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Autore: lory_micco    05/07/2018    1 recensioni
Terry Archibald e Riccardo Di Rigo sono due nobili Ateniesi, entrambi sono figli di due tra i capi più importanti di Atene: gli Arconti.
Atene, fino a quel periodo, era il centro del mondo, tutti dipendevano da quella polis e le sue decisioni potevano cambiare la sorte dell'intera regione.
Ma se un'altra città, potente quanto lei se non di più, minacciasse Atene? Quali decisioni dovranno prendere i capi greci per evitare una sconfitta clamorosa?
Questa è la mia prima ff, nata dal mio immenso amore per l'antica storia dei greci e dell'avanzata delle nuove civiltà.
Spero vi possa piacere.
Genere: Avventura, Azione, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Ibuki Munemasa, Shindou Takuto
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Messaggero

Nelle due settimane successive di loro non si seppe nulla. Le spie mandate nel Pireo da mio padre affermavano di non aver visto nulla, le luci lontane che si intravedevano all’orizzonte erano sparite nel nulla.

Il mese dopo la loro esistenza era stata quasi completamente dimenticata. Io comunque non ero ancora tranquillo: qualcosa mi diceva che non era “ tutto quanto finito “, come diceva mio padre.

Chissà, magari avevano rinunciato a venire qui, o avevano incontrato qualche difficoltà in mare e non erano riusciti a sbarcare nella nostra terra. Tutto quello che mi bastava sapere era che Riccardo non sarebbe dovuto scendere in battaglia contro un popolo che probabilmente nemmeno esisteva e che la nostra città non era in pericolo.

Che cosa avrebbe pensato Atena di noi se non fossimo stati in grado di proteggere la sua città? Ci avrebbe tutti condannati ad un mondo di ingiustizia, quindi, era tanto meglio che quei barbari non venissero qui.

Non volevo di certo assistere ad un’altra guerra, i Persiani avevano già rovinato abbastanza le nostre terre e disonorato i nostri dei. Un generale Persiano, Serse, aveva osato frustare il mare perché aveva distrutto parte della sua flotta con una tempesta.
Il giorno seguente a quell’evento, il resto delle sue navi furono distrutte da un vortice, segno che gli dei ci guardavano e che erano pronti a prendere provvedimenti.

Ma loro non ci sarebbero mai stati per tutte le nostre guerre. Ero sicuro, che un giorno quella popolazione ancestrale sarebbe tornata. Infatti lo fece, al secondo mese dalla loro sparizione dalla nostra costa.
Aldilà di ogni mia aspettativa, non erano arrivati né in schiere né in eserciti, era solo uno.

Eravamo seduti intorno ad un grande tavolo in pietra bianco, erano presenti tutti gli Arconti e i rispettivi figli.
Il nostro “ ospite “ venne lavato e riverito come il rito di ospitalità imposto da Zeus voleva. Per la prima volta, disubbidendo agli ordini di mio padre, guardai in faccia lo straniero.
Era abbastanza magro, la pelle era molto pallida rispetto alla nostra. Non era alto, anzi, era basso, mi sorpassava di una decina di centimetri, e lui era un uomo e io un semplice ragazzino!

I suoi occhi grigi incavati ci guardavano con sufficienza mentre si puliva dalla polvere un’armatura molto strana. La corazza aveva incisi i segni dei muscoli, che quell’uomo molto probabilmente non aveva, le gambe erano coperte da delle ginocchiere in bronzo scuro, reso opaco dall’acqua, le braccia erano protette da dei lunghi bracciali in rame.

L’elmo era l’unico elemento dell’armatura simile alla nostra, con i finti capelli rossi sull’estremità, abbinati al lungo mantello rosso che gli cadeva dalle spalle.

Parlava una lingua che mi era sconosciuta.
< Caesar veniam > fu quello che disse, ma io non capii nulla. Perciò chiamammo un traduttore straniero, che veniva da Siracusa. Quando il soldato finì di ripetere la frase, il traduttore si avvicinò a mio padre e gli sussurrò, a voce abbastanza alta perché anch’io potessi sentire:
< E’ un messaggero, dice di venire da parte di un certo Giulius Caesar >

Angolo dell'autrice:
Scusate l'assenza, ma ero via e ho avuto davvero poco tempo per dedicarmi alla scrittura, ma finalmente sono riuscita ad aggiornare.
Scrivere questo capitolo mi ha fatto morire: mi sono immaginata Terry offendere Riccardo perchè lui era basso. Per i greci essere bassi era un disonore enorme, poi arrivo io che sono alta a mala pena un metro e cinquanta ^^

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, alla prossima
  
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