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Autore: Allison_Jaris    27/05/2018    2 recensioni
Un piccolo incidente che metterà sottosopra la scuola e cambierà il modo di vedere le cose dei protagonisti.
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Forse avrei dovuto raggiungerlo, e per fare cosa poi? Consolarlo? Proprio da colui che lo aveva bullizzato da tutta una vita? Deriderlo? Ma come potevo ridere di un qualcosa che mi faceva sentire così confuso? Picchiarlo? Forse allora la confusione sarebbe sparita e Deku sarebbe tornato ad essere soltanto Deku. Ci avrei pensato una volta raggiunto.
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Tutta quella situazione lo divertiva, come lo aveva sempre divertito vedermi in difficoltà, ma questa volta non lo avrei lasciato andare, l'avrei costretto ad aiutarmi. Beh costretto è un parolone, diciamo che l'avrei chiesto in modo molto patetico supplicando Dio, il Karma o la fortuna che accettasse.
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One-Shot sulla mia oramai Ship preferita, spero vi possa piacere
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa one-shot é ispirata da una serie di fanart che ho visto su pintrest, quindi della mia fantasia c'è poco o niente, ho solo provveduto a renderla più descrittiva in certi punti, spero vi possa piacereInoltre vorrei dedicare questa storia ad una mia cara amica che è da tanto che aspettava un mio lavoro finito ♥

Midoriya's pov

«gonne!»
Era stata questa la parola responsabile dell'inizio della catastrofe. E pensare che detta dalle labbra di Uraraka non sembrava avere un aspetto così minaccioso, come potevo immaginarmi un risvolto così terrificante quando il suo sorriso era stato talmente dolce e rassicurante? Quel giorno era accaduto davvero di tutto, e forse, noi aspiranti eroi abituati ad analizzare ogni dettaglio, avremmo dovuto intuirlo già dal mattino, quando alla prima ora ci ritrovammo solo noi ragazzi fra i banchi di classe, mentre le ragazze si fecero vedere dopo che la campanella era suonata già da un po'. Entrarono tutte assieme con passo deciso e sguardo determinato, un vero plotone di esecuzione pronto all'assalto. Mandarono avanti Uraraka a parlare, un colpo basso strategicamente studiato a tavolino a parer mio, il fascino della brava ragazza ha sempre una certa presa sui ragazzi. Uraraka non perse tempo e posizionandosi dietro la cattedra attirò l'attenzione di tutti colpendo energicamente la mano sul legno prima di parlare

«Il professor Aizawa oggi è assente, per cui abbiamo una proposta da farvi! »
E così carismatica e carina com'era, qualunque fosse stata la richiesta, metà classe aveva già deciso che sarebbe stato impossibile dirle di no.
«Vorremmo che voi ragazzi indossaste delle gonne!»

E giuro che con tutte le ragazze schierate e sorridenti verso di noi, non sembrò immediatamente così irragionevole come proposta, poi man mano che l'immagine di quegli indumenti svolazzanti prendevano forma nelle nostre menti si levarono brontolii di protesta da più parti.
«Cosa? Dovremmo indossare delle gonne? La mia virilità non può permetterlo»
«Ragazze ma che vi prende così all'improvviso?»
Kiriashima e Kaminari furono i primi a lamentarsi ma furono prontamente stroncati da Tsuyu
«Davvero non vi interessa? Sono sicura che siete tutti almeno un po' curiosi di sapere come ci si sente con la gonna»
«Verissimo! E poi abbiamo voglia di fare qualcosa di stupido e Aizawa sensei non c'è, quale occasione migliore di questa?» rincarrò la dose Mina
«Non avrete un'altra opportunità come questa, dovreste approfittarne!» disse Hagakure con il suo entusiasmo fuori contesto e decisamente non condiviso dal genere maschile. Ed ecco che Jirou cacciò fuori da una busta una divisa femminile svolazzante come per ribadire il concetto. «Solitamente non le facciamo svolazzare così in bella mostra, ma in questo caso penso vada bene...»

In un istante quel semplice e innocente tessuto morbido, fonte di fantasia per ogni adolescente, fece pietrificare i presenti sul posto. Mi sentii andare completamente a fuoco, provai a nascondermi dietro ai miei appunti da quel mostro di cotone, non che ne vadi particolarmente fiero, perché dannazione! Io dovrei essere un hero e quello era solo un vestito. Ma no. Decisamente non potevo.
«E ce lo chiedete anche? Certo che lo faremo! VARCHEREMO QUESTO GIARDINO PROIBITO IN NOME DEL GENERE MASCHILE!»
A sorpresa, ma forse nemmeno tanta, Mineta fu il primo e l'unico ad essere completamente d'accordo all'idea. Per me continuava ad essere una follia, una follia imbarazzantissima per altro!
«Mineta! Tutto ciò è inaccettabile per degli studenti di una scuola rispettabile come la yuuei!» Iida era rigido e ligio alla scuola come sempre.
«Va bene ragazzi! Allora si deve votare! »
tirai un gran sospiro di sollievo alle parole di Mina perché i ragazzi superavano in numero le ragazze e tranne Mineta con le sue solite perversioni, non mi sembrava ci fosse qualcun'altro interessato alla cosa, tutti erano troppo imbarazzati persino per parlare, il disagio era palese, la paura delle gonne mi avrebbe salvato! Furono questi i pensieri di illusorea sicurezza attimi prima di scoprire che la maggioranza disse che sì, non avevano alcun problema nel dare le loro gambe in pasto a quel mostro di cotone! Quei maniaci dei miei compagni di classe facevano solo finta di tenere alla loro virilità! Traditori. Alla fine la maggioranza aveva optato per un sorteggio, e si poteva ben dire che il vincitore della lotteria sarebbe stato il perdente.

«Prepariamo una scatola e mettiamoci dentro dei bigliettini con i nomi »
«Ok bro adesso ti aiuto!» 
Dissero gli stessi Kirishima e Kaminari che prima avevano tanto disdegnato il tutto, e va bene essere sempre in prima fila, ma adesso essere entusiasti di tutto ciò era bipolarismo puro. Probabilmente i traditori avevano votato si, è proprio vero che talvolta chi disprezza compra.
«E noi ragazze ci occuperemo dei vestiti!» Hagakure a differenza mia non sarebbe potuta essere più felice, anche se in effetti facendo i calcoli eravamo molti in classe e non ci sarebbero state alte percentuali di possibilità di essere pescati, ma bisognava considerare anche la fortuna, fattore di cui non ero mai stato particolarmente dotato e poi altra variabile era la persona che avrebbe pescato il biglietto, ma anche di come i biglietti stessi sarebbero stati pieg- «Hey voi!» venni interrotto dal flusso di pensieri in cui ero stato come a mio solito risucchiato da una voce burbera e alterata
«Lasciatemi fuori da questa cazzo di pagliacciata»
«Dai amico non sei divertente »
«Sta zitto capelli di merda! Faccio quello che cazzo voglio!»
Ovviamente Kacchan se ne era tirato fuori, strano avesse aspettato fino a questo punto per farlo, ma perché probabilmente non ci aveva neanche ascoltato prima. Per lui noi eravamo solo le comparse della sua ascesa al podio di First Hero. Aveva ribadito piú volte che non era lì per farsi degli amici e si era sempre tirato fuori da qualsiasi attività di gruppo, non che questa volta non fossi pienamente d'accordo con la sua scelta e provai scioccamente a imitarlo

«A questo punto direi che anche io...»
«Eh no Midoriya, non fare il guastafeste come Bakugo» la mia protesta tremolante fu stroncata sul nascere da Kirishima, non intenzionato a far abbandonare a nessun altro la nave, a quanto pare c'eravamo tutti dentro e su questo avevo un pessimo presentimento.
«Penso che le brave persone come te non possano capire»
provò a consolami Uraraka poggiandomi la mano sulla spalla, ma stranamente quel contatto ravvicinato e il suo caldo sorriso non sortirono alcun effetto, ero troppo impauripo per potermele godere, le sue parole erano vere, difatti non capivo l'entusiasmo generale della classe, non ero affatto curioso di scoprire come ci si sentisse ad indossare una gonna, ne ero solo terrorizzato e va bene che un hero dovrebbe sempre affrontare le proprie paure ma probabilmente nella mia futura carriera non mi sarei imbattuto in altre gonnelle da indossare, quindi mi stava bene restare nella mia ignoranza.
«Midoriya-chan, sei uscito tu»
Paralisi momentanea. Quel bruttissimo presentimento si era rivelato giusto, a quanto pareva forze maggiori della mia volontà avevano deciso che avrei affrontato anche questo.
«Mi dispiace, Deku...» Uraraka fingeva palesemente di essere mortificata ma il sorriso soddisfatto era troppo evidente per poter essere nascosto. Come biasimarla, sarei stato un bel divertimento per tutta la classe, dovevo solo accettare l'umiliazione. Cercai di riprendersi dallo shock e con la consapevolezza dei ghigni malamente nascosti sul volto dei miei compagni, seguii Hagakure, Tsuyu e Momo fuori dalla classe per portarmi davanti allo spogliatoio della palestra.

«Tieni Midoriya-chan, noi ti aspettiamo fuori» Di fronte allo spogliatoio maschile, accettai quella divisa datami da Tsuyu come una condanna a morte, e chiusa la porta scorrevole alle mie spalle restammo solo io ed il mostro di cotone nella stanza. Volevo che quella tortura finisse al piú presto, quel pezzo di stoffa fra le mie mani aveva il potere di chiudermi lo stomaco in una morsa dolorosa. Senza pensarci serrai gli occhi e mi sfilai una ad una le scarpe e poi i pantaloni con talmente tanta foga da far saltare il bottone, non me ne curati e lo gettai in un angolo della stanza, ci avrei pensato dopo ai miei vestiti, adesso avevo un problema ben più grande da affrontare. L'unica cosa restante da fare era infilarsi la gonna e tergiversare non sarebbe servito a nulla, le ragazze non mi avrebbero fatto uscire con niente di diverso da quello che mi avevano dato, quindi mandai giù il nodo alla gola e, attento a non toccarla più del dovuto come se potessi scottarmi, la feci salire fino in cima. Indossarla non fu affatto meglio di restare in mutande, era esattamente la stessa cosa, anzi peggio! quel tessuto oscillante e decisamente troppo svolazzante non solo non ti dava la sicurezza di essere coperto ma nutriva anche la paura che anche solo un soffio di vento avrebbe potuto sollevare tutto, ma come facevano le ragazze a vivere in tranquillità? Davvero ci riuscivano avendo solo l'illusoria convinzione di essere coperte? Ma non stava a me decidere purtroppo. Messe le mie solite scarpe rosse non mi rimase alternativa che uscire e rimettermi al giudizio delle ragazze, che al contrario degli altri sembravano aver preso la faccenda molto sul serio, non un accenno di un sorriso le attraversava - anche se non potevo esserne sicuro per Hagakure dato che, beh... Era invisibile - e presero subito a scandagliarmi con i loro occhi-radar. Il mio disagio crebbe a dismisura.

«Dobbiamo fare qualcosa per quelle gambe, le calze nere saranno perfette per smorzare le linee dure dei muscoli, in questo modo appariranno più morbide» Momo come sempre era concentrata sull'obiettivo senza preoccuparsi del mio imbarazzo. Neanche in una situazione tanto ridicola pensava a godersi la scena - lei che poteva - Trovare il modo più veloce ed efficace per aggirare il problema, questo il suo unico pallino, e mi chiesi se applicasse questo metodo in ogni momento della sua vita, la immaginai seduta al ristorante con forchetta e bacchette di fronte ad un piatto di riso e un conflitto epocale nella sua testa per decidere se dare più spazio alla comodità o la tradizione, la sua vita non doveva essere facile.
«Vaglio mettergli un fiocco!» Ed ecco invece una la cui vita era semplicissima
«Hagakure-chan, Midoriya-chan non è una bambola»
«Ah non ti preoccupare Tsuyu, oramai non importa più, peggio di così non può andare»
Oramai ero deciso ad andare incontro al mio destino e se in ogni caso era un'umiliazione quella che mi aspettava almeno avrei fatto divertire le ragazze.
«Midorya-chan sembra ancora un ragazzo con quei capelli» Mi toccai di riflesso la massa informe di ricci verdi pensando distrattamente che in effetti non sarebbero sembrati minimamente femminili neanche se Hagakure ci avesse messo tutti i fiocchi del mondo e non mi accorsi del luccichio spaventoso negli occhi di Momo
«Ci penso io! Adesso so esattamente cosa devo fare!» E quando Momo finì la sua creazione seppi che quella era la fine.

~~~

Bakugo's pov.

Quei dementi dei miei compagni di classe se ne erano usciti con una delle loro assurde pagliacciate, tsk. Indossare delle gonne, ma con chi credevano di avere a che fare? Ero lì per diventare il numero uno non di certo per queste stronzate. E poi cos'era tutto quel trambusto, erano davvero così smaniosi di diventare delle femminucce? Che mi lasciassero fuori, per non parlare di quel nerd di merda seduto proprio dietro di me che aveva anche ricominciato con i suoi borbottii insopportabili.
«Hei voi! Lasciatemi fuori da questa cazzo di pagliacciata» Capì di aver ridestato Deku perché finalmente quel demente finì di borbottare
«Dai amico non sei divertente »
«Sta zitto capelli di merda! Faccio quello che cazzo voglio!»
Odiavo quando quel cazzone si prendeva la libertà di dirmi cosa fare come se fossimo amici, ma a parte questo non ci furono altri tentativi di farmi cambiare idea. Per fortuna quegli sfigati non ci avevano messo malto a capire che non volevo avere niente a che fare con loro. Non che questo impedisse a capelli di merda di considerarsi mio amico. Idiota.
Quando la ragazza mezza rana chiamò Deku quasi mi venne da sghignazzare, aveva avuto il peggior tipo di fortuna a vincere l'unica lotteria della sua vita che avrebbe fatto meglio a perdere. Che sfigato. Una vita passata a perdere ogni sfida e la fortuna decide di girargli quando meno avrebbe dovuto, era uno spasso. Ovviamente quei pettegoli dei miei compagni ricominciarono a parlare non appena Deku chiuse la porta dell'aula. tsk. Non sarei riuscito a dormire

«Non so se mi interessa vedere Midoriya in gonna sinceramente» disse Kaminari con aria afflitta subito spalleggiato da quel deviato di Mineta
«avrei preferito Todoroki»
«Dai ragazzi non dite così! Magari ne resterete sorpresi» Kiriscima sempre il positivo del cazzo, come se qualcuno potesse essere sorpreso da quello stupido di un nerd. Ne avevo decisamente abbastanza, mi misi le cuffiette nelle orecchie e decisi di passare il tempo in modo tremendamente più produttivo. Dormendo.
Ma anche questa mia gioia non durò allungo, non passarono neanche 15 minuti che capelli di merda iniziò ad urlare come un forsennato
«Bakugo sta arrivando! Dai che ne pensi? »
«Ma chi cazzo se ne frega sto facendo un pisolino!»

«Ragazzi preparate le telecamere!»
«Dai non spingere!»
Le telecamere? Ma davvero stavano facendo? scomodarsi tanto per quello sfigato in gonnella. «Ragazzi siete fottutamente rumorosi, crepate tutti merd-» in un istante non ricordai nemmeno quello che volevo dire. Perché quello lì davanti non poteva essere lo stesso ragazzino che prendevo in giro da quando avevamo quattro anni, rosso come un peperone mentre provava a tirarsi giù quel pezzo di stoffa colorata per coprirsi le ginocchia, dove chiaramente la gonna non arrivava. Un fiocco bianco in testa ed una cascata di capelli verdi fin giù le spalle che paradossalmente gli mettevano in risalto le lentiggini, prima di allora non avevo mai notato quanto rendessero quelle guance piacevoli e poi quelle gambe ridicolmente fasciate da quelle calze nere che provavano inutilmente a nascondere quelle linee dure e invitanti dei muscoli. Tutto ciò che riuscii a fare fu alzarmi di scatto con l'intenzione di andargli incontro, non so nemmeno per fare cosa, ma mi bloccai subito vedendo come Deku fu improvvisamente accerchiato dai compagni di classe che presero a fotografarlo. A quanto pareva non ero l'unico assurdamente affascinato da quell'aspetto.

«Um.. p-posso andarmi a cambiare ora?» Ed era assurdo perché la sua voce era la solita voce di Deku, non era cambiato assolutamente nulla nella sua voce, era lo stesso Deku che conoscevo dall'asilo. La voce tremante e insicura di chi non sa se sta facendo esattamente la cosa giusta, quella voce che avevo tanto odiato e adesso mi ammutoliva. Ero mai stato ad osservare per cosi tanto tempo quel nerd? Gli avevo mai prestato così tanta attenzione? Quando quella situazione aveva preso piede la mia intenzione era stata quella di prenderlo in giro come avevo fatto per 16 anni della mia vita, ma adesso... poteva davvero essere lo stesso ragazzo quello di fronte a me?
I ragazzi della classe persero completamente la testa e Denki e Mineta furono i peggiori «Midoriya, in quanto ragazzo capisci la nostra curiosità in quello che ci sta sotto la gonna, vero?» il tono equivoco con cui lo dissero non fu rassicurante.
Deku non si era minimamente aspettato un'attenzione del genere e finì per andare nel panico, così con le lacrime agli occhi gridò «Ragazzi! Siete andati decisamente oltre!» prima di scappare via dalla classe.

E tutto quello che io riuscii a mormorare fu un flebile «Deku...?» che nessuno sentì
Mina andò subito in escandescenza
«Midoriya è un ragazzo! Ma non avete proprio alcun limite? A voi basta che sia carina e tutto il resto non conta? Guardate cosa avete fatto!»
«Cosa? Guarda che noi siamo solo onesti con noi stessi» Mineta non si fece scalfire dalle sue parole abituato a commettere azioni ben più sconsiderate di chiedere ad un ragazzo di fargli palpare quello che c'era sotto la gonna
«Todoroki?» vi si rivolse esasperata Mina, probabilmente per cercare appoggio dall'unico ragazzo ragionevole della classe
«In realtà ho pensato che Midoriya fosse molto carino» Mina si arrese.
E mi odiai per non poter dire di non essere d'accordo con lui. Non sapevo bene cosa fare in quella circostanza, ero rimasto in piedi ad osservare la porta chiusa dell'aula con sguardo sconcertato, forse avrei dovuto raggiungerlo, e per fare cosa poi? Consolarlo? Proprio da colui che lo aveva bullizzato da tutta una vita? Deriderlo? Ma come potevo ridere di un qualcosa che mi faceva sentire così confuso? Picchiarlo? Forse allora la confusione sarebbe sparita e Deku sarebbe tornato ad essere soltanto Deku. Ci avrei pensato una volta raggiunto. E quando dopo un'eternità mi fui deciso ad andare, la porta venne aperta violentemente dall'esterno.
«Qualcuno conosce la Dea dai capelli verdi che stava davanti questa classe?!» urlò con tutto il fiato un tizio dell'altra classe di cui non ricordavo assolutamente il nome, la copia di capelli di merda. E in un istante tutti pensammo la stessa cosa. La Dea doveva essere Deku. Ma come era possibile che quel nerd richiamasse così tanto l'attenzione? I miei compagni si pietrificarono nel l'accorgersi del guaio che avevano combinato e Uraraka, decisa a risolvere la situazione, superò quella comparsa appena arrivata dichiarando «Vado a cercare Deku.» subito seguita da Todoroki «Vengo con te» quel bastardo a metà girava sempre intorno al nerd ultimamente, non che la cosa mi riguardasse.
«Cos-»
Il nuovo arrivato sembrò essere attraversato da un'illuminazione
«Dannazione! Voi ragazzi state provando ad avere un vantaggio su di me! Non ve lo lascerò fare!» e sfrecciò anche lui via nel corridoio. Che branco di imbecilli, e pensare che anche io stavo per unirmi a quel teatrino del disagio poco prima. Tsk che idiozia. Tutta colpa di quel Nerd di merda.

~~~

Midoriya's pov.

Come avevano potuto farmi una proposta del genere? Anche se era uno scherzo la cosa era andata decisamente oltre! Avevo ancora le lacrime agli occhi e mi sentivo andare a fuoco, stupidi Mineta e Denki! Ero così imbarazzato che non riuscivo a smettere di correre ed inevitabilmente andai a sbattere contro qualcuno. Be almeno così mi ero fermato ma avevo avuto una bella batosta al naso, Dio mi sembrava di essermi scontrato con un muro di acciaio!
«s-scusami» quando alzai lo sguardo scoprii di non aver avuto esattamente torto, ero andato a sbattere contro Tetsutetsu, un ragazzo di 1-B che poteva far diventare il suo corpo d'acciaio. Ebbe una reazione strana appena mi vide, quasi gli mancasse l'aria e restò imbambolato per un po' prima di reagire, mi chiesi se stesse bene. Quando finalmente tornò in se mi guardò con l'espressione più intesa gli avessi mai visto. Faceva decisamente paura. E quando fece un profondo inchino tendendomi la mano iniziai a capire in che situazione di merda ero andato a cacciarmi. Urlò con tutto il fiato «Vuoi uscire con me con l'intenzione di arrivare al matrimonio?!»
«M-m-m-matrimonio?!»
No. Decisamente non ero preparato. Dopo le richieste dei miei compagni adesso questo? Dalle palpate al matrimonio. Non potevo reggerlo. E di fatti mi ritrovai nuovamente con le lacrime agli occhi ed ancora più rosso di prima a dover nuovamente fuggire «M-m-mi dispiace non posso contraccambiare i tuoi sentimentiiii» mi ritrovai ad urlarlo mentre ordinai alle mie gambe di non fermarsi. Ma in che razza di incubo ero finito? I compagni di classe di Tetsutetsu iniziarono addirittura a darmi la caccia e dovetti girare metà scuola prima di seminarli e nascondermi dietro una rampa di scale
«Dobbiamo trovare la Dea dai capelli verdi di Tetsutetsu»
«Mi è sembrato andasse da questa parte!»
«Forza sbrighiamoci!»
Sentire i loro passi mentre si allontanavano mi fece tirare un sospiro di sollievo, e quell'attimo di distrazione non mi permise di cogliere la presenza alle mie spalle
«...Midoriya»
Rabbrividii prima di girarmi e rendermi conto che era Todoroki
«Todoroki! Per un secondo mi hai spaventato, sono felice che sia tu» e gli sorrisi con tutta la mia gratitudine. Rimase a fissarmi senza proferire parola per un paio di secondi, poi con volto serio si accovacciò vicino a me e penso fosse sul punto di dirmi qualcosa quando un ragazzo quasi per caso scese le scale e ci vide.
«Ragazzi l'ho trovata! È sulle scale!»
Mi sentii gelare il sangue nelle vene, non avevo ancora idea di quello che volessero da me, ma non ero abituato a ricevere tanta attenzione e decisamente non mi piaceva.
«Li terrò impegnati qui io, tu corri appena ne avrai l'opportunità» a sorpresa Todoroki si rivelò un ottimo diversivo
«Va bene!»
Facendo combaciare le sue due abilità una nube di fumo si disperse in tutto l'ambiente confondendo i nemici e dandomi modo di scappare. Todoroki era davvero incredibile, ma adesso non avevo tempo per questo, dovevo correre il più lontano possibile e pensai che il giardino esterno fosse un ottimo posto dove rifugiarsi. Appena uscito da un accesso laterale percorsi un po' di strada dal varco e mi nascosti fra i cespugli sperando che quella capigliatura scompigliata verde che mi ritrovavo fungesse da berretto mimetico. Come sempre le mie preghiere furono vane e la mia sfortuna mi fece incrociare con la persona meno adatta in quel momento. O forse no?

«Kacchan! Cosa ci fai qua?»
«Che cazzo ci fai tu qua nerd di merda!»
Kacchan era l'unico a sembrare essere rimasto normale quel giorno, tranne che per il lieve rossore ad imporporargli le guance, ed anche se non faceva altro che urlarmi contro forse avrebbe potuto aiutarmi.
«Sono appena arrivato dalla sala conferenze, non sono sicuro di cosa stia succedendo...»
«Spiegati chiaramente!»
Era facile per lui parlare! Ero terrorizzato e in preda alle lacrime, ma perché dovevo essere un piagnone? Era meglio non irritare ancora di più Kacchan, in una situazione del genere mi serviva disperatamente una mano, e l'unico che sembrava potesse darmela era paradossalmente lui, provai a fermare le lacrime e fare un respiro profondo per tranquillizzarmi prima di parlare con più calma
«Non so perché c'è un sacco di gente che mi insegue, probabilmente Todoroki li sta ancora trattenendo»
«Non nominarmi quel bastardo a metà!» ed ecco che i miei sforzi di tenerlo calmo andarono in fumo
«È ovvio che la gente ti sta inseguendo per il modo in cui sei vesti- tsk»
«Mmm?» Si fermò prima di conpletare la frase ma il senso era chiaro, ma come poteva tutto questo essere colpa di questi maledetti vestiti?
«ZITTO NERD DI MERDA DI UN'ALTRA PAROLA E TI FARÒ SALTARE IN ARIA LA FACCIA»
«Perché così all'improvviso?! »
Era meglio non insistere sulla questione. Kacchan era sempre stato lunatico, si arrabbiava per ogni minima cosa e spesso non capivo nemmeno il perché, ma sapevo che quando iniziava ad usare le esplosioni era meglio fare come diceva

«Il suono dell'esplosione veniva da questa parte giusto?»
«Penso sia per di qua!»

Caddi di nuovo nel panico, volevo che quell'inferno avesse fine e sarà sembrato patetico ma non ce la feci a non piangere
«Stanno arrivando! Cosa devo fare?»
«Sei da solo nerd di merda» e con un ghigno si girò di spalle per andarsene, tutta quella situazione lo divertiva, come lo aveva sempre divertito vedermi in difficoltà, ma questa volta non lo avrei lasciato andare, l'avrei costretto ad aiutarmi. Beh costretto è un parolone, diciamo che l'avrei chiesto in modo molto patetico supplicando Dio il Karma o la fortuna che accettasse.
«Aspetta, Kacchan!» affettati la sua manica con tutte le forze per evitare che mi strattonasse via
«Ah?! Deku! Sei fuori di testa, cazzo?! Lasciami andare!»
Lo avevo proprio fatto incazzare, probabilmente mi avrebbe ucciso ma al momento non importava, non avevo alternative, dovetti reprimere le lacrime e farmi forza
«P-per favore... Kacchan, per favore aiutami solo un po'...» e per un istante sembrò addirittura funzionare, Kacchan smise di urlare e sembrò essere in difficoltà, ma poi tornò subito ad essere quello di sempre
«Vaffanculo! Come l'inferno ti aiuterò!» e mi prese per il bavero della camicia, forse non era stata una grande idea pensare che mi potesse aiutare, perché avrebbe dovuto? Lo avevo solo fatto infuriare come sempre e mentre Kacchan sbraitava e creava esplosioni per sbollire la rabbia, quelle voci in lontananza si fecero sempre più vicine.

«Tetsutetsu ha davvero bisogno di rendere la sua confessione così drammatica? Anche se voglio vedere quella ragazza, ho sentito che è carina»
«Io l'ho vista! È molto carina ma ho sentito che è la ragazza di Todoroki»
«Eh? Quello studente d'onore della classe A?»
«Si! Ha anche combattuto per lei la nostra classe »

Due figure che correvano nella nostra direzione si fecero sempre più distinte e man mano che avanzavano sentivo le mani di Kacchan tremare sempre di più fin quando i due sconosciuti non furono che a pochi metri da noi
«Quella è lei!»
Ma adesso non erano più quei due ragazzi a spaventarmi, quanto lo sguardo furioso sul volto di Katsuki, freddo e controllato come se avesse potuto uccidere qualcuno seduta stante e il tremolio incontrollabile delle sue mani sul colletto della mia camicia
«Mmh?»
Sentii un'improvvisa pressione lungo i fianchi ed i miei piedi si sollevarono da terra, poi in un attimo tutto lo stomaco fu sottosopra.

«Quel ragazzo è... Il numero uno del festival dello sport?! Perché è qui?»

Mentre quei due continuavano a parlare io quasi non riuscivo a crederci, Kacchan mi aveva sollevato e caricato sulla sua spalla. Ero letteralmente sulla spalla di Kacchan. Cosa? Perché? E proprio adesso mi ricordai di quella cosa che avevo alle gambe. Quel dannato indumento infernale. Quindi, ricapitolando, penzolavo dalla spalla di Kacchan con una dannata gonna svolazzante. Cosa? Ma come diavolo ci ero finito in quella situazione? Quella giornata stava diventando la più assurda della mia vita, e per altro con quella mano destra che non voleva lasciare la presa sul mio fianco e l'altra tenuta saldamente sulla gamba per non farmi cadere. Mai nella mia vita ci fu momento più imbarazzante.
«KACCHAN METTIMI GIÙ» Lo urlai con tutto il fiato nei polmoni sperando facesse quello che gli avevo chiesto, perché dovevo uscire da quella situazione, ma Kacchan non faceva mai quello che gli si veniva chiesto.
«STA ZITTO DEKU»
Come sempre bastava un suo urlo per sgonfiarmi e mettermi a tacere, poi si rivolse direttamente ai due inseguitori
«Ascoltatemi, stronzi! Questo è di mia proprietà! Se nominerete quel bastardo a metà ancora una volta vi farò saltare in aria la testa!» Da che aveva iniziato urlando il suo tono si faceva via via più basso e roco come una bestia che ringhiava prima di assalire le sue prede, fu così terrificante da ridurre quei due in soldatini ubbidienti

«CAPITO!»

Per quanto gli fossi grato di avermi tirato fuori dai guai, restava comunque il fatto che mi trovavo ancora buttato sulla sua spalla come un sacco di patate, dove diavolo mi voleva portare? E poi cos'era quella sceneggiata?
«Kacchan, ti prego»
«zitto»
Fu secco e deciso, il tono di chi non ammetteva repliche, per cui mi feci semplicemente continuare a trasportare cercando con tutte le mie forze di ignorare la presenza invadente delle sue mani sul mio corpo, ringraziai mentalmente Momo per avermi fatto indossare le calze, a questo punto non penso avrei sopportato anche l'assenza di quello strato a dividerci.

«Quindi è lui il vero rivale? Mi sa che Tetsutetsu non ha alcuna speranza... » Si sentivano ancora mormorare quei due in lontananza, quando Kacchan svoltò e raggiunse una delle entrate, quella più vicina allo spogliatoio della palestra, entrato lì mi poggiò malamente a terra. Sentii Kacchan trafficare con gli armadietti ma non ebbi il coraggio di guardarlo, quella situazione era ridicola. Io ero ridicolo! Da quando in qua mi faceva quell'effetto? Non che prima fossi disinvolto con lui, ma quello che sentivo era diversa dalla solita soggezione, ero intimorito da quel Kacchan perché non lo avevo mai visto così. Si stava comportando in maniera glaciale, ma Kacchan è tutt'altro che glaciale! Certamente anche solo il fatto che mi avesse aiutato era assurdo, ma il solito Kacchan avrebbe risolto il tutto con quattro strilli e due belle esplosioni ben piazzate, che necessità c'era di inscenare quel teatrino? Aveva rimarcato il fatto che fossi suo davanti a due sconosciuti! Ma era impazzito? E poi quello sguardo e la sua voce così diversa dal solito. Mi ero completamente sbagliato. Quel giorno Kacchan era il più strano di tutti.
«Deku, prendi!»
Mi girai appena in tempo per afferrare dei vestiti
«Mmh? Questi sono... I vestiti di Kacchan? » Adesso si che ero veramente confuso, che avrei dovuto farci? Perché me li stava dando?
«Non hai strappato i tuoi vestiti in palestra stamattina? Hai davvero intenzione di indossare quegli stracci? E tira via quella cosa ridicola dalla testa, ma sta facendo incazzare»
Era innegabilmente nervoso ma non stava urlando, manteneva un tono freddo e distaccato che non gli si addiceva per niente, non mi guardò un secondo negli occhi per dirmi quelle frasi e nonostante avrei dovuto essere al settimo cielo perché per la prima volta aveva fatto qualcosa a modo suo gentile per me, non riuscivo a spiegarmi quella sensazione che sapeva tanto di tristezza nel mio cuore. Feci scivolare a terra quella parrucca che aveva creato fin troppi problemi, via dalla mia testa. Mi resi conto che dopo quell'assurda giornata anche la mia camicia era in condizioni pessime e così ringraziai mentalmente Kacchan per la sua premura nell'avermi dato la sua divisa di riserva e presi a slacciarmi il nodo della cravatta, che raggiunse immediatamente la parrucca sul pavimento. Dopo aver sbottonato uno ad uno anche i bottoni della camicia non ebbi i tempo di toglierla che una mano furiosa andò a sbattere violentemente contro l'armadietto davanti a me.
«Resta fermo e ascoltami bene, nerd!»
Cosa diamine avevo fatto di sbagliato per far impazzire ancora Kacchan? Non ebbi le facoltà mentali per poter riflettere su quella domanda, l'unica cosa che riuscivo a sentire era il calore emanato da quel corpo proprio dietro di me, i suoi muscoli del braccio disteso messi ben in evidenza che mi intrappolavano fra lui e gli armadietti, e poi la sua voce. Dio... con quella sua voce bassa e roca che respirava aria umida nel mio orecchio... Non avevo sentito una singola parola del suo discorso, ma ben più importante avevo deciso che quello era appena diventato il suo tono di voce che preferivo. Fin quando non sentii la porta dello spogliatoio chiudersi con veemenza non mi resi neanche conto che si fosse staccato da me dopo aver finito di parlare - di cosa poi non saprei - l'unica cosa che riuscii a sentire furono i battiti del mio cuore, mi rimbombavano nelle orecchie, erano così forti che ebbi paura li avesse sentiti anche Kacchan, e quando fui sicuro di essere solo le mie gambe non resistettero più, erano diventate come gelatina. Mi appoggiai con l'affanno alle lamine di metallo, le guance infuocate e un piacevole quanto fastidioso formicolio a pervadermi il corpo surriscaldato. Non sapevo il perché tutte quelle sensazioni mi avessero travolto, era solo Kacchan, il solito e vecchio Kacchan che conoscevo da una vita, il mio Kacchan. Pensai che il cuore mi sarebbe esploso.

~~~

Bakugo's pov.

Non avevo capito un accidenti di quello che era successo, sapevo solo che tutti quegli idioti erano corsi dietro a quel nerd di Deku. Meglio così, meno deficienti in sala pranzo da dover sopportare. Mi era giusto venuta fame quindi mi avviai verso il refettorio sperando di non incrociare nessuno di quei esaltati, ma fui fermato da una mano prima di poter uscire da quella classe di pazzi
«Hei Bakugo, non cercherai anche tu Midoriya? » Davvero capelli di merda mi aveva fatto una domanda tanto stupida?
«Ma a chi importa di quel nerd merdoso? io voglio andare a mangiare» e detto questo mi scansai e chiusi la porta alle mie spalle.
Davvero, era assurda quella situazione, come era potuto accadere? Erano tutti impazziti per caso? E per tutti rientravo a pieno titolo anche io, ma come diavolo mi era saltato in mente di pensare che Deku fosse carino? Quelle streghe delle ragazze avevano combinato un macello. Per di più adesso tutti andavano a manca e a destra alla ricerca della fantomatica Dea dai capelli verdi come fosse il Sacro Graal, tsk banda di idioti, pensai che passando per il giardino avrei evitato almeno il peggio, quindi deviati sul percorso e uscii da un varco laterale.
«Da quando è iniziato il pranzo che diavolo sta succedendo? Un fottuto Deku è già abbastanza noioso senza che ci si metta tutta la scuola a dargli attenzioni» e avrei potuto convincermi che quelli fossero i miei reali pensieri se non fossero riaffiorate alla mente quelle dannate calze nere, il disagio e l'imbarazzo sul suo viso dolce e quel maledetto fiocco bianco in mezzo a quei morbidi ricci. Ma prima di tutto le dannate calze nere. Il modo in cui gli sottolineavano ogni muscolo e li levigavano come fossero stati di seta, avrebbero avuto lo stesso effetto con il bianco? Sicuramente sarebbero state coordinate al fiocco ma non ero certo che avrebbero avuto lo stesso fascino.. ma a che diavolo stavo pensando? Oddio perché le gambe di Deku sono nella mia testa? Quella situazione stava andando decisamente oltre, avrei trovato e ucciso chiunque fosse stato ad aver avuto quella pessima idea.
«Mi fa incazzata pensare tutto il tempo a quel cazzo di idiota verde! È come se fosse ovunque» E neanche lo avessi invocato ecco che dei familiari ricci verdi spuntarono da dietro un cespuglio, quel fiocco candido poggiato fra quei ricci innaturalmente lunghi mi faceva prudere le mani. Non feci nulla per palesare la mia presenza, non volevo immischiarmi in quell'affare già abbastanza complicato, ma per qualche ragione l'idea di andarmene non mi aveva nemmeno sfiorato. La mia mente era completamente stata occupata da quelle gambe genuflesse, il cervello non poteva recepire quelle immagini senza una giusta preparazione psicologica. Che io non avevo. Stando imbambolato in mezzo al verde non ci volle molto che quel dannato mi vedesse.

«Kacchan! Cosa ci fai qua?»
«Che cazzo ci fai tu qua nerd di merda!» come era possibile ritrovarsi sempre fra i piedi le persone meno opportune? Letteralmente dato che era accovacciato in mezzo ai cespugli, come se quel l'assurdo nascondiglio avesse potuto funzionare. Con quelle dannate e onnipresenti lacrime agli occhi e lo sguardo spaesato di chi non sa cosa stia succedendo che mi faceva fremere dalla rabbia. Un mollusco del genere come Hero, fatemi il piacere.
«Sono appena arrivato dalla sala conferenze, non sono sicuro di cosa stia succedendo...»
«Spiegati chiaramente!»
Quanto lo odiavo quando si metteva a frignare come un poppante, non si capiva mai un accidenti di quel che diceva, e davvero la mia pazienza stava raggiungendo il limite, le nitroglicerina frizzava sui polpastrelli delle mie mani già pronta ad esplodere e il desiderio di assestargli un bel pugno esplosivo si stava facendo sempre più insistente. lo vidi asciugare le lacrime e prendere fiato prima di continuare. In fondo qualcosa in quei 16 anni l'aveva imparata, o almeno lo pensai fin quando non nominò quel bastardo a metà di Todoroki. Lui era un altro che mi faceva decisamente infuriare, e ultimamente aveva preso questa odiosa abitudine di girare sempre attorno a Deku, la cosa non mi piaceva per niente, quando li trovavo insieme il corpo si surriscaldava e la rabbia era talmente tanta da non farmi quasi percepire il fastidioso formicolio sulla nuca che si diffondeva giù per la spina dorsale. Probabilmente due idioti insieme non potevo reggerli, in special modo quel giorno, sul perché non era necessario interrogarsi
«È certo che la gente ti sta inseguendo per il modo in cui sei vesti- tsk»
Ok mi ero tradito come un idiota, ma no, non avrei continuato quel discorso ammettendo ad alta voce che si, con quei vestiti era dannatamente carino e si, avevano fatto un casino perché adesso mezza scuola era in delirio perché letteralmente caduta ai suoi piedi. Quella situazione mi stava portando al limite dell'esasperazione, quel nerd non faceva altro che creare casini e adesso il casino era riuscito a crearlo anche nella mia testa, un altra parola e mi avrebbe ucciso.
«Mmm?»
«ZITTO NERD DI MERDA, DI UN'ALTRA PAROLA E TI FARÒ SALTARE IN ARIA LA FACCIA»
Persi il controllo sul mio quirk e piccole esplosioni sfuggirono dai miei palmi sudati. Pur non stando facendo niente stavo sudando davvero troppo, e tutto per colpa di quella dannata situazione, quel dannato fiocco, quelle dannate calze, quel dannato viso, quelle dannate lentiggini, quel dannato Deku.
E forse fu colpa delle mie esplosioni che l'attenzione di quelli della 1-B fu attirata nella nostra direzione, per un momento fui infastidito da quelle voci lontane ma poi trovai in loro una valida scappatoia da quell'impiccio, inoltre avevo messo Deku nei guai e questo bastava a tranquillizzarmi e farmi sentire soddisfatto. Anche quella nullità avrebbe dovuto esserne grato, qualcuno lo degnava finalmente di attenzioni, seppur non gradite.
«Stanno arrivando! Cosa devo fare?» Il panico era facilmente avvertibile nella sua voce
«Sei da solo nerd di merda»
Non provai alcun rimorso nel girarmi per andarmene, senza la minima intenzione di voltarmi indietro, e con soddisfazione potei notare di trovare come sempre dentro di me un certo compiacere nel vederlo in difficoltà, quello era uno dei miei aspetti che - ne ero certo - non sarebbe mai cambiato
«Aspetta, Kacchan!»
Non finii neanche di formulare quel pensiero che uno strattone alla manica quasi non mi fece cadere, per fortuna che avevo un buon equilibrio. Non mi sarei aspettato una mossa del genere da quell'invasato, cosa credeva di ottenere?
«Ah?! Deku! Sei fuori di testa, cazzo?! Lasciami andare!» la situazione a quel punto era più comica che drammatica, insomma pensandoci bene c'era un ragazzo in gonnella tutto lacrime e lentiggini che inginocchiato strattonava e supplicava un altro ragazzo sul punto di una crisi di nervi di salvarlo, mentre due figure correvano verso di loro elogiando la grazia della Dea. Il teatro dei pazzi era ufficialmente aperto al pubblico.
«P-per favore... Kacchan per favore aiutami solo un po'...» E ciò di più impensabile che potesse accadere mi passo per la mente. Aiutarlo. Era chiaramente disperato ma lui credeva realmente che i potessi dargli una mano e non solo perché ero l'unico nei paraggi. Ma perché? come faceva ad avere fiducia in me? Ero un ottimo Hero e sapevo cavarmela nelle situazioni più difficili, questo era vero, ma era davvero sufficiente a sbarazzarsi di tutto il rimorso nei miei confronti? E fu lì che mi sorse per la prima volta il dubbio. Ma Deku provava rimorso? Quella domanda così semplice che non mi ero mai posto mi spiazzò, ma non durò allungo, anzi mi fece soltanto incazzare, perché mai avrebbe dovuto interessarmene? poteva anche continuare ad essere un pappamolle ingenuo e fidarsi di me, io non avrei di certo cambiato atteggiamento nei sui confronti.
«Vaffanculo! Come l'inferno ti aiuterò!» presi a strattonarlo dal colletto della camicia con l'intenzione di scrollarmelo di dosso e buttarlo per terra, e fu soltanto allora che i borbottii indistinti di quelle due comparse del cazzo iniziarono a prendere forma.

«Tetsutetsu ha davvero bisogno di rendere la sua confessione così drammatica? Anche se voglio vedere quella ragazza, mi hanno detto che è carina»
«Io l'ho vista! È molto carina ma ho sentito che è la ragazza di Todoroki»
«Eh? Quello studente d'onore della classe A?»
«Si! Ha anche combattuto per lei contro la nostra classe »

Quel bastardo a metà era sempre in mezzo, e adesso ci si metteva anche quel Tetsu come si chiamava lui. Senza neanche rendermene conto iniziai a tremare. Volevo che la smettessero di parlare camminare respirare, no anzi volevo che si rimangiassero quello che avevano detto. Come poteva Todoroki combattere per Deku? Questo avrebbe attribuito al nerd un qualche tipo di importanza, che ovviamente non aveva. Il pensiero che tutti lo cercassero, adesso che si era fatto reale, mi dava sui nervi. No, non dovevano averlo e difatti nessuno lo avrebbe avuto. Quel nerd non aveva alcuna importanza e le uniche attenzione che era in gradi di ricevere erano quelle dei miei pugni, avrei risolto quella situazione. E prima che potessero raggiungerci presi la mia decisione.

«Quella è lei!»
«Quel ragazzo è... Il numero uno del festival dello sport?! Perché è qui?»

Fu questione di un attimo, Deku era maledettamente leggero e una volta circondatogli con le mani la vita non fu necessario altro che una leggere pressione e una spinta per fare in modo che una cascata di ricci verdi mi pendesse giù dalla schiena. Mi ero caricato Deku sulla spalla come se niente fosse e ignorai bellamente quel trascurabile battito mancato che avevo avvertito. Una mano saldamente ancorata sul suo fianco, dal cotone leggero della divisa potevo percepire ogni muscolo teso del ragazzo, e l'altra mano, forse più per delizia che per stabilità, era poggiata delicatamente sul suo polpaccio in quella che poteva sembrare una carezza, in quel momento maledì per la centesima volta quel sottile strato di tessuto, ma per ragioni nettamente diverse. Per la prima volta trovavo quelle deliziose calze di troppo.
«KACCHAN METTIMI GIÙ »
Iniziare a strillare come un'oca era tipico di Deku ma la mia sanità mentale - che a dire il vero se ne era già andata da un pezzo - non poteva permetterselo.
«STA ZITTO DEKU»
Con tutta la calma che riuscii a raccimolare, tentai di frenarmi dall'uccidere quei due babbei che in fin dei conti erano stati la causa della mia momentanea perdita del controllo. Era meglio non agitarsi troppo con quell'idiota sulle spalle e con tutta la glacialità di cui ero capace iniziai a parlare. Avrei messo bene in chiaro la situazione
«Ascoltatemi, stronzi! Questo è di mia proprietà! Che sia ben chiaro, e se nominerete quel bastardo a metà ancora una volta vi farò saltare in aria la testa!»
Ridurli all'obbedienza fu semplice, cosa non altrettanto semplice era tirarsi fuori da quel casino e sospettavo che una via di fuga oramai non c'era, non era passato inosservato come avessi marcato la mia proprietà su di lui e di sicuro non era sfuggito neanche a Deku, a quel punto sarei andato fino in fondo e continuai a tenerlo ben saldo sulla mia spalla .
«Kacchan, ti prego»
«zitto»
No, non importa quanto mi avrebbe pregato, almeno per un po' non mi sarei privato del mio unico vantaggio in tutto quel casino, quantomeno avrei goduto di quella vicinanza inaspettatamente gradita e le mie mani restarono incollate sul suo corpo per proseguire quel contatto assolutamente non necessario. Lo sentii sospirare mentre i muscoli, prima tesi come corde di violino, pian piano iniziarono a sciogliersi, anche se non del tutto. Era inspiegabile quel improvviso sentimento di possessività, non avrei voluto dargli alcun modo di fuggire, ma arrivati allo spogliatoio non ebbi altra scelta se non lasciarlo andare.

Comunque non gli diedi la soddisfazione di mostrargli il mio turbamento dipinto in faccia, o forse non ero sicuro di poter reggere ancora una volta la vista del suo corpo in quegli abiti femminili che la mia mente aveva tramutato in osceni, in ogni senso possibile. Se fino a qualche attimo prima la mia unica preoccupazione era quella di non staccarmi da quel corpo, adesso tentavo in ogni modo di evitare qualsiasi tipo di contatto con Deku, e lui sembrò attuare la mia stessa strategia per fortuna. Mi allontanai verso il mio armadietto il prima possibile ancora irritato da tutta quella faccenda, rimanere distaccato al momento era la scelta più saggia. Non dovevo farmi ancora coinvolgere da quei sentimenti - sentimenti? - più di quanto non avessi già fatto
«Deku, prendi!»
Gli lanciai al volo la mia divisa di ricambio e con una fugace occhiata notai che era rimasto imbambolato nell'esatto punto in cui l'avevo l'asciato, che avesse avuto un black-out?
«Mmh? Questi sono... I vestiti di Kacchan? »
Già. Tal volta mi dimenticavo di avere a che fare con un essere di intelligenza inferiore per le cose banali, a cui andava spiegata ogni minima cosa, se erano banali ovviamente, per le cose complesse aveva uno spiccato spirito di osservazione
«Non hai strappato i tuoi vestiti in palestra stamattina? Hai davvero intenzione di indossare quegli stracci? E tira via quella cosa ridicola dalla testa, mi sta facendo incazzare» Per rispondergli avevo prolungato quell'occhiata fugace in una scansione completa e mi ero soffermato nuovamente su quei ridicoli capelli lunghi che avevano portato alla luce quel viso dolce. Ancora quella dannata parola a torturarmi. Oramai era inutile nasconderlo - a me stesso, agli altri andava benissimo continuare a nasconderlo - era stata quella parrucca che gli contornava il volto a farmele notare, ma nonostante fosse caduta per terra, adesso era impossibile ignorare la quantità impressionate di efelidi che rendevano così dolce quel viso.

Appena Deku prese a spogliarsi dandomi le spalle, non potei fare altro che tentare in ogni modo di ignorarlo, mi appoggiai con entrambi i gomiti allo sportello dell'armadietto provando a regolarizzare il battito cardiaco, le sensazioni erano simili a quelle che provavo prima di un combattimento, quando la nitroglicerina fremere sotto la pelle, pronta ad esplodere. Le prime erano sempre le falangi, in cui il formicolio diventava sempre più insopportabile, ebbi davvero paura di far esplodere qualcosa, e poi come l'avrei spiegato a Deku? Tentai di chiudere a pugno le mani fino a farmi sbiancare le nocche, poi le scosse - tantissime, piccole e piacevoli quanto fastidiose scosse - partirono da dietro la nuca a solleticarmi dolcemente i capelli, potevo sentire il fruscio della cravatta mentre veniva slegata da quelle mani che immaginai impacciate mentre lasciavano cadere quel pezzo di stoffa per terra, e così miliardi di scosse scivolarono giù, nell'incavo del collo a percorrere quelle curve spigolose per poi scendere ancora lentamente fra le scapole, era una piacevole tortura che mai avevo provato, una sofferenza psicologica inaudita se pensavo che quel piacere non era dato da altri se non da quel ragazzo che avevo considerato come nient'altro che un sassolino. Perché? Perché questi irritanti sentimenti non andavano via? Perché ero l'unico a dover subire tutto questo? I miei sensi erano in allerta, i miei muscoli guizzanti, pronto ad un combattimento, o forse il combattimento era già iniziato? E quando avvertii lo sbottonarsi dei bottoni, ecco che le scariche scendevano sul davanti, soffermandosi sulle clavicole per poi espandersi in tutto il corpo, come se fossi stato io stesso in procinto di esplodere.
Mi sentii al limite, dovevo fare qualcosa per porre fine a quella situazione, qualsiasi cosa. Ma decisi di voltarmi nel momento peggiore. La camicia era stata fatta scivolare dalle spalle, mentre Deku era intento a sbottonare quell'ultimo bottone più ostico degli altri, mettendo in evidenza le linee spigolose dei muscoli degli avambracci ricoperti anch'essi di piccoli efelidi. Mi riscoprii ad essere terribilmente felice di poter vedere quei morbidi ricci finalmente corti e spettinati, all'apparenza così morbidi e leggermente aderente sulle linee del collo sudato per via di tutto il movimento di quell'assurda giornata. Infine, ancora al suo posto, la causa di tutto quel trambusto. Quella dannata gonna era un maledetto mostro che metteva in risalto la mia unica - a quanto pareva - debolezza. Le belle gambe di Deku fasciate sapientemente da calze nere.
A quel punto feci l'unica cosa che potevo fare per evitare di strappargli i vestiti di dosso e carezzare ogni centimetro di quella pelle - prima sarebbe stato meglio fare chiarezza in quel caos che era la mia mente, magari lontano da quelle gambe. - Piantai le mie mani sull'armadietto di fronte a Deku in modo tale da potergli stare vicino avendole in bella vista, ed evitando che corressero libere verso quel corpo scattante «Resta fermo e ascoltami bene, nerd!»
Quello che non calcolai mentre parlavo era la sua pelle a così stretto contatto con le mie labbra, non riuscii a mantenere quel tono distaccato che avrei voluto, sentivo che la mia voce si faceva man mano più roca e affannata ma l'unica cosa a cui realmente stavo pensando era che sarebbero bastati pochi centimetri per poter sfiorare con le mie labbra quel campo di efelidi che erano le sue spalle.
«Farai meglio a non lasciarti più coinvolgere in certe sciocchezze, non ci sarà una seconda volta, se succede ancora qualcosa di simile, ti farò saltare in aria la faccia! »

Mai minaccia fu meno credibile. Dovetti costringermi con la forza per staccarmi da lui e allontanarmi il più velocemente possibile da quella stanza per non essere tentato di tornare indietro.
«Che perdita del mio tempo.» Riuscii a mormorare un attimo prima di uscire, non mi girai indietro troppo spaventato da quello che avrei potuto trovare, o magari da quello che Deku avrebbe potuto trovare dipintomi in volto, perché sapevo che chiunque mi avesse visto in quel momento avrebbe capito. Non sapevo il motivo preciso, se era la folta e disordinata chioma verde in cui avrei tanto voluto affondare la mano per sentirne la morbidezza... O quei lineamenti muscolosi così delineati che avrei percorso meticolosamente con le punte delle dita, ma il mio cuore aveva iniziato a battere furiosamente, e non aveva intenzione di rallentare. Nonostante fosse ancora lo stesso Deku che conoscevo... la persona che disprezzavo di più... quindi, cos'era quello che sentivo? Perché proprio lui? Dannazione.

~~~

Il giorno dopo. *Omniscient View*

I ragazzi di classe non avevano fatto altro che scusarsi con Midoriya per tutta la mattinata, Kaminari era quello più mortificato di tutti per il comportamento che aveva tenuto il giorno prima insieme a Mineta, e se non c'era verso di ottenere delle scuse da parte di quest'ultimo, il primo si era premunito di fornirne abbastanza per entrambi.

«Scusa! Sono veramente dispiaciuto! Ieri abbiamo passato ogni limite!»
«Ci dispiace anche a noi. Volevamo soltanto una piccola vendetta per l'evento del festival dello sport, non sapevamo che ti avrebbe causato dei guai» Anche le ragazze si erano premunite di un carico sovrabbondante di scuse, e Uraraka ancora non si perdonava il fatto di aver messo in difficoltà il suo più caro amico.
«Sto bene, davvero! » Deku aveva dovuto passare tutto il giorno a tranquillizzare i suoi compagni, e poi per fortuna gli amici di Tetsutetsu stavano "miracolosamente" tentando di dissuaderlo dal presentare una richiesta formale agli insegnanti per indire un torneo alla conquista della mano della Dea, in quanto pareva che la sua mano fosse già stata conquistata da un misterioso e altrettanto terrificante contendente.
Comunque l'avvenimento di ieri restava all'ordine del giorno nei pettegolezzi della classe e Kaminari ribadì più volte che «Non ricordo davvero nulla di quando Midoriya si è presentato in gonna, deve essere stato un black-out temporaneo»
L'unico che se ne stava in disparte era Bakugo, non che fosse una novità, ma aveva pensieri ben più complicati da sbrogliare in testa al momento «Fanculo il black-out temporaneo, se è quello il caso... »
Deku non riusciva a sentire i mormorii di Kacchan nonostante gli fosse seduto subito dietro, lo preoccupava da morire che l'altro potesse ancora essere arrabbiato con lui. Aveva passato la giornata a lanciargli piccole occhiate, trovandolo sempre con la testa sul banco perso in chissà quali pensieri, e cercare di ignorare quelle fitte che oramai dal giorno prima non lo volevano lasciare in pace. Mentre a Bakugo non interessava davvero ciò che diceva faccia da scemo o chiunque altro in quella classe di pazzi, voleva solo che la sua testa smettesse di fare male e che quei pensieri fastidiosamente persistenti sparissero, avevano entrambi sperato che il giorno dopo tutto tornasse come prima, ed in un certo senso era accaduto: erano tornati ad essere il solito Deku con la cravatta fatta male, i pantaloni lunghi e nemmeno l'ombra di un fiocco, e il solito Kacchan dall'espressione incazzata e il comportamento scostante, che non prestava la minima attenzione a quello che avveniva in classe. O almeno a tutti sembrava così

Ma qualcosa di diverso c'era, e la loro unica reale preoccupazione al momento era sapere quando quelle piacevoli scosse e quel senso di leggerezza che provavano pensando all'altro sarebbero scomparsi.
 

Angolo autrice:
Ringrazio anche solo chi avrà letto questo delirio di quasi 9000 parolema se siete arrivati fino alla fine vorrei tanto che vi fetmaste ancora solo un minuto per potermi far sapere cosa ne pensateGrazie

 
  
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