Questa non è la solita Ficcyna.
Capitolo 1: Beware! The (Mary) Sue.
Era
una giornata come tante altre per Mary Sue, se non fosse che proprio non
riuscisse a capire come fosse possibile avere un nome del genere vivendo a
Seoul.
Si
alzò dal letto, ma al posto di essere accompagnata dall’allegro canto degli
uccellini, una sveglia suonata strategicamente in ritardo o, a scelta, profumo
di pancake o urla di genitori degeneri – sì, insomma… dipendeva dalle giornate:
se era una giornata da romanzo rosa o se era una giornata con tragicume
per-esigenza-di-trama™ –… dicevo: invece di essere accompagnata nel risveglio
dalle suddette cose, la nostra Mary Sue aprì gli occhi tormentata proprio da
quell’atroce dubbio. Cosa dovevano aver fumato i suoi genitori quando le
avevano dato quel nome e, soprattutto, dove poteva trovarne altra? Doveva
essere roba proprio buona.
Si
strinse nelle spalle, decidendo di non pensarci e si alzò dal letto, per andare
davanti allo specchio ad ammirarsi per diversi minuti senza un motivo in
particolare. Senza nessun motivo in particolare se non quello di dare una scusa
banale per introdurre il suo aspetto fisico.
Mary
Sue era perfetta, ma che ve lo dico a fare? Non era né tropo alta né troppo
bassa, aveva tutte le curve giuste al posto giusto, sebbene non fosse dato
sapere dove fossero esattamente queste curve. Basti sapere che siano al posto
giusto, no?
Gli
occhi erano grandi, enormi, abnormi, cosa che nella vita reale l’avrebbero
fatta sembrare una strafatta o, al limite, un’aliena, ma non nel mondo delle
ficcyne, specialmente se di
quell’azzurrocielo-turcheseprofondo-celestecelestiale-fiordaliso-con-qualche-sfumatura-indaco™
e… sì, be’, il resto decidetevelo pure voi, che cambia poco. Facciamo che oggi
ha i capelli neri, sì?
Si
vestì e non c’è davvero bisogno che io spenda quindici righe a parlare di
quanto la divisa le stesse bene, quindi passiamo pure alla parte importante, il
fulcro della storia, il momento Clooney.
Una
volta arrivata a scuola, l’incredibile e soprattutto totalmente inaspettata
notizia: quell’anno nella loro classi si sarebbe trasferito uno studente nuovo.
Tutti
già si aspettavano una secchia alta un metro e una gomma da masticare,
occhialoni da fondo di bottiglia e, toh, magari anche l’apparecchio ai denti…
tranne la nostra Mary. No, lei sapeva già che dietro quella porta c’era il suo
futuro, il suo destino, se lo sentiva in tutto il corpo, persino nelle ciocche
rosse dei capelli. Ah, no, avevamo deciso per il nero, giusto?
Dicevamo,
Mary sentiva questo sentimento potente scuoterle il corpo…
…
…
O forse era solo la colazione ingurgitata di corsa per il fatto di aver perso
troppo tempo davanti allo specchio, chi poteva dirlo?
In
ogni caso, dopo essere stato annunciato dall’insegnante, entrò in classe il
nuovo studente. Al rallentatore, che fa più figo, perché lui era un figo.
Chiaro, no?
«Ragazzi,
lui è Jeon Jungkook. Jungkook, puoi andarti a sedere nel banco accanto a quello
della signorina Sue, che, quando si dice il caso, è strategicamente l’unico
libero. Cose che capitano quando il preside fa economia sui banchi
per-esigenza-di-trama™ ».
Jungkook,
ovviamente in piena modalità fuckboy, nonostante in realtà io possieda un
paio di ciabatte lilla molto meno timide di lui, e addirittura accompagnato
in sottofondo da “Rainism” (Avete presente, no? “I’m gonna be a bad boy, I’m
gotta be a bad boy”. Tutta una garanzia, insomma.), si avvicinò spavaldo al
banco che gli era stato indicato, per poi sedersi e fare l’occhiolino alla
nostra Mary. O forse era un tic all’occhio.
«Hey,
tizia di cui non conosco il nome, ti va se con una scusa banale e molto
sgamabile, dopo le lezioni passiamo del tempo da soli? Solo io, te ed una
Schweppes, così magari ti salto anche addosso e ti limono duro, così, dal
nulla, giusto per far bagnare un po’ le tredicenni che leggeranno questa
ficcyna» domandò il nostro Jeon preferito, provvisto di una buona dose di
ormoni impazziti ma, sfortunatamente, non di una personalità più spessa di un
foglio di carta velina.
«Ma
certo. Ci sarebbero tutti gli estremi per una denuncia per molestie sessuali,
ma sì, non ci vedo nulla di male!» rispose la nostra povera ingenua Mary,
mettendo fine a questo primo capitolo di una storia originale, innovativa e
assolutamente mai vista.
Note poco musicali: Questo capitolo, note escluse, ha
666 parole. La prenderò come una benedizione ad andare avanti.
(Edit: le aveva prima che modificassi alcune cose. Pazienza, la prenderò come una benedizione comunque).
Giusto
qualche chiarimento:
Penso
che tutte le Fanfiction con ambientazione scolastica siano ficcyne?
Assolutamente no.
Penso
che qualunque OC femminile nel fandom sia una Mary-Sue? Again, assolutamente
no.
Questa
è una parodia, ‘na cosa tanto per ridere e, come tale, non va presa sul serio.
Avec
amour, sempre vostro, Worldwide_Bothersome <3.