Roadhouse Blues
E adesso perché sei ancora qui anche tu, eh? Ne state aspettando un’altra?
Come volete, ma venitemi più vicino allora.
Fatemici pensare bene...
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“Yeah, tieni gli occhi sulla strada
e le mani sul volante”
- Roadhouse Blues, The Doors, 1970
[#Esperimento stilistico n.2 – Quando lo scrittore diventa narratore, e la farneticazione regna sovrana
-Stereotipo “American Style”]
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Vi ho mai parlato di quel mio amico fuggito in California?
Quel figlio di puttana mi aveva tenuto nascoste le sue intenzioni per tutto questo tempo: così, boh, un giorno mi trovo la sua lettera sul tavolo che mi dice: “È stata una bella avventura amico, ma ne cercherò altre”. Vallo a capire.
Eppure sentite qua: poco fa tornavo nella mia vecchia baracca, quando ho visto nella cassetta un’altra lettera; sapete che c’era scritto?
Una delle sue cazzo di “avventure” ad una locanda sulla statale, una di quelle dimenticate da Dio che trovi sulla State Route 58[1]; oh e coi topi che ti divorano vivo, e la solita donnaccia dietro il bancone con i capelli sudici che ti chiede: “Cosa prendi, dolcezza?”; lì arriva il bello. Prendi la tua birra, e te la scoli tutta d’un fiato... Ah, cosa non darei per una fottuta birra in questo momento.
Eh, allora, dicevamo di questo stronzo: a lui non è andata bene.
Mi ha scritto che si era appena fermato con la sua Bessy che chiedeva rifornimento. Quella era la mia moto. Me l’ha fregata lui, la povera Bessy.
È entrato: c’era un jukebox acceso che dava su ancora Presley, ma non un’anima viva. Quando stette per andarsene era arrivato un tipo sulla cinquantina: l’aveva preso per i polsi e gli puntava una pistola alla fronte, diceva che voleva tutta la grana che aveva in saccoccia.
Però non si è fatto fottere: era riuscito a liberarsi, e con un gancio destro e poi un sinistro l’aveva steso quel farabutto; e poi è scappato facendo un autostop ad un povero vecchio a cui ha fregato il furgone.
Pensate che si è preso pure gioco di me, scrivendomi che gli sarebbe piaciuto se ci fossi stato anch’io: già lo immagino a dirmelo con quella faccia da delinquente che si ritrova.
Quanto mi fa girare i coglioni, quello lì.
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Aspetti su cui mi sono soffermata:
- linguaggio colloquiale (a tratti colorito)
- poche descrizioni delle azioni
- commenti e interventi, opinioni personali sugli eventi narrati
- interpretazione “rassegnata” di ciò che si racconta, aria “vissuta”, sicuri di sé
- adattamento del lessico
[1] Nome della strada inserito in maniera causale: non c’è nessuna attendibilità in questa affermazione