Vagabondaggio

sostantivo maschile

va-ga-bon-dàg-gio

1.
Il frequente spostarsi da un luogo a un altro senza itinerari o programmi prestabiliti: nei suoi v. all'estero ha incontrato una infinità di persone; fig., irrequietezza intellettuale o evasione fantastica.

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Welcome home

Barnaby non aveva mai considerato nessuno dei luoghi in cui aveva vissuto come vere "case".
Certo, lo erano nel senso stretto del termine: avevano un tetto sotto il quale rifugiarsi, un letto dove dormire e lui le aveva abitate per alcuni periodi, ma sin da quando aveva perso i genitori non era mai, mai riuscito a sentirle come proprie.

Nemmeno l'accogliente abitazione di Maverick-san era come una casa, per lui, e meno ancora lo era il grande appartamento che gli aveva fatto avere appena trasferito a Sternbild City, così vuoto e solitario come il suo abitante.

La sua mente vagava fin troppo alla ricerca della risposta esatta sull'identità dell'assassino dei suoi genitori e sulla verità legata a quell'oscura organizzazione chiamata Ouroboros per potersi legare ad un luogo specifico.

Da quando aveva perso la propria famiglia, Barnaby si sentiva alla stregua di un mero vagabondo senza meta, almeno mentalmente.

Poi aveva conosciuto Kotetsu e, nonostante il giovane eroe biondo non volesse, l'uomo si era fatto spazio tra i suoi pensieri, nel suo cuore con prepotenza, portando un assordante rumore che non era presente nella vita del ragazzo da fin troppi anni.

Ma Barnaby non poteva amarlo.
Non voleva e non lo avrebbe fatto, perché lui era un mero vagabondo e non voleva tirare Kotetsu nei propri casini.

E poi c'era stato Jack, e proprio quando aveva pensato di aver finalmente risolto il mistero che aleggiava sulla morte dei suoi genitori si era ritrovato ancora una volta senza niente in mano tranne che polvere.

E alla fine c'era stato anche Maverick, l'uomo che lo aveva cresciuto sin da piccolo, la persona di cui Barnaby si fidava più di tutti e che si era rivelato il colpevole.

C'era stata anche la quasi-morte di Kotetsu nel mezzo, e Barnaby si era sentito un po' morire dentro al pensiero di perdere l'uomo a cui si era affezionato nonostante tutto proprio dopo aver sistemato ogni cosa, ma alla fine ogni cosa si era risolto nel migliore dei modi.

E forse Barnaby aveva sofferto fin troppo per la sua giovane età, sempre da solo e con il falso supporto di Maverick, senza mai una casa che potesse considerare tale, senza mai un amico.
Ma alla fine li aveva trovati, gli amici.

E mentre raccoglieva in uno scatolone quel poco che possedeva, sorrise.

Adesso ce l'aveva una casa.
Era piccola e disordinata, ma era calda ed accogliente e a lui andava più che bene.
E poi non avrebbe più dovuto stare da solo.

E appena mise piede nella sua nuova abitazione, i pochi scatoloni in macchina in attesa di essere scaricati, un paio di braccia lo cinsero e delle labbra morbide gli carezzarono la fronte in un bacio leggero.

"Benvenuto a casa, Bunny-Chan~"