Grande Tempio, due mesi dopo la Guerra Santa.

Arena, i cavalieri di Bronzo, Jabu e Geki, si stanno allenando insieme a Shaina, quando improvvisamente si squarcia il cielo sopra le loro teste comparendo la figura di un uomo, tenendosi con una mano il suo cappello ben saldo sulla testa.

Shion avverte un cosmo potentissimo e non può far altro che lasciare la sua posizione in tredicesima per andare a verificare con i suoi occhi cosa effettivamente sta succedendo e se i suoi timori sono reali.

I due cavalieri, insieme a Shaina, si spostano dal centro dell’arena per andare vicino gli spalti.

Anche le persone che stavano osservando il loro allenamento rimangono sorprese da un simile evento e molte di esse sono scappate. Pochi sono rimasti, dei presenti.

L’uomo giunge mettendo piede sul terreno senza riportare alcun danno fisico e alza lo sguardo verso quei pochi presenti rimasti cercando quella persona, l’unica in grado di interagire con il passato.

Shion scende in arena e chiede ai tre ragazzi di andare sugli spalti, che non dovevano interferire in nessun modo con chi avevano davanti.

Jabu esita un pò, non gli piace dover lasciare il Grande Sacerdote da solo, ma alla fine non può far altro che ubbidire e si allontana anche lui.

L’uomo si avvicina a Shion senza mai abbassarne lo sguardo, con il suo solito ghigno verso colui che era il Saint dell’Ariete, suo nemico dai tempi antichi. Si toglie il cappello con la mano destra portandolo alla sua sinistra, all’altezza del cuore;

“Ci rivediamo dopo secoli... anche per te il tempo si è fermato!”

Shion non usa convenevoli e va dritto al punto,

“Cosa sei venuto a fare qui, Kairos!”

Kairos sorride alle sue parole;

Il tempo non si è fermato solo sul tuo aspetto, ma anche nel tuo carattere...”

Shion non risponde e attende solamente la risposta alla sua domanda.

Kairos si osserva intorno, sulle gradinate, e finalmente vede chi stava cercando, è lei. Accorsa per vedere cosa stava succedendo avendo percepito una distorsione spazio temporale accompagnato da un cosmo notevole.

Kairos sposta il suo cappello che teneva all’altezza del cuore per indicare chi effettivamente stava cercando.

Shion si volta in direzione del cappello e alzando lo sguardo vede lei, stupito del fatto che era Kairos a cercarla.

Mille pensieri assalgono la mente del Grande Sacerdote.

Che Kairos si volesse vendicare di lui tramite lei?

Lo guarda con uno sguardo infuriato.

Kairos: “Si, sto cercando lei… Non posso permettere che proprio agli inizi mio figlio muoia... Ho bisogno che ancora lui viva... e tua figlia adottiva è ciò che mi serve!”

Shion non può far a meno di mostrare le sue vere intenzioni, quello di ucciderlo.

Kairos: “Non guardarmi in maniera così passionale... il Saint di Pegasus è veramente in pericolo, nel modo dei sogni!”

Shion non sa più cosa pensare e si domanda il perché proprio Alexiel, ma dopo tutto è pur sempre un Dio e può conoscere passato, presente e futuro.

Kairos si volta nuovamente verso Alexiel vedendo quest’ultima accanto alcuni Saint;

“Fanciulla del futuro, ho bisogno del tuo prezioso aiuto... si, solo tu, Krystallos!”

Tutti i pochi presenti rimangono stupiti alla parola ‘Krystallos’ e tanto più Alexiel.

Non tutti i Gold sono presenti e quei pochi che ci sono, ovvero Ariete, Cancro, Sagittario, Leone e Scorpione, parandosi davanti a lei.

Kairos si mette a ridere nel vedere la scena;

“Non sono venuto qui in guerra, ma… devo chiedere a quella fanciulla di aiutare un Saint di Athena del passato!”

I Gold si guardano stupiti per una simile richiesta e anche Shion lo è altrettanto: Cosa centrava Alexiel con Kairos?

Shion è l’unico a sapere che Kairos è un Dio del tempo istantaneo e quindi non trovava strano che conoscesse in lei Krystallos.

Alexiel si fa avanti tenendo i Gold alle sue spalle, cominciando a scendere i primi scalini.

Mu: “No, sorella!”

Aiolia: “Non puoi fidarti!”

Alexiel li blocca alzando il braccio destro;

“Finchè non conosciamo le sue vere intenzioni non possiamo sapere se fidarci o no! Ma dobbiamo accertarci del perché della sua venta e il motivo di aiutare un Saint…”

Nessuno ribatte e Alexiel continua a scendere gli scalini fino ad arrivare in arena avvicinandosi a Shion.

Aiolos guarda attentamente ogni mossa di quello strano tipo, pronto a intervenire in qualunque momento.

Shion rivolge uno sguardo dolce ad Alexiel e se Kairos avesse tentato di farle del male, lo avrebbe eliminato una volta per tutte.

Kairos comincia a fare tre passi in avanti facendo un leggero inchino davanti a lei, riconoscendone la vera natura, ancora nascosto al Grande Sacerdote e a lei stessa;

“Ho bisogno che tu intervenga nel passato! Tenma… Tenma di Pegasus è rinchiuso nel mondo dei sogni… Desidero che tu che lo aiuti ad uscirne!”

Alexiel lo guarda sorpresa da una simile richiesta;

“Perché proprio io?”

Kairos alza lo sguardo per guardare le sue iridi verdi, per intravederne riflessi dorati;

“Il tuo legame con i Gold Saint si può estendere a tutti i Saint di Athena… tu possiedi un potere in grado di aiutare anche gli altri!”

Abbassa lo sguardo, chiudendo gli occhi e ad Alexiel non sta dando la sensazione che menta. Le sue parole sono dettate da un sincero affetto verso il leggendario cavaliere di Pegasus.

Alexiel: “Chi sei?”

Kairos: “Il Dio del tempo istantaneo… fratello di Krhonos!”

Shion non crede ai suoi occhi, nel vedere Kairos prestassi così davanti a una fanciulla di alcun grado.

Alexiel guarda Shion incrociando il suo sguardo;

“Non sta mentendo e se il Saint di Pegasus ha bisogno proprio del mio aiuto, non poso rimanere impassibile!”

Shion: “Sei sicura di ciò che dici?”

Alexiel annuisce.

Shion si sposta, ma non troppo per poter intervenire in qualsiasi momento.

Alexiel chiude gli occhi portando entrambe le mani davanti a se, come se stesse per pregare, e Kairos attende la reazione della ragazza per come vedere come reagisce.

Ancora una volta lo spazio temporale viene squarciato e un fascio di luce rosso si dirige verso Alexiel. Shion se ne accorge immediatamente e interviene facendosi colpire al posto di Alexiel scaraventandolo dall’altra parte dell’arena.

Alexiel smette di emanare il cosmo preoccupandosi di Shion andando incontro a lui.

I soldati semplici e i Saint presenti cercano di intervenire invano.

Sono stati fermati da una barriera alzatosi solo sugli spalti all’istante.

Shion si riprende a stento e prima che Alexiel si possa avvicinare a lui le compare un uomo che indossa una lunga tunica nera.

Shion lo riconosce immediatamente chiamandolo con il suo nome;

“Hades….?”

Tutti ne rimangono sbalorditi e Hades fa un sogghigno e il suo sguardo si posa su Alexiel, che indietreggia.

Aiolia comincia a tirare pugni alla barriera;

“Dannato bastardo, non ti avvicinare a lei!”

L’aura ruggente di Aiolia è ben visibile e sarebbe pronto a sbranare chiunque.

Hades si rivolge ad Alexiel;

“Non interferirai con gli eventi passati, come è già successo!”!

Alexiel rimane stupita che quel giovane sappia del suo passato, essendo solo un ricettacolo.

Hades: “Tenma è affar mio!”

Alza una mano, pronto a colpire Alexiel davanti a lui, che è rimasta paralizzata.

I Saint scagliano i propri colpi più potente nel tentativo di distruggere la barriera inutilmente.

Il cielo cominci a scurirsi e scariche elettriche si susseguono, un fulmine colpisce in pieno la barriera rompendola in frantumi e fulmine finisce scaricandosi a terra e compre un uomo a fine di esso alzandosi in piedi, tenendo il suo sguardo freddo dritto verso Hades e dei fasci di luce si manifestano alla velocità della luce verso quest’ultimo che li para senza alcune difficolta.

Shion rimane sorpreso nel vedere simili colpi;

“Questi colpi…”

Guarda Aiolia, perché solo lui è in grado di usare il Lightning Plasma, ma è impossibile essendo fermo sugli spalti con gli altri due compagni.

L’armatura del Leone si manifesta davanti ad Alexiel.

L’uomo venuto dai fulmini è incappucciato ma Alexiel ne riconosce immediatamente il cosmo rimanendone paralizzata dallo stupore.

Come può essere li, nel suo tempo?

Il Leone risuona al richiamo del suo possessore e Alexiel sfiora la sua criniera.

Si quel cosmo appartiene solo a lui e lo fissa di schiena finché non pronuncia le parole;

“Leone! Tocca a te!”

A queste parole l’armatura si divide per assemblarsi sul corpo dell’antico guerriero: Ilias del Leone.