che nel passato erano stati a stretto contatto, soffocanti e morbosi tra di loro, non sarebbe stato ovvio prevedere un distaccamento quasi necessario negli anni a venire?

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1968.Studio 9. Sessione di registrazione di "I'm so tired"

Era sempre stato comodo per George suonare vicino a Paul, niente rischio di ritrovarsi la tastiera del basso pericolosamente vicino ai denti, perché McCartney era mancino. C'era un armonia tra le loro figure longilinee, figure fraterne, che suonavano e si muovevano specularmente nei concerti e nello studio. Ma da qualche tempo, ogni tanto George si trovava a fare i conti con quella tastiera del basso-violino di Paul.


 

"Stop!" Urlò George seccato allontanandosi bruscamente dal basso-violino, interrompendo così l'ennesima sessione di quella canzone.


 

"Cazzo Macca!" Continuò Ringo. Persino lui, che era sempre stato il più tranquillo e docile tra tutti, era esausto dei continui errori del bassista.


 

"Te lo ricordi come si suona si? Come suona un mancino?" Bisbigliò Harrison.

John non aveva mai proferito parola su quei piccoli grandi errori che ultimamente il suo amico faceva, e non perché glieli abbonasse. Anzi. Lo odiava.

McCartney sistemò il suo basso altrettanto senza proferire parola e la sessione riprese.

La sera erano tutti stanchi, soprattutto George Martin che non ce la faceva proprio a vederli ridotti in quello stato penoso, era abituato a tutt'altro. Andarono via per conto proprio, tranne Lennon, senza nemmeno rispettare la loro consueta cerimonia della "sigaretta" tutti insieme, seduti sulle scale esterne di Abbey Road. Era palese oramai che se passavano ancora del tempo insieme era perché ne erano costretti dal loro lavoro, e non per altro.

John prese le grandi cuffie di Martin e ascoltò il brano finalmente concluso. C'era una parte strana...verso la fine. Cos'è che diceva?


 

"mihssimmihssimmihssim nemdedsilohp" Uno dei suoi soliti scherzi. Parole e suoni senza senso, lui amava questo tipo di cose... Cercava un tasto fra i tanti. Dopo un po' lo trovò e lo pigiò incerto, poi fece riprodurre nuovamente il brano. Ma le bobine andavano all'incontrario. Non c'aveva mai capito nulla con quegli aggeggi per registrare!


 

"Paul is dead man...miss him miss him MISS HIM!" La voce di Lennon era carica di disperazione in crescendo, e pronunciava quella frase con uno strano accento, quasi innaturale, ma le parole riuscivano a capirsi ed erano indubbiamente quelle! Ma certo! il suo bisbiglio finale non poteva essere messo per caso! Doveva pur avere qualche strano significato che avrebbero saputo interpretare solo loro, i Beatles.


 

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1966. Casa di John, 00:40

“Sai, Ultimamente sto rimpiangendo il tempo in cui suonavamo nei locali di Liverpool e Amburgo, quando arrivavamo a stento a fine mese, avevamo a malapena un letto matrimoniale per tutti e quattro e neanche un bagno!” Disse stanco Lennon.

“Hey John, cosa diamine stai blaterando, ora siamo FA-MO-SI” Rispose il minore scandendo le sillabe dell'ultima parola pronunciata.


 

“Non puoi venirmi a dire che preferiresti tornare indietro a quei tempi. Eravamo per tutti dei ragazzini un po' troppo vivaci e buoni a nulla, nessuno ci filava e non ci prendevano veramente sul serio! Eravamo dei poveracci John, te lo ricordi? Ora stiamo benissimo, dobbiamo solo viaggiare e fare le nostre tournee, è stressante lo so, ma guarda cosa abbiamo ora! Cosa siamo ora!”


 

“Cosa siamo ora Paul? Adesso ci prendono sul serio? Alle fan non importa cosa diciamo, basta che siamo noi a dirlo, capisci? Tutto quello che facciamo diventa un'opera d'arte, ti stai soffiando il naso? Foto in prima pagina del Beatle che si soffia il naso, e tutte le nostre fan urlano e sbraitano come se avessero visto chissà che cosa. Quelle più matte magari fanno di tutto per prendersi anche loro una bella influenza per essere come i loro idoli. Le hai sentite? Davvero ci prendono sul serio? Secondo te delle persone che urlano isteriche da inizio a fine concerto ci valutano per la nostra musica? Riescono a capire il nostro talento, riescono a sentire una vera emozione se sbraitano talmente forte che nemmeno noi riusciamo a sentire i nostri strumenti e le nostre stesse voci?! Sono incantate, sono dei topi appresso al pifferaio magico!” Rispose stizzito Winston.


 

“Sai...a volte anche a me sono venuti pensieri simili: non reggerò mai questo ritmo di vita, le fan urlano da inizio a fine concerti e noi non riusciamo nemmeno a sentirci l'un l'altro. Ma johnny, a me piace ciò che abbiamo costruito tutti insieme,non rinuncerei mai a tutto questo, la musica è la nostra vita!”


 

“Era anche la mia vita, fino a che la musica è diventata una non musica! E poi Paul, non potrei mai smettere di scrivere, non ti dico questo, ma vorrei allentare un po' il tutto e togliere questa zavorra da personaggio pubblico che abbiamo!”


 

“Ascolta, è più che normale che se la gente ci ama fino a questo punto, noi non abbiamo più una vita tranquilla, e non sei libero di cedere quando vuoi, ma ce la dobbiamo fare, insieme, dobbiamo parlarne con gli altri, con Martin, Brian non accetterebbe mai!” Rispose in modo sconnesso McCartney, come se fosse un suo flusso mentale.


 

“Cazzo Paul :Brian non accetterebbe mai! Ma ti senti! Guarda che i Beatles siamo noi quattro!”

“Lo stai trattando come se fosse l'ultima ruota del carro Lennon! Devo ricordarti per caso, chi eravamo prima che lui ci incontrasse e prima che lui riponesse fiducia in noi?” Disse arrabbiato Paul.


 

“Non lo reputo affatto l'ultima ruota del carro, lo so benissimo chi eravamo Paul, eravamo ragazzi liberi e più sinceri, spontanei, ora ho solo paura di perdermi di vista, di scordare chi sia il vero John!I fan ci vedono come modello da seguire, non ti pesa tutta questa responsabilità! Tutte queste farse, queste moine...Per quanto ancora reggeremo?”

Lennon rispose abbassando i toni, ma era profondamente preoccupato.


 

“Questa faccenda è più grande di me, di noi due e persino di più dei Beatles! Ormai ci siamo dentro fino al collo. Ma ricorda bene che la band affronta sempre tutti i problemi insieme! Mettitelo in testa mio Dio, so cosa ti ha insegnato la tua vita, ma devi essere libero di imparare altro! Io non ti lascio, c'è gente che per te ci sarà sempre, capisci ed impara che non tutti ti accananno!”


 

“Paul io non ti riconosco più, e so perchè. Quando tornammo da Amburgo, quasi per magia incontrammo Brian, stipulammo un contratto con la piu' importante etichetta discografica e nel giro di un paio di anni abbiamo sfondato in America e da li a qualche mese in tutto il mondo! Io vorrei tanto non aver mai...”

Lo sguardo del minore era perso nel vuoto, restò in silenzio per molto dopo le parole di John.Il suo io più profondo e sincero sapeva che il suo migliore amico aveva ragione. Ma per buoni motivi, questa consapevolezza non arrivava al suo conscio, preferiva far finta che andasse tutto bene. Come si sarebbe sentito? Cosa poteva accadere nella mente di una persona se avesse scoperto tutto ad un tratto e con violenza che quello che aveva sempre voluto, il suo più grande desiderio, il suo sogno, concretizzato, si sarebbe trasformato in un incubo? Un meraviglioso incubo? Sarebbe crollato. È un peso insopportabile, un qualcosa perseguito con tutte le forze, si rivela ben altro, il suo unico scopo svanisce, ci si sente vuoti senza un desiderio. Ci si sente ancora peggio dopo aver scoperto che quello che volevamo, non calma il nostro senso di vuoto che ci trasciniamo da quando iniziamo a fare le prime riflessioni sulla nostra vita. Paul non aveva voglia di crollare un'altra volta, la musica lo aveva salvato dalle sue sofferenze, non poteva esserne diventata una causa!

“È solo colpa nostra se siamo in questa situazione!” Riprese il maggiore.

“Volevamo diventare più famosi di Elvis, e ci siamo riusciti!” Interruppe così il suo silenzio McCartney.

“Io e te sappiamo PERCHÈ ci siamo riusciti. Non avremmo mai dovuto farlo! Ora in che modo lo sconteremo?” John era sempre più preoccupato, si poteva notare anche una punta di inquietudine nella sua voce.

“Ancora con questa storia? Quello che abbiamo fatto ad Amburgo ormai è acqua passata...”

“Non riesco a togliermelo dalla mente ora!”

“Non credevamo a ciò che facevamo, era uno scherzo Winston, tutti i ragazzi lo fanno! Ce l'abbiamo fatta perchè finalmente qualcuno ha capito il nostro talento, e ci ha dato una possibilità. Se siamo così famosi in tutto il mondo è grazie al NOSTRO talento!” Sembravano parlare di un qualcosa di serio, qualcosa che avrebbero tenuto segreto, forse nemmeno Geo o Rich ne sapevano qualcosa.

“Ok John, io vado, ci vediamo domani. E non pensare più a QUELLA STORIA!” Disse agitato Paul dato il silenzio dell'amico.

“Ma dove vai a quest'ora?” Ribbattè Lennon, ma il ragazzo aveva già varcato la soglia. Era la prima volta che discutevano su quella cosa, forse perchè l'avevano sempre sottovalutata.
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Salve a tutti questa storia è inizialmente ripresa da un'altra fanfiction che avevo scrittoo tempo fa, ma la trama è pressocchè completamente stravolta. Spero possa interessarvi!


 


 

  
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