-Akane-
La voce di Juuzou le giunse dritta al cuore
guidandola fuori dal dedalo dei suoi pensieri. Il giardino
dell'ospedale era vuoto e attorno a loro la natura era stata messa a
dormire dal gelo.
La ragazza abbassò lo sguardo
verso l'albino seduto sulla sedia a rotelle e un velo di tristezza si
posò sui suoi occhi: la vista del moncone le procurava sempre
una fitta di dolore, le ricordava la battaglia che entrambi avevano
combattuto, che avevano vinto e perso allo stesso tempo.
Era
da quella notte che Juuzou aveva perso il sorriso.
-Cosa
c'è?- domandò dolcemente Akane.
Juuzou fissò
un punto davanti a sé senza muoversi né sospirare come
spesso lo sorprendeva a fare la ragazza. Era strano vedere l'albino
senza la sua caratteristica spensieratezza, quell'aura di malinconia
non gli donava per niente. Il desiderio di riportare il sorriso sul
suo volto era incommensurabile, ma come avrebbe potuto fare? Lei
stessa era ancora profondamente scossa da tutti gli avvenimenti di
cui erano stati causa, vittime e testimoni lei e gli altri, in primis
l'omicidio di cui si era macchiata: per quanto tentasse di
autoconvincersi che quello non fosse altro che un pazzo la cui morte
aveva gioviato a molti, non riusciva a non sentirsi affogare ogni
qual volta riportava alla mente la sensazione di infilzare con la
kagune il corpo di Kanou.
-Credi che io abbia il diritto di
vivere?-
Solo il vento rispose, ululando tra le fronde
spoglie.
-Avrei dovuto esserci io al posto dei signor
Shinohara-
Solo in quel momento Akane si rese conto di
quanto fosse grigio il cielo quel giorno.
-Se non mi avesse
fatto da scudo con il suo corpo a quest'ora non
sarebbe...-
-Esatto-
Juuzou alzò il capo,
ma lo riabbasò in fretta perché Akane gli si era
inginocchiata davanti guardandolo dritto negli occhi con un candido
sorriso.
-È esatto: il signor Shinohara ti ha fatto
da scudo. E lo sai perché?-
Juuzou non
rispose.
-Perché per lui eri... sei come un figlio.
Lui vorrebbe che tu continuassi a vivere, lo vogliamo tutti, ne hai
il pieno diritto. Non macchiarti di colpe che non hai, non chiederti
come sarebbe potuta andare, questo non riporterà le cose
com'erano prima. Possiamo ricominciare. Dobbiamo andare avanti senza
dimenticare- spiegò la rossa senza staccare il proprio sguardo
da quello di Juuzou. Pronunciare quelle parole ad alta voce rassicurò
anche se stessa. Lo stato in cui era ridotto in signor Shinohara era
un brutto colpo da attutire anche per lei, ma non voleva mostrarsi
debole davanti a chi in quel momento aveva bisogno di
un'appiglio.
-Aka-chan...-
Akane gli spostò
il ciuffo dal viso continuando a sorridere. Aveva imparato a
leggerlo, a capire cosa gli passava per la testa, ma non
completamente. Tuttavia non si arrendeva: anche se inconsciamente lui
aveva fatto tanto per lei e ora lei voleva poter ricambiare. La morte
dei suoi "genitori", l'aver accolto Hikari e Red con loro,
le incertezza che si erano trasformate in determinazione, la paura
che era diventata coraggio e voglia di mettersi alla prova, l'odio
poi trasformato in consapevolezza... tutto ciò che Akane era
diventata era solo grazie a Juuzou, a quel ragazzo cresciuto come una
macchina di distruzione e autodistruzione, che aveva attraversato
l'inferno e ne era uscito sorridendo, che era diventato una parte
fondamentale di lei.
Gli prese delicatamente le mani e
chiudendo gli occhi se le portò alla fronte. Juuzou sbatté
le palpebre un paio di volte senza capire cosa la ragazza stesse
facendo.
-Akane...?-
-Questo gesto in passato era
compiuto per mostrare fedeltà al re- spiegò senza
cambiare la sua posizione, -e ora io voglio dimostrare la mia fedeltà
a te Juuzou. Mi sei stato vicino nei momenti peggiori della mia vita
aiutandomi a combatterli, mi hai dimostrato che c'è del bene
anche nell'essere vivente più danneggiato. È solo
grazie a te se ho avuto la forza di andare avanti, quindi adesso
tocca a me- alzò piano il viso e aprì gli occhi,
-Juuzou, ti prego, permettimi di starti accanto e di dimostrarti
tutta la mia gratitudine e devozione-.
Juuzou era rimasto a
bocca aperta incapace di esprimere ciò che provava in quel
momento, soprattutto perché per lui erano emozioni
completamente nuove a cui non riusciva nemmeno a dare un nome.
L'unica cosa di cui era consapevole in quel momento era che Akane,
dopo il signor Shinohara, era riuscita a vedere in lui ciò che
nessun'altro aveva mai visto. Loro aveva visto l'essere umano che era
e non solo "Rei", non lo squilibrato, né il bambino
problematico. Loro gli aveva insegnato cosa volesse dire "voler
bene a qualcuno", l'avevano fatto sentire parte di una famiglia,
l'avevano... salvato.
-Quello che dovrebbe inchinarsi sono
io- mormorò stringendo le mani della rossa, la quale si
sorprese.
Infine alzò la testa.
-Grazie
Aka-chan-
Un sorriso genuino gli solcò le labbra.
Akane ne rimase incantata: avrebbe voluto dire tante cose, ma tutto
ciò che riuscì a revocare fu la nostalgia che aveva
provato per quel suo angelico sorriso, tutta dissipata in quell'
attimo di sfuggente serenità.
-Anche io voglio stare
al tuo fianco- disse.
L'albino si sporse quel tanto che
bastava per poggiare la propria fronte su quella di lei e chiuse gli
occhi. Akane lo assecondò.
-Anche se
cambiassi?-
-Potresti anche cambiare nome- sussurrò
Akane come se improvvisamente fosse scesa la notte e il mondo si
fosse addormentato, -ma non ciò che sei per me-.
Un
raggio di sole fece capolino dalla coltre di nubi che per giorni
aveva occupato il cielo ed entrambi lo seppero: un nuovo giorno era
appena iniziato.
Quattro anni dopo.
-Allora?-
Era la quarta volta che Satoshi sentiva quella
domanda e stava decisamente perdendo la pazienza. I tempi non
sarebbero accelerati se Norio avesse continuato a lamentarsi, quindi
perché sprecare fiato? Davvero non riusciva a capirlo.
-Ti
ricordo che se non portiamo a termine il lavoro possiamo dimenticarci
di mangiare. Ed io ho già una fame da matti- rintuzzò
Norio quasi avesse letto nel pensiero del fratello.
-Tu hai sempre
fame- rispose acido il maggiore battendo la punta del piede
sull'asfalto senza degnare l'altro di uno sguardo.
Prima che il
suddetto potesse ribattere, però, un rumore di passi fece
disporre entrambi sull'attenti. Poco dopo davanti a loro apparve un
ragazzo poco più giovane di loro il cui viso era oscurato dal
naso in giù dalla maschera le cui fattezze erano in tutto e
per tutto quelle di becco d'acquila. Nonostante il buio riuscirono a
individuare la sagoma -e soprattutto a sentire l'odore- del ghoul
senza problemi.
Norio e Satoshi rimasero ai loro posti senza
muoversi.
-Sei tu Katsu Oeyuro?- domandò Norio.
Lo
sconosciuto annuì.
-Ho qui il vostro acquisto- disse
spostandosi di qualche passo, rivelando così la figura minuta
di una ragazzina nascosta dalla penombra di quel sottopassaggio.
I
due ghoul la osservarono attentamente, quasi delusi.
-E sarebbe
questa qui? Sembra appena uscita da un lager- la indicò Norio
scettico. La ragazza non si mosse, si limitò a guardare a
terra.
-Se non la volete posso riportarla indietro-
-Non
abbiamo detto questo- si affrettò a specificare Satoshi
facendo un passo avanti.
Gli occhi dell'uomo si assottigliarono,
ma era impossibile decifrare la sua espressione sotto la maschera.
Dopo un lungo silenzio Oeyuro spinse la giovane davanti a sé
rivelandone i polsi ammanettati e una maschera molto simile a una
museruola.
-Perché indossa quella roba?- domandò
ancora Norio indicandola con un cenno del capo.
Satoshi la
squadrò da capo a piedi sentendo uno strano odore aleggiare
attorno a loro e solo in quel momento capì.
-Aspetta un
momento...-
Norio si voltò verso di lui interrogativo.
-E'
umana! Non erano questi i patti!-
Oeyuro tacque.
-Ora che la
annuso è vero- lo appoggiò Norio, - Noi abbiamo
richiesto un ghoul. Perché ci avete portato una
ragazzina?-
Solo allora ella alzò il capo guardandoli
dritto negli occhi. Entrambi giurarono che sotto quella sottospecie
di museruola stesse sorridendo.
-Non mi importa dei vostri gusti
perversi, mi è stato detto di portarvi ciò che avete
richiesto e l'ho fatto- disse Oeyuro, -quindi o ve la tenete e
chiudete il becco o la riporto indietro, tanto avete già
pagato-.
Norio dovette trattenersi per non sfoderare la kagune e
dare una lezione a quel damerino. Lanciò uno sguardo a Satoshi
il quale era rimasto impassibile, qundi emise un sospiro rassegnato e
si rivolse alla ragazzina.
-Come ti chiami?-
Lei non
rispose.
-Non ha un nome- disse Oeyuro, -e francamente non vedo il
motivo per cui vorreste saperlo, dopotutto si tratta di cibo-.
Norio
sbuffò sonoramente.
-Credi che non lo sappia?-
Oeyuro
finse di non sentirlo e si voltò pronto a congedarsi. Aveva
avvistato una pattuglia di colombe poco lontano da quel
sottopassaggio e l'idea di dover combattere quella sera non lo
allettava nemmeno un po'.
-Se è tutto io andrei. Ho altre
faccende da sbrigare- disse iniziando a camminare senza voltarsi
nemmeno quando non ricevette risposta. Quando fu ormai lontano, ma
non abbastanza da non udire le voci ovattate dei ghoul, li udì
discutere, ma presto un urlo prese il posto delle parole. Ancora una
volta non si girò. Continuò semplicemente a camminare
e, per la prima volta in tutta la serata, un sorriso gli solcò
le labbra occultate dalla maschera.
-Qualcosa mi dice che le avete
tolto la museruola-.
Angolo autrice
Hi! Come vedete sono tornata
con il sequel di Human! Lo so, vi sono mancata terribilmente...!
Mi
scuso in anticipo per l' eventuale lentezza con cui aggiornerò
perché:
1- ho iniziato i corsi di scuola
guida;
2- a breve riprenderò anche le mie amatissime
lezioni di equitazione;
3- l'ispirazione è una
signora a cui piace farsi attendere (questa me la devo segnare!),
quindi, come al solito, prendetevela con lei.
Non vi
spoilero nulla per quanto riguarda la storia, vi consiglio, però,
di leggere prima Human nel caso non l'abbiate fatto, altrimenti non
ci capireste niente lel
Mi rendo conto che nella storia
sopracitata ci siano una marea di errori e che molte cose potrebbero
essere ricollegate a “materiale bimbominchiese” -come
piace dire a me-, quindi vorrei rassicurarvi del fatto che questo
sequel sarà ben diverso, o almeno spero di riuscire a renderlo
tale.
Al prossimo capitolo!
-Cherry
P.s.
Qualsiasi critica COSTRUTTIVA
o correzione è ben accetta, non abbiate paura di farmi
notare eventuali errori :)