Farewell, my curse & blessing
“Libera.
Sono
finalmente libera.”
È
quello che dovrei pensare in questo momento, giusto?
Ma
allora… perché ho improvvisamente una gran voglia
di piangere?
Perché,
dopo la prima ondata di sollievo, mi sono sentita stringere
il cuore?
Fa
male.
Fa
male, e in fondo so che la causa sei proprio tu, che ora mi guardi
con curiosità: sei tu, Shinichi.
Perché
adesso, non ho più scuse per rimanere nella tua vita.
~
«Sherry…
Questo
è il mio nome in codice».
Non
dimenticherò
mai lo sguardo di puro shock che mi hai rivolto in quel momento.
L’orrore
è
arrivato dopo.
Per
tutto questo
tempo devi aver pensato che fossi senza cuore, non è vero?
Una
volta ti ho
lasciato vedere oltre la mia maschera; ho pianto davanti a te, ti ho
accusato.
Mi
sono
mostrata, ma l’hai dimenticato presto.
Da
quella volta,
mi hai sempre considerata fredda, non è vero?
Tu,
grande
detective, non hai mai saputo vedere dentro il cuore di una donna.
I
miei
atteggiamenti scostanti erano solo il mio modo di proteggermi da te.
Ti
è stato
difficile anche solo accettarmi, non avresti mai potuto considerarmi
qualcosa
di più di un partner,
un’alleata
temporanea.
Destinata
a
svanire… appena avessi ottenuto il tuo corpo.
~
Non
ti biasimo, sai?
Ran
non è come me; lei è un angelo, è
senza peccato.
Ti
ha persino aspettato tutto questo tempo.
Ho
sempre saputo che avresti scelto lei – no, scelta non
è la parola
giusta.
Non
hai mai neanche considerato l’esistenza di
un’alternativa.
~
«Haibara,
hai un
antidoto da darmi?»
«Così
che tu
possa correre da Ran?»
Non
mi rispondi,
ma non è necessario; il tuo sguardo dice tutto.
«Kudo,
non credo
tu abbia capito a pieno le conseguenze di un’assunzione
frequente del farmaco».
Ogni
volta te lo
rispiegavo, ma non sempre riuscivo a fermarti.
Allora
ti
graziavo con una pillola – ben sapendo che avresti messo
entrambi a rischio
– e tu
correvi via, tutto felice.
Felice…
perché
saresti andato da lei, ad alleviare il suo dolore.
O
a
procurargliene altro, Shinichi?
Per
il viaggio a
Kyoto sei stato particolarmente insistente; ti sei sforzato di essere
gentile,
esageratamente, solo per ottenere ciò che volevi.
Non
hai mai
bramato altro, da me.
~
Mi
hai ferita spesso, e vorrei dire che
ogni volta faceva meno male… ma mentirei a me stessa.
Ti
ho amato, Shinichi, e penso che non smetterò mai di amarti
davvero, in fondo.
Nonostante
tutte le bugie e le mezze verità che mi hai riservato, tu mi hai salvata.
Più
volte.
Non
posso semplicemente dimenticarlo, né lo desidero.
Proprio
per questo, devo dirti addio ora.
Devo
andare avanti con la mia vita, e devo farlo senza di te.
Penso
a questo, mentre lotto contro le lacrime che, prepotenti, premono per
uscire.
Resto
senza fiato, mentre mi stringi in un abbraccio; questo non
l’avevo previsto.
Rimango
immobile, incapace di ricambiare.
A
volte i momenti migliori e peggiori
della nostra vita possono coincidere. Questo è il paradosso
di un addio.
Salgo
sul treno, ti vedo
lasciare la banchina.
So
da chi stai andando, e mi va bene
così.
Mi
hai ferita, ma mi hai anche lasciato
un dono prezioso: la libertà.
«Non lo sprecherò» prometto a me stessa.
Ma
anche a te.
Note
Questa storia è nata ascoltando questa canzone.
L'ho scritta per il contest indicato nell'introduzione, che oltre alla canzone richiedeva l'utilizzo di un prompt [Libertà] e una citazione [A volte i momenti migliori e peggiori della vostra vita possono coincidere. Questo è il paradosso di un addio. (Fragmentarius)].
Ascoltando la canzone mi è subito venuta in mente Ai; spero vi sia piaciuta!